Archivi annuali: 2009

Banche marocchine: e tre

Le filiali degli istituti di credito marocchini vicino al consolato del Marocco continuano ad aumentare.
Dopo Attijariwafa (che però è formalmente una finanziaria) e BMCE, adesso è stata aperta una filiale vera e propria della Banque Chaabi Du Maroc nei locali che fino a qualche anno fa ospitavano un supermercatino – che non doveva fare molti affari, visto che dopo un paio di cambi di gestione era stato definitivamente chiuso.
Considerando che anche un altro supermercatino in via Perasto è chiuso da qualche mese, mi domando com’è che la gente preferisca andare in banca che comprare il pane…

Ultimo aggiornamento: 2009-07-07 07:00

Algoritmi per il MCD

Abbiamo visto che il minimo comune multiplo (mcm) e il massimo comun divisore (MCD) di due numeri sono strettamente correlati; dati due numeri r e s, si ha che mcm(r,s) = rs/MCD(r,s). Ne consegue che basta avere un algoritmo per calcolare uno dei due valori, e siamo anche in grado di trovare l’altro; visto che il mcm è (di solito molto) maggiore del MCD, chiaramente è meglio dedicarci a quest’ultimo.
L’algoritmo più antico noto per calcolare il MCD di due numeri è così antico che non sono non c’era ancora il nome “algoritmo”, ma non credo la gente avesse in mente addirittura il concetto idi algoritmo. Lo si trova infatti in Euclide, che nei suoi Elementi non ha trattato solo di geometria ma anche dei numeri. L’algoritmo euclideo per calcolare MCD(r,s) è concettualmente molto semplice: se r=s, allora MCD(r,r)=r; altrimenti, supponendo che r>s, MCD(r,s)=MCD(r-s,s). Tutto qua. Il lettore più attento (occhei, il lettore meno attento ha già semsso di leggere da un po’) si sarà sicuramente accorto che il procedimento deve per forza terminare, visto che nel caso generale si passa da una coppia di numeri a una coppia la cui somma è minore, e non si può scendere all’infinito visto che la somma sarà sempre positiva. Non è nemmeno troppo difficile scoprire che in effetti l’algoritmo calcola correttamente il MCD di due numeri. Se i numeri sono uguali la cosa è immediata; altrimenti, se m è l’ancora incognito MCD(r,s), allora r=mh e s=mk; quindi m è sicuramente un fattore comune di r-s=m(h-k) e s=mk: e se ci fosse un fattore comune maggiore nella differenza, quel fattore ci sarebbe stato anche all’inizio.
La cosa più incredibile è che l’algoritmo che si usa oggi per calcolare il MCD di due numeri è ancora essenzialmente quello di Euclide! L’unica miglioria che c’è stata è che non si sottraggono più i due numeri ma si prende il resto della loro divisione e lo si sostituisce al maggiore dei due; se il minore divide esattamente il maggiore, allora il MCD cercato è il numero minore. E in effetti non è che cambi molto, visto che come certo ricordate la divisione tra numeri interi non è altro che una ripetuta serie di sottrazioni. L’algoritmo così modificato è molto veloce, richiedendo una quantità di operazioni dell’ordine del logaritmo dei numeri; il caso peggiore si ha quando i due numeri dati sono in posizioni successive della successione di Fibonacci… ma questa è un’altra storia, che forse prima o poi racconterò.
Termino con un simpatico problemino matematico (la parola “simpatico” sta ovviamente a indicare qualcosa che farà arrabbiare chi cercherà di risolverlo, e farà arrabbiare ancora di più chi leggerà la soluzione e scoprirà la semplicità). Ci sono due amiche, Thelma e Louise, che hanno preparato due pile di pancake e si accingono a mangiarle. Le amiche si alternano a prendere pancake dalla pila in quel momento più alta, togliendone un multiplo a piacere del numero presente nella pila più piccola. Visto che il pancake più in basso è sempre molliccio, la prima che è costretta a prenderlo ha perso il gioco. Se Thelma e Louise scelgono la loro migliore strategia, chi vincerà, data una coppia di valori iniziali? La risposta alla prossima puntata!

Ultimo aggiornamento: 2009-07-06 08:00

_Papa Giovanni – Un cristiano e il suo concilio_ (libro)

[copertina] Nel cinquantesimo anniversario dall’annuncio del Concilio Vaticano II si ritorna a parlare del Papa Buono. Melloni, che nel 1959 è tra l’altro nato, ha scritto questo libro (Alberto Melloni, Papa Giovanni – Un cristiano e il suo concilio, Einaudi “Storia – 25” 2009, pag. 348, € 30, ISBN 978-88-06-19472-7) per raccontare di come il Concilio possa essere nato nella mente di un “papa per sbaglio” (l’espressione “un cristiano sul trono di Pietro” è di Hannah Arendt, e credo renda molto bene l’idea di come il mondo abbia visto Roncalli dopo Pio XI e soprattutto Pio XII). Il passato del papa viene pertanto riletto alla luce di quanto successo a partire dal pontificato; la tesi di fondo è che Angelo Roncalli era il perfetto chierico come era stato pensato dal Concilio di Trento, e proprio per questo ha avuto la capacità di superare quel modello per trovarne uno adatto al ventesimo secolo.
Purtroppo però il libro è completamente diverso da come me lo aspettavo, risultando troppo tecnico. Ho fatto molta fatica a riallacciare tutti i fili; Melloni presuppone infatti un lettore che conosca già a menadito la biografia di Giovanni XXIII e le dinamiche interne alla Curia, oltre a non avere problemi col latino (che tra l’altro sembra essere per l’autore l’unico punto davvero importante del Concilio… bah), oltre ad avere una prosa pesante, con virgole sparse gratuitamente tra soggetti e verbi e termini assolutamente incomprensibili. Quanti di voi sanno cosa significa “ottriare”? Insomma, il lettore dev’essere fortemente motivato per arrivare fino in fondo.

Ultimo aggiornamento: 2017-09-16 10:24

vado a prendere il fresco

Sperando di non avere intoppi, per una settimana Anna e io ce ne andiamo sul Renon a prendere un po’ di fresco. Ammesso e non concesso che in albergo ci sia una connessione internet, non credo comunque di connettermi, un po’ di riposo fa sempre bene; in questi giorni pertanto il blog andrà avanti in automatico, giusto con qualche post precotto (soprattutto recensioni…) e senza approvazione di eventuali commenti scritti da chi non è Commentatore Ufficiale.

Ultimo aggiornamento: 2009-07-05 13:00

gioco della domenica: Use Boxmen

SmartKit ci presenta Use Boxmen. Non lasciatevi ingannare dalla grafica: è un gioco di logica e nervi (o almeno io sono diventato nervoso, fermandomi al terzo schema) dove occorre far sì che il vostro omino riesca a raggiungere la sua scatola, capendo come fare.

Ultimo aggiornamento: 2009-07-05 07:00

poteva andare molto peggio

Ieri sera siamo stati a cena con i miei suoceri qui vicino a casa; terminato di mangiare, siamo stati ancora un po’ a casa a chiacchierare, poi qualche minuto dopo le 23 ci siamo salutati. Mentre aspettavano l’ascensore, Anna guarda suo padre e le dice “ma stai bene?” Lo guardo, e aveva un’aria terrea, oltre a tenersi appoggiato al muro. Ci avviciniamo: lui bofonchia qualcosa non troppo chiaro. Lo sorreggo per riportarlo in casa e intanto gli chiedo di contare da uno a dieci, cosa che non riesce a fare; a un certo punto perde del tutto conoscenza e si affloscia. Lo sdraio a terra tenendogli la testa sollevata; gli occhi sono spalancati ma vitrei. Intanto Anna chiama il 118 e poi va giù a vedere se Simona è in casa, visto che è una volontaria Croce Bianca e può avere qualche idea in più.
Fortunatamente mio suocero si riprende – molto più in fretta di quanto temessi, il che mi ha fatto eliminare l’ipotesi di ischemia; Simona intanto è salita, l’ambulanza è arrivata in cinque minuti, e l’hanno portato al Niguarda, nonostante il parere contrario di mio suocero. Non c’era praticamente nessuno, solo codici bianchi vari: io e mia suocera siamo comunque rimasti dalle 23:35 fino alle 2 passate ad attendere ci dicessero qualcosa, poi ci siamo intrufolati dentro il pronto soccorso vero e proprio, dove abbiamo visto il paziente che al solito era impaziente, e alle 2:30 abbiamo avuto il referto: probabile sincope, il cuore al momento sembrava assolutamente sano, fare un elettrocardiogramma con calma e un Holter per maggiore sicurezza, ma comunque il paziente poteva venire dimesso.
Fortuna che Anna è molto più sveglia di me e si è accorta della cosa: io sono andato un po’ in palla, anche se fortunatamente non del tutto, e credo di avere avuto una botta di adrenalina niente male – solo che me ne sono accorto solo quando mio suocero ha ripreso conoscenza e la situazione sembrava sotto controllo, al che ho sentito il mio cuore battere all’impazzata mentre respiravo affannosamente.

Ultimo aggiornamento: 2009-07-04 16:04

Pedali contro il codice della strada? via i punti dalla patente!

A quanto pare, le ultime modifiche al codice della strada prevedono che se un ciclista commette un’infranzione [*] gli verranno tolti i punti dalla patente: ammesso che la patente ce l’abbia, naturalmente.
A quelli che plaudono alla nuova norma consiglio di aspettare ancora un po’: chissà che un vigile solerte, dopo averli visti attraversare a piedi col rosso, chieda loro i documenti per potergli levare i punti dalla patente…
In realtà la cosa è un po’ diversa da quello che sembra a prima vista, a leggere bene il testo che dice «Se il conducente è persona munita…(…) di patente di guida, nell’ipotesi in cui, ai sensi del presente codice, sono stabilite le sanzioni amministrative accessorie del ritiro, della sospensione o della revoca della patente di guida, le stesse sanzioni amministrative accessorie si applicano anche quando le violazioni sono commesse alla guida di un veicolo per il quale non è richiesta la patente di guida. In tali casi si applicano, altresì, le disposizioni dell’articolo 126-bis». Quindi non sono le semplici infrazioni al codice, per cui si continuerà a pagare la multa, ma quelle davvero gravi. La cosa mi pare comunque lo stesso stupida. Mettiamo che io stia andando in bicicletta ubriaco perso. Sono indubbiamente pericoloso, ma non certo come se io guidassi un’automobile con quel tasso alcolico in corpo, quindi in un certo senso sono meno irresponsabile. E poi di nuovo: anche se cammino da ubriaco posso fare del male a una persona, rovinandole addosso. Perché non mi tolgono la patente anche in quel caso?
[*] il primo lancio sulla Stampa aveva nel titolo “Infranzione” con una n in più :-)

Ultimo aggiornamento: 2009-07-03 15:42

tredici mesi fa

Tredici mesi fa, come avevo scritto a suo tempo, la mia azienda ci aveva detto che avrebbero spento da remoto i nostri PC la notte e nei weekend per risparmiare energia. Non l’hanno mai fatto… fino all’altro ieri; sono due giorni che trovo in effetti il PC spento.
La scelta di tempi è perfetta, visto che sono due giorni che al mattino non riesco a lavorare perché tutti gli aggiornamenti da remoto vengono necessariamente fatti dopo che ho riacceso il PC. E sembra che in questi giorni vogliano rimettermi su di tutto…

Ultimo aggiornamento: 2009-07-03 10:04