Archivi annuali: 2007

libera unità

Domani l’Unità non sarà in edicola. Nel sito, che oggi non è aggiornato appunto per lo sciopero, c’è banalmente un comunicato che dice “L’assemblea dei giornalisti ha deciso di scioperare venerdì 14 dicembre in relazione all’assetto proprietario de l’Unità”. Frase abbastanza sibillina, non c’è dubbio. Quello che ci sta dietro è che l’Unità sta per essere venduta alla Tosinvest, simpatica azienda che ha deciso di fare l’editore ed è partita con… Libero. Ah, a dire il vero ha anche comprato Il Riformista, noto giornale che è l’eccezione che conferma la regola nomen omen, e dove il Grande Vecchio Emanuele Macaluso non ha perso occasione per togliersi qualche sassolino verso i suoi ex compagni. Aggiungo che a destra (Panorama) dicono che ci sono dei cattivoni (Unicredito) che non vogliono più prestargli soldi per comprare nuovi giornali.
Che aggiungere? Macaluso ha ragione quando si chiede (retoricamente, mi sa) perché l’Unità è alla frutta, però si dimentica di notare come tutti i quotidiani, salvo forse quelli “grandi” (per l’Italia, all’estero sarebbero comunque medio-piccoli), sono in sofferenza. Il punto che la colpa non è certo dei blogh :-) ma nemmeno della free press o della televisione, o di Internet in generale. È banalmente del fatto che il giornale come mero contenitore di notizie non ha più senso, e quindi bisogna fare qualcosa di diverso: magari vere inchieste – Report, in televisione, continua ad essere visto; magari andare sul grandguignolesco – Libero è in attivo…
Oppure si prende atto della cosa, e i giornali diventeranno man mano in mano ad editori (generalmente con tendenze più o meno destrorse) che vedranno le perdite finanziarie alla stregua di un investimento come un altro per pubblicizzare il proprio pensiero, vedi ePolis che ormai è un house organ per Marcello dell’Utri. Basta saperlo in anticipo.
PS: via Alessandro Gilioli ho trovato la storia vista direttamente dai giornalisti dell’Unità. Vedi anche OneMoreBlog.

Ultimo aggiornamento: 2007-12-14 14:07

Biglietto di Natale – parte 2

Riassunto della puntata precedente: quest’anno, a differenza del passato, ATM non ha emesso il biglietto di Natale.
Ieri sera era impossibile contattare il server ATM, che probabilmente era intasato per il traffico web natalizio.
Stamattina finalmente il server è ripartito, e ho potuto spedire la mia domanda, molto sintetica come di mia abitudine:
Oggetto: biglietto di Natale – come mai quest’anno non è stato emesso?
La risposta (immediata, non c’è nulla da dire al riguardo) è stata questa:
Egregio Signore,
le ricordiamo che è il Comune di Milano a stabilire convenzioni o iniziative.
ATM si attiene alle disposizioni date.
Distinti saluti.
Tralasciamo il “le ricordiamo che” – la mia domanda mi sembrava assolutamente neutra, ma si vede che qualcuno all’Ufficio Relazioni Clienti si è svegliato molto male stamattina. Facciamo finta di tralasciare che negli anni scorsi ATM si era ben guardata di dire che l’iniziativa era stabilita dal Comune di Milano (basta vedere la campagna 2006): in fin dei conti è un’usanza tipica italiana quella di prendersi tutti i meriti in proprio e rifilare i demeriti agli altri. Però a questo punto mi è venuto l’uzzolo: vado alla caccia di un indirizzo email del Comune di Milano e continuo la mia “inchiesta giornalistica” in esclusiva :-)

Ultimo aggiornamento: 2007-12-14 10:20

Per ATM quest’anno non è Natale

Negli anni passati ATM aveva una bella iniziativa per il periodo natalizio (da sant’Ambrogio all’Epifania): il “biglietto di Natale”. Con due euro e mezzo si poteva girare per l’intera giornata sulla rete urbana milanese: e nei giorni festivi il biglietto valeva per due persone, il che indubbiamente cominciava ad essere davvero conveniente – a parte che non riesco a vedere comunque la convenienza di prendere un’automobile per andare in centro a Milano. Anna e io abbiamo spesso sfruttato quel biglietto, che era effettivamente comodo.
Quest’anno, però, ATM si è “scordata” di emettere quel biglietto. Il problema non è certo che ormai i biglietti sono tutti magnetici: già l’anno scorso il biglietto era magnetico, e l’unica cosa da ricordarsi era di passare dal gabbiotto la domenica, per farlo vedere all’addetto ed entrare in due. Adesso provo a scrivere allo “sportello online“: se la pagina si aprirà – cosa che al momento non succede – il messaggio verrà salvato e qualcuno mi risponderà, vi farò sapere :-)
(ah, domani c’è uno sciopero per tutta la giornata, tranne le fasce protette. Sono i Cobas, e quindi le metropolitane dovrebbero girare, ma non dite che vi ho avvisati)
Aggiornamento: (14 dicembre) ATM ha risposto. Vedi post successivo.

Ultimo aggiornamento: 2007-12-13 16:47

Wintersmith (libro)

[copertina]Tiffany Aching cresce, e compie tredici anni. Da buona preadolescente, si mette immediatamente nei casini, facendo in modo che l’Inverno si innamori di lei, scambiandola per l’Estate. In questo libro a metà tra il Discworld per ragazzi e quello standard (Terry Pratchett, Wintersmith, Corgi 2007 [2006], pag. 352, Lst 6.99 , ISBN 9780552553698), la storia parte piuttosto lentamente, e la prima metà del libro non è nulla di eccezionale. Fortunatamente nella seconda parte ingrana molto bene, e Pratchett, oltre che fare vedere come al solito il mondo in maniera diversa da quella a cui siamo abituati, lo fa anche in maniera deliziosamente umoristica. Ho accennato qui sul blog alla spiegazione del Limbo: ma sono certo che gli esperti del Discworld si piegheranno in due come ho fatto io leggendo alla penultima pagina della grandissima prova di eroismo di Rob Anybody.
Resta la preoccupazione per il futuro dello scrittore, cui è stato appena diagnosticata una rara forma di Alzheimer (vedi la BBC).

Ultimo aggiornamento: 2007-12-13 13:28

accaparramenti

Lo sciopero degli autotrasportatori ha mostrato ancora una volta come funziona la mentalità italiana.
Non voglio parlare del fatto che il presidente di Fai Conftrasporto Paolo Uggè sia deputato di Forza Italia oltre che sottosegretario ai trasporti nella scorsa legislatura: al limite potrei celiare sul fatto che un appartente a un partito sedicente liberista si lamenti della concorrenza dei camionisti dell’Est, ma non ne vale la pena.
Non voglio nemmeno parlare della filosofia “just in time” che la Fiat ha adottato da vari lustri, che probabilmente fa risparmiare qualche soldo azzerando i magazzini ma ha come risultato che dopo due giorni di blocco gli stabilimenti devono chiudere per mancanza di materie prime – non certo roba deperibile.
No, quello di cui voglio parlare sono le code ai benzinai, e va ancora bene che non ci sia stato l’accaparramento dello zucchero come a fine 1990 per la paura della guerra del Golfo. Non sono ancora riuscito a capire quale sia il motivo principale della corsa all’accaparramento: se c’è una paura atavica di rimanere senza potere usare la propria automobile, se sono i telegiornali a iniziare a raccontare delle code ai distributori e a far partire così l’effetto valanga nel popolo bue, o perché c’è un riflesso pavloviano indipendente da tutto questo. È chiaro che quella della penuria di benzina diventa così una profezia che si autoavvera: le scorte che normalmente sarebbero tranquillamente bastate per una settimana diventano immediatamente insufficienti, e chi si trova casualmente quasi a secco e ha bisogno dell’auto è costretto a mettersi in coda anche lui, e probabilmente a smadonnare. Se devo dirla tutta, però, mi sembra proprio che questa sia la perfetta metafora che rappresenta gli italiani: popolo di santi, poeti, navigatori, allenatori della Nazionale e sgomitanti per essere in prima fila.

Ultimo aggiornamento: 2007-12-13 11:32

involontario?

passera Non so a cosa stesse pensando chi ha preparato il titolo di questo articolo (che tra l’altro è di tre giorni fa… strano che le mie abituali letture non mi abbiano fatto notare prima questa chicca).
Però sono certo che o è davvero un Puro oppure dovrebbe essere assunto per scrivere i testi dei nostri spettacoli televisivi. Mi sembra che sarebbe un netto miglioramento.
(grazie a layos per la segnalazione)
Aggiornamento: (16 dicembre) Yuri mi fa notare come qualcuno alla fine si sia accorto del doppio senso, e adesso la seconda parte del titolo, invece che “Darla a loro sarebbe come buttarla via” è un asettico “Airone progetto a lungo termine”.

Ultimo aggiornamento: 2007-12-13 09:28

parole matematiche: cardinale

(la lista delle parole matematiche si trova qua!)
I cardinali, intesi come gli alti prelati della chiesa cattolica, sono così comuni in Italia che penso chiunque abbia sentito nominare il termine. Magari però a molti di loro non è mai venuto in mente di scoprire da dove giunga questa parola, e men che meno immaginano che anche i matematici hanno i loro cardinali!
L’origine della parola è latina: cardus significa “appoggio, cardine”, proprio come quelli su cui una porta gira su se stessa. Poi, per un torinese come me, il cardo è la strada principale di un accampamento romano, assieme al decumano che gli è perpendicolare… ma qua andiamo un po’ fuori dal seminato. Quello che conta è che “cardinale” sta a significare come senso traslato “qualcosa di fondamentale”: i cattolici, oltre ai prìncipi della Chiesa, parlano anche di virtù cardinali – prudenza, fortezza, giustizia e temperanza, da non confondersi con fede, speranza e carità che sono virtù teologali – mentre i cartografi parlano di punti cardinali.
I matematici sono arrivati molto più tardi a sfruttare il nome: bisogna infatti aspettare la seconda metà del XIX secolo, quando sono iniziati tutti i dibattiti sui fondamenti della matematica e si è iniziato ad osservare piu attentamente i numeri naturali. Ci si è così accorti che da una parte i numeri potevano essere visti nel loro ordine appunto naturale (primo, secondo, terzo…), e hanno chiamato quei numeri ordinali; ma potevano anche essere visti ciascuno per conto proprio, guardando la loro grandezza. In questo caso, probabilmente, hanno ritenuto che questo fosse il concetto fondamentale, e così nel 1865 è entrato nel linguaggio matematico il termine “numero cardinale”. Poi è arrivato Georg Cantor, che ha deciso che i cardinali potevano anche essere infiniti, e quindi i cardinali intesi come numeri si sono espansi più dei cardinali intesi come prelati. Addirittura, una volta che i logici si sono fatti prendere la mano, sono nati concetti astrusi come quello dei cardinali inaccessibili, che possono esistere ma non si possono definire come limite di altri cardinali; insomma, qualcosa di evanescente, anche perché dipende da una serie di assiomi che si vuole accettare come veri. Un bel salto, a partire dal significato iniziale: non trovate?

Ultimo aggiornamento: 2007-12-12 12:09

genfavicon, symbaloo

Se non lo sapete, la favicon è il disegnino che appare a fianco dell’indirizzo del sito che state visitando… almeno con Firefox. Insomma, una cosa assolutamente inutile, e per questa stessa ragione interessante da avere. Se volete crearvene una, Genfavicon fa proprio al caso vostro. Caricate un’immagine, selezionate il pezzo che vi interessa, scegliete la dimensione e voilà. Oltre che come file .ico, potete anche scaricarvi un .jpg, da usare magari come avatar per i siti che permettono di mettere un disegnino vicino al vostro nome.
Il secondo sito che vi presento oggi è Symbaloo, una pagina iniziale molto stile web2.0, con tutte le iconcine che si spostano qua e là a vostro piacere. Purtroppo non c’è una versione italiana; in compenso uno può scegliere se fare login oppure andare avanti con i cookie e quindi personalizzarla solo sul proprio pc. A me non dice molto, ma magari a qualcuno piace.

Ultimo aggiornamento: 2007-12-12 11:23