Archivio mensile:Febbraio 2008

Il mio Gmail non si sente bene

Stamattina d’un tratto Gmail ha deciso di non funzionare, nel senso che se clicco sopra un messaggio non me lo apre, se provo a cliccare su un folder non me lo apre, eccetera eccetera. Però ad esempio se clicco su “seleziona tutto” vengono effettivamente selezionati tutti i messaggi: quindi sono solo relativamente poche le azioni che non fa. Peggio ancora, se ad esempio posiziono il puntatore su un messaggio, questo si trasforma in un ditino, proprio come un link: è solo il clic che non fa nulla.
Ho provato la tecnica dell’informatico: nulla. Ho disabilitato Better Gmail: nulla.
Sempre peggio: facendo uno strano giro per arrivare ai setting gmail (mica posso cliccare sulla pagina!) mi arriva questo minaccioso messaggio:
We’re sorry, but your Gmail account is currently experiencing errors. You won’t be able to use your account while these errors last, but don’t worry, your account data and messages are safe. Our engineers are working to resolve this issue.
ma se uso (ehm…) Internet Explorer funziona tutto.
Mo’ che faccio?
Aggiornamento: (21 febbraio) Lunedì era tutto a posto, ma stamattina è di nuovo bloccato. Giovedì Guai Gmail, insomma.

Ultimo aggiornamento: 2008-02-14 09:55

Codette di pagliuccia

Leggo da Alberto Biraghi che l’ufficio stampa del PD non è affatto d’accordo sul chiamare le consultazioni interne per scegliere i candidati alle prossime politiche “primariette”. Cito verbatim:
«Il termine ‘primariette’ non ci appartiene e dipende esclusivamente da una scelta del giornalista che, con tale termine, esprime anche un giudizio, che noi stigmatizziamo, su un importante strumento democratico con cui il partito sta completando il suo processo costituente, anche in vista della prossima tornata elettorale».
Repubblica, sempre fedele alla linea, si è subito allineata al diktat uolteriano: come si può ora leggere, adesso l’articolo recita «Primarie, no meglio “primariette”. Anzi, per correttezza è più giusto chiamarle “consultazioni”». Il maanchismo, insomma, stavolta si perde del tutto.
Eppure il De Mauro, alla voce “-etto”, recita è usato produttivamente con valore diminutivo, a volte con connotazione affettiva e solo più in basso aggiunge può assumere talvolta connotazione ironica o, anche, spregiativa. Personalmente, quando ieri ho visto il termine, l’ho subito adottato pensando a parole come “superette” ((piccolo supermercato) e ritenendo che corrispondesse perfettamente alla valenza di “piccole primarie”, senza alcun intento ironico. Però vedere questa piccata presa di posizione mi fa immaginare che al loft del PD non siano così paciosi e felici come vorrebbero far credere: a questo punto credo che non mi periterò di usare la parola come vogliono loro :-)

Ultimo aggiornamento: 2008-02-13 08:58

La posta in gioco (libro)

[copertina] La posta in gioco è stato il titolo della rubrica settimanale dei giochi su La Stampa (ora purtroppo scomparsa). Con lo stesso nome, Stefano Bartezzaghi ha scritto questo libro (Stefano Bartezzaghi, La posta in gioco, Einaudi ET Pop 2007, pag. 254, € 12, ISBN 978-88-06-18653-1) che raccoglie alcuni dei temi trattati in quegli anni, rivedendoli per evitare i problemi dovuti all’allora attualità che non è più attuale e cercando di dare un’aria un po’ più omogenea rispetto a quanto pubblicato all’epoca. Non che ci sia riuscito più di tanto, visto che per nostra fortuna Bartezzaghi è un digressore nato! Ma oltre ai giochi c’è la “parte seconda”, in realtà una grande appendice, che si intitola “Le poste in gioco” e parla di alcuni dei più grandi giocologi… che scambiavano lettere con i solutori dei loro giochi. Si va così da Lewis Carroll a Giampaolo Dossena, passando per Martin Gardner e per i Wutki, e questo libro è probabilmente l’unico da cui potrete sapere qualcosa di loro.

Ultimo aggiornamento: 2008-02-12 17:33

Dichiarazione di voto

Tra due mesi si vota per le politiche. Voi sapete già cosa farete? Io sì. Andrò al seggio, e annullerò con molta cura le schede. Potrei forse (forse) cambiare idea se qualche partito decidesse di non presentare i suoi maggiorenti in più di una circoscrizione, e chiedesse almeno ai suoi iscritti in che ordine mettere i candidati sulla lista, ma non è nemmeno detto.
Nulla di strano: due anni fa mi ero detto “questa è l’ultima volta in cui vado a votare senza potere indicare chi preferisco”, e cerco di rimanere coerente. Né me ne può fregare di meno degli alti lai di quelli che, sapendo che le mie preferenze non sono certo per l’attuale centrodestra, mi diranno che così faccio il gioco di Silvio. Tanto non è che il governo Prodi II abbia fatto chissà che cosa per me.
A chi mi ha già detto “perché non vai semplicemente in gita” rispondo che per me andare a votare è un dovere civico. È un po’ come la barzelletta di quello che racconta che quando sta male va dal medico e poi dal farmacista perché anche loro devono pur vivere, e una volta arrivato a casa butta via le medicine “perché devo vivere pure io!”. A questo punto non mi aspetto nulla dalla classe politica italiana, ma la Costituzione la rispetto ancora… io.

Ultimo aggiornamento: 2008-02-12 13:00

Ratzinger e il doppio rito

Credo che la grande maggioranza dei miei lettori vada dall’agnostico all’ateo duro e puro, con poi qualche frangia che professa una religione diversa dalla cattolica. Vabbè, mettetela così: quello che vi dico qua è un po’ diverso da quello che leggete (o evitate di leggere) nei giornali, e comunque non mi offendo più di tanto se saltate a piè pari.
Sta ricomparendo in rete, dice wXre, la risposta che l’allora cardinale Ratzinger diede nel 2003 a Heinz-Lothar Barth, professore di filologia classica di posizioni lefebvriane sulla possibilità di un doppio rito romano, quello della messa “standard” e il vecchio rito di Pio X di cui raccontavo qualche giorno fa la nuova preghiera per gli ebrei.
La risposta in questione (in inglese, con il testo originale in tedesco) la trovate qui. Da un certo punto di vista, mi consola il fatto che l’anno scorso avevo visto giusto: non ha senso avere due riti romani diversi, e questo lo sa bene anche Benedetto XVI, che non è stupido. Il punto è che per l’attuale papa bisogna praticamente tendere a ritornare al vecchio rito, giusto con qualche modifica cosmetica (nuove feste cattoliche, qualche prefazio in più, la “preghiera dei fedeli” che però dev’essere con formule fisse, e più letture bibliche – ma “non troppe”).
Si noti che la rivoluzione del Concilio partiva da una serie di punti fissi: più compartecipazione tra celebrante e popolo – il prete non è il mediatore tra Dio e il volgo, ma il pastore che guida i fedeli, e più attenzione alla Parola di Dio, leggendo molta più Bibbia che prima, e leggendola nella lingua che il popolo poteva comprendere. Riforme che tendevano molto a un avvicinamento al primo luteranesimo, e che forse proprio per questo sono viste come il fumo negli occhi dal bavarese Ratzinger. Il punto è che il suo arroccamento esoterico potrà forse portare a un compattamento dei fedeli, ma semplicemente per una loro scrematura molto peggiore di quello che si è avuta negli ultimi decenni. E il “pochi ma buoni”, per una chiesa che ha come missione quella di essere universale, non mi pare proprio una bella cosa.
(via il piccolo Zaccheo)

Ultimo aggiornamento: 2008-02-12 10:11

colpa dell’avvocato

accessi al blog nelle ultime settimane Ieri ho sfondato di botto il muro dei mille accessi al blog (il sito ne fa molti di più, ma c’è tanta roba). Per la precisione, lloogg mi dà 1218 accessi contro un record precedente di 862 e una media mobile sui quaranta giorni di 432 accessi. Anche tenendo conto che la media viene abbassata per colpa dei weekend, significa che ieri c’è stato più del doppio di accessi rispetto al solito.
Bello? Macché. Quasi i due terzi degli accessi (non ho qui a disposizione i dati di feedburner, ma ieri sera erano già più di 700) sono stati per questa singola notiziola sul phishing dell’avvocato Gentiloni, che nel weekend deve avere avuto un altro lancio in piena regola – e senza nemmeno cambiare un po’ i dati. A parte continuare a pensare che se questo piccolo sito è considerato da google come il più affidabile per la spiegazione significa che i produttori di antivirus non sanno fare il loro lavoro, il secondo risultato è stato che i visitatori abituali sono scesi al 12% del totale, contro una media del 22% e un risultato tipico (quando non scrivo nulla di particolare, insomma) del 30%. In pratica, una serie di mordi-e-fuggi. Che ci guadagno, allora? Niente :-(

Ultimo aggiornamento: 2008-02-12 08:51

È morto Angese

E se non sapete chi era, vi siete persi un pezzo di vita. (E nel gruppo mi ci metto anch’io, che come molti non ha più pensato a lui non vedendo le sue vignette nei giornali)

Ultimo aggiornamento: 2008-02-11 20:51

Miracoli dell’Ecopass

Oggi sul sito del comune di Milano l’assessore Croci esulta mostrando i risultati del primo mese di Ecopass.
È bello sapere che c’è qualcuno felice. (A me la cosa non fa né caldo né freddo, non vado in centro in macchina, e anche se ci andassi non pagherei). Il comunicato stampa è anche pieno di numeri, percentuali e statistiche che sono evidentemente messe lì allo scopo di intimidire il povero lettore: ma che succede se andiamo a leggere un po’ più attentamente? Vediamo un po’ di frasi.
Rispetto al periodo pre Ecopass i veicoli in ingresso nell’area Ecopass sono diminuiti del 24,5%. Qual è il “periodo pre-Ecopass”? il mese di dicembre 2007, quando c’è stato il solito caos di tutti i dicembri milanesi? Io avrei fatto il confronto con il mese di gennaio 2007
Nel mese di gennaio il traffico nel resto della città è diminuito del 12,5% Di nuovo (a parte come hanno fatto a calcolare il traffico), rispetto a quando?
Gli introiti complessivi derivanti da tali attivazioni relative al mese di gennaio sono di circa 2,5 milioni di euro. Verissimo, immagino. Ma naturalmente è da calcolare quale parte degli abbonamenti è stata effettivamente utilizzata. Anche nella migliore delle ipotesi, un pass da cinquanta ingressi non è stato usato più di venti volte: nei mesi prossimi ci sarà un ovvio calo degli introiti.
tra il mese di gennaio 2007 e 2008, si evidenzia una riduzione a Milano di 15 microgrammi per metro cubo, pari al 20%, rispetto a una riduzione di 9 microgrammi per metro cubo, pari all’11%, registrata nell’area critica. Notate che per la prima volta si fa un confronto esplicito rispetto al mese corrispondente dell’anno scorso. Però notate anche che una riduzione, ancorché minore, anche nel resto della Lombardia. Gente che ha lasciato a casa la macchina perché non poteva entrare in centro a Milano? No, probabilmente più pioggia che ha abbassato la concentrazione di PM10 (soprattutto dopo che a Milano si sono accorti che prima di pesare i filtri bisognava farli seccare :-) ). Tanto che, subito dopo, si scrive
Per quanto riguarda le concentrazioni di ossidi di azoto, parametro che non subisce l’influenza della pioggia, nel periodo di applicazione del provvedimento si nota una chiara relazione tra la riduzione delle emissioni e la diminuzione delle concentrazioni in Centro, rispetto al resto della città.. Sarà chiara, ma i numeri casualmente non ci stanno.
Intendiamoci, potrei pensare male e sbagliarmi di botto nell’interpretazione di questo bel comunicato stampa. Avessi trovato le statistiche complete, avrei potuto commentare con cognizione di causa. Magari le statistiche ci sono anche, nascoste da qualche parte nel sito: però non sono linkate da quella pagina… come sempre, la colpa non è degli assessori ma del webmaster.
Aggiornamento (ore 22): guardando il pdf del rapporto si scopre che il periodo di riferimento è quello delle due settimane 22-26 ottobre e 12-17 novembre. Si salta quindi il periodo dicembrino: non so comunque quanto siano dati comparabili. I flussi fuori dalla zona Ecopass sono stati calcolati, sempre in quel periodo, con “223 sezioni di monitoraggio in continuo”. Qua insomma devo dare abbastanza ragione a Croci.
Sui proventi, affermano candidamente che non si sa appunto quanto possa essere il totale annuo. Per il PM10, i dati in realtà non sono confrontabili con l’anno scorso, visto che hanno spostato una centralina; i “15 µg/m3” di riduzione sono in realtà 12 nella centralina interna alla zona Ecopass (per l’altra, i dati non sono confrontabili). Inoltre, la media di 9 µg/m3 nelle centraline esterne è formata tra l’altro da un calo di 21 microgrammi a Meda e un aumento di 1 microgrammo a Limito: insomma, i dati sono così variabili che non si può dire nulla sulla differenza tra Milano e l’esterno. D’altra parte persino il rapporto afferma che non si può ancora dire nulla di preciso… Infine l’ossido di azoto. Qua si arriva davvero al ridicolo. Nel gennaio 2007, la “concentrazione media feriale diurna” di NOx misurata nella stazione all’interno della zona Ecopass è stata di 173µg/m3. Nel gennaio 2008, è stata di 251µg/m3. Esatto: il 40% in più. Cosa hanno fatto allora per nascondere quei dati? Hanno considerato i valori misurati nella stazione fuori della zona Ecopass, che erano rispettivamente 175 e 282 microgrammi per metro cubo. Invece che notare come la situazione sia peggiorata globalmente, hanno disegnato delle bellissime tabelle per mostrare come nella zona Ecopass i risultati siano migliorati del 20% rispetto alla zona fuori dall’Ecopass. Quei diagrammi gridano vendetta al cospetto dei dio dei matematici.

Ultimo aggiornamento: 2008-02-11 16:04