Domani l’Unità non sarà in edicola. Nel sito, che oggi non è aggiornato appunto per lo sciopero, c’è banalmente un comunicato che dice “L’assemblea dei giornalisti ha deciso di scioperare venerdì 14 dicembre in relazione all’assetto proprietario de l’Unità”. Frase abbastanza sibillina, non c’è dubbio. Quello che ci sta dietro è che l’Unità sta per essere venduta alla Tosinvest, simpatica azienda che ha deciso di fare l’editore ed è partita con… Libero. Ah, a dire il vero ha anche comprato Il Riformista, noto giornale che è l’eccezione che conferma la regola nomen omen, e dove il Grande Vecchio Emanuele Macaluso non ha perso occasione per togliersi qualche sassolino verso i suoi ex compagni. Aggiungo che a destra (Panorama) dicono che ci sono dei cattivoni (Unicredito) che non vogliono più prestargli soldi per comprare nuovi giornali.
Che aggiungere? Macaluso ha ragione quando si chiede (retoricamente, mi sa) perché l’Unità è alla frutta, però si dimentica di notare come tutti i quotidiani, salvo forse quelli “grandi” (per l’Italia, all’estero sarebbero comunque medio-piccoli), sono in sofferenza. Il punto che la colpa non è certo dei blogh :-) ma nemmeno della free press o della televisione, o di Internet in generale. È banalmente del fatto che il giornale come mero contenitore di notizie non ha più senso, e quindi bisogna fare qualcosa di diverso: magari vere inchieste – Report, in televisione, continua ad essere visto; magari andare sul grandguignolesco – Libero è in attivo…
Oppure si prende atto della cosa, e i giornali diventeranno man mano in mano ad editori (generalmente con tendenze più o meno destrorse) che vedranno le perdite finanziarie alla stregua di un investimento come un altro per pubblicizzare il proprio pensiero, vedi ePolis che ormai è un house organ per Marcello dell’Utri. Basta saperlo in anticipo.
PS: via Alessandro Gilioli ho trovato la storia vista direttamente dai giornalisti dell’Unità. Vedi anche OneMoreBlog.
Ultimo aggiornamento: 2007-12-14 14:07