Archivi annuali: 2015

i blog sono morti (almeno il mio)

feed

Questo che vedete qui sopra è il grafico degli accessi al feed del mio blog (in verde) e del “reach” (in blu). Come potete vedere, dal 2013 c’è stato un crollo. Ok, può darsi che la mia vena creativa sia ormai morta e sepolta, come può darsi che il tutto dipenda dal fatto che il feed metta solo i riassunti e non il testo completo (capiscioni wordpress! Io in settings–>reading ho “For each article in a feed, show Full text” ma becca comunque l’excerpt: come mai?); ma il risultato pratico è lo stesso.

Cosa significa tutto questo? Nulla, visto che continuerò a scrivere come sempre…

Ultimo aggiornamento: 2015-02-24 10:34

Quanti giorni ha la quaresima?

Oggi è la prima domenica di quaresima. La quaresima si chiama così perché dura quaranta giorni, questo lo sanno tutti. Ma sono molto pochi quelli che si sono messi a fare i conti… anche perché i conti non tornano. Vediamo.

La quaresima è il periodo tra il mercoledì delle Ceneri e Pasqua: se apriamo un calendario, scopriamo che però dura sei settimane e quattro giorni, per un totale di 46 giorni (Pasqua esclusa). Anche se prendiamo la quaresima ambrosiana, che è iniziata oggi, i giorni sono comunque 42: un numero interessante, ma nondimeno maggiore di 40. Cos’è, Santa Romana Chiesa fa la furba e cerca di barare sulle date?

Beh, non è proprio così. Nel rito romano non si considerano le sei domeniche di quaresima, nelle quali la penitenza veniva mitigata: quarantasei meno sei fa giusto quaranta. Nel rito ambrosiano le domeniche contano per il periodo, ma i quaranta giorni terminano con il giovedì santo (per la precisione con l’ora nona), perché i riti del triduo pasquale vanno per conto loro. Il totale rimane così sempre quaranta.

Resta ora la domanda: perché proprio 40 giorni? Qui la risposta è più semplice: la Bibbia è piena di riferimenti al numero 40, basta fare una ricerca «meaning 40 Bible» per trovare risposte a pacchi. I 40 giorni del diluvio, i 40 anni in cui gli israeliti hanno vagato su e giù per il Sinai prima di raggiungere la terra promessa… insomma il 40 è il numero che indica un tempo di penitenza e purificazione. A questo punto è ovvio che si è partiti dal 40 e poi si è ricavato all’indietro il periodo da considerare… tanto che per gli ambrosiani l’avvento dura appunto 40 giorni.

Ultimo aggiornamento: 2015-02-22 21:50

_Tre in uno_ (ebook)

[copertina] L’incarnazione di questa terza edizione del libro (Consolato Pellegrino e Luciana Zuccheri, Tre in uno : piccola enciclopedia della matematica “intrigante”, Digital Index 20133, pag. 331, € 5,99, ISBN 9788897982487), dopo le due cartacee del 2007 e 2008, è “digital only”, addirittura in ePub3.0 (qualunque cosa significhi): ottima scelta di per sé, perché la parte migliore del libro è a mio parere l’estesissima bibliografia sulle pubblicazioni di matematica non scolastica, tra l’altro aggiornata nell’appendice fino al 2012 nonostante alcune inspiegabili omissioni (il mio Matematica in relax e il mio blog sul Post, per esempio :-) ) Ho invece trovato la prima parte, con il dialogo “matematico” tra Andrea e la sua nonna, troppo artificiosa; meglio la seconda parte, le “visite guidate” nei vari settori della matematica intrigrante.

Nota di demerito all’edizione. Già il concetto di ePub3 non è che mi ispiri più di tanto, data la difficoltà di trovare lettori che supportino il formato. Ma tanto non è che venga usato MathJaX: l’unica interattività è data dall’avere aggiunto alcune animazioni video (che io non ho visto direttamente sul lettore e ho dovuto estrarre con Sigil; sono però in parte rintracciabili su YouTube). Quello che però non ho capito è perché la prefazione alla seconda edizione è stata racchiusa in una tabella, e quindi non è leggibile con le applicazioni standard; e soprattutto perché in un anno e mezzo non sono mai stati corretti i numerosi refusi…

Multe e termini di notifica

Anna si è presa una multa per eccesso di velocità. Vabbè, si è lamentata perché non c’erano cartelli a segnalare l’autovelox (figuriamoci, è quello di viale Fermi che conoscono persino i leghisti…). Ad ogni modo la velocità rilevata, fatti gli sconti, era di 73 Km/h contro un limite di 70, e quindi si paga e via.

Però c’è qualcosa che non va. Prima cosa: l’infrazione è stata commessa il 19 novembre, ma il verbalizzante l’ha verbalizzata il 9 gennaio. Perché ci vogliono cinquanta giorni per visionare i file e preparare le multe? Magari uno aveva delle valide ragioni per correre, ma dopo tutto quel tempo figurati se se le ricorda. Seconda cosa: il 9 gennaio è la data “dalla quale decorrono i termini di notifica del presente verbale”. Peccato che il verbale sia datato 20 gennaio e sia stato “notificato” (nel senso di avviso in buca delle lettere) il 18 febbraio. Questo significa (a) che è impossibile pagare la tariffa ridotta entro 5 giorni dalla notifica e (b) che può diventare difficile pagare la multa standard entro i due mesi. E questo non mi sembra corretto.

(poi potremmo discutere sul fatto che prima di farti pagare 11 euro di spese di notifica e di accertamento il comune di Milano non possa fare un servizio di notifica via posta elettronica, anche considerando il fatto che l’immagine della macchina che correva “può essere visualizzata dall’interessato accedendo al Portale del Comune di Milano e scegliendo MultaSemplice”; però su quello riconosco che come minimo il multato dovrebbe avere indicato in anticipo di volersi avvalere di quella possibilità. Diciamo che questo è un suggerimento per l’eccellenza)

Aggiornamento: (15:30) dopo dieci minuti di attesa – benedetta la funzione vivavoce – sono riuscito a parlare con un operatore dello 02.02.02 che mi ha spiegato che i “termini di notifica” indicati sopra sono i novanta giorni di cui si parla nei commenti, e che i “nostri” cinque giorni decorrono da quando il postino ci ha lasciato l’avviso, cioè l’altro ieri. Insomma, posso pagare la multa scontata :-)

Ultimo aggiornamento: 2015-02-20 15:38

Il digitale indisponibile

La scorsa settimana il mio Matematica in pausa caffè è stato recensito da Giuliano Aluffi per RSera, il magazine serale di Repubblica. Io l’ho saputo oggi pomeriggio, quando da Codice mi hanno inviato il testo che era loro appena arrivato. (Per la cronaca, qui trovate una citazione dalla recensione)

Come sapete, RSera è un supplemento digital-only a pagamento: nulla da eccepire. Immagino che oggi come oggi sia più logico avere un testo da vedere la sera e non di giorno. Quello che però mi ha stupito è che io non sia riuscito a recuperare in rete quel testo, che come dicevo è vecchio di una settimana e quindi non dovrebbe avere più nessun motivo per essere protetto.

Insomma, ricordatevi che il fatto che un testo sia digitale non significa necessariamente che sia disponibile…

Ultimo aggiornamento: 2015-02-19 21:12

Seguaci

Da twitter: “@atm_informa e @Comune_MI hanno appena iniziato a seguire @infomobilitàMI”. E non sono capaci a parlarsi da soli?

Ultimo aggiornamento: 2015-02-18 13:46

siamo tutti Winston Smith

Brigitta Kocsis è una pornostar. Con la sentenza 633/09 nell’ambito del procedimento RG 85700/05 la signora Kocsis è stata dichiarata «responsabile di contraffazione dei marchi BULGARI / BVLGARI». Tra le pene accessorie, oltre quella di non poter usare più “Bulgari” come cognome d’arte, la sentenza afferma che «ogni richiesta di rimozione dello stesso [nome-e-cognome] andrà accolta ed eseguita, pena l’applicazione dell’art. 388 c.p. (“Mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice”) a carico di chiunque vi opponga ingiustificato rifiuto.» È questa la ragione per cui io non metto nel testo nome-e-cognome d’arte, per la cronaca; se ho fatto le cose per bene, non dovrebbe nemmeno essere ricercabile con quella stringa.

Fin qua nulla di strano. Ma se andate a vedere questa pagina del Corriere del Veneto troverete una strana frase iniziale: «La pornostar Brigitta Kocsis, nota con il nome d’arte di Brigitta Kocsis ,». Andando in fondo all’articolo, prima del solito «© RIPRODUZIONE RISERVATA», troverete il testo «24 maggio 2010 (modifica il 11 febbraio 2015)».

Avete intuito cosa possa essere successo? Se non ci siete arrivati, la Wayback Machine – finché non verrà assimilata anch’essa – può aiutarvi a scoprire l’arcano. In pratica, gli avvocati di Bulgari non si accontentano di avere impedito alla signora Kocsis di usare quel cognome d’arte, ma stanno attivamente cercando tutte le fonti in cui esso è presente, intimando ai sensi di legge di eliminarlo dalla fonte stessa. Detto in altri termini, tra poco nessuno riuscirà più a sapere che in passato una pornostar ha usato quel nome-e-cognome: e non servirà neppure un Ministero della Verità. Certo, probabilmente le emeroteche conterranno ancora i dati originali: ma chi andrà a vederli?

Ah: a proposito della vicenda del secondo paragrafo, non solo la signora Kocsis è stata assolta ma è stata risarcita per ingiusta detenzione. Ecco. Nel mondo che mi piacerebbe l’articolo sarebbe stato emendato aggiungendo quella notizia, non cambiando il cognome della protagonista.

Ultimo aggiornamento: 2015-02-18 11:14

Elitismo prodiano

[lo sanno tutti] La scorsa settimana Romano Prodi è stato intervestato dal quotidiano tedesco Der Tagesspiegel e ha raccontato un po’ di cose (togliendosi al solito anche qualche sassolino dalle scarpe), molte delle quali puro buonsenso. L’intervista è stata ripresa da Bild, che naturalmente ha subito sbattuto in corpo 48 la frase “Lo sanno tutti che la Grecia non ripagherà mai i suoi debiti”.

Andrea Mollica ha tradotto l’intervista, che potete leggere su Gadlerner.it; ma l’articolo lo si può anche trovare nel sito di Romano Prodi stesso, con una serie di link ad approfondimenti molto interessanti: un bel lavoro, nulla da dire… se non per un banale particolare. L’intervista è stata riportata verbatim, vale a dire in tedesco. La cosa sarebbe stata perfetta se fosse stata allegata anche una traduzione, che però non ho visto. Capisco fosse stata in inglese o in francese, ma non è che il tedesco sia poi così conosciuto fuori dal Südtirol…