Archivi annuali: 2013

è ufficiale: i comunisti non ci sono più

Come al solito io avevo tirato fuori delle percentuali per i risultati delle primarie per segretario PD, e come al solito ho sbagliato di brutto. Per la cronaca, i miei pronostici erano Renzi 45%, Cuperlo 35%, Civati 20%.
Quello che mi stupisce non è tanto l’aver sovrastimato Civati, e quindi non avere applicato a sufficienza il correttivo-internet: quello ci può anche stare. La cosa che mi dà da pensare è che Cuperlo ha preso la metà della percentuale che gli avevo attribuito. Certo, è un signor nessuno per quanto riguarda l’esposizione pubblica. Ma era il candidato del vecchio apparato, l’ultimo segretario FGCI: insomma, ero convinto che molti vecchi comunisti l’avrebbero disciplinatamente votato. E invece no: anche i loro voti sono confluiti su Renzi. Il vero significato pratico è uno solo: in Italia i comunisti non esistono più se non in dosi omeopatiche. Anche se Renzi (furbo di tre cotte) ieri sera parlava sempre e solo di “sinistra”, non credo che nemmeno la propaganda berlusconiana riuscirà a dargli del “comunista”; e se proverà a dire “sì, ma dietro di lui ci sono ancora i comunisti” immagino già la risposta: “proprio come Bondi e amici”.
È un bene? È un male? Non lo so. Però è un fatto, che era già noto ma adesso è sancito.

Ultimo aggiornamento: 2013-12-09 14:00

Lavoratori della conoscenza

Immagino che la pubblica amministrazione non possa assumere, e quindi debba trovare risorse (nel senso di persone, non di soldi) in qualche modo. Ecco quindi che il MiBACT (la T sta per “turistici”, non sapevo che fosse stata aggiunta nella sigla del ministero) ha indetto un bando per uno stage per 500 giovani da formare per l’inventariazione e la digitalizzazione del patrimonio culturale italiano.
Chi può partecipare a questo bando? Virginia ce lo spiega: occorre «Avere meno di 35 anni, una laurea o un diploma di archivistica col massimo dei voti, una qualificazione B2 in inglese», insomma non proprio l’ultimo arrivato (il che mi pare fondamentalmente corretto. L’impegno previsto è «dalle 30 alle 35 ore settimanali, senza successivi obblighi di assunzione»; purtroppo capita anche questo. Retribuzione? 5000 euro. Per dodici mesi. No, non cinquemila euro al mese per un anno: cinquemila euro in tutto.
Leggete per favore il commento di Virginia, perché qua l’unica cosa che posso aggiungere è che posso capire che non ci sono soldi, ma dare la mancetta in questo modo mi sembra solo umiliante.

Ultimo aggiornamento: 2013-12-09 12:05

Quizzino della domenica: Undivisione

Davanti al forno a legna sono tutti disperati. “Quella squadra di calcio dei Romperbolas ha ordinato una MegaPizzaGigante come stuzzichino, ma ha preteso che venga divisa in undici parti uguali. La pizza è qui, perfettamente cotta: ma ora come la dividiamo? Mica abbiamo riga e compasso qui in pizzeria!”
Tralasciate il fatto che non si può dividere un cerchio in undici parti uguali con riga e compasso, e che se le cinque riserve fossero state invitate la cosa sarebbe stata molto più semplice: avreste un’idea di come riuscire ad accontentare i Romperbolas?
(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p141.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema tratto da Quora. Immagine di Johnny Automatic, da OpenClipArt)

Ultimo aggiornamento: 2016-06-07 14:42

_The Math Entertainer_ (libro)

[copertina] Ogni tanto mi capita di prendere un vecchio libro usato di giochi matematici, tipicamente proveniente da una biblioteca americana che se ne vuole disfare. Diciamo che è una scommessa: qualche volta il risultato è interessante, molte volte no. Questa (Philip Heafford, The Math Entertainer : Teasers, Ticklers, Twisters, Traps & Tricks; Vintage Books 1983 [1959], pag. 176, ISBN 9780394713748) è una delle “volte no”.
L’edizione originale del libro è del 1959, quindi nell’anno 3 d.G. (dopo che Martin Gardner iniziò a tenere la rubrica di giochi matematici sullo Scientific American). Non potevo aspettarmi molto, insomma; però il risultato è ancora inferiore a quanto pensassi. Heafford scrive esplicitamente nella prefazione che lo scopo del libro è didattico: solo che non credo proprio che i 50 “quiz” (un quiz è composto da varie domande) presenti facciano venire voglia a uno studente di imparare matematica (e storia della matematica). È anche vero che molti problemi sono legati a lingua e cultura inglese, come le definizioni che contengono al loro interno l’anagramma del nome di un matematico, e quindi sono ostiche per chi non è un madrelingua; però comunque non lo consiglierei a nessuno…

Ultimo aggiornamento: 2013-12-07 07:00

perché non voterò alle primarie PD

Premessa: io non sono un elettore PD. Mi è capitato di votare PD; nel panorama politico attuale italiano sono sicuramente incasellato nel centrosinistra; ma non sono sicuramente un simpatizzante spinto. (D’altra parte, tanto per dire, venticinque anni fa mi è persino capitato di votare PLI, giusto per dire quanto io possa fluttuare). Detto tutto questo, io domenica non andrò certo a votare per le primarie PD. Se la cosa non vi interessa, avete tutta la mia solidarietà e potete smettere di leggere; altrimenti proseguite pure.
La mia scelta è dettata da due ragioni, una di metodo e una di merito. La prima è semplice: non vedo perché il segretario di un partito debba essere scelto anche da chi al partito non è iscritto. Un conto è chiedere agli elettori chi si vuole come sindaco o PresConsMin, cioè un ruolo che sarà di tutti; un conto è chiedere di decidere una posizione interna. Non ditemi “sì, ma il segretario del PD fa il candidato premier, no?”. Lo si è visto anche l’altra volta: le primarie *interne* le hanno fatte lo stesso, no?
La seconda ragione è proprio legata alle persone. Ammettiamo pure che io decidessi di far finta di nulla e votare per il segretario PD: in fin dei conti potrei dire “in questo modo posso contribuire ad avvicinare il partito alle mie posizioni”. Peccato che (in ordine alfabetico) Civati sia il “vorrei ma non posso” che ha tante idee ma non le riesce mai a mettere in pratica (e non le riuscirebbe a mettere nemmeno se vincesse), Cuperlo sia il vecchio che avanza (non tanto anagraficamente; ma se uno ha fatto l’ultimo segretario FGCI e poi è scomparso dai radar, qualcosa vorrà ben dire) e Renzi, che pure ha degli ottimi consulenti politici e in quest’ultimo anno ha capito che doveva dire qualcosa di sinistra, è troppo patinato e soprattutto ha accettato troppi voltagabbana. Se insomma nessuno di loro mi convince, perché mai dovrei votarli?
(potete tranquillamente commentare, ma tanto a votare non ci andrò lo stesso :-) )

Ultimo aggiornamento: 2013-12-06 12:35

“notizie”

[agliuto! la simulazione del sorteggio!] L’anno prossimo il Brasile ospiterà la fase finale dei mondiali di calcio.
Domani verrà fatto il sorteggio dei gironi, in diretta planetaria. Vabbè.
Ieri è stata fatta una simulazione di sorteggio ad usum televisionum. Vabbè.
Nella simulazione l’Italia è finita in un girone con Brasile, Francia e Australia. Visto che in teoria la cosa era possibile, non ci vedo nulla di strano.
A Repubblica.it, come si vede dal boxino che ho allegato, la pensano diversamente: titolo in homepage “La prova del sorteggio ci pone in un girone di ferro”.
C’è una sola cosa che non capisco. Fare una notizia sul nulla serve perché non hanno nulla da scrivere e sono costretti a riempire la homepage, oppure c’è qualcuno davvero convinto che se il sorteggio simulato è finito così allora la probabilità che il sorteggio effettivo finirà così è aumentata?

Ultimo aggiornamento: 2013-12-05 09:58

“bella amicizia e piallature”

Su Facebook si stava parlando di spam sgrammaticati, e un amico-di-amico ha scritto che in uno dei messaggi da lui ricevuti la gentile signorina mittente gli prospettava “bella amicizia e piallature”. Che potrà mai essere?
La mia ipotesi è che la signorina in questione sia partita dalla frase “nice friendship and plans”, ma abbia erroneamente scritto “planes” prima di dare in pasto la frase al traduttore automatico di Google. Evidentemente “aeroplani” non le sarà sembrato corretto, così è passata alla seconda scelta. Qualcun altro vuole cimentarsi?

Ultimo aggiornamento: 2013-12-05 07:00

Vuoi sapere chi la pensa all’opposto di te?

Lunedì Carlo Felice Dalla Pasqua ha postato su Facebook un articolo di Technology Review, che mostra uno dei tanti usi dei Big Data che si possono fare: trovare persone che hanno i nostri stessi interessi ma la pensano all’opposto di noi su alcuni temi, e farci sapere chi sono.
La logica di per sé non è affatto stupida. Tutti noi abbiamo un filtro più o meno voluto che ci fa cercare le cose più simili al nostro pensiero; d’altra parte non ha nemmeno senso cercare a caso qualcuno con idee diverse, perché probabilmente non avremo nulla in comune e non riusciremo a capire l’altro. Supponendo di essere persone razionali, leggere qualcuno che la pensa in altro modo potrebbe essere utile non tanto per cambiare idea quanto ad esempio per riuscire a chiarirci meglio le nostre idee. Il tutto però mi pare piuttosto improbabile, soprattutto perché il mezzo usato per valutare le “nuvole di parole” è twitter che spinge l’autore verso le massime icastiche e non verso la discussione. Detto in altri termini, è molto semplice trollare su Twitter, proprio perché non c’è una vera conversazione. (Occhei, un bravo troll la conversazione la sfrutta finché possibile: ma allo stesso tempo è più facile sgamarlo se sai cosa guardare).
Insomma, mi pare che l’idea di base sia interessante ma la sua realizzazione pratica necessiti ancora di qualche aggiustamento. Voi che ne pensate?

Ultimo aggiornamento: 2013-12-04 07:00