Dopo la presentazione tenuta a Bologna (trovate la recensione da BolsoBlog: è fatta molto meglio della mia, quindi se avete fretta andate a leggere lui) ieri Terry Pratchett era a Milano, presso la libreria Mondadori di via Marghera, ufficialmente per presentare Stelle cadenti che è appena stato tradotto da Salani.
Essendo la presentazione alle 18:30, sono arrivato alle 18:10; metà delle sedie erano già occupate, e le altre hanno trovato un proprietario in cinque minuti. Alla fine, quando Pterry è arrivato (con una ventina di minuti di ritardo) oltre alla sessantina di persone sedute ce n’erano almeno altrettante in piedi o per terra, compreso qualche lettore delle mie notiziole che si appaleserà sicuramente tra i commenti – eccetto MdI, che si sa che la sua religione glielo vieta. C’era solo un cappello da Wizzard; in compenso molti libri, con una proporzione direi quattro contro uno tra inglese e italiano, nonostante l’hint del banchetto di libri in fondo alla sala; alcuni dei libri in italiano erano poi copie di Buona apocalisse a tutti che è edito dalla concorrenza…
L’introduzione di Ranieri Polese è stata molto breve, per lasciare spazio a Pratchett. Terry ha una voce molto acuta, che non mi sarei aspettato. Parlava abbastanza lentamente; io, che considero l’inglese puramente una lingua scritta, capivo sui due terzi del tutto. Interessante comunque notare come tutti ridevano direttamente alle battute in inglese; o abbiamo una generazione di anglofoni convinti, oppure sono tutti molto bravi a seguire la mimica. La parte della “cacca di cavallo”, compresa la storia di lui bambino povero che non aveva gli acquarelli con oro e argento e doveva pagare un penny ai bambini più ricchi per potere intingere il pennello nei loro colori, è stata uguale a quella bolognese: da noi ha detto in più che stava pensando di usare “Cacca di cavallo” all’interno di un qualche libro del Discworld. Altre informazioni:
– L’anno prossimo festeggerà il venticinquesimo anniversario del Discworld non scrivendo un libro della saga. Vorrebbe scrivere un libro per bambini non-discworld “perché ci si può mettere dentro roba truculenta, e gli editori sono felici”.
– Gli piacerebbe fare un romanzo Discworld sul mondo del calcio, anche se afferma di essere nato senza il gene calciofilo e quindi ha dei problemi a capire il piacere delle lotte.
– Nonostante sia coautore di vari libri (Good Omens, The Science of Discworld…) si ritiene uno scrittore solitario. A una mia domanda su come si fosse trovato a scrivere con Jack Cohen e Ian Stewart, ha raccontato delle rispettive lauree honoris causa alla University of Warwick e alla Unseen University, compreso il latinorum che si traduceva più o meno come “per avere una capigliatura simile a quella di Albert Einstein”.
– I suoi personaggi preferiti sono Tiffany Aching, Granny Weatherwax, e soprattutto Vimes. Per la prima, si aspetta che in breve diverrà strega a tempo pieno, quindi finirà la saga dei Wee Free Men; sugli altri due dice che gli piace il contrasto tra loro che si ritengono misantropi mentre in realtà non lo sono. Si sente anche simile a Vimes.
Il giro finale di firme è stato con la gente che praticamente si inginocchiava, visto che Pratchett era seduto… in un certo senso un degno finale.
Ultimo aggiornamento: 2020-05-29 12:39