Archivi annuali: 2007

Ian Stewart a Torino

Sempre per la serie “presentazioni varie”, ho appena saputo da uno dei miei ventun lettori che Ian Stewart sarà a Torino (Colosseo, 6 dicembre, 17:45) per ritirare il premio Peano per il miglior libro di divulgazione matematica, e tenere un incontro per i Giovedì Scienza («Sei Gradi di Separazione. La teoria delle reti dai computer alla biologia». Si vede che ormai Jack Cohen l’ha rovinato del tutto :-) )
Onestamente, il libro vincitore (Lettere a una giovane matematica) non è che mi sia piaciuto troppo; avrei piuttosto votato per il suo L’assassino dalle calze verdi, ma mi sa che i libri di problemi logico-matematici non sono considerati “divulgazione”. Però potrebbe essere interessante, anche se prima devo convincere Anna che si può prendere un treno per Torino alla vigilia di Sant’Ambroeus…

Ultimo aggiornamento: 2007-11-23 14:13

Terry Pratchett (presentazione)

Dopo la presentazione tenuta a Bologna (trovate la recensione da BolsoBlog: è fatta molto meglio della mia, quindi se avete fretta andate a leggere lui) ieri Terry Pratchett era a Milano, presso la libreria Mondadori di via Marghera, ufficialmente per presentare Stelle cadenti che è appena stato tradotto da Salani.
Essendo la presentazione alle 18:30, sono arrivato alle 18:10; metà delle sedie erano già occupate, e le altre hanno trovato un proprietario in cinque minuti. Alla fine, quando Pterry è arrivato (con una ventina di minuti di ritardo) oltre alla sessantina di persone sedute ce n’erano almeno altrettante in piedi o per terra, compreso qualche lettore delle mie notiziole che si appaleserà sicuramente tra i commenti – eccetto MdI, che si sa che la sua religione glielo vieta. C’era solo un cappello da Wizzard; in compenso molti libri, con una proporzione direi quattro contro uno tra inglese e italiano, nonostante l’hint del banchetto di libri in fondo alla sala; alcuni dei libri in italiano erano poi copie di Buona apocalisse a tutti che è edito dalla concorrenza…
L’introduzione di Ranieri Polese è stata molto breve, per lasciare spazio a Pratchett. Terry ha una voce molto acuta, che non mi sarei aspettato. Parlava abbastanza lentamente; io, che considero l’inglese puramente una lingua scritta, capivo sui due terzi del tutto. Interessante comunque notare come tutti ridevano direttamente alle battute in inglese; o abbiamo una generazione di anglofoni convinti, oppure sono tutti molto bravi a seguire la mimica. La parte della “cacca di cavallo”, compresa la storia di lui bambino povero che non aveva gli acquarelli con oro e argento e doveva pagare un penny ai bambini più ricchi per potere intingere il pennello nei loro colori, è stata uguale a quella bolognese: da noi ha detto in più che stava pensando di usare “Cacca di cavallo” all’interno di un qualche libro del Discworld. Altre informazioni:
– L’anno prossimo festeggerà il venticinquesimo anniversario del Discworld non scrivendo un libro della saga. Vorrebbe scrivere un libro per bambini non-discworld “perché ci si può mettere dentro roba truculenta, e gli editori sono felici”.
– Gli piacerebbe fare un romanzo Discworld sul mondo del calcio, anche se afferma di essere nato senza il gene calciofilo e quindi ha dei problemi a capire il piacere delle lotte.
– Nonostante sia coautore di vari libri (Good Omens, The Science of Discworld…) si ritiene uno scrittore solitario. A una mia domanda su come si fosse trovato a scrivere con Jack Cohen e Ian Stewart, ha raccontato delle rispettive lauree honoris causa alla University of Warwick e alla Unseen University, compreso il latinorum che si traduceva più o meno come “per avere una capigliatura simile a quella di Albert Einstein”.
– I suoi personaggi preferiti sono Tiffany Aching, Granny Weatherwax, e soprattutto Vimes. Per la prima, si aspetta che in breve diverrà strega a tempo pieno, quindi finirà la saga dei Wee Free Men; sugli altri due dice che gli piace il contrasto tra loro che si ritengono misantropi mentre in realtà non lo sono. Si sente anche simile a Vimes.
Il giro finale di firme è stato con la gente che praticamente si inginocchiava, visto che Pratchett era seduto… in un certo senso un degno finale.

Ultimo aggiornamento: 2020-05-29 12:39

conferme

Avete presente le intercettazioni sull’inciucio Rai-Mediaset? sì, quelle che sono state tirate fuori per impedire che il Partito del Popolo possa raggiungere il 35% dei voti che i sondaggi gli stanno già dando? Bene, Paolo Guzzanti scrive su Il Giornale, e riblogga a casa sua, i suoi ricordi: che quando era a La Stampa c’erano le telefonate serali per mettere a posto tutte le prime pagine e non solo dei giornali per uniformarsi; e prima sul “quadridente” Repubblica, Espresso, Raitre e Tg3. Occhei, questo quadridente era al massimo un bidente, visto che Repubblica ed Espresso erano della stessa proprietà, così come Raitre e Tg3; ma “bidente” probabilmente non era una bella parola. Per il resto, ricordo anch’io Paolo Liguori, che nella sua rubrica televisiva “Fatti e misfatti” continuava a tuonare contro l’uniformismo delle prime pagine dei principali quotidiani italiani, e gli si doveva dare ragione.
Detto tutto questo, uno potrebbe anche rallegrarsi per il coming out di Guzzanti, che rievoca «Quando ero a Repubblica (di cui sono stato un fondatore, redattore capo e inviato per 14 anni) assistevo ammirato alla formazione del quadridente» e che giunto a un’età in cui si fanno i primi bilanci decide di confessare i propri peccatucci e peccatoni di gioventù. Peccato che non sia così. Tutta la tiritera guzzantesca serve solamente a cercare di coprire quanto è emerso dalle intercettazioni; non solo con il sistema “tutti delinquenti, nessun delinquente” tanto caro al buonanima del Bettino Craxi, che a far così sono capaci tutti, ma con il capovolgimento di fronte “oggi non è successo nulla: ma gli altri avevano invece fatto così per davvero” del quale in questi anni abbiamo avuto altri fulgidi esempi. Per me questa è la miglior conferma della realtà di quello che è capitato in Rai.

Ultimo aggiornamento: 2007-11-23 09:58

basta non avere fretta

A Milano è tornata la Fiera Campionaria. A dire il vero è tornata a Rho, ma qua è vietato sottilizzare.
Ovviamente qualche marchettarticolo bisogna pure scriverlo, perché il volgo sappia delle Grandi Novità. Così rep.it ci dice che hanno inventato la “casa da 100000 euro”, a cui è associato lo slogan “50 mila li paghi tu, 50 mila li paga il sole”: la “casa ecologica” ha infatti i pannelli fotovoltaici sul tetto. L’marchettarticolo spiega che «settanta metri quadrati di tetto coperto di pannelli danno 3 mila chilowattora all’anno. Si spendono 18.681 euro per l’impianto e si guadagnano (tra la vendita dell’elettricità e il risparmio) 1.860 euro l’anno. Dieci anni e il gioco è fatto: l’impianto è ripagato e da quel momento in poi si trasforma in rendita.»
Non ho abbastanza dati per fare le pulci ai numeri scritti qui sopra, anche se mi sembrano un po’ campati in aria. Prendendo un valore di irraggiamento di 1500 KWh/mq annui (vedi qua e un rendimento del 15% (da wikipedia) a me escono fuori 15 mila KWh per anno; e il fatto che il guadagno sia esattamente il 10% del costo suona anche molto strano. Ma diamoli per buoni. Resta il fatto che non si sa da dove arriverebbero i 50000 euro indicati. Sono forse 27 anni di uso della casa? E a qualcuno è venuto in mente che – a parte che non si sa come sarà il costo dell’energia in futuro – da un lato il rendimento dei pannelli fotovoltaici casa, e dall’altro i soldi che risparmi tra vent’anni sono in valuta corrente molto di meno?
Traduzione pratica: un po’ di numeri messi a caso fanno sempre in modo che nessuno si metta a leggere cosa c’è scritto, e tutti prendano per buoni i risultati.

Ultimo aggiornamento: 2007-11-22 17:47

excusatio non petita

È apparso contemporaneamente sui feed di Rep e Cor un lancio di agenzia su una frase di Napolitano. Generalmente queste notizie vengono ampliate dopo un po’ di tempo, quindi mi sono salvato le schermate, oltre a proporvi il testo originale in modo che anche voi possiate scoprire la differenza.
Corriere:
«Le intercettazioni sarebbe bene che restassero dove devono restare, in linea di principio, almeno fino a che c’è il segreto istruttorio». Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano rispondendo, a margine del Premio Vittorio De Sica, ad una domanda sulle recenti intercettazioni Rai-Mediaset. (file)
Repubblica:
“Le intercettazioni sarebbe bene che restassero dove devono restare, in linea di principio, almeno fino a che c’è il segreto istruttorio”. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano rispondo così ad una domanda sulle recenti intercettazioni Rai-Mediaset pubblicate da Repubblica. Verbali che però riguardano un’inchiesta chiusa e sono pubblici e a disposizione delle parti. (file)

Ultimo aggiornamento: 2007-11-22 12:26

No hablo inglés

Io capisco che scrivere del phishing in italiano non è molto facile. Però mi chiedo perché i sedicenti “Mr. De Luca Lombardi” e “Mr. Greco Colombo” – sì, ciascuno di loro ha due cognomi e nessun nome… e il secondo sembra preso di peso dalle cronache di Tangentopoli – che mi hanno comunicato a un indirizzo .it che la Fondazione Di Vittorio, pardon, la “Fondazion Di Vittorio, ITALY” mi abbia scelto come “one of the final recipients of a Cash Grant/Donation for your own personal, education and business development”… il tutto in inglese. Tra l’altro, la “Fondazion” è stata “established 1977 by the Multi-Million groups”: immagino Agnelli e Romiti :-) Buffo notare la mancanza di “in” prima di “1977”, un tipico germanismo che fa il paio con l’indirizzo di Mr. Greco che è executive_secretary_greco@yahoo.de. Naturalmente, essendo questa una truffa di tipo 419, l’indirizzo IP da cui il messaggio è stato spedito (213.185.118.236) è… nigeriano!
In una notizia scorrelata, il mittente di un altro spam odierno è zweifel@vt.edu, e zweifel in tedesco significa dubbio: insomma, un mittente autoreferenziale!

Ultimo aggiornamento: 2007-11-22 11:14

caprette e velo

Rep.it, sempre sulla notizia, oggi ci comunica che la versione turca di Heidi ha avuto le immagini censurate, per renderle più “islamiche”. Vero? Falso? Da Rep.it non è ovviamente dato saperlo, perché collegamenti esterni non ce ne sono come al solito. Stavolta magari non è tutta colpa loro, visto che non credo che in redazione abbiano assunto qualche turcofono. Avranno copiato da qualche agenzia, che seguendo le italiche abitudini e costumanze ha emesso la Verità Unica per tutti.
Ma i miei ventun lettori meritano qualcosa in più, quindi mi sono messo a fare una ricerchina. Hürriyet (giornale il cui nome è stato citato) e Haberler hanno un articolo con lo stesso disegno, dove si riconosce più o meno un’Heidi e sullo sfondo c’è una donna in hijab: potete vederlo rispettivamente qua (attenti che modifica la dimensione del browser) e qua. Il tutto datato 13 novembre, ma immagino che nove giorni sia il tempo minimo perché qualcuno si svegli. La copertina di un libro con Heidi che ha una gonna sicuramente molto più lunga dell’originale – ma che è stato pubblicato due anni fa… – è infine qua. Io personalmente mi arrabbierei di più per la qualità infima delle illustrazioni. Ma detto tutto questo, perché mai un articolo simile doveva essere pubblicato? Mi sa tanto che qualcuno voglia mantenere soprassoglia l’attenzione contro i turchi che potrebbero entrare nella UE, e che al momento sono stati spodestati dai rumeni, pardon dai romeni. E chi meglio che Heidi può fare breccia nelle menti dei trenta-quarantenni di oggi?

Ultimo aggiornamento: 2007-11-22 10:07

Esperti

Fedele Confalonieri si lamenta: «C’è qualcuno che manovra per farci tornare ai tempi della P2.» Avrà chiesto informazioni agli esperti tra i suoi amici.

Ultimo aggiornamento: 2007-11-22 09:30