Archivi annuali: 2010

Inutilità: formspring

È stato tanto di moda un paio di settimane fa, quindi ho evitato di farlo allora; adesso può anche valer la pena di rendere pubblico l’ennesimo modo di perder tempo. (Beh, pubblico lo era già, almeno per chi legge le mie notiziole direttamente sul sito e non via feed :-) )
Il sito formspring.me permette a chi si registra di farsi fare delle domande. Nulla di nuovo sotto il sole, io mi ricordo dello Usenet Oracle che non c’entra un tubo con le basi dati; la differenza in questo caso è che tu sai a chi stai facendo la domanda… senza che l’altro sappia necessariamente chi sia tu! In effetti, come potete vedere ad esempio dalla mia pagina, la domanda può essere inviata in forma totalmente anonima, il che significa che la risposta ve la dovete leggere direttamente sulla pagina stessa e non vi verrà comodamente inviata.
A che serve tutto ciò? A perdere tempo (più io che voi), ve l’ho già detto. Inutile dire che non ho nessun obbligo di rispondere, e non è detto che la risposta che darò sarà attinente alla domanda; diciamo che le mie risposte non saranno volutamente false, ma magari non saranno appunto risposte. Al limite invocherò anch’io un legittimo impedimento.

Ultimo aggiornamento: 2010-02-10 07:00

e non avevo nemmeno mangiato pesante!

Stamattina, subito prima che suonasse la sveglia, nel mio sogno ero salito su un bus. Era metà mattina del giorno di Natale, per la cronaca. Timbravo il biglietto, anzi per la precisione convalidavo la tessera elettronica, e la macchinetta iniziava a farmi un questionario – completamente scorrelato dall’avere pagato o no il biglietto… – con tre o quattro domande con varie risposte. Il problema è che il display era piccino e quindi più di una risposta possibile per volta non si vedeva; le risposte si alternavano così in fretta che ogni tanto io dovevo farmele scorrere di nuovo. Alla fine del questionario, per ringraziamento, la macchinetta emetteva… un cerotto, anche piuttosto lungo (una dozzina di centimetri, non so bene a che potrebbe servire)
Devo avere qualche problema in più di quanto credessi.

Ultimo aggiornamento: 2010-02-09 12:16

_Dietro lo specchio_ (libro)

[copertina] Come dice il mio amico Fabio (occhei, anche lui è un matematico, anzi un docente universitario…), il tempo di validità di un articolo con un nuova teoria in fisica teorica è leggermente inferiore a una settimana. D’accordo, esagera un po’; ma è vero che nell’unico secolo sono state proposte decine di teorie più o meno simili tra loro e sempre piuttosto esoteriche. In questo libro (Lawrence M. Krauss, Dietro lo specchio [Hiding in the Mirror], Codice Edizioni 2007 [2005], pag. 289, € 19, ISBN 978-88-7578-070-8, trad. Sergio Orrao) Krauss usa come filo conduttore le proposte di aggiungere dimensioni (spaziali) addizionali per far quadrare i conti nelle teorie di unificazione delle forze fondamentali. L’autore la prende molto alla lontana, con Faraday e la sua nozione di campo che a detta sua è stato il primo esempio di una teoria che dà come esistente qualcosa che in effetti non c’è, e continua con un racconto scritto in modo appassionante di come le varie teorie sono sorte, messe nel dimenticatoio, riciclate perché come per il maiale non si butta mai via nulla. Non garantisco che, nonostante l’ottima traduzione, alla fine uno abbia capito come funzionino le varie teorie delle stringhe; ma quello mi sa sia un problema della fisica e non nostro.

Ultimo aggiornamento: 2014-06-16 21:23

Geografia

Venerdì scorso, sul Frecciarossa da Milano a Torino, due tipi dall’accento romano e che magari potrebbero persino essere miei colleghi:
– Ah, stasera vado a un ristorante siriano.
– Davvero? Non ci sono mai stata. Ma scusa, dove si trova la Siria?
Presumo i due siano laueati, e comunque non sono tanto piu giovani di me.

Ultimo aggiornamento: 2010-02-08 15:23

Cinquanta parole: ma quali?

Sabato scorso La Stampa pubblicava un articolo su un’iniziativa di Zanichelli per indicare “le 50 parole italiane da salvare”. Bella cosa, ma…
Innanzitutto chi ha letto l’articolo sul cartaceo ha potuto vedere la lista delle parole in formato grafico, ma chi lo legge via web non solo non ha a disposizione l’immagine, ma non si trova nemmeno un link al sito della Zanichelli dove c’è la lista (per la cronaca, l’ho trovata qua) Questo è il solito problema dell’italica stampa, che non riesce ancora a pensare né in termini di fruizione web né in quelli di interconnessione; mi sa che non si possa fare molto.
Aggiungo però anche un commento sul merito dell’articolo. Dire che i termini desueti nelle coppie di non-esattamente-sinonimi restano «nella disponibilità di un manipolo ristretto di aristocratici del linguaggio» non è che abbia chissà quale senso. Se quei termini non sono nemmeno nella conoscenza passiva della gggente, insomma se non sanno proprio cosa vuol dire, allora è come se non esistessero già più. Altrimenti sono comunque destinati a morire, proprio perché non c’è massa critica per perpetuare la sfumatura diversa del significato. Ma credo che sia più importante confutare la logica nascosta dietro la frase «il parlare di tutti i giorni è affidato a non più di 2.500 parole che da sole esauriscono l’80% di tutti i nostri enunciati». La frase credo sia corretta; ma non mi sembra un problema. Magari qualche esperto di linguistica computazionale mi smentirà, e forse potrei verificare da solo il tutto con qualche opera classica; ma non mi sembra così strano che poche parole costituscano la gran maggioranza dei nostri discorsi. Sì, ci sarà tutto il discorso della coda lunga, ma mi preoccuperei di una lingua per cui conoscendo 2500 parole si possa comprendere solo un terzo di quelle presenti in un articolo di giornale; ci sarebbe troppa diversità per impararla seriamente.
ps: Non c’entra nulla, ma una mia foto è stata citata (con fonte) nel blog della Zanichelli sull’osservatorio della lingua italiana. Ce n’è anche una di Licia.

Ultimo aggiornamento: 2010-02-08 12:27

gioco della domenica: First Person Tetris

Se n’è parlato abbastanza in giro il mese scorso; nel caso non ve ne foste accorti, potete provare a giocare a First Person Tetris. Fondamentalmente il gioco è il buon vecchio Tetris in versione originale, con un piccolo problema: noi guardiamo un monitor dove c’è la partita a tetris, e quando spostiamo il pezzo che casca quello rimane fermo. Si muove infatti tutto il resto… E non provate nemmeno a usare il night mode, che a me sembra più che altro un nightmare!
Sconsigliato a chi soffre di vertigini.

Ultimo aggiornamento: 2010-02-07 07:00

Glype: proxy in PHP

Non vi è mai capitato di trovarvi dietro un firewall che vi taglia siti assolutamente irrinunciabili? Non so, qualcosa tipo YouPorn o simili… o molto più prosaicamente un sistema tipo 4Shared che fa da disco virtuale, come in effetti è il mio caso. Ammetto di non sapere nemmeno se YouPorn venga bloccato dal proxy aziendale ;-)
Se avete un sito dove far girare applicazioni php e il vostro firewall vi permette di arrivarci, dovreste essere fortunati. Installate Glype in una directory a vostra scelta (possibilmente protetta: non vorrete mica che tutto il mondo inizi a usare il vostro proxy?) e aprite la pagina corrispondente. A questo punto inserite l’URL che vi trovate bloccata, controllate le opzioni (ad esempio, il default è “rimuovi gli script”, il che significa che tutto quello che gira con Javascript a manetta non funziona), e iniziate a navigare. La velocità non sarà il massimo, visto che c’è un passaggio in più, ma meglio che niente, no?
Inutile dire che usare il proxy per fare cose illegali non è lecito, oltre che essere stupido visto che siete immediatamente riconoscibili!

Ultimo aggiornamento: 2010-02-06 07:00

Facebook e il mischione di utenti – 2

Ricordate che qualche giorno fa avevo parlato di come dal telefonino fossi entrato in Facebook come un altro utente? Mercoledì sera la cosa mi è ricapitata, come si può vedere dalla foto che ho scattato (il link funziona se state leggendo la notiziola dal mio sito, per la cronaca).
Stavolta però il nome della persona mi era noto, anche se non è nella mia lista di amichetti: in effetti è un mio ex collega dei tempi in cui ero a Torino a lavorare in CSELT. La mia sensazione è insomma che il signor FacciaLibro vede una richiesta da telefonino, e credendo di essere un furbastro di tre cotte manda quello che aveva in cache. Peccato che io accedo via proxy, e FacciaLibro non si accorge di questo piccolo particolare…
A onor di cronaca aggiungo che cliccando su “Posta” non ho letto i messaggi del mio collega ma sono finito sulla mia posta; solo che a questo punto non posso essere certo che il risultato sia dovuto al fatto che lui non aveva acceduto a quella pagina. E no, non vado a perder tempo ad avvisare Zuckenberg: tanto non mi fiderei comunque di avere roba importante lì dentro, quindi gli altri possono anche guardare il tutto ;-)

Ultimo aggiornamento: 2010-02-05 08:00