Premessa: costruire tutta quella roba in Valsusa per fare passare quattro-cinque coppie di treni superveloci al giorno è una perfetta idiozia.
Premessa 2: a quanto ne so, anche quando avranno finito i lavori in corso per allargare le gallerie della linea storica non è che si possano far passare tanti treni, visto che non è certo una linea ben separata da case e strade (d’altra parte la Valsusa è stretta, più di tanto non si può fare)
Premessa 3: però spostare il trasloco merci dalla strada al ferro sarebbe una cosa buona e giusta.
Perché allora – mi chiedo – non possiamo avere un progetto che non faccia andare i treni a 300 all’ora ma solo a 200 (il che significa poi metterci venti minuti in più da Torino a Lione), ma in cui possano passare tutti i treni merci liberando così la linea storica da usare solo per treni passeggeri cadenzati? A questo punto il problema si sposta molto più a valle (le gallerie non danno fastidio, ma prima o poi qualcuno li vorrà anche scaricare, quei treni), ma mi pare che della gronda torinese si parli molto meno che del tratto valsusino.
Detto tutto questo, ribadisco che non ho dati sufficienti per farmi un’opinione completa.
[p.s.: Boh-TAV è creazione di 7th Guest]
Regie poste
L’ufficio postale di via Varanini a Milano ha due sedi a pochi metri di distanza l’una dall’altra. Quella principale ha gli sportelli per le operazioni finanziarie standard, dal conto corrente in giù, quella a fianco ha tre sportelli unicamente per “Spedizione di lettere e pacchi”, lo si legge anche sulla macchinetta distributrice di numeri.
È la seconda volta di fila che arrivo e c’è gente che fa operazioni di tutti i tipi (mentre sto scrivendo c’è una signora che deve cambiare indirizzo per il suo conto Bancoposta e continua a chiedere le informazioni piu banali), uno sportello aperto su tre – e questo lo capirei anche – e gente che passa dietro gli sportelli non si sa bene a che titolo, compie operazioni inconcepibili per noi volgo, e si dematerializza dopo un po’. Notate che io sono qua per spedire lettere (fuori standard), e che l’ultima volta che sono passato l’impiegato è riuscito a perdere cinque minuti con la mia raccomandata perché pesava troppo poco e non era capace a selezionare l’opzione “invio fuori norma” per passare alla tariffa successiva. Per la cronaca, alla fine ha tolto il francobollo che aveva appiccicato, lo ha riappiccicato su un foglio immagino per la quadratura dei conti, e ha rimesso la busta con su una biro per appesantirla.
Forse che alle Poste non ci siano solo problemi informatici?
monnezza
Oggi raccontano come a Napoli la spazzatura che si stima trovarsi per strada sia scesa a sole 1720 tonnellate, dalle quasi 2000 dei giorni scorsi. Un calo di più del 10%. Ma io a dire il vero vorrei fare dei conti (spannometrici, come sempre) un po’ diversi.
Napoli ha circa un milione di abitanti, quindi 2000 tonnellate significa 2 kg a testa. Quanto tempo ci vuole per produrli? Beh, il dossier rifiuti 2008 dice che cinque anni fa la media procapite di rifiuti urbani è stata di 550 kg/anno, cioè di circa 1,5 kg/giorno. Dunque la spazzatura sulle strade napoletane è poco più di quella che viene prodotta in un singolo giorno. Immagino che i roghi siano serviti ad abbassarne la quantità, oltre che ad alzare la probabilità di malattie, ma in ogni caso non si direbbero una gran cosa da un punto di vista relativo: avrebbero ragione sia Berlusconi prima che De Magistris ora a dire che con uno sforzo straordinario si potrebbe ritornare in pari.
E allora perché questo sforzo non c’è? Lo so, qui si esce dalla matematica, quindi non posso dare risposta :-)
gioco della domenica: ColorSmash
A prima vista ColorSmash assomiglia a un Tetris, nel senso che cadono pezzi in uno schema e bisogna farli fuori. Però è più della scuola di SameGame, visto che i pezzi non si spostano e per toglierli bisogna cliccare su un gruppo di almeno tre dello stesso colore. I primi livelli, almeno nella versione easy, sono abbastanza semplici, anche se non ho capito bene a cosa serve il timer sulla fascia sinistra.
(via Passion for Puzzles)
Sedia a sdraio (libro)
A cosa serve una sedia a sdraio? A starsene immobili a prendere il sole in spiaggia. Il guaio è che se il corpo è immobile la mente spesso si mette a vagare. Cosa si può farle fare, tenendo conto che siamo in estate e in vacanza e quindi il corpo pretende riposo? Stefano Bartezzaghi ha pensato di mettere nero su bianco tante proposte in questo suo ultimo libretto (Stefano Bartezzaghi, Sedia a sdraio, Salani 2011, pag. 96, € 9,90). Alcuni dei giochi proposti hanno un nome che vi farà venire sicuramente in mente qualcosa di diverso, dal ping pong al gioco dell’oca a Space Invaders: ma garantisco che sono tutti giocabili senza muovere un muscolo – e quindi evidentemente da soli – con l’unica eccezione del Gratta e Vinci dove ci si concede il lusso di muovere un singolo alluce. E se non si ama la sedia a sdraio? Beh, c’è un appendice intitolata “giochi in poltrona” :-)
I capitoletti del libro sono impreziositi dai disegni di Giulia Orecchia. Il testo è assolutamente leggero, non solo come grammatura ma anche come stile, l’ideale per le vacanze; se mi è concesso esternare una sensazione, mi ha ricordato qualcuno dei libretti di Giampaolo Dossena… stessa levità :-)
Loquendo
Oggi è San Giovanni (Battista, per i non esperti), e a Torino si festeggia il santo patrono con i fuochi d’artificio sul Po la sera. Chi sicuramente non sta festeggiando sono però i lavoratori di Loquendo: sono mesi che si rincorrono le voci sulla possibile cessione dell’azienda ai concorrenti di Nuance, e sembra che il consiglio di amministrazione di Telecom dei primi di luglio potrebbe perfezionare la vendita.
Forse non avete sentito parlare di Loquendo, ma è molto probabile che abbiate sentito parlare Loquendo: uno dei settori di punta dell’azienda, che si occupa di tecnologie vocali, è il loro sistema text-to-speech che letteralmente legge un testo scritto qualunque, indovinando generalmente gli accenti e dando un’intonazione naturale. (Nota per chi non è addentro nei temi: non è difficile registrare le voci di un testo: un sistema TTS però è molto più flessibile, visto che tendenzialmente è usabile per tutto). Persino l’edizione torinese di Repubblica si è interessata della cosa, ma ho il sospetto che al di fuori del cerchio dei soliti noti la cosa sia assolutamente ignota. In fin dei conti Loquendo è una goccia nel bilancio Telecom. Non è nemmeno una goccia in perdita, nel qual caso si potrebbe forse capire l’esigenza di tagliare un ramo secco; ma si sa che in questi casi non è certo la floridezza del bilancio a contare qualcosa.
Per me Loquendo riveste un interesse molto particolare. Venticinque anni fa ero in Cselt come tesista, lavorando nell’allora sezione UR che si occupava di riconoscimento del parlato. I miei primi anni di lavoro continuarono ad essere in quel gruppo, che insieme alla parallela sezione US (sintesi della voce) e a qualcuno di intelligenza artificiale fu il nocciolo duro sul quale nel 2001 venne fondata Loquendo. Insomma, ho un pezzo di cuore che è rimasto lì con loro :-)
Voci di corridoio (ebook)
Se qualcuno pensa che “fare un ebook” significhi semplicemente recuperare un po’ di materiale e metterlo tutto insieme, bisogna dire che è un inguaribile ottimista. Avere il materiale è condizione necessaria, ma non certo sufficiente: bisogna innanzitutto verificare se ha un senso, e poi organizzarlo nella maniera corretta.
Tutto questo è stato fatto da Peppe Liberti, che ha convinto un po’ di loschi figuri che nella vita reale fanno gli insegnanti ma in quella seria portano avanti un blog a scegliere alcuni loro post più esemplificativi della vita di professore in modo da fare una raccolta sicuramente più personale di quanto possa essere letta da un articolo di giornale, o anche solo raccontata dai figli adolescenti – che per definizione non raccontano mai nulla di quanto fanno davvero a scuola. Inoltre, come lo Scorfano racconta nell’introduzione,
è un modo possibile, per chi a scuola non ci mette più piede da tanti anni, per capire che nel frattempo le cose sono molto cambiate e che chi parla di scuola oggi sta spesso parlando della scuola di trenta o di quindici anni fa: quella che conobbe lui, appunto, e che ora non è più.
I punti di vista e gli stili di scrittura sono quanto di più diverso si possa immaginare – ah, c’è anche un infiltrato con i suoi ricordi di quando era dall’altra parte della cattedra… – e forse avevate già letto qualche capitolo nella versione originale sui vari blog; però il risultato finale è comunque assai piacevole.
spam quasi sensati
Su, lasciate stare per una volta l’italiano approssimativo e pensate a questo commento che mi è arrivato sul blog:
Ero una volta a Seattle. Devo dire quei ragazzi sono molto sviluppate le infrastrutture ferroviarie, anche se la città in sé è abbastanza raggiungibile a piedi. Inoltre la y hanno un sacco di ottimi alberghi e ostelli. I prezzi sono ragionevoli. Ho anche vinto soldi facili giocare casino online upthere a Seattle
(per la cronaca, il link era intorno alle parole “casino online”). A parte il doppio passaggio inglese-spagnolo-italiano il testo non era poi così male… anche se più che al post «gioco della domenica: Wooden Path 2» la nostra amica Samanta (senz’acca, sì) avrebbe dovuto scegliere «gioco della domenica: Paper Train». Niente da stupirsi che abbia passato i filtri antispam, insomma… Mi chiedo solo se ci siano software che riconoscano la lingua del post e localizzino il testo dello spam in quella lingua… e perché a questo punto non possano continuare nelle tecniche di intelligenza artificiale e ancorarsi a qualche parola chiave più riconoscibile. Vabbè, non si può pretendere tutto dalla vita.