Archivi annuali: 2013

curiosità linguistiche

Si dice “preCeDere”, ma si parla di “preDeCessore”.
(il tutto perché la seconda parola non deriva da “cedere” ma da “decedere”, che a sua volta non significa “morire” se non per senso traslato da “andare via”)

Ultimo aggiornamento: 2013-07-19 23:02

GDO cinese

Ieri sulla buca delle lettere (anzi, sul porta-pubblicità di condominio, quello che in genere usiamo per buttare via la pubblicità nella buca delle lettere sempre che qualche anima pietosa butti poi via tutto insieme) mi sono trovato un volantino che segnalava una NUOVA APERTURA, con GRANDE INAUGURAZIONE MARTEDI’ 23 LUGLIO 2013 ORE 10:30, di un centro commerciale (loro lo chiamano “centro per lo shopping! oltre 21 negozi”) Nome? IPERHU.
Sì, è un centro commerciale cinese (“the Oriental Mall”, c’è anche scritto) in piena Chinatown: via Paolo Sarpi angolo via Rosmini, dove prima c’era la Standa e poi c’è stato un outlet Oviesse. A parte che sono tre km da casa mia, che è una distanza discreta per luoghi dove in macchina non ci arrivi, ed è quindi strano che facciano pubblicità sin lì, tra le offerte di apertura ci sono anche prodotti di marca, dalla Nivea al WCNet, cosa che mi perplime ancora di più. Mah…
p.s.: sono indicati due indirizzi email, ma nessun sito web.

Ultimo aggiornamento: 2013-07-19 12:44

chi mi chiama dal Marocco?

È la seconda volta (la prima mi è successa verso mezzanotte, una ventina di giorni fa) che mi trovo un numero di telefono marocchino che mi vuole chiamare. Stavolta è il +212670991771; il 28 giugno è stato il +212600504542 (che mi ha anche inviato un messaggio vuoto).
Stante che il mio numero di telefono è parte di un arco di numerazione aziendale, avete idea di che cosa sta succedendo?

Ultimo aggiornamento: 2013-07-18 13:57

Di chi stiamo parlando?

Oggi La Stampa riporta una lettera dell’ambasciatore kazako che spiega come Mukhtar Ablyazov sia in realtà un criminale (non dice “efferato” ma lo lascia capire).
Non entro nel merito delle sue accuse. Mi limito a fare notare che il “pericoloso criminale” che è stato portato in tutta fretta in Kazakistan non è stato Ablyazov, ma sua moglie (per non parlare di sua figlia). In tutta la lettera non c’è un accenno che sia uno alla signora Shalabayeva: la cosa più caritatevole che si può pensare è che sia stata riportata in patria per avere uno (anzi due) ostaggi. Giudicate voi.
p.s.: la frase più bella è però questa: «In altre parole, il Sig.re Ablyazov dispone di un paio di media sul suo libro paga. Questo non lo rende certo un leader politico.» Se fossimo in un film, ci sarebbe da ridere.

Ultimo aggiornamento: 2013-07-18 11:41

48182

Un mio conoscente su Facebook ha postato stamattina uno status in cui si lamentava della “stupidità” dei quiz telefonici sulle reti Mediaset, con associata canzoncina idiota “chiama 48182”. Domanda e risposte di esempio: “quale bevanda si ottiene dal luppolo? birra / aranciata”. Lui terminava dicendo “o pensano che la gente sia così idiota da rispondere aranciata oppure i 10.000 € in monete d’oro che promettono non esistono!”
Il mio punto di vista è quasi diametralmente opposto. “Quasi” perché concordo su “pensano che la gente sia così idiota”. Il fatto è che rispondere a questi quiz, come si può leggere sul sito Internet, significa accettare di fare un abbonamento a 24.20 euro al mese, anche se è oggettivamente vero che il regolamento permette di partecipare anche se ci si disiscrive. Ora il montepremi del concorso è fisso, qualunque sia il numero di partecipanti. Ergo, è matematicamente logico che convenga che il numero di partecipanti sia il maggiore possibile. E secondo voi, se i quiz fossero troppo difficili la gente parteciperebbe? Come vedete, la matematica (in questo caso la teoria dei giochi a livello base) permette di capire la logica dietro qualcosa a prima vista idiota.
P.S.: l’azienda che gestisce il tutto, D2, non ha un sito molto ampio. Però il fatto che la sede sociale sia in via Cesare Lombroso è molto da LOL…

Ultimo aggiornamento: 2013-07-17 12:18

Cara ATM…

Io capisco che i soldi non ci siano, e quindi il servizio della domenica mattina sia all’osso (questo tutto l’anno, mica solo a luglio). Accetto insomma che i passaggi di un tram che dovrebbe essere una linea di forza – il 4 in questo caso – siano ogni 15 minuti. In fin dei conti, penso, perlomeno non c’è la presa per i fondelli che le tabelle segnano solo l’intervallo tra due passaggi, così nessuno sa se si è persa una corsa: quegli orari sono indicati al minuto. Capisco anche una tolleranza di un minuto o due nei due sensi.
Però se arriviamo alla fermata Valassina alle 10:22, sapendo che il passaggio dovrebbe essere alle 10:28, e leggiamo “attesa: 12 minuti” comincio a pensare ci sia qualcosa che non va. Se poi trasciniamo i quattrenni alla fermata successiva che almeno è all’ombra, arriviamo alle 10:28 e leggiamo “attesa: 8 minuti” (che poi sono diventati dieci, visto che il tram è arrivato alle 10:38 contro un orario teorico delle 10:30) allora siamo certi di essere stati presi per il culo. Che senso ha prepararsi per un orario specifico quando il tram arriva esattamente a metà tra i due passaggi teorici? E non mi direte che sulla tratta del 4 la domenica mattina c’era un traffico della madonna che ha bloccato il tram senza che il display segnasse CODA oppure RICALCOLO?
post scriptum: no, non scrivo davvero all’Atm. Vabbè fare cose inutili come parlarne qua, ma essere presi una seconda volta per i fondelli no.

Ultimo aggiornamento: 2013-07-15 14:59

Arriva l’esercito

Il percorso che sto attualmente facendo per andare nel nuovo ufficio passa davanti al consolato egiziano in via Timavo. Me ne sono accorto perché al mattino trovavo sempre da dieci a venti persone davanti al cancello.
Stamattina ho anche trovato una jeep dell’esercito dall’altro lato della strada: l’unica cosa che non ho ben capito è perché uno dei militari avesse una ramazza e facesse finta di pulire non so bene cosa vicino a un albero.

Ultimo aggiornamento: 2013-07-15 12:42

Di caimani, oranghi e iene

Egregia redazione de “Il Giornale”, nel suo blog si domanda retoricamente perché «Dunque in Italia si può dire, e riderci sopra, che un politico è un caimano, una pitonessa, un piccione, non – come ha detto ieri Calderoli riferito al ministro Kyenge – un orango.» È molto improbabile che qualcuno dei lettori di quel blog legga anche queste miserrime mie notiziole, ma non si sa mai nella vita, quindi provo a spiegare loro la differenza, in maniera esemplificativa anche se purtroppo non esperenziale.
Se io scrivo “Alessandro Sallusti è una iena”, mi riferirei al suo stile di giornalista, che taluni potrebbero anche erroneamente definire “debole coi forti, forte coi deboli” ma in realtà è funzionale alla mission del quotidiano da lui diretto. Se io invece scrivessi “Quando vedo Alessandro Sallusti, mi viene in mente un porco” la mia similitudine sarebbe rivolta all’aspetto fisico. Ora, non so se qualcuno ride quando sente dire che un politico è un caimano o una pitonessa; però so chi ride quando dico che qualcuno assomiglia a un orango o a un porco: i miei gemelli che tra un mese compieranno quattro anni. Immagino che loro per un paio d’anni continueranno a ridere di queste cose, poi spero smetteranno: mica voglio che mi finiscano in camicia verde!
(p.s.: chi sarebbe il “politico piccione”?)

Ultimo aggiornamento: 2013-07-15 10:55