Archivi annuali: 2012

incandidabile

Lo so, non sono cose da farsi così di venerdì mattina, però è un po’ che sto cercando di rimuginare su quanto il PresRep ha detto ieri a proposito di mariomonti(tm).
Come sapete, il valore letterale delle affermazioni dei PresRep (con l’eccezione del buonanima di Cossiga e in parte del buonanima di Scalfaro) è assolutamente privo di contenuto. Quello che conta insomma non è tanto cosa dice, ma quando e come lo dice. Ora, la frase «Mario Monti è senatore a vita: non si può candidare al Parlamento perché è già parlamentare» è lapalissiana: peccato che Napolitano finga di dimenticarsi che la (pessima) abitudine invalsa in questi ultimi anni e addirittura messa nero su bianco dal Porcellum è che partiti e coalizioni indichino il nome del proprio leader e candidato premier nel simbolo elettorale. Tanto per dire, beppegrillo(tm) sarà presumibilmente il candidato premier del M5S pur senza candidarsi, e su questo non c’è nulla di male: non vedo che ci sarebbe di strano se qualche gruppo vorrà fare una lista indicando Monti come premier.
Chiaramente la vera frase importante è quella successiva: «sicuramente in campagna elettorale sarebbe preferibile preservare una condizione di terzietà per il presidente del Consiglio». Tecnicamente è una palla, visto che (a) non siamo formalmente in campagna elettorale e (b) non mi pare proprio che in passato qualcuno si sia mai fatto di questi scrupoli (a destra perché c’era Silvio, a sinistra perché nessuno riusciva a sopravvivere per più di due anni). Resta dunque la domanda “e allora perché l’ha detto?”. Non credo che sia per paura che qualcuno tolga il sostegno al governo: ma a questo punto l’esegesi mi manca. Avete voglia di aiutarmi?

Ultimo aggiornamento: 2012-11-23 11:46

La pericolosità del piezonucleare

Leggo che Sylvie Coyaud sarebbe indagata per diffamazione a mezzo stampa, presumilmente su denuncia del Prof. Ing. Alberto Carpinteri, per un articolo pubblicato questa primavera sul Sole-24 Ore, e che si può leggere anche sul suo blog.
Per quel poco che può servire, esprimo la mia solidarietà all’Oca Sapiens, aspettando che venga esplicitato quali sarebbero le frasi ritenute ingiuriose, e aggiungo una piccolissima mia nota occamista, anche ad uso dei complottisti. Nessuno obbliga il prof. Cardone a costruire il suo impianto piezonucleare in Italia. Avete presente Guglielmo Marconi? Dove è andato a mettere in pratica le sue ricerche? Ecco. Secondo voi i cinesi non sono prontissimi a procacciarsi il brevetto e trovare i soldi necessari? Certo, ci perderebbe l’Italia. Ma oramai sui temi energetici è necessario pensare il più globalmente possibile…

Ultimo aggiornamento: 2012-11-22 14:49

Gomitolo elettorale

Sono ragionevolmente certo che il testo della proposta di legge elettorale Calderoli-N (ma com’è? gli hanno appaltato il lavoro perché agli altri veniva da ridere?) non è quello che ho letto adesso su Repubblica, e che ho salvato come immagine qua per sicurezza. Banalmente, non ha senso che il premio di maggioranza cresca in valore assoluto quando la percentuale di voti presi dal primo partito cresce, visto che poi c’è comunque un taglio a un valore massimo.
Ma comunque sto ancora cercando di capire se l’introduzione di regole sempre più barocche sia la conseguenza di un preciso intento di rendere impossibile a chiunque intuire cosa succederà esattamente, oppure deriva dalla completa ignoranza dei più elementari concetti non dico matematici ma addirittura aritmetici. Secondo me ci rideranno dietro ancor più che adesso.

Ultimo aggiornamento: 2012-11-21 19:30

Spinte propulsive

I più attenti tra i miei ventun lettori si sarannno certamente accorti di come da un po’ di tempo io abbia cominciato a scrivere molto meno qui sulle Notiziole. Potrei accampare mille scuse, dall’esistenza di Jacopo e Cecilia all’essermi allargato a scrivere su altri blog, da quello del Post a Voices. Ma la vera ragione è un’altra: comincio a essere a corto di materiale che mi faccia venire voglia di scrivere.
Scrivere per me non è una cosa così complicata: anche a scuola i miei temi non erano dei capolavori, ma si potevano definire lavori onesti e soprattutto rapidi, quattro facciatine scritte in una calligrafia minuscola e terminate in un’ora e mezzo circa (senza brutta, che mi sembrava tanto una perdita di tempo perché quando rileggevo il testo mi veniva da riscriverlo da zero). L’avvento dei computer mi ha semplificato ancor più la vita: i pensieri se ne stanno in testa, continuano a essere rimuginati mentre proseguo a buttar giù il testo e vengono più o meno abilmente modificati “strada facendo”. Resta però una banale constatazione: sto bloggando da undici anni abbondanti. Idee nuove non è che mi vengano tutti i giorni, o se per questo anche solo tutti i mesi. Anche i pipponi dopo un po’ diventano ripetitivi, e scrivere sempre le stesse cose stufa me in primo luogo e immagino voi subito a ruota. A questo punto la scelta che sto facendo è semplice: scrivo quando ho voglia le cose che ho voglia di scrivere, sperando che la qualità rimanga perlomeno stabile. Sapevàtelo!

Ultimo aggiornamento: 2012-11-21 14:58

Odifreddi e la censura

Sono anni che Piergiorgio Odifreddi scrive per Repubblica. Un paio d’anni fa il matematico ha anche iniziato a tenere un blog, con collegamento bello visibile in homepage, intitolato “Il non-senso della vita”; nel blog parlava di tutto – mi verrebbe quasi da scrivere “contro tutto” – tranne che di matematica, il che è perfettamente sensato in un blog. Solo che domenica ha scritto un post pesantemente antiisraeliano, dal titolo «Dieci volte peggio dei nazisti»: post che ventiquattr’ore dopo è stato cancellato dalla redazione web del quotidiano romano e che ha portato oggi alla decisione di Odifreddi di chiudere il blog, come potete leggere. Se preferite un resoconto un po’ più lungo, nema problema: ci pensa Il Fatto Quotidiano a raccontarvi la rava e la fava.
Non mi interessa entrare nel merito del post di domenica: mi limito a una citazione tangenziale. Riconosco il diritto di una redazione, che non è un semplice fornitore di connettività, a non voler essere associata a uno specifico contenuto: ma un minimo di correttezza dovrebbe imporre di parlare prima col tenutario della rubrica, e solo nel caso di un rifiuto netto proseguire con un’operazione unilaterale di forza. Detto questo, però, il testo del commiato di Odifreddi mi è parso tanto una piccineria: a mio parere avrebbe fatto una figura molto migliore con un comunicato asettico del tipo «Domenica avevo scritto un post. La redazione di Repubblica.it ha unilateralmente deciso di eliminarlo: a questo punto non ritengo di poter proseguire a scrivere su questo blog.» Ma magari, come disse Pascal, non aveva tempo per essere più breve!
I fan della libertà di parola a tutti i costi non si preoccupino, però. Scommetto che per l’Immacolata il buon PGO avrà il suo spazio su qualche altro quotidiano. Io scommetto sul Fatto: voi che ne pensate?

Ultimo aggiornamento: 2012-11-20 15:40

infarto in treno

Fare l’esegesi a partire da un articolo di giornale è molto difficile e probabilmente non serve a nulla, ma mi pare comunque più saggio che diffondere acriticamente e acerebralmente, quindi tanto vale digitare qualcosa.
Non so se avete letto la vicenda del tipo che ha avuto un infarto sul Frecciarossa Torino-Milano che era appena partito, col treno che ha continuato la sua corsa fino a Rho senza fermarsi. Detto così sembrerebbe incredibile, no? Proviamo però a cercare di intuire dal testo dell’articolo cosa può essere successo.
Il poveretto si è sentito male “subito dopo Porta Susa”, il che significa relativamente poco: con buona probabilità ora che il capotreno è stato avvisato il treno aveva già passato Torino Stura e si era immesso nella linea ad alta velocità. A questo punto le possibilità non erano molte. Il treno avrebbe potuto fermarsi a uno dei posti di blocco che ci sono sulla linea, posti di blocco che per definizione sono collegati alla viabilità stradale. Però questi posti di blocco sono in mezzo al nulla, e quindi comunque si sarebbe dovuto comunque aspettare un’ambulanza o un elicottero. Il treno avrebbe potuto prendere un’interconnessione con la linea storica e fermarsi in stazione. Di interconnessioni ce ne sono due: una a Santhià, che si raggiunge un quarto d’ora circa dopo Porta Susa (e quindi non garantisco al 100% che non fosse già stata superata), e una a Novara, che spero sia stata migliorata rispetto a com’era nel 2006 col treno che prendeva un binario triste e solitario con limite di velocità a 50 all’ora. Fatti i conti, non è detto che ci sarebbe stato un vero vantaggio rispetto ad arrivare a Rho Fiera con medici e ambulanza già sul posto, come sembrerebbe essere successo in pratica… anche se non capisco la frase «Altri medici sono saliti e per quasi un’ora ancora hanno tentato un intervento in extremis» che per un infarto – a differenza di un trauma dove muovere il paziente può essere pericoloso – non ha senso.
Per quanto riguarda la mancanza di un defibrillatore a bordo dei treni, il mio commento è “boh”. Davvero, non so quanto costi un defibrillatore, quanto sia difficile usarlo e quindi formare i vari capitreno, quanta sia la probabilità di un infarto in treno e la distanza media da una stazione. Senza conoscere queste informazioni, come faccio a capire se ne vale davvero la pena?

Ultimo aggiornamento: 2012-11-19 12:07

Quizzino della domenica: Pallina bianca, pallina nera

Lewis Carroll una volta propose il seguente quesito. Ho un sacchetto nel quale c’è una pallina, che è stata scelta a caso tra una bianca e una nera. Metto nel sacchetto una pallina bianca, e ne estraggo una a caso. Se la pallina estratta è bianca, qual è la probabilità che quella rimasta nel sacchetto sia anch’essa bianca?
(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p066.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì.)

Ultimo aggiornamento: 2016-05-31 13:06

_The Wacky Races Handbook_ (libro)

[copertina] Chi come me ha una certa età sicuramente conosce i cartoni animati di Hanna e Barbera “The Wacky Races”, e probabilmente avrà capito perché io mi sia procurato questo libretto (AA.VV., The Wacky Races Handbook, Warner Bros 2010, pag. 85, Lst 9.99, ISBN 978-1-4052-5202-7). Purtroppo però il risultato non è stato alla pari delle aspettative.
Innanzitutto il formato troppo piccolo non permette di vedere bene i particolari delle figure – e adesso non venitemi a dire che quei cartoni animati di particolari non ne avevano, perché allora non avete capito nulla. Inoltre direi che mancano molte scene che pure avrebbero dovuto esserci, tipo il mostrare le trasformazioni più strane delle varie macchine, o perlomeno un po’ di cartine delle tappe percorse. Come bonus, due paginette sugli spinoff… e non ditemi che non avete nemmeno mai visto Stop the pigeon! perché allora avete davvero avuto un’infanzia triste.
In definitiva, un libro di cui (purtroppo) si può anche fare a meno. Però una chicca ve la lascio: ho scoperto che il nome completo di Dick Dastardly è Richard Milhous Dastardly. Non credo che nel 1967, quando la serie venne trasmessa per la prima volta, gli autori avessero esplicitato quel nome, visto che sarebbe stato chiarissimo almeno per tutti gli americani a chi si riferiva. Però nel 2010, quando il libro è stato pubblicato, probabilmente il riferimento è rimasto per pochi eletti…

Ultimo aggiornamento: 2012-11-17 07:00