Archivi annuali: 2016

_Introduzione alla libertà_ (libro)

Lucifero-libertaQuesto libro (Roberto Lucifero, Introduzione alla libertà : la legge elettorale, Edizioni del Secolo 1944, pag. 161) è stato pubblicato alla fine del 1944, nella parte di Italia che al momento era sotto il controllo degli alleati anche se nominalmente retta dal Luogotenente Umberto, e che dopo vent’anni si apprestava ad avere nuovamente vere elezioni. L’autore era di famiglia nobile calabrese e cugino di quel Falcone Lucifero che per decenni è stato Ministro della Real Casa, fino alla morte di Umberto II, e tra le righe traspare la sua posizione politica di monarchico liberale, pur con interessanti aperture ai “nuovi” (nel senso di quelli degli anni ’40 del secolo scorso) accadimenti sovietici. Ma in questo saggio Lucifero non fa politica diretta, bensì discetta sui vari sistemi elettorali. Dal suo punto di vista il metodo migliore per un’elezione è quello del collegio uninominale, nel quale c’è un rapporto diretto tra elettori ed eletto, e quest’ultimo sa che dovrà rendere conto ai primi alla scadenza del mandato: non si preoccupa nemmeno di un eventuale cambio di casacca, proprio perché si vota la persona e non il partito. Ed è proprio il sistema proporzionale, dove sono i partiti “di masse” ad avere la mano libera a scapito dei candidati, quello che Lucifero ritiene il peggiore in assoluto. È probabile che lui ricordo quanto successo nel primo dopoguerra, con l’introduzione del suffragio universale (maschile) e l’affermarsi di socialisti e popolari, con don Sturzo che manovrava i parlamentari senza nemmeno essere eletto. Resta il fatto che è stato probabilmente il primo a parlare di partitocrazia, analizzando lucidamente – pur con troppe virgole per i miei gusti… – l’evolversi della situazione. Certo, parlava pro domo sua. Ma i rischi di allargare il suffragio senza prima formare il nuovo corpo elettorale si sono indubbiamente presentati, e ce li abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni.
Non sono certo di accettare tutti i suoi ragionamenti: però ho trovato la lettura molto stimolante.

Referendum

Evidentemente non sono un bravo costituzionalista, e quindi non sono riuscito a capire come mai la Cassazione abbia dovuto certificare che si erano raccolte cinquecentomila firme per il referendum costituzionale, se sia la maggioranza che l’opposizione avevano chiesto che il referendum si facesse. Forse è perché così hanno trovato il titolo giusto: «Approvate il testo della legge costituzionale concernente disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione?»
Ma le cose cambiano davvero poco, se non per la data in cui questo referendum si terrà. Come promesso, spiegherò che cosa voterò a tempo debito, sicuramente non prima che venga decisa la data in questione. Non trattenete il respiro, insomma :-)

Aggiornamento (21:30) Se Il Post ha ragione, la causa del pronunciamento della Cassazione è semplice: a questo punto il comitato promotore del referendum si cucca un euro per ogni firma, quindi un totale di almeno mezzo milione di euro assolutamente sprecati (perché il referendum era già stato chiesto dai parlamentari). Provare a riformare quella legge?

Aggiornamento (11 agosto) Per la cronaca, le richieste di deputati e senatori sono state protocollate qui, e quella del comitato per il referendum qui.

Ultimo aggiornamento: 2016-08-11 12:07

Quizzino della domenica: testa o croce

Tina e Carlo si divertono a lanciare una moneta (non truccata). Carlo lo fa fino a che in due lanci consecutivi ottiene prima testa e poi croce; Tina invece fino a che non escono due teste di fila. In media, chi lancerà la moneta più volte?

(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p209.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema tratto da Mind Your Decisions).

_Novantatré_ (libro)

9788831723176C’è una notevole differenza tra cronaca e storia. La prima è costretta a inseguire i fatti, mentre la seconda ha il grande vantaggio di poter osservare anche le conseguenze, e pertanto leggere i fatti in modo diverso e più coerente. Mattia Feltri, che da giovanissimo cronista aveva seguito Tangentopoli, dieci anni dopo fu invitato da Giuliano Ferrara a rivivere quell’anno con il senno di poi; il risultato – dopo un altro decennio… – è questo Novantatré. (Mattia Feltri, Novantatré : L’anno del terrore di Mani Pulite, Marsilio 2016, pag. 316, € 17,50, ISBN 9789788831723176) Feltri segue sì il calendario e snocciola man mano i fatti, ma il suo presente è in realtà un futuro anteriore che scorre avanti e indietro nel tempo, per riprendere fatti passati di cui nel 1993 non erano stati colti gli addentellati e aggiungere informazioni su cosa successe in seguito, sui voltafaccia di alcuni dei protagonisti di allora e sulle omissioni di cui nel tumultuoso corso degli eventi si poteva aver perso traccia; il tutto corredato da numerosissime citazioni dei giornali dell’epoca e di altri libri che negli anni successivi avevano approfondito quei temi.
Il libro è una narrazione, non un saggio storico. Manca un quadro d’insieme riassuntivo che riepiloghi la linea temporale di quei mesi: l’indice dei nomi non è sufficiente. Ma soprattutto il materiale è scelto per seguire un filo logico ben preciso. Non è un caso che la narrazione parta dal 15 dicembre 1992, il giorno del primo avviso di garanzia a Bettino Craxi, e termini con un post scriptum nel capitolo dedicato al 15 novembre 1993 e ai risultati del primo sondaggio su un possibile ingresso di Silvio Berlusconi in politica: la notizia del primo avviso di garanzia al Cavaliere. Come in ogni narrazione, ci sono i buoni e i cattivi; né Feltri si perita di nascondere a chi vanno le sue simpatie. Starà al lettore, o almeno quello che si ricorda più o meno fumosamente di quella stagione, scegliere la narrazione che ritiene più vicina al suo pensiero, ricordando che i fatti non saranno mai la stessa cosa della verità.
Peccato per un controllo non molto accurato in fase di editing, con date errate e ripetizioni a distanza di poche pagine, che lasciano l’impressione che il passaggio dalla trattazione giornalistica del 2003 all’edizione odierna sotto forma di libro sia stata un po’ troppo frettolosa.

Ultimo aggiornamento: 2016-08-08 13:49

ciao Evernote

Fino all’anno scorso usavo ogni tanto Evernote come sistema per scrivere appunti a seconda di dove mi trovavo. Poi si sa come vanno le cose: un po’ scrivo meno, un po’ scelgo altri mezzi, un po’ mi scocciava l’implementazione web, e così l’ho lasciato decadere.
Ieri mattina stavo cercando degli appunti che ero certo di avere buttato giù lo scorso autunno e non riuscivo a trovare: mi è venuto in mente che forse erano su Evernote, ho preso il furbofono e ho lanciato l’app. Vedo per un attimo il file e poi mi appare uno splash screen che mi segnalava che come valued customer mi avvisavano sin d’ora che tra 29 giorni la versione gratuita avrebbe permesso di sincronizzare solo due device, e io ne avevo quattro. Dico ok, e mi viene chiesto immediatamente di scegliere i due dispositivi. Dei quattro, uno era il vecchio tablet, uno quello nuovo, uno il furbofono e il quarto un PC, dove evidentemente mi era capitato di aprire una volta la versione app. Nema problema: ho indicato come device il PC e il tablet, sono stato disconnesso e ho tolto l’app. Solo dopo tutto questo giro mi è arrivata una mail che segnalava questo cambio di policy.
Io non ho nessun problema ad accettare che Evernote cerchi di fare dei soldi col suo prodotto e quindi spinga gli utenti a fare un piano a pagamento. Mi sarebbe sembrato più logico mettere un limite sulla quantità o dimensione dei documenti, ma non sono io a decidere. Però non mi era mai capitato di venire a sapere della cosa in questo modo: una mail non la si nega a nessuno, no? Il problema non si pone, comunque: la prossima settimana sarò al PC, controllo quanta roba mi serve ancora, la salvo ed elimino l’account. Se non lo stavo usando da mesi direi che non mi serve :) (per dire, io continuo a scrivere sul mio palmare e trasferire i dati con una SD. Quello sì che lo uso sempre)

Braccialetti in silicone

È da un mese o due che mi ritrovo nello spam del blog una quantità abnorme di spam che pubblicizza un sito che vende braccialetti in silicone. La cosa che non capisco è perché lo spammatore non si è ancora accorto che il programma che usa contiene tante frasi fatte separate da una barra | e che non deve spedire tutto il pacchetto di frasi ogni volta. Ma quei programmi non arrivano con un manuale di istruzioni?

mi crolla un mito

Gli anzyani come me si ricorderanno di Fantastico 1987, quello con Celentano già sulla strada di essere il Re degli ignoranti che era stato inopinatamente messo a condurre la trasmissione regina del palinsesto RAI e che, al momento di spiegare il funzionamento del giochino abbinato alla trasmissione, si impappina; al che il funzionario RAI Bruno Gambarotta si alza, esclama “no, non è così!”, e rispiega tutto, guadagnandosi sul campo la qualifica di coconduttore e iniziando una nuova carriera dall’altra parte delle telecamere.

Ieri sulla Stampa Gambarotta ha rievocato l’episodio, rivelando che era stato distaccato appositamente a Roma per sei mesi (era appena riuscito a tornarsene a Torino) e soprattutto che Celentano gli aveva annunciato la sera prima che avrebbe fatto tutto quel teatrino (immagino perché non aveva voglia di studiarsi quel regolamento). Io sono un ingenuo, ma ci sono rimasto male :(

Ultimo aggiornamento: 2016-08-04 10:55

_La matematica da Pitagora a Newton_ (libro)

radice-pitagoraQuesto testo (Lucio Lombardo Radice, La matematica da Pitagora a Newton, Editori Riuniti 2015 [1971], pag. 128, € 12,50, ISBN 9788864731636) ha quasi mezzo secolo. Eppure a mio parere è ancora una pietra miliare, e lo stile di Lombardo Radice è ineguagliabile, anche con tutti i suoi vezzi: da buon comunista, quando per esempio racconta del atto che gli Elementi di Euclide hanno avuto tantissime traduzioni, nella particolare classifica oltre alla Bibbia aggiunge le opere di Lenin…
Non si tratta né di un trattatello di storia della matematica né di un manualetto scolastico: a Lombardo Radice premeva molto più mostrare come la matematica sia (anche) opera dell’uomo e quindi non ci sia nulla di assoluto ma solo un insieme di regole scelte perché sono coerenti e utili. Credo che se gli studenti comprendessero questo concetto riuscirebbero molto meglio a barcamenarsi tra definizioni e teoremi.