Archivi annuali: 2010

figure da mona

Non so se vi sia capitato di leggere cosa è successo in provincia di Vicenza Venezia: il capogruppo di opposizione (del PD) ha tuonato contro le spese incredibili del presidente provinciale che era andata per una settimana a Shanghai in occasione dell’Expo cinese. Gli euro spesi sarebbero stati 14605, con un pernottamento in una suite da 2700 euro per notte. Il tutto era effettivamente scritto nero su bianco: peccato che ci fosse anche scritto che quei numeri non erano euro ma yuan, e quindi il costo effettivo era stato più o meno la metà di quello del “risparmioso” sindaco di Venezia (PD). Scena madre in consiglio provinciale, terminata con le dimissioni del capogruppo… da capogruppo: il cadreghino e le prebende se le terrà strette.
Ecco. Io non voglio ovviamente amministratori ladri, ma non voglio nemmeno amministratori che non siano capaci a leggere una nota spese. Possono fare più danni dei ladri.

Ultimo aggiornamento: 2010-11-19 07:00

Quando i numeri non dicono tutto

Nel suo blog, Paolo Guzzanti ieri ci ha spiegato qual è la tattica nemmeno troppo nascosta del PresConsMin: verificare che al Senato abbia ancora la maggioranza assoluta dei voti (161: ci sono 315 eletti più sei senatori a vita meno il presidente che non vota per prassi), andare da Nappy e dirgli “vedi? non esistono altre maggioranze possibili in un ramo del Parlamento, quindi si va a votare e amen”.
Ma è proprio vero? Io ho dei forti dubbi. La politica non è certo la matematica, e non vale il principio del terzo escluso. Detto in altro modo, è perfettamente possibile che un onorevole voti a favore di un governo X ma anche a favore di un governo Y. L’esempio più banale è dato dai senatori a vita, che non essendo eletti ma nominati in genere tendono a garantire la governabilità (occhei, la vedo male con Ciampi Scalfaro e Levi Montalcini, ma gli altri tre, ammettendo che abbiano le forze per andare a Palazzo Madama, probabilmente sì). Ma anche nella coesissima maggioranza PdL+Lega qualcuno potrebbe fare il supremo sforzo di votare la fiducia a favore di un altro governo, per motivi etici molto importanti tipo l’evitare una paralisi istituzionale in un periodo di crisi come questo oppure cercare di arrivare ai cinque anni di legislatura necessari dal 2008 per avere diritto a un vitalizio. Berlusconi questa cosa la sa, e Napolitano pure; nessuno la dirà pubblicamente, ma il nostro presidente della Repubblica sa perfettamente come infiocchettare un mandato istituzionale: mandato assegnato evidentemente al presidente della Camera, che proprio per questo non si è dimesso nonostante il suo chiaro conflitto di interessi…
Le cose insomma diventerebbero sempre più divertenti, se tutto questo fosse un serial televisivo.

Ultimo aggiornamento: 2010-11-18 11:31

_Insalate di matematica 2_ (libro)

[copertina]Quando ho preso questo libro (Paolo Gangemi, Insalate di matematica2, Sironi – Galápagos 22, 2007, pag. 157, € 14.50, ISBN 978-88-518-0084-0) ero parecchio prevenuto; poi mi sono detto che tanto il libretto era piccolo e l’avrei finito in fretta. Devo dire che mi sono completamente ricreduto. Innanzitutto il testo non è per matematici, e nemmeno per appassionati di matematica, ma è proprio pensato per chi matematico non è e non ha nessuna intenzione di diventarlo. Questo significa che non c’è nulla che possa intimidire il lettore; è vero che qualcuno potrebbe tacciare il testo di qualunquismo, ma io resto dell’idea che ogni libro nasce per una categoria di lettori, e che è molto meglio iniziare almeno a dare l’idea che in matematica ci possano essere cose strane ma non del tutto spiacevoli. Inoltre non ci sono giochini matematici – la matematica di cui si parla è insomma seria – ma la trattazione non è affatto seriosa. Passare dal Don Giovanni ai numeri di Erdős e da lì alla differenza tra i tipi di grafi a seconda del tipo di connessioni che hanno, per esempio, non è affatto una banalità, e il lettore mediamente intelligente capirà subito la differenza… e probabilmente anche un po’ di matematica, o perlomeno un po’ di quello che sta alla base della matematica. Magari non userà mai quella nozione, ma non è poi così importante… In casi come questo, ciò che conta è il metodo. Ricordo che – come dall’esponente 2 nel titolo – esiste anche un primo volume, scritto da Robert Ghattas; e a quanto pare Sironi ha appena pubblicato un terzo volume, di Silvia Benvenuti.

Ultimo aggiornamento: 2014-09-22 14:37

storie di ordinaria ATM

Ieri sono stato a casa malato. Oggi tecnicamente sono sfebbrato, praticamente ero solo in casa coi gemelli perché Anna era in trasferta di lavoro, e quindi mi sono accinto a portarli al nido e poi andare in ufficio. Esco di casa, arrivo alla fermata del 4 mentre ne sta passando uno; peccato che limiti a Maciachini, quindi alla fermata dopo. Tanto ce n’è un altro dietro; penso; in effetti c’era, ma anche quello si limitava a Maciachini. Si direbbe che l’idea di Catania e De Corato di eliminare i jumbo tram dal centro città stia per essere messa in pratica in maniera soft: prima un tram sì e uno no, ora almeno due tram no, poi chissà. Vabbè, salgo sul secondo che perlomeno è abbastanza vuoto, mi faccio la singola fermata e mi avvio mestamente a piedi.
Consegnata la truppa, mi avvio verso Garibaldi ma mi accorgo di aver lasciato il telefonino a casa. Stranamente sta passando un 4 in direzione nord – cosa che vi assicuro non è affatto comune a quell’ora – così salgo. Faccio una fermata, arrivo all’incrocio con la circonvallazione e il tram si ferma. A quanto pare lo scambio non funziona, il tranviere dice che non può fare due metri di retromarcia per muoverlo a mano perché c’è tutto il traffico (palle, c’era spazio a sufficienza prima di arrivare all’inizio del salvagente, e le macchine non si fermano lì; comunque sarei potuto andare a fermare il traffico io :-) ) Vabbè, mi faccio il pezzo a piedi, tanto ci vuole quasi meno tempo che a fare la chicane di Maciachini.
Preso il telefono, riprendo il 4 – visto che tanto devo scendere a Maciachini ovviamente quello che ho visto in lontananza fa tutto il percorso. Salgo, faccio mezza fermata, e il tram si ferma al semaforo del Lidl. Ma il semaforo è verde! Dopo un paio di minuti il tranviere esce dal suo bunker di guida, apre (a mano) la porta anteriore ed esce. In effetti c’è un altro tram fermo prima dell’incrocio con le quattro frecce – che poi in un tram saranno una decina buona. Fortunatamente mi ero portato davanti, così sono sceso e mi sono fatto l’ultimo pezzetto a piedi.
Se pensate che sia stato un giorno sfortunato vi faccio parlare con mia moglie che in genere porta lei i bimbi al nido tutte le mattine. Giusto per spiegarmi: oggi ero ancora convalescente, ma altrimenti se tocca a me farlo preferisco di gran lunga sfrecciare con il passeggino doppio cercando di evitare i crocicchi di gente sul marciapiede in via Farini. Da casa al nido ci metto quindici minuti, e non è detto che col tram ci impieghi di meno…

Ultimo aggiornamento: 2010-11-16 11:10

a sinistra sono aggiornati!

Ieri sono andato a votare per le primarie (probabilmente ammalandomi… cosa non si fa per la causa!) e mentre aspettavo con i bambini il turno di Anna ho notato che il cartellone appeso fuori aveva un QR code per andare alla pagina web dove si sarebbe potuto sapere qual era il proprio seggio.
Mi sa che a sinistra abbiano ancora idee molto confuse, però sui gadget sono bravini…

Ultimo aggiornamento: 2010-11-15 16:20

gioco della domenica: Blockout

Blockout è una versione di un gioco classico: spingi il blocco – sapendo che una volta partito non si fermerà se non contro un muro – e cerca di farlo arrivare nella posizione obiettivo. La grafica 3d lo rende (almeno per me) un po’ più difficile; il vantaggio è che si possono creare dei nuovi livelli, oltre a poter giocare contro sé stessi migliorando il proprio record di velocità.
(via Passion for Puzzles)

Ultimo aggiornamento: 2010-11-14 07:00

_L’arte di non dire la verità_ (libro)

[copertina] Nonostante le ottime recensioni, non è che questo libro (Adam Soboczynski, L’arte di non dire la verità [Die schonende Abwehr verliebter Frauen oder die Kunst der Verstellung], Feltrinelli 2010 [2008], pag. 206, € 14, ISBN 978-88-07-49094-1, trad. Stefano Zangrando) mi abbia detto chissaché.
Non è sicuramente da leggere a spizzichi e bocconi, visto che i vari personaggi sono tutti interallacciati tra loro, un po’ come nel perecchiano La vita – istruzioni per l’uso; ma ho trovato il contrasto tra le azioni contemporanee e lo stile di scrittura (ben reso nella traduzione) di centocinquant’anni fa piuttosto stridente. L’arte di dissimulare – e non “di non dire la verità”: ma si sa che il titolo di un libro non è colpa del traduttore – viene mostrata per esempi didascalici, riusciti e no, ma è più che altro il canovaccio sul quale Soboczynski racconta le piccole miserie della vita quotidiana, dalla madre che cerca di far venire sensi di colpa al figlio all’agente immobiliare che è stato fregato dal collega e si trova a dover vendere case in un quartiere lontanissimo dal centrocittà a tutte le storie di amori e flirt più o meno interessati. Non sarà certo un’opera che ricorderò negli anni a venire.

Ultimo aggiornamento: 2014-09-01 13:54

Milano: catene sì o no?

Io non sono ancora riuscito a capire se e come sia stata promulgata l’ordinanza della provincia di Milano che istituisce l’obbligo di catene oppure gomme da neve su tutte le strade provinciali (non “del territorio provinciale”) tra il 15 novembre e il 15 marzo. Leggendo qui oserei dire che la decisione è semplicemente stata sospesa, ma con i nostri politici non si sa mai.
Ora io posso dirvi che la strada provinciale torinese che da Germagnano porta a Usseglio, dove vive mia mamma, ha da anni un bel cartello con quel preciso obbligo. Ma c’è un ma: Usseglio è a 1260 metri sul livello del mare, quella è una strada di montagna, e non è poi così strano che d’inverno nevichi anche pesantemente. La provincia di Milano (oltre a non voler spendere per mettere i cartelli sulle strade, senza pensare che il primo avvocato che si prendesse una multa per non aver ottemperato all’obbligo può tranquillamente vincere la causa dimostrando che non aveva possibilità di saperlo) è notoriamente un luogo di alta montagna, dalla cima di Palazzo Lombardia in giù. In un inverno tipico può capitare al più per due o tre volte che la Protezione Civile avvisi del pericolo di nevicate forti; logica avrebbe voluto che si dicesse “in caso di pericolo segnalato dalla Protezione Civile occorre girare con catene o gomme da neve”, e nessuno si sarebbe preoccupato più di tanto.
Un’ultima cosetta: che avere le gomme da neve non significa spendere di più, perché tanto non si consumano le altre gomme, è una palla. A parte che per due volte l’anno devi cambiare il treno di gomme, per quel poco che so le gomme da neve hanno una mescola più morbida, e quando la neve non c’è si consumano ben più in fretta. Ma in fin dei conti, «Una volta, del resto, gli specchietti retrovisori non erano obbligatori.»

Ultimo aggiornamento: 2010-11-12 12:00