Archivi annuali: 2005

_I paradossi dalla A alla Z_

[copertina]I paradossi sono antichi come la filosofia greca: basta pensare a Zenone che amabilmente descrive la gara tra Achille e la tartaruga. Qualcuno magari ha anche sentito parlare di Bertrand Russell e del suo barbiere. Quello che in genere non si sa è che il ventesimo secolo ha inventato una sfilza di frasi che a prima – e seconda… – vista sembrano logicamente impossibili. In questo libro (Michael Clark, I paradossi dalla A alla Z, Raffaello Cortina Editore – Scienza e Idee 2004, p. 247, € 20, ISBN 88-7078-924-1, trad. Andrea Pedeferri) vengono presentati tutti i paradossi, dai più antichi a quelli contemporanei: a ognuno di essi viene dedicato un paio di pagine, con l’esposizione del paradosso stesso e un suo esame, e una possibile spiegazione per sciogliere i dubbi sul suo significato pratico e su come funziona.
Fin qua tutto bene. Purtroppo mi pare che il libro, non saprei dire se già in originale o per la traduzione, promette tanto ma mantiene poco. L’esposizione dei paradossi è fatta bene, ma nella loro spiegazione ci si avvita in discussioni che mi sembrano sviare il lettore dalla comprensione, e lo rendono ancora più dubbioso. Forse il guaio maggiore del libro è che non è né carne né pesce, oscillando tra la filosofia e il cognitivismo. Insomma, interessante più come raccolta che per imparare qualcosa di nuovo.

Ultimo aggiornamento: 2014-09-08 17:07

Muoversi in Tuscia e dintorni

La trasferta di Valentano mi ha fatto scoprire molte cose interessanti. Ad esempio, mentre a Milano ormai allacciarsi le cinture in auto è abbastanza comune, quassù è ancora visto come un’optional esotico. L’autobus che mi ha portato a Montefiascone è poi stato un delirio: oltre al percorso che ovviamente portava su e giù per i vari paesini invece che tirare dritto mi sono anche trovato un autista che ogni tanto si fermava a salutare chi passava per strada, e ha continuato per tutto il tragitto a lamentarsi assieme a una passeggera delle truffe telefoniche che erano state loro propinate. Ho finalmente capito dal vivo come facciano quelli dei dialer a guadagnare tutti quei soldi: non ci vuole molto, quando la gente è convinta che “sta scaricando gratis le canzoni, e paga solo la connessione”. Ogni tanto mi viene da pensare che se lo meritino.
La stazione di Montefiascone è stata per me una scoperta quasi paragonabile a quella di Fontanafredda provata a fine aprile. Naturalmente non sta a Montefiascone, ma quello era intuibile orograficamente. Perlomeno è in una frazione, o ad essere precisi dalle parti di una frazione. C’è questa palazzina assolutamente disabitata, senza nemmeno una casa o un negozio intorno, e con una biglietteria automatica che perlomeno mi permetteva di fare un biglietto fino a Firenze. Le obliteratrici le ho viste solo in un secondo momento, visto che erano incassate nel muro e coperte da un pezzo di plexigas che lasciava solo la feritoia per timbrare.
Il simpatico trenino proveniente da Viterbo mi ha alfine lasciato alla stazione di Attigliano: anche qua credo che la stazione sia piuttosto indipendente dal paesino umbro corrispondente, ma perlomeno c’era un bar-tabacchi-edicola-quant’altro dove mi sono preso un panino e un gelato, e ho scoperto dalle cartoline pseudopornosoft che la metropoli deve anche comprendere nei suoi confini una caserma. Peccato che l’ancor più simpatico treno che avrebbe dovuto portarmi a Firenze avesse venticinque minuti di ritardo già prima di arrivare, minuti che non ha certo recuperato: così mi ha fatto perdere l’Eurostar delle 17.14. Perlomeno c’era l’aria condizionata e uno scompartimento nominalmente chiuso: d’accordo, la porta non era fissata sotto, un po’ come capita spesso con la mia doccia, ma l’idea era quella.
A Firenze ho scoperto che la gente ha scoperto l’esistenza delle macchinette automatiche per fare i biglietti, ma non ha ancora cpaito come usarle; che l’altoparlante annuncia l’inizio della messa prefestiva in cappella, e che Trenitalia ti permette di prenotare un taxi a Milano Centrale pagando “solo” cinque euro. Mi sembra più semplice telefonare quando si sta arrivando, a dire il vero.

Ultimo aggiornamento: 2005-06-19 13:14

Fondazione Wikimedia Italia

Noi non siamo superstiziosi. Così venerdì 17 ci siamo trovati a Canino, paesino arroccato sulle colline del viterbese, per l’atto costitutivo della Fondazione Wikimedia Italia, che dovrebbe essere l’ombrello legale sotto il quale portare avanti la versione in lingua italiana del progetto di enciclopedia libera, Wikipedia (diffidate dalle imitazioni). Se saremo molto bravi e fortunati, potremo ottenere lo status di ONLUS, ma nessuno ci conta molto.
Partito a metà mattina per Piacenza, sono stato recuperato dai soci piemontesi (i milanesi avevano un’auto per conto loro, e io ho deciso troppo tardi di partecipare) e abbiamo iniziato a verificare gli autogrill nel percorso Cisa-Versilia-Aurelia. Finalmente siamo riusciti a prendere un abbrivio sufficiente per arrivare a Valentano, sciacquarci un po’ e arrivare a Canino in tempo per scoprire che è più difficile trovare un parcheggio qua che in centro a Milano. Il notaio era in leggero ritardo, ma non è stato un problema, visto che tanto uno dei firmatari era ancora più in ritardo: d’altra parte noi continuiamo a non essere superstiziosi, quindi abbiamo aspettato “Gatto Nero”, anche perché altrimenti saremmo stati diciassette soci fondatori. Poi, visto che uno dei fondatori era presente solo per procura, le firme erano comunque diciassette… no, il notaio era il diciottesimo.
Dopo la pizzata di rito e il meritato riposo in un agriturismo nei pressi, la mattina del sabato c’è stata la prima assemblea dell’associazione, alla quale ho però partecipato solo per un par d’ore: una serie di simpatici treni mi attendeva per farmi tornare a Milano, ma quella è un’altra storia…

Ultimo aggiornamento: 2005-06-19 13:13

sondaggio del Corsera online

Stamattina, mentre scorrevo le pagine online del Corriere della Sera, mi è apparso uno pseudopopup chiedendomi se volevo fare un sondaggio. Visto che tanto faccio anche tutti quegli stupidi quiz, mi sembrava cattivo rifiutare.
Ora, capisco tutte quelle belle domande su composizione e reddito familiare: sennò cosa vanno a dire questi poveretti ai pubblicitari? Già capisco meno il sapere quanti sono i bambini sotto i dieci anni, visto che in genere la pubblicità che li riguarda viene fatta in modo da solleticare direttamente loro.
Però mi sono molto arrabbiato a scoprire che alla domanda “da quanto tempo usi Internet” non c’era la possibilità di scrivere nulla prima di 1995. E io che facevo, undici anni prima?

Ultimo aggiornamento: 2005-06-16 14:38

Grandi Opere

Dopo mesi e mesi di attesa, ieri qui in ufficio hanno riparato ben due porte, di quelle che in teoria si devono aprire solo con il badge e in pratica dovevano rimanere aperte perché il contatto non funzionava. Una terza porta che funzionava ogni tanto sembra anche essere a posto.
Se tanto mi dà tanto, è la volta che finalmente ce ne andiamo davvero via da Rozzano.

Ultimo aggiornamento: 2005-06-15 10:50

16

I gradi (Celsius) ieri pomeriggio alle 17, sotto una pioggia che non era un temporale estivo ma una caterva d’acqua autunnale. L’estate si sta avvicinando?

Ultimo aggiornamento: 2005-06-15 10:24

Creative Zen

Alla fine me lo sono regalato. Bianco e argento, che mi sembra un bel colore. Cinque GB (finti, perché i giga sono miliardi di byte e non trentacinque modi diversi di mettere un bit a zero o uno). Un pensiero un po’ triste al mio vecchio Nomad che i miei ex-colleghi di Tilab mi regalarono nel 2001 e che al confronto sembra un tir.
Che dire? il design è sicuramente carino, e anche l’ascolto mi sembra ottimo, almeno mentre cammino. Non ho ancora avuto la possibilità di provarlo in bicicletta – naturalmente con un solo auricolare, non sono così pazzo. La radio incorporata è quel che è, ma probabilmente non si può chiedere troppo; il touchpad mi è ostico, ma quello è sempre stato un problema mio; non ho ancora provato le opzioni più esoteriche. Non ho però capito perché, oltre alla clip per attaccare lo Zen alla cintura, non ce n’è anche una per tenere fermi alla maglia gli auricolari… strano.
Noticina finale: no, non lo volevo l’Ipod.

Ultimo aggiornamento: 2005-06-14 14:50

Trenitalia è amica dell'utente

Io sono una persona relativamente tollerante. Capisco perfettamente che certe offerte civetta (tipo “in Eurostar con 29/39 euro”) siano emesse per un numero di posti così limitato che è difficile riuscire ad ottenerle. Mi arrabbio un poco quando mi viene detto che non ci sono più posti disponibili solo dopo avere scelto il posto e aggiunto tutte le altre informazioni, ma potrei ancora capirlo. Ma perché diavolo bisogna ricominciare tutto da capo, invece che scrivere “ti va bene il biglietto a prezzo pieno”? Era una cosa così complicata?

Ultimo aggiornamento: 2005-06-14 14:32