S. mi ha fatto notare due erroracci numerici in un articolo dei miei amici del Post, quello sui cinque peggiori disastri ambientali in corso. Il primo (indicare 20 tonnellate l’anno invece che venti milioni) lo faccio passare come svista, anche se non si dovrebbe; ma il secondo è molto più grave. Sì, il disastro relativo è sicuramente più grave, ma pensiamo anche ai disastri matematici.
L’isola di plastica che si è formata nell’Oceano Pacifico sarebbe infatti composta da «46 mila pezzi di plastica per chilometro e mezzo quadrato». Visto che roba? Un miglio quadrato viene fatto pari non a un quadrato di un chilometro e mezzo per lato, ma a un “chilometro e mezzo quadrato”. Confondere le misure lineari con quelle di superficie è un erroraccio da matita blu.
Ciò detto, aggiungerei che non ha un gran senso parlare di “chilometro e mezzo quadrato” (o “due chilometri e mezzo quadrati” per amor di pignoleria). O si lascia l’unità di misura originale “miglio quadrato”, correndo effettivamente il rischio che molti dei lettori non se ne facciano un’idea, oppure si scala all’unità di misura nostrana e si scrive “11500 18500 pezzi di plastica per chilometro quadrato”. Lo so, col numero più piccolo la situazione sembra meno grave, ma non è che ci si possa fare molto :-)
Ultimo aggiornamento: 2010-07-19 17:45