Archivi annuali: 2010

David Mills e la preveggenza di Silvio

Diciamocelo onestamente: era un po’ difficile riuscire ad affermare che la corruzione di Mills fosse da datare 29 febbraio 2000, quando il simpatico avvocato aveva finito di fare il gioco delle tre carte con i 600000 dollari benignamente elargitigli da Mister B., e non l’11 novembre 1999 quando i soldi finirono sul suo conto. Persino il procuratore generale, cioè l’accusa nel processo in Cassazione, l’ha riconosciuto; ecco perché Mills non verrà condannato penalmente (ma civilmente sì!) Insomma, il nostro PresConsMin ha ragione a lamentarsi della cattiveria dei giudici milanesi; sicuramente sapevano perfettamente anche loro la cosa. Perché avevano condannato Mills, allora?
La mia sensazione – da profano del diritto, quindi potrei sbagliarmi – è che sia stata una scelta molto precisa e politica. Il giudizio in cassazione è sul diritto e non sul fatto; quindi il giudice di Cassazione non può dire “Mills non è stato corrotto” (e infatti non l’ha detto, anche se qualche direttore di quotidiano cerca di rassicurare i suoi lettori che è il contrario). Un giudice di primo e secondo grado invece dice semplicemente “il reato è prescritto” senza entrare nel merito e affermare che il reato è stato effettivamente commesso oppure no. Ricordate la sentenza Andreotti? Ecco. In pratica, i giudici di appello hanno scelto di fare una figuraccia pur di avere agli atti definitivi che David Mills è stato corrotto. Corrotto da chi? Leggetelo da voi (se siete masochisti, qui ci sono tutte le quasi 400 pagine). Indubbiamente un accanimento, ma utile per gli storici del futuro.
Ancora un paio di considerazioni. In un primo tempo pensavo che lodo Alfano fosse stato una fregatura per Berlusconi, visto che il suo processo non finirà in prescrizione che a fine anno; poi ho fatto un po’ di conti e mi sono accorto che Niccolò “Mavalà” Ghedini non farà molta fatica a impantanare il processo in modo che la prescrizione arrivi prima dell’invio in Cassazione, per preservare la purezza del PresConsMin. Corollario: la legge sul legittimo impedimento – che allungherebbe i tempi di prescrizione – sarà messa da parte in attesa del prossimo processo che vedrà Berlusconi come imputato.
La seconda interessante considerazione è che fino a qualche anno fa la prescrizione per il reato di corruzione in atti pubblici era di durata maggiore. Poi c’è stata la legge ex Cirielli, quella che è stata sconfessata persino dal suo relatore; in fin dei conti l’onorevole Cirielli voleva alzare la prescrizione per i reati di mafia e terrorismo, e poi la legge è stata trasformata per abbassarla per reati evidentemente di scarsa importanza come corruzione e concussione. La legge è stata promulgata dal governo Berlusconi III; il Capo però aveva sempre spergiurato: «Dalla legge ex Cirielli non trarrei alcun beneficio». Vedete che a volte sbaglia anche Lui?

Ultimo aggiornamento: 2010-02-26 09:41

Far di conto no. Leggere e scrivere, boh

Barbara mi ha segnalato questo articolo di Repubblica, secondo cui una ricerca dell’Istituto nazionale di statistica e studi economici francese avrebbe sentenziato che «a capacità di calcolo e il ragionamento aritmetico non sono più necessari nella vita quotidiana».
Non so esattamente quale report sia stato letto da Alessio Balbi; il testo di rep.it scrive che «quasi il 3 per cento degli adulti non è più in grado di eseguire semplici operazioni aritmetiche», mentre il riassunto che ho trovato io (e anche il pezzo più sotto dell’articolo) dice che il 3% degli adulti soffre di discalculia, il che è una cosa diversa; la discalculia è la malattia equivalente della dislessia, solo che invece che applicarsi alle parole lo fa ai numeri. Insomma, l’articolo mi sembra molto raffazzonato.
E questo è un peccato, perché i temi indicati non sono affatto stupidi. Ad esempio, sono d’accordo che non sia più così importante saper fare a mano moltiplicazioni e divisioni di numeri di più cifre; per queste cose basta la calcolatrice del telefonino. Però è vero che due dei tre punti indicati dal segretario UMI, cioè approssimazione e stima dell’ordine di grandezza sono ancora più utili che in passato; ed è anche vero che a scuola si tende a imparare meccanicamente le cose, e quindi è facile che senza usarle le si dimentichi in fretta. Quello è sempre stato il guaio dell’insegnamento della matematica a scuola, e vorrei essere ottimista come Anichini che ritiene che la “matematica del cittadino” riuscirà a far breccia nei programmi. Però credo anche che occorrerebbe una “matematica del giornalista” :-|

Ultimo aggiornamento: 2010-02-26 07:00

Il petrolio come i salmoni!

[la chiazza oleosa RISALE il fiume]Stefano Pieri mi segnala questo titolo del Resto del Carlino sul combustibile versato sul Lambro e che ha ora raggiunto il Po. D’accordo che il petrolio è più leggero dell’acqua, anche se gli oli combustibili potrebbero forse essere più pesanti; ma da qui a dire che risale il fiume direi che ce ne vuole un bel po’!
Per la cronaca, Stefano ha notato come la quantità di liquido finito nel fiume sia molto variabile a seconda della fonte. Lo cito: «la quantità è soggetta a diverse fluttuazioni a seconda della fonte giornalistica (10 milioni di litri, 600 mila litri, tra i 2500 e i 10000 metri cubi, greggio a sufficienza per riempire 125 tir (!), 10000 tonnellate)». Per una volta però non mi preoccupo più di tanto. 5000 metri cubi sono 5 milioni di litri, e circa 5000 tonnellate. Considerando che non c’erano dati precisi, vedere che tutti i valori sono racchiusi in poco più di un ordine di grandezza mi sembra un buon risultato matematico.

Ultimo aggiornamento: 2010-02-25 15:38

la sentenza contro Google

Non avrei voluto parlare della sentenza di condanna in primo grado di tre dirigenti Google per il video pubblicato su Google Videos dove un disabile veniva filmato mentre era picchiato. Finché non ci sono le motivazioni della sentenza non è che si possa dire chissà che cosa. Però, soprattutto dopo questo bel post di De Biase, qualcosa forse posso aggiungerlo anche io.
Innanzitutto non c’è stata una condanna per diffamazione, e questo è importante; il principio si direbbe essere che fornire semplicemente il supporto non è un problema. La condanna è stata infatti per violazione della privacy. Sfogliando i miei quasi decennali archivi, ho scoperto che in effetti quella era la ragione per cui avevano sequestrato i server; quindi tutto torna.
Quello che manca ancora – ed è per questo che bisognerebbe leggere il dispositivo della sentenza – è se è vero che Google Videos ai tempi del fatto affermava che avrebbe controllato tutti i filmati aggiunti, o comunque non facesse esplicitamente affermare che chi li postava aveva tutti i diritti. Se la cosa è effettivamente così, potremmo tirare tutti un sospiro di sollievo, scoprire che per una volta non c’è stato un tentativo di imbavagliare la rete e tenerci all’erta per i prossimi attacchi, mentre facendo finta di niente cancelliamo tutto quanto scritto a caldo. Altrimenti, preoccupiamoci eccome.
[spero non sia necessario aggiungere che per quelli che hanno picchiato il ragazzo ci sarebbe dovuta essere l’aggravante dell’avere girato il video e l’ulteriore aggravante di averlo pubblicato]

Ultimo aggiornamento: 2010-02-25 11:09

eupnoico

L’altra domenica Anna ha portato Cecilia al pronto soccorso pediatrico (no, nessun problema grave, era un codice bianco; solo che prima di portarla aveva proprio un’aria abulica…). Nel referto c’era scritto che il paziente era “eupnoico”. Anna mi chiede “che vuol dire?”, io rispondo “boh, però se inizia con eu- vuol dire che è qualcosa che va bene”; salgo a consultare il vocabolario (cartaceo) e scopro che la parola non esiste, ma c’è “eupnea” che significa “respirazione regolare”, dal che deduciamo che il respiro era regolare.
D’accordo, ci saremmo forse potuti arrivare da soli pensando all’apnea. D’accordo, a casa nostra anche quando non usiamo l’internette non ci mancano certo i tomi di riferimento. Ma cosa costava scrivere nel referto “respiro regolare”, che magari qualcun altro con un referto simile si tranquillizzava, invece che chiedersi quale brutta malattia il suo pargolo avesse? Sono proprio cose che non capisco.

Ultimo aggiornamento: 2010-02-24 07:00

Qualcosa non mi torna

Leggo su Affaritaliani una frase del compagno Gianfranco (Fini): «Se domani il Parlamento approvasse, con voto di tutti, una leggina in cui si afferma che chi ècondannato con sentenza definitiva per reati contro la Pubblica amministrazione non si può candidare per cinque anni, secondo me la pubbblica opinione reagirebbe positivamente.»
Mi state dicendo che una persona condannata in maniera definitiva per reati contro la PA non ha come pena accessoria l’interdizione dai pubblici uffici?

Ultimo aggiornamento: 2010-02-23 12:50

Più che di Buzz io mi preoccuperei di Google Social Search

In queste settimane tutti hanno parlato di Buzz e di come le opzioni di default facessero scoprire molte più informazioni di quanto si potesse immaginare.
Mi stupisco però che nessuno abbia accennato a Google Social Search, un modo – a detta di Google stessa – per «scoprire notizie rilevanti pubblicamente accessibili dal tuo circolo sociale, un insieme di amici e contatti online». Può darsi che il motivo sia banalmente che la pagina non è localizzata in italiano, e forse i risultati della “ricerca sociale” non appaiano a meno che come me voi non usiate Google in inglese.
Passi per i siti del “contenuto sociale“, che in fin dei conti devi aggiungere tu esplicitamente; ma il circolo sociale vero e proprio mostra coloro che hai aggiunto alle liste “Friends”, “Family” e “Coworkers” (e questi li metti in effetti tu) ma anche altri scelti non si sa bene con quali criteri. Peggio ancora, ci sono le “Secondary connections” che sarebbero gli amici degli amici: il guaio è che dalle mie 23 connessioni si arriva a 1527 (millecinquecentoventisette) connessioni secondarie!
Ora, quello che io posto è assolutamente pubblico, seguendo la massima d’oro “se non voglio far sapere qualcosa, non ne parlo”; ma magari qualcuno dei miei contatti preferisce essere meno visibile. In tal caso, l’unico consiglio che posso dargli è di cancellare il proprio Google Account, il che in fin dei conti male non fa.

Ultimo aggiornamento: 2010-02-23 07:00