Archivi annuali: 2010

chilometro e mezzo quadrato

[chilometro quadrato e mezzo]
S. mi ha fatto notare due erroracci numerici in un articolo dei miei amici del Post, quello sui cinque peggiori disastri ambientali in corso. Il primo (indicare 20 tonnellate l’anno invece che venti milioni) lo faccio passare come svista, anche se non si dovrebbe; ma il secondo è molto più grave. Sì, il disastro relativo è sicuramente più grave, ma pensiamo anche ai disastri matematici.
L’isola di plastica che si è formata nell’Oceano Pacifico sarebbe infatti composta da «46 mila pezzi di plastica per chilometro e mezzo quadrato». Visto che roba? Un miglio quadrato viene fatto pari non a un quadrato di un chilometro e mezzo per lato, ma a un “chilometro e mezzo quadrato”. Confondere le misure lineari con quelle di superficie è un erroraccio da matita blu.
Ciò detto, aggiungerei che non ha un gran senso parlare di “chilometro e mezzo quadrato” (o “due chilometri e mezzo quadrati” per amor di pignoleria). O si lascia l’unità di misura originale “miglio quadrato”, correndo effettivamente il rischio che molti dei lettori non se ne facciano un’idea, oppure si scala all’unità di misura nostrana e si scrive “11500 18500 pezzi di plastica per chilometro quadrato”. Lo so, col numero più piccolo la situazione sembra meno grave, ma non è che ci si possa fare molto :-)

Ultimo aggiornamento: 2010-07-19 17:45

freschi

Stamattina in camera mia era entrata un po’ di arietta fresca (ma solo stamattina, perché il lenzuolo era zuppo di sudore)
Stamattina in ufficio ho avuto la bella sorpresa di trovare l’aria condizionata finalmente funzionante dopo un mese.
Sono piccole cose, ma alzano il morale.

Ultimo aggiornamento: 2010-07-19 09:37

giusto e sbagliato

L’intervista che Repubblica ha fatto al governatore piemontese in bilico Roberto Cota è interessante per vedere come un politico – persino leghista – riesca a mischiare cose corrette e strafalcioni nella propria difesa.
La sua affermazione che se si rivotesse oggi il suo margine di vittoria sarebbe ben maggiore di quello dello scorso maggio è chiaramente fuori classifica; diciamo che è la classica frase a cui non si dà attenzione alcuna, perché è richiesta dalla posizione in cui ci si trova. Per il resto, Cota ha perfettamente ragione quando afferma che per quanti dubbi ci siano lui non si dimetterà per indire nuove elezioni: non lo deve fare non tanto per i venticinque milioni teorici di spesa di una nuova elezione, ma perché i dubbi sono appunto dubbi e finché non ci sono certezze in un senso o nell’altro il governatore è lui. Ha anche ragione quando dice che anche se putacaso tra i voti dati alle due liste cancellate ci fossero più dei novemila voti del suo vantaggio rispetto alla Bresso non significa che la vittoria passerebbe alla sua avversaria: nessuno può dire che avrebbero fatto gli elettori se quelle liste non ci fossero state. (Nemmeno nel caso della momentaneamente stralciata lista “Pensionati per Cota”, no; è vero che nel simbolo c’era scritto “Cota”, per quanto ne sappiamo potrebbero aver pensato “mi fido di una lista pensionati, non mi interessa chi appoggi”)
Però Cota ha torto quando afferma che la lista di Scanderebech ha potuto evitare di presentare le firme proprio come il PD per una leggina voluta dalla Bresso. O meglio, ha ragione da un puro punto di vista formale, e non importa se presumibilmente anche l’allora opposizione avrà votato a favore di quella legge. Però si è dimenticato di aggiungere che Scanderebech non ha presentato le firme dicendo di far parte dell’UDC, che l’aveva appena espulso dal gruppo consiliare e soprattutto aveva deciso di allearsi con l’altra fazione. Piena facoltà di scegliere in che campo appartenere, ma allora ci si prenda le proprie responsabilità. E soprattutto ha torto marcio quando dice che le elezioni sono state indubbiamente valide perché il voto è stato libero. Che vuole dire “libero”? Che nessuno ha avuto una pistola puntata alla tempia nella cabina elettorale? Facciamo un esempio probabilmente più chiaro a metà della popolazione italiana. Si gioca il campionato di calcio, e vince una squadra, diciamo la Dinamochi?[1]. Durante il campionato qualcuno si accorge che la squadra ha mandato in campo calciatori che non potevano essere tesserati, e terminata la stagione il Tas afferma che in effetti è così. Direste forse che il campionato è stato libero?
Per i miei amici e conoscenti piemontesi di centro-destra: non preoccupatevi. Finirà come nel campionato di calcio, a tarallucci e vino; qualche sentenza che sanerà il tutto la si troverà, ci potrei scommettere. E sennò il PD perseverà nell’errore e ripresenterà la Bresso, che perderà di nuovo :)
[1] “Dinamochi?” col punto interrogativo finale, sì. È un insider joke che non credo sarà riconosciuto da nessuno dei miei ventun lettori :)

Ultimo aggiornamento: 2010-07-19 07:00

gioco della domenica: Fragger

Il gioco di oggi in realtà sono due, perché a Fragger si aggiunge il nuovo livello Fragger Bonus Blast. In entrambi i casi bisogna lanciare delle granate per ammazzare i soldatini (che poi mi sembrano più che altro delle sagome, sicuramente sono poco mobili :-) ) La cosa può essere utile in questi giorni, soprattutto se non si può ammazzare fisicamente qualcuno vicino a noi…
(via Passion for Puzzles)

Ultimo aggiornamento: 2010-07-18 07:00

Offerta speciale

Nel caso non lo sapeste, fino al 15 settembre la MAA vende a prezzo scontato (39,95$ invece che 69,95$) il CD che contiene tutta la raccolta della rubrica Mathematical Games di Martin Gardner, o meglio la collezione dei quindici libri tratti dalla rubrica. I PDF sono tutti indicizzati, il tutto è insomma molto comodo (io comprai il CD appena uscito…)
Sì, è vero che cercando bene nei bassifondi della rete si trova una versione non esattamente ufficiale, però a volte è anche bello avere The Real Version!

Ultimo aggiornamento: 2010-07-17 07:00

andiam, andiam, andiamo a ricontar!

Ma Cota trema davvero, ora che il Tar ha approvato un riconteggio parziale? Mah, ho dei dubbi.
Tralasciando che il Consiglio di Stato potrebbe annullare la sentenza del Tar – si sa che noi italiani, proprio come cerchiamo sempre più pareri medici, vogliamo anche più sentenze contraddittorie – resta un punto fondamentale. È indubbiamente vero che il trucchetto di presentare una lista facendo finta di essere ancora associati a un partito nel consiglio regionale uscente è una bastardata da sanzionare (e soprattutto se non ci fossero queste leggine probabilmente si risparmierebbe molta carta e non si avrebbero decine e decine di listucce personali). È anche probabilmente vero che molti dei 15000 voti andati alle due liste di Scanderebech e di Forza Consumatori non hanno anche il voto esplicito a Cota e quindi potrebbero essere annullati; ma non ci vuole molto a tirare fuori le controdeduzioni e dire che per quanto ne sappiamo noi gli elettori non hanno messo la doppia croce perché tanto sapevano di votare per Cota con il voto alla lista, e quindi siamo pari e patta.
Resta fuori il vero ricorso, quello sulla lista faidatè (nel senso che tutte le firme degli ignari candidati sono taroccate dall’ossimoroso capolista Giovine) della lista Pensionati; ma lì c’è una denuncia alla magistratura, e i tempi si allungheranno ancora di più. Insomma, cari ex-corregionali, Cota ve lo terrete per tutti e cinque gli anni, mi sa.

Ultimo aggiornamento: 2010-07-16 11:15

allora, ‘sta gravità?

Ieri Federico Rampini ha pubblicato un articolo su Repubblica dall’eloquente titolo: “Newton si è sbagliato – la gravità non esiste“. Ci avevo anche fatto una vignetta su, ma magari due parole in più non guastano.
Innanzitutto possiamo sapere che Rampini legge il New York Times, ma a differenza di altri giornalisti delle redazioni online dei quotidiani sa tradurre. Non credo abbia anche letto l’articolo di Verlinde su arXiv, ma non l’ho letto nemmeno io quindi siamo pari. Quello che posso dire io, che fisico non sono, è che frasi come «Newton’s law of gravitation is shown to arise naturally and unavoidably in a theory in which space is emergent through a holographic scenario.» e «Gravity is explained as an entropic force caused by changes in the information associated with the positions of material bodies.» non spiegano assolutamente nulla, e fanno tanto hard SF.
Sì, possiamo dire che la gravità è una forza anentropica; per come la vedo io, almeno, il fatto che due corpi si attraggono fa diminuire l’entropia totale, visto che il numero di configurazioni in cui i due corpi sono uniti è minore di quello in cui possono essere ovunque. Ma a questo punto abbiamo solo una descrizione diversa dela forza di gravità, e non sono mica riuscito a capire la differenza tra una descrizione e l’altra. Però sono certo di due cose: la prima è che qualcuno che di queste cose ci capisce davvero spiegherà il tutto, e la seconda è che articoli come questo possono apparire solo in estate.

Ultimo aggiornamento: 2010-07-16 08:00

Il grande elenco telefonico della terra e pianeti limitrofi (Giove escluso) (libro)

[copertina] Che dire di quest’opera prima (almeno come romanzo) di Gianluca Neri, che generalmente bazzica più su Internet, dai tempi di Cuore prima, del portale Clarence poi e oggi di Macchianera? Opera prima nata a sua detta una notte in cui non riusciva a dormire (come se dormisse di notte, lui che ha il fuso orario settato sulla West Coast)? Beh, nel bene e nel male il libro (Gianluca Neri, Il grande elenco telefonico della terra e pianeti limitrofi (Giove escluso), Bur 24/7 2010, pag. 290, € 9.50, ISBN 9788817037266) è un omaggio / plagio / riscrittura (cancellate le voci che non interessano) di Douglas Adams, e questo penso sia chiaro a tutti. Ma la telefonata lunga 42 capitoli che costituisce il libro, più che per gli spunti umoristici che pure non mancano – il modo con cui il protagonista si salva tra i capitoli 31 e 32 è il mio preferito – è più interessante per le cose serie che vengono esposte sotto la patina umoristica. D’altra parte, se non ricordo male il tutto iniziò ai tempi del caso Englaro… La parte più debole del libro? Come prevedibile, il finale. Non è nemmeno un anticlimax, purtroppo; come tanti nomi anche piu blasonati, si pensi a Stefano Benni, iniziare è facile, continuare abbastanza, terminare no. Io non ci provo nemmeno, a scrivere un libro!

Ultimo aggiornamento: 2010-07-16 07:00