Di caimani, oranghi e iene

Egregia redazione de “Il Giornale”, nel suo blog si domanda retoricamente perché «Dunque in Italia si può dire, e riderci sopra, che un politico è un caimano, una pitonessa, un piccione, non – come ha detto ieri Calderoli riferito al ministro Kyenge – un orango.» È molto improbabile che qualcuno dei lettori di quel blog legga anche queste miserrime mie notiziole, ma non si sa mai nella vita, quindi provo a spiegare loro la differenza, in maniera esemplificativa anche se purtroppo non esperenziale.
Se io scrivo “Alessandro Sallusti è una iena”, mi riferirei al suo stile di giornalista, che taluni potrebbero anche erroneamente definire “debole coi forti, forte coi deboli” ma in realtà è funzionale alla mission del quotidiano da lui diretto. Se io invece scrivessi “Quando vedo Alessandro Sallusti, mi viene in mente un porco” la mia similitudine sarebbe rivolta all’aspetto fisico. Ora, non so se qualcuno ride quando sente dire che un politico è un caimano o una pitonessa; però so chi ride quando dico che qualcuno assomiglia a un orango o a un porco: i miei gemelli che tra un mese compieranno quattro anni. Immagino che loro per un paio d’anni continueranno a ridere di queste cose, poi spero smetteranno: mica voglio che mi finiscano in camicia verde!
(p.s.: chi sarebbe il “politico piccione”?)

Ultimo aggiornamento: 2013-07-15 10:55

7 pensieri su “Di caimani, oranghi e iene

  1. Licia

    Ha riassunto efficacemente la signora veneta che ha commentato “parla lu, che il par un porsel”.
    (trascrizione approssimativa).

  2. layos

    Scusa Mau, la tua spiegazza però finge di ignorare una questione basilare. Dire alla Kyenge che è una scrofa, una cagna, una vacca non è uguale che dirle che è una scimmia, una gorilla, un orango. Non credo di doverti spiegare la differenza, così come a tutti è chiaro il perchè gli idioti degli stadi italiani (e non) quando vogliono insultare un ragazzo di colore gli fanno il verso della scimmia “uh uh uh”. Negro = scimmia è un vecchio refrain da razzisti mentecatti e non ha niente a che vedere col fatto di chiamare tizio o caio “rospo”, “volpe”, “segugio” o “zoccola”.

  3. .mau.

    @layos: no, non finge di ignorarlo. A me proprio non era venuto in mente, altrimenti per esempio avrei fatto una battuta diversa sui miei fumetti, tipo “non sapevo che Calderoli riuscisse a riconoscere che qualcuno è più intelligente di lui”. (poi non saprei dire se fosse meglio dire “è una cagna” oppure “è un orango”)

I commenti sono chiusi.