Archivi annuali: 2014

Moretti e i numeri

No, non parlo della famigerata frase di Mauro Moretti sugli stipendi dei manager. Preferisco dedicarmi ai numeri snocciolati sull’italico Huffington post. Se li prendiamo per buoni, i biglietti dei treni del trasporto pubblico locale coprirebbero un terzo dei costi (gli altri due terzi sono a carico dello stato) e costerebbero meno di quelli del trasporto su gomma (anch’essi circa con lo stesso rapporto biglietti/sovvenzioni per quanto riguarda i ricavi). Però – sempre secondo Moretti – i problemi non sono strutturali nel senso che così com’è il sistema è sempre in perdita: sono strutturali nel senso che occorre rifare la struttura, leggi i treni. Il piano quinquennale di Moretti, dal costo totale di sei miliardi (tre messi dalle ferrovie e tre che dovrebbe mettere lo Stato), riguarda infatti solamente il rinnovo totale della flotta e l’acquisto di 200 nuovi treni.
Ora, è vero che con più treni e con l’ammodernamento di quelli attuali si può offrire più servizio (a parità di costi di personale, immagino, nel senso che Moretti vorrà far aumentare la loro produttività) e quindi ottenere più ricavi dai biglietti: però non credo che questi ricavi sarebbero così ampi da far pendere la bilancia dall’altro lato. Chiedo insomma a chi magari è andato a spulciare sul sito delle Ferrovie: ci sono simulazioni più complete dei pochi numeri indicati sull’HuffPo?

Ultimo aggiornamento: 2014-03-27 14:29

multilingual spam

Tale «Eyon Vieira Email: ek.vieira@outlook.fr Skype: montcristal Phone: 0542805138» (posso tranquillamente scriverlo in chiaro, tanto fino a questo momento Google non ritorna nulla con quel nome) ha deciso di scrivermi perché vorrebbe investire nella mia nazione. L’ha scritto in francese, in inglese, in italiano e in spagnolo (tutto nella stessa mail, ovviamente). Se volete rispondergli, fate pure.

Ultimo aggiornamento: 2014-03-25 11:16

Accademia della Crusca: win or fail?

Ho scoperto solo oggi, grazie a Matteo Dell’Amico, questo scambio su Twitter dell’ottobre scorso. Lercio scrive «L’Accademia della Crusca si arrende: “Scrivete qual è con l’apostrofo e andatevene affanculo”», un utente chiede alla Crusca se sia vero, e la Crusca risponte «No.» con un link a un suo vecchio articolo dove spiega che l’apostrofo non lo si può mettere.

Non riesco però a capire perché ci sia chi abbia definito #epicwin quello della Crusca. Prendere sul serio Lercio è a mio parere un #epicfail, al più. (Intendiamoci: io apprezzo moltissimo Lercio, qui stiamo parlando però di qualcos’altro). Io per esempio avrei risposto «affanculo è corretto, *qual’è no.» e poi aggiunto il link. In questo modo da un lato si sarebbe ribadita qual è la forma italiana corretta, dall’altro si sarebbe fatto capire che si apprezzava lo scherzo. Voi che avreste fatto?

Ultimo aggiornamento: 2014-03-24 19:45

Concertazione?

Mantellini si è tolto lo sfizio di spulciare il curriculum di Mauro Moretti, l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato. Oltre a essere stato un uomo di una sola azienda, esiste una seconda cosa che ho in comune con lui: un periodo da sindacalista. Occhei, io mi sono limitato a fare l’RSU in Cselt mentre Moretti è partito direttamente dalla segreteria CGIL Trasporti per diventarne addirittura segretario – fino a quando divenne Vice Direttore della Divisione tecnologie delle Ferrovie dello Stato. Non trovate però che sia un po’ buffo?

Ultimo aggiornamento: 2014-03-23 17:24

_The Second Machine Age_ (libro)

[copertina] I due autori di questo libro presentano in questo saggio (Erik Brynjolfsson e Andrew McAfee, The Second Machine Age : Work, Progress, and Prosperity in a Time of Brilliant Technologies, W.W.Norton 2014, pag. 320, € 15,86, ISBN 9780393241259) una tesi molto forte e direi assolutamente minoritaria: che stiamo per entrare in una nuova Età dell’Oro, con un salto di qualità pari a quello che abbiamo avuto dalla fine del ‘700 a oggi grazie alla possibilità di avere energia a basso costo. In questo caso non parliamo naturalmente di energia quanto del fatto che con l’età digitale abbiamo di fronte un’opportunità mai vista per migliorare la vita di tutti noi, se solo sapremo vedere le cose in un altro modo.
Premetto subito una cosa: ritengo che il primo dei tre cambi di paradigma che secondo gli autori si stanno verificando, vale a dire la crescita esponenziale, non esista. Certo, la legge di Moore in questi decenni è stata verificata, ma ci vuole un atto di fede troppo grande per immaginare che continuerà ancora per qualche decennio: gli stessi autori sono costretti ad ammettere tra le righe che per farla funzionare in passato scienziati e ingegneri hanno dovuto inventarsi una mezza dozzina di sviluppi inaspettati a priori, e sperare che continuino ad esserci “cigni neri” (positivi) di questo tipo è davvero fideistico. Senza quel pilastro, la tesi del libro crolla; ma ciò non significa che il libro non sia interessante. Gli altri due cambi di paradigma (la digitalizzazione, che implica un costo iniziale per portare l’informazione dall’analogico al digitale ma poi permette il riuso a costo marginale virtualmente nullo; e la ricombinazione, che sposta l’accenno dal creare qualcosa di nuovo in assoluto al creare qualcosa di nuovo a partire dai mattoni che ci sono già) sono indubbiamente validi, ed è anche assolutamente corretta la loro spiegazione del perché nella nostra epoca “the winner takes it all”, mentre in passato anche un produttore subottimale aveva comunque una sua quota di mercato. In effetti se io costruisco oggetti fisici non ne posso fare più di tanti per unità di tempo, e quindi le seconde linee possono trovare spazio magari facendo pagare di meno; ma perché dovrei scegliere un oggetto virtuale inferiore, quando allo stesso prezzo ne posso prendere uno migliore e non c’è scarsità di oggetti migliori?
In definitiva, un libro che dà materiale per la mente.

Internet (mobile) rovina davvero la lettura :-(

Ieri è stato pubblicato il rapporto Nielsen “L’Italia dei libri 2011-2013”, una dettagliata ricerca che confronta come si è mossa l’Italia in questo triennio. Trovate per esempio alcuni (sconsolati) commenti su Dei libri passati presenti e futuri e Wuz: se vi interessa leggere il rapporto lo trovate dal committente, il Centro per il libro e la lettura.

Ho dato uno sguardo alle tabelle, e mi sono messo le mani nei capelli. In due anni la percentuale di persone che ha acquistato almeno un (1) libro in un anno è scesa dal 43% al 37%, e c’è stato un calo perfettamente parallelo (dal 49% al 43%) della percentuale di coloro che hanno letto almeno un libro nell’anno. Tralasciamo la distribuzione: i lettori forti, che hanno letto (non acquistato) almeno un libro al mese, sono 2,8 milioni (il 5% della popolazione) e corrispondono al 39% dei libri letti; per l’acquisto siamo a 2 milioni (4% della popolazione) che ha acquistato il 36% dei libri venduti in Italia. Nonostante gli alti lai, Internet conta solo per l’11% degli acquisti, esattamente quanto gli ipermercati – anche se immagino che il tipo di libri venduti sia un bel po’ diverso – contro il 35% di acquisti fatti in libreria.

Ma quello che mi hanno colpito di più sono le statistiche per titolo di studio. Nel 2011 il 75% dei laureati comprava – e leggeva – almeno un libro l’anno. Mi sembrava già una percentuale bassa, ma passi. In due anni la percentuale dei lettori è scesa al 60%, e quella degli acquirenti al 57%. La mia sensazione è che questa è tutta gente che magari ogni tanto una pagina la leggeva da pendolare, ma ora preferisce chattare col telefonino…

(ultime considerazioni: vedendo lo spaccato per genere degli acquisti librari capisco perché nessuno compri il mio libro cartaceo; vedendo poi la percentuale di lettori di ebook è chiaro che i nostri #40kmate sono invisibili :-( )

Ultimo aggiornamento: 2014-03-21 15:17

Attività

Oggi era la festa del papà, e quindi ero di corvée all’asilo, esercitandomi in tentativi di bilocazione per essere contemporaneamente in classe di Cecilia e in quella di Jacopo. Da Cecilia c’era da “fare l’attività”, leggi costruire una lanterna cinese (i bimbi quest’anno fanno il giro del mondo con il loro spaventapasseri, e ora siamo in Asia). Sulla lanterna occorreva scrivere il nome del bambino – e questo gliel’ho fatto fare a Cecilia – e il loro nome in cinese, courtesy del padre di Federico che è per l’appunto cinese. Io ci ho provato, ma secondo me il risultato è stato più vicino ad “asino chi legge”.

Ultimo aggiornamento: 2014-03-19 14:00

Via Pacifico Valussi – reprise

Ricordate la storia di via Valussi che avevo raccontato una decina di giorni fa? Un mio amico che lavora nello staff comunale (no, non faccio il suo nome) mi aveva detto che quei lavori hanno una garanzia di due anni, e di contattare l’assessore Rozza.
Io ho diligentemente copiato l’email e le ho scritto: risultato, zero. Non pretendevo di vedere lavori in corso, ma non ho ricevuto nessuna risposta, di nessun tipo, foss’anche “questo non è l’indirizzo corretto a cui scrivere”. Ma magari il mio amico l’ha fatto apposta e mi ha dato un’email farlocca :-)

Ultimo aggiornamento: 2014-03-18 12:47