Archivi annuali: 2008

Silvie Berlusco, quomodo Latine loqui?

È vero che nel weekend l’unico quotidiano che ho letto è stato La Stampa, però mi sa che la notizia non è apparsa sui soliti giornali che scorro: la si trova solo sul quotidiano di famiglia, oltre che ad esempio sulla BBC dove stamattina l’ho letta. L’articolo britannico termina con “A trial for alleged fraud is set to resume after the legislative elections”, ma quelle sono le solite cattiverie comuniste, e non è di questo che voglio parlare.
In una delle sue interviste a braccio che tanto piacciono soprattutto ai corrispondenti esteri, il presidente latinista ha ricordato che a scuola dai salesiani era lui quello deputato a fare i discorsi in latino agli ospiti illustri (tipo i cardinali), e termina dicendo «Il mio latino dunque credo che mi permetterebbe anche un pranzo con Giulio Cesare». A parte i problemucci con l’italiano – avrebbe dovuto dire “Credo che il mio latino mi permetterebbe…” oppure “Il mio latino credo mi permetterebbe…” – e a parte la scelta di una persona il cui latino era piuttosto secco, mi chiedo quali voti in più dovrebbe portargli una simile affermazione. È forse convinto che l’elettore quadratico medio rimanga folgorato da tale sfoggio di (supposta) cultura? O non riesce proprio a fare a meno di farsi notare in ogni modo possibile e immaginabile? Il tutto, naturalmente, tralasciando la banale constatazione che probabilmente Silvio non capirebbe una parola di quanto Cesare pronunciasse, considerando che il latino che insegnano alle scuole italiane va appunto bene per parlare con i cardinali ma ha una pronuncia completamente diversa da quella probabile ai tempi dell’Impero sui fatali colli…

Ultimo aggiornamento: 2008-04-07 10:08

Il blackout dei sondaggi

La legge italiana vieta la pubblicazione di sondaggi nei quindici giorni precedenti le elezioni. Fin qua nulla di male, anche perché un sondaggio bene esposto può cambiare di molto le carte in tavola, convincendo molta gente che andare a votare è inutile.
Più precisamente, la legge 28/2000 all’articolo 8, comma 1 recita:
«Nei quindici giorni precedenti la data delle votazioni è vietato rendere pubblici o, comunque, diffondere i risultati di sondaggi demoscopici sull’esito delle elezioni e sugli orientamenti politici e di voto degli elettori, anche se tali sondaggi sono stati effettuati in un periodo precedente a quello del divieto.»
A me sembra chiaro che lo spirito della legge è di dire “non è che tu puoi fare un sondaggio sedici giorni prima del voto, tenertelo in saccoccia e pubblicarlo tre giorni prima del voto”. Però, se il sondaggio è stato reso pubblico prima dello stop ufficiale, non vedo nulla di male a lasciarlo pubblico. Per la PresConsMin, invece, non è così. Come potete vedere andando su www.sondaggielettorali.it, trovate questo avviso: «L’attività del sito www.sondaggipoliticoelettorali.it è sospesa in applicazione dell’art.8 della legge 22 febbraio 2000, n.28 e delle delibere dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni n. 33/08/CSP del 21 febbraio 2008, pubblicata sulla G.U. n.47 del 25 febbraio 2008 e n. 34/08/CSP del 6 marzo 2008, pubblicata sulla G.U. n.59 del 10 marzo 2008.. Sono andato anche a leggere la delibera del Garante, che continua a dire semplicemente “è vietato rendere pubblici o comunque diffondere i risultati, anche parziali, di sondaggi demoscopici sull’esito delle elezioni e sugli orientamenti politici e di voto degli elettori”. A questo punto tutte le mie notiziole sugli scenari possibili nelle varie regioni sono evidentemente fuorilegge, visto che sto “diffondendo” i risultati. C’è qualche avvocato che mi può fare da patrocinatore?
Ah, la legge 28/2000 è quella della par condicio. Una ragione in più per SilvioB per eliminarla.

Ultimo aggiornamento: 2008-04-07 08:01

Perché tanta voglia di rifare le schede elettorali?

Dopo Pizza che rivuole il simbolo e SilvioB (ma anche Di Pietro) che afferma che le schede elettorali inducono in confusione e devono essere rifatte, ecco alcune ipotesi che mi sono venute in mente per la Vera Ragione dietro questa richiesta.
– L’economia italiana sta rallentando, ma si può dare un forte impulso almeno alle tipografie, sperando che diventino il volano di un Nuovo Miracolo Economico.
– Per invogliare la partecipazione, all’elettore saranno mostrate cinque schede diverse e gli si chiederà di indovinare qual è quella corretta: simpatici gadget a chi indovina.
– Con tutte le schede che verranno stampate, cosa volete che sia scambiarne qualcuna nel segreto dell’urna elettorale?
– Le schede inutilizzate potranno essere riciclate come cartapesta, per coprire i cumuli di spazzatura nel napoletano.
Detto tutto questo, mi spiace molto notare come in questa nazione si facciano sempre delle preferenze (tranne quando si esercita il diritto di voto, ma questa è un’altra storia) e ci si dimentichi dei veri protagonisti.
Spero che qualche politico si inalberi contro le matite copiative.

Ultimo aggiornamento: 2008-04-06 22:17

L’ingorgo di Venaria

Oggi Anna e io eravamo a Usseglio, per festeggiare il compleanno della mia nipotina Laura. Una mezza faticaccia, visto che il viaggio richiede comunque due ore e mezzo. Sperando di evitare troppo traffico al rientro, siamo partiti alle 16:33 e alle 17:20 avevamo terminato il passaggio a fianco della Mandria, quando ci troviamo fermi in coda. Vabbè, penso, una ventina di minuti e superiamo il semaforo che porta al parco e alla reggia di Venaria.
No. Ci è voluta un’ora e mezzo a fare quel chilometro. Il tutto con un gruppetto di stronzi che ovviamente superava in contromano, e con la ciliegina sulla torta di tre vigili al semaforo che ammiravano il panorama, senza che nessuno di loro pensasse ad esempio a prendere la macchina e tornare indietro di tre chilometri invitando gli automobilisti a prendere la strada secondaria che passa dalla zona industriale di Ciriè (la zona la conosco, ma sono abituato appunto a code che si smaltiscono in un tempo relativamente ragionevole, e ho pensato che tornare indietro e fare il giro turistico sarebbe stato un po’ lungo).
L’unico che ci ha guadagnato è stato mio fratello, che è partito mezz’ora dopo ed è stato graziato da una mia telefonata. C’è sempre chi è più fortunello.

Ultimo aggiornamento: 2008-04-06 21:09

Porcellum ligure: un thriller

Dopo Umbria e Lombardia, termino il mio bucherellato giro d’Italia ai tempi del Porcellum con i risultati possibili in Liguria. Questa regione è una di quelle in bilico, ed effettivamente non saprei nemmeno consigliare a nessuno cosa fare.
Ho trovato due sondaggi relativi alla Liguria: secondo SWG (citata da il Velino, via Toqueville) il PdL e i suoi alleati avrebbero il 42.5% delle intenzioni di voto contro il 37.5% di PD+IdV, e nessun’altra forza supererebbe il quorum dell’8%. In questo caso i conti sono semplici: gli otto seggi da assegnare verrebbero spartiti 5 contro 3. (Come nota collaterale, guardate come il 55% del premio di maggioranza sia diventato il 62.5% grazie agli arrotondamenti). Secondo Ipsos, invece (citato da Destra di Popolo) al Senato PD+IdV avrebbe il 40.7% contro il 40.2 di PdL e alleati; inoltre anche Sinistra Arcobaleno raggiungerebbe il quorum, con un 8.8%, mentre l’UDC si fermerebbe invece al 5.7%. Il tutto corrisponderebbe a 5 seggi al PD, 2 al PdL e uno a SA. In genere, se la SA fa il quorum prenderà un seggio; chi vincerà tra i due grandi partiti ne prenderà cinque; l’altro grande partito ne prenderà due o tre a seconda del risultato della SA.
Per prima cosa, con un numero di indecisi che va dal 25 al 30% degli interpellati questi valori sono da prendersi molto con le pinze; ricordo anche che in Liguria l’1% dei voti equivale a circa 10000 persone. Dal punto di vista dei sostenitori di destra, quello che dice il loro leader Silvio B. è indubbio: un qualunque voto a Casini o alla Santanchè è contro di lui. Dal punto di vista del centro – io continuo a non vedere nulla di sinistra nel PD :-) – la situazione è anche chiara: il voto va a Uòlter, e per una volta il “ma anche” lo si lascia perdere. Dal punto di vista della sinistra, la situazione è molto più delicata: conviene dare il voto alla Sinistra Arcobaleno per assicurarsi il quorum, oppure rischiare di perdere il quorum ma contribuire a una vittoria possibile per il PD? Qua forse può essere utile la teoria dell’elettore marginale (vedi Sapere Lavoro). Guardate il terzo in lista PD e il primo SA (quello dell’Italia dei Valori non conta, non credo che supereranno il 10%…), decidete quale dei due buttereste per primo giù dalla torre, e votate per l’altro schieramento :-)
Aggiornamento: (7 aprile) C’è gente meno pigra di me. Su noiseFromAmerika avete tutta la situazione regione per regione. Un’altra tabellina riassuntiva la trovate qua (PDF).

Ultimo aggiornamento: 2008-04-05 17:15

musica molto digitale

Stamattina – ma non chiedetemi perché il link sembra essere di settembre – i miei amiconi di rep.it hanno raccontato di un’incredibile tecnologia per immagazzinare informazione musicale: per dare un’idea, un brano di clarinetto della durata di venti secondi sta tutto in un kilobyte, un centesimo dello spazio di un file MP3. Sarà falso? sarà vero?
In uno stranissimo sussulto di serietà, gli amici hanno intervistato nientemeno che Leonardo Chiariglione, che è uno che sicuramente di queste cose se ne intende, e soprattutto che le sa spiegare. È successo così che miracolosamente è diventato possibile capire almeno qualcosa in più: ad esempio che la tecnologia è sintetica (la “prestazione virtuale” secondo l’articolista), vale a dire che il suono viene generato a partire da una serie di informazioni. Chiariglione fa giustamente l’esempio del MIDI, che è un classico sistema sintetico: non so se ve ne siete mai accorti, ma un file MIDI è molto, molto, molto più piccolo di un MP3. Certo, ha anche un suono schifoso: ma questo è un particolare secondario, nel senso che di per sé il problema è che ti ci vuole molta informazione per creare un suono “bello”. Il clarinetto, tra l’altro, è uno strumento difficile da simulare, se non ricordo male, e quindi la performance degli scienziati di Rochester non è affatto da buttare.
Peccato che restino ancora un paio di punti che non sono affatto chiari. Il primo è banale: quanto è grande il “giradischi virtuale”? In parole povere, quanto spazio ci vuole per modellare uno strumento musicale? e quanto per modellare strumenti musicali simili ma non identici? Quando io sento parlare di questi sistemi di ultracompressione, mi viene sempre in mente la barzelletta dei matti che si spanciano dalle risate quando uno di essi dice un numero, perché sanno che corrisponde a una barzelletta ben specifica in un librone che si sono preparati a priori. Qua potrebbe tranquillamente essere la stessa cosa, soprattutto perché nell’articolo parlano anche di sintetizzazione di voce umana, che è ben più difficile da riprodurre… senza parlare dei vantaggi che potrebbero esserci nell’uso di questa tecnologia nelle conversazioni telefoniche. Il secondo punto è che mi chiedo se abbiano letto il comunicato ufficiale dell’Università di Rochester, e soprattutto la data di pubblicazione :-) Poi intendiamoci: in effetti a Las Vegas si sta tenendo ICASSP 2008 e martedì scorso Bocko e i suoi colleghi hanno effettivamente presentato l’articolo in una sessione poster… quindi magari sono io a pensare male. Ma mi sa che dovrò chiedere al mio amico Ugo di verificare sui proceedings dell’ICASSP :-)

Ultimo aggiornamento: 2008-04-04 22:33

Lo Zecchino d’Oro patrimonio dell’umanità

La notizia era apparsa su qualche quotidiano il primo d’aprile, ma si direbbe vera visto che c’è anche sul sito dell’Antoniano (e datata 28 marzo). Domani pomeriggio l’Unesco consegnerà ufficialmente all’Antoniano di Bologna una targa che attesta che lo Zecchino d’Oro fa parte del programma UNESCO “Patrimoni per una cultura di pace”.
Non che abbia qualcosa di particolare contro i frati dell’Antoniano o il mago Zurlì, ma non è che l’Unesco abbia qualcosa di meglio da fare che premiare gli spettacoli?

Ultimo aggiornamento: 2008-04-04 14:30