Fotografare i monumenti: sembra facile!

Non fate finta di niente: lo sapete anche voi che l’anno inizia il primo settembre, e non a Capodanno. Quest’anno addirittura il centro-nord ha avuto i famigerati temporali-di-fine-estate in ritardo, e così anche le condizioni meteorologiche hanno segnato il passaggio al nuovo ciclo annuale.
Anche nel mondo di Wikipedia settembre sta diventando un mese importante: quello di Wiki Loves Monuments, che in soli tre anni si è trasformato da un’iniziativa olandese a un concorso europeo prima e mondiale adesso. L’edizione 2012 vede per la prima volta partecipare anche l’Italia: avete tempo fino a fine mese per caricare le vostre foto dei monumenti in concorso, seguendo le regole qui indicate. Niente di complicato: la partecipazione è libera e gratuita, e gli unici vincoli sono di usare un indirizzo email valido per essere contattabili e di rilasciare le immagini con una licenza libera, la CC-BY-SA che permette a chiunque di riutilizzare l’immagine, anche modificata e/o per uso commerciale, purché l’autore originale venga citato e si lascino gli stessi permessi. Un’immagine vale mille parole, dicono: questo vale anche per Wikipedia, sia perché la stessa immagine può essere usata nelle pagine di tutte le lingue in cui è scritta l’enciclopedia che perché è più improbabile che un’immagine sia tacciata di punto di vista non neutrale (sì, può capitare, ma bisogna mettercisi di buona lena)
[i paesi partecipanti a Wiki Loves Monuments 2012]
La definizione di “monumento” è quella dell’Unesco, ed è molto ampia: i “cultural heritage sites” possono essere monumenti veri e propri, siti ed elementi archeologici, gruppi di edifici o in genere opere umane che abbiano un valore universale dal punto di vista storico, artistico o scientifico. Quanti sono i monumenti selezionati per l’Italia? Circa 300, tanti quanti quelli selezionati nel solo Canton Ticino. No, non l’abbiamo fatto apposta, garantisco. Gli è che l’Italia ha le leggi italiane, e le leggi italiane non sono affatto facili da rispettare.
Ci sono due ordini di cose da considerare, infatti: il primo vale per tutto il mondo, mentre il secondo è peculiare per la nostra nazione. Consideriamo la Torre Velasca a Milano, o il torinese Palazzo a Vela. Sono indubbiamente monumenti; ma gli architetti che li hanno costruiti sono morti da meno di settant’anni, e quindi la legge sul diritto d’autore li protegge (i monumenti, non gli architetti! O se preferite, protegge gli eredi degli architetti…). Non per nulla le immagini usate sono, diciamo, “peculiari”: qui si può vedere come mai per la Torre Velasca si usa una vecchia fotografia tagliata, mentre il Palavela ha un’immagine che mostra e non mostra.
Sì, mi direte, ma siamo pieni di monumenti medievali rinascimentali barocchi rococò neoclassici! Per quelli il copyright sarà ben scaduto, no? Sì, è scaduto. Ma ecco entrare in gioco il Codice dei beni culturali e del paesaggio, noto anche come Codice Urbani dal nome del ministro dei Beni Culturali che lo promulgò. I beni in questione hanno tutti un proprietario, e il proprietario può decidere che per fare ad essi una foto (eccetto quelle per uso personale… che però non possono andare su Wikipedia e pertanto non sono valide per il concorso Wiki Loves Monuments) occorre pagare un canone. Peggio ancora, spesso non è dato di sapere quali sono i “proprietari” del monumento. Lo Stato? La regione? un ente pubblico o privato? un cittadino?
I volontari italiani di Wiki Loves Monuments hanno lavorato per mesi per creare quella lista, incrementandola quasi un monumento alla volta. In questa pagina potete vedere l’elenco di enti e istituzioni che hanno aderito all’iniziativa, oppure hanno dato il loro patrocinio (no, il patrocinio non sono soldi, ma semplicemente un appoggio soprattutto morale). Da buon piemontese, mi preme segnalare il comune di Asti che non solo ha dato il permesso di fotografia dei monumenti da esso gestiti, ma ha persino disposto un evento congiunto con Wikimedia Italia. L’ultimo weekend di settembre anche quelli tra i monumenti in questione per cui l’accesso è a pagamento saranno liberamente visitabili: la giunta comunale ha (a mio parere giustamente) pensato che questa è comunque un’iniziativa promozionale per la città a costo nullo…
Termino con quella che al momento è ancora solo una speranza. Dopo più di un anno di contatti con il MiBAC, forse riusciremo – prima della fine del concorso… – ad avere la possibilità di ampliare di molto la lista dei monumenti in concorso. Non crediate che la cosa sia facile, e nemmeno che il ministero cerchi di mettere i bastoni tra le ruote: il Codice Urbani è una legge dello Stato, e non è che si possa derogare ad essa, anche con tutta la buona volontà possibile. Stiamo tutti cercando una via d’uscita temporanea, minuscola ma comunque fattiva: e chissà se prima o poi il Parlamento ci darà una nuova e migliore legge!

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