Archivi annuali: 2009

Oh Bej Oh Bej 2009

“Non ci sarà nessuno spazio per gli abusivi che da mezza Europa vorranno insediarsi sul suolo cittadino”. La coppia De Corato (pronunciante) – DNews (pubblicante – il tutto il 3 dicembre) mostra come sempre di che pasta è fatta. Ma tornando a quanto avevo scritto l’anno scorso io continuo a chiedermi quanto paghino i 441 commercianti ufficialmente autorizzati, considerando che più di tanti in effetti non ci possono stare lì al Castello e quindi il comune cercherà di lucrare sulle rendite di posizione. Capisco che la cosa non è demagogica quanto il pubblicare nei titoli di coda i compensi dei conduttori e ospiti Rai come vuole il miniministro Brunetta, ma a me interesserebbe di più.
Poi mi chiedo anche – non essendo mai stato agli Oh Bej perché non sopporto la calca – se gli abusivi siano davvero così internazionali come paventa l’eterno vicesindaco milanese, nel qual caso mi complimento con la capacità di pubblicizzarla all’estero; e infine chiedo sommessamente se invece che fare tutto quello sfoggio di forze dell’ordine non sarebbe meglio ridurre il pizzo di iscrizione e aggiungere altre aree più decentrate, per fare una festa multicentrica.

Ultimo aggiornamento: 2009-12-05 07:00

Eric Woolfson

Scopro da Sofri (quello giovane) che è morto Eric Woolfson. Forse a voi il nome non dice nulla. Forse vi dice poco anche Alan Parsons Project (era lui il cantante e cofondatore del gruppo). Ma se “Eye in the Sky” magari vi viene in mente qualcosa di più.
Un romanticone come me possiede buona parte dei CD degli APP, oltre ad aver comprato qualche loro spartito; l’unico mio guaio è che come al solito il mio timbro vocale non è sufficientemente alto per cantare senza cambiare tonalità. Due brani: Don’t Let It Show e Time.

Ultimo aggiornamento: 2009-12-04 14:02

Solo il 55%

Nell’attesa della privatizzazione dell’acqua, Amiacque, l’azienda idrica delle province di Milano, Monza, Lodi e Pavia, sta facendo una spietata pubblicità in tutti i media. L’ultima sua proposta è quella di installare distributori condominiali di acqua refrigerata e gassata, per la probabile gioia di chi potrebbe scendere in cortile a fare la scorta invece che portarsi in giro le bottiglie.
Non ho dubbi sulla qualità dell’acqua potabile (è sempre molto più controllata delle acque minerali…), ma ho forti perplessità sulla logica di quanto scritto nell’articolo. Cito: «La nostra acqua viene prelevata da 750 pozzi a 35-40 metri di profondità – spiegano i tecnici dell’ azienda -. Quando non è potabile (solo nel 55 per cento dei casi) viene usato il carbone attivo per renderla tale senza aggiunta di agenti chimici».. Martedì scorso avevo letto l’articolo sul dorso milanese del Corsera, quindi garantisco che era proprio così. Ma avete presente che il 55% è più di un caso su due? Come fate a scrivere “solo il 55 per cento dei casi”? Evidentemente no, visto che è stato scritto. Certo, posso dire “lavoro solo quattro giorni la settimana” (il 57%), ma qui si sottintende che in genere si lavora cinque o sei giorni la settimana; riportato al nostro articolo di giornale, si evince che in genere l’acqua italiana non è affatto potabile, e che in Lombardia bisogna ancora baciarsi i gomiti per la fortuna che si ha.

Ultimo aggiornamento: 2009-12-04 07:00

Il paradiso maoista (libro)

[copertina]Magari c’era anche una ragione ben precisa perché il primo libro scritto da Philip Dick (Philip K. Dick, Il paradiso maoista [Gather Yourselves Together], Fanucci 2007 [1994], pag. 364, € 16, ISBN 978-88-347-1249-8, trad. Giuseppe Costigliola) era sempre rimasto inedito ed è stato pubblicato ben dopo la morte dell’autore, quando ormai anche le sue liste della spesa sono state edite. L’ambientazione, con la innominata Compagnia che fugge dalla Cina conquistata da Mao lasciando tre suoi impiegati a passare le consegne ai comunisti, non sarebbe male; ma è chiaro che i caratteri dei protagonisti sono stati appena abbozzati, e il libro si perde in descrizioni inutili e soprattutto stantie, come le pagine e pagine dedicate a una vecchia amante di Verne che non ha alcuna parte nella trama. Anche l’epilogo, con il suo anticlimax, lascia l’amaro in bocca. La traduzione mi è parsa abbastanza piatta, ma immagino che la colpa sia più che altro del materiale originale. In definitiva, se ne può fare tranquillamente a meno.

Ultimo aggiornamento: 2009-12-03 07:00

Secondi fini

Quale sia il gioco del presidente della Camera non lo so. Una possibilità è che stia guardando al 2013 quando Napolitano se ne andrà, perché vuole diventare lui Presidente della Repubblica; oppure sa che faranno fuori Silvio B. e si sta preparando per un governo istituzionale. In teoria alcune sue dichiarazioni potrebbero persino essere legate al fatto che sta prendendo sul serio il suo ruolo istituzionale.
Io più che altro mi chiedo come mai un fuorionda del 6 novembre sia stato reso pubblico il 30. Mi sembra come se qualcuno l’avesse ascoltato e avesse deciso di tenerlo da parte per il momento buono, e tutto questo non mi piace affatto. Che ne pensate?

Ultimo aggiornamento: 2009-12-02 16:08

formula matematica per il regalo perfetto

Scopro da storiedime che i soliti ricercatori britannici hanno trovato la “formula matematica per il regalo perfetto”. Tale formula sarebbe T*L+Pi+Po+Cr+S+U+H/radice quadrata di C, dove il pezzo T*L indica il tempo per cui il bimbo si divertirà col regalo, C è il costo, e gli altri valori corrispondono ad alcune caratteristiche, misurate in una scala da 1 a 5.
Ora, innanzitutto mi chiedo chi è che finanzia tutti questi interessantissimi studi ai ricercatori britannici. Può darsi che come qui da noi si debba dedicare il 5% dei costi di un’opera civile all’acquisto e installazione di qualche opera artistica, lì si debba dedicare il 5% dei fondi alla definizione di una ricerca stupida; chissà. Ma la seconda domanda che mi pongo è molto più triste. Perché mai ci si riempie la bocca di formule matematiche che nessuno guarda mai? Se almeno ricercatori e giornalisti sfruttassero la cosa per spiegare un po’ cosa succede qualitativamente – introducendo così ad esempio i concetti di proporzionalità diretta e inversa – almeno la gente imparerebbe qualcosa…
Ah no, scusate. In questo modo ad esempio si accorgerebbero che raddoppiare il costo non dimezza la validità del regalo, ma la abbassa di molto meno. Oops. Magari si accorgerebbero di chi è stato a commissionare lo studio?

Ultimo aggiornamento: 2009-12-02 14:19

un po’ di storia

La settimana scorsa a Vicenza c’è stata una querelle su un opuscolo a proposito del ventennale della caduta del Muro di Berlino commissionato da provincia e regione con finanziamento di 15000 euro, distribuito alle scuole e rivelatosi poi una scopiazzatura varia con aggiunte piuttosto peculiari, tipo che le croci celtiche siano un simbolo di spiritualità irlandese. Inutile dire che tra le fonti copiate c’era anche Wikipedia che tanto è lì a disposizione, facile da trovare.
Dopo che l’assessore che aveva finanziato l’opuscolo si era difeso dicendo che gli insegnanti dell’ITIS Rossi stavano facendo politica invece che scuola, ora c’è una nuova risposta, da parte dei professori di storia e filosofia del liceo vicentino Quadri. Ora, la chiosa finale dove i professori dicono «se proprio non avete tempo o voglia di informarvi leggendo libri scritti da esperti, ricorrete a Wikipedia, ove il controllo e la verifica della comunità degli internauti impedisce alla stupidità ed all’ignoranza di trovare casa» purtroppo è un obbiettivo statistico che a volte non è vero; però vi consiglierei di leggere il resto della lettera, perché ci sono molte cose di storia da imparare.

Ultimo aggiornamento: 2009-12-01 15:01

Le gite a Torino si sprecano

Dopo che sono riuscito a scoprire che la banca che dovrebbe elargire il mutuo all’acquirente della mia vecchia casa si è lamentata perché non gli basta l’atto notarile di divisione ma vuole vedere anche la dichiarazione di successione di mio padre (morto nel 1981, ricordo…) ieri mattina ho ripreso il treno per Torino a un’ora invereconda per recarmi questa volta all’Agenzia delle Entrate. Trullo trullo me ne vado alla sede di corso Vinzaglio, dove l’usciere stava chhiaccherando amabilmente al telefono: dopo un po’ si è scocciato di vedermi lì impalato, ha chiesto scusa al suo interlocutore, mi ha chiesto cosa volevo e mi ha indirizzato in corso Bolzano (per i non torinesi: due isolati di distanza)
Vado lì, spiego all’ufficio assistenza che cosa devo fare, la tipa mi dice “ma è sicuro che questa sia la sede giusta?”, le rispondo “se non me lo sa dire lei…” al che tira fuori uno stradario e scopre che effettivamente via Bionaz è gestita lì. Prendo il numerino, aspetto il mio turno, e di nuovo l’impiegata mi chiede “ma è sicuro che lo si faccia qua?” Alla fine scopro che la denuncia è in archivio, in archivio ci si va ogni lunedì mattina e quindi fino alla prossima settimana nisba; poi che devo pagare (lo sapevo), che devou usare un modulo F23 tipo quelli delle tasse, ma che non posso pagare online ma devo andare in posta. Bontà loro, posso delegare qualcuno per ritirare il documento. Però serviva anche una fotocopia della carta d’identità; per fortuna mi si concedeva di non rifare la coda.
Nel frattempo mi ero imbaldanzito, e ho pensato che sarei potuto passare in catasto a scoprire cos’era successo alle mappe dei posti auto. Arrivo, spiego la cosa, mi dicono che bisogna andare all’Ufficio Errori Catastali – vi rendete conto? La probabilità di un errore è così alta che c’è l’ufficio apposta. Mi dà un numero che indica che ci sono quindici persone in coda, coda che non sembra muoversi, visto che dopo il giro turistico per fotocopiare la mia carta di identità e la riconsegna sono passato e li avevo ancora quasi tutti davanti. Ho fatto un po’ di conti, ho preso il 10 e sono andato a comprarmi i pacchi di grissini che mi piacciono tanto (sono aumentati a 2.50 il chilo, per la cronaca), sono rientrato scoprendo di aver saltato il turno, mi sono preso un altro numerino e stavolta in dieci minuti è toccato a me. Dopo avermi detto che avrei potuto fare tutto per posta (…), ho dovuto prepapare due richieste distinte, una per la correzione della mappa dei posti auto e una per la mancata registrazione della donazione dei box; dieci minuti per fare il tutto, dieci giorni minimo per la registrazione e un po’ di più perché i regi geometri scoprano qual è la piantina giusta; ma alla fine ce l’ho anche fatta a riprendere il treno.
Ora vediamo quando sarà il prossimo viaggetto…

Ultimo aggiornamento: 2009-12-01 08:00