Una volta assodato – grazie ai miei ventun lettori – che il cartello che ho trovato nell’ASL di via Andrea Doria era semplicemente fuorviante, mi sembra corretto segnalare che l’ufficio relazioni con il pubblico è gestito molto meglio.
Subito dopo aver scritto la mia notiziola, ho anche mandato una mail all’URP dell’ASL3 di Milano. Mi è arrivata risposta dopo nemmeno un’ora, chiedendomi un numero telefonico per essere contattato, numero che ho fornito; stamattina mi hanno ricontattato, mi hanno dato il numero interno della persona che Può Fare Le Modifiche alla base dati, e ora tutta la mia famigliola ha finalmente il domicilio nello stesso luogo della residenza :-)
le cose che si imparano sull’Internette
La vignetta di oggi di xkcd mica l’avevo capita del tutto… per fortuna che Language Log ha gentilmente fornito la spiegazione. Cosa sia la fan fiction, o fanfic in breve, lo so persino io che queste cose non le mastico affatto: racconti non ufficiali che hanno come protagonisti i personaggi di qualche serie televisiva oppure cinematografica. Mi mancava però sapere che slash fiction si riferisse alle fanfic che trattano la «rappresentazione di relazioni sessuali o romantiche tra due o più personaggi dello stesso sesso». A volte mi chiedo se tanta parcellizzazione aiuti (tenendo conto che esistono anche le femslash…), mentre non mi stupisce che la maggior parte delle slash fiction siano scritte da donne eterosessuali :-)
gioco della domenica: Ragdoll Spree 2
In Ragdoll Spree 2 il concetto di base è “usa le bambole per sparare ai palloncini”. Gioco fisico, quindi bisogna considerare la forza con cui si spara e tenere contro delle traiettorie; inoltre nei trenta livelli ci sono simpatici modificatori, come per esempio il “cambio di gravità” che fa balzare tutte le bamboline verso l’alto. Non garantisco cosa succede facendo partire il suono :-)
(via Passion for Puzzles)
Mathematics on Vacation (libro)
Magari non ci pensavate, ma l’avvento del computer ha rovinato del tutto una serie di ricreazioni matematiche che oggidì non hanno più senso, o meglio non costano più fatica perché è il computer che fa tutto. Possiamo poi chiederci se fosse davvero divertente passare giornate a fare conti a mano per trovare nuovi risultati, ma soprassediamo.
Un corollario è però che libri come questo di Madachy (Joseph S. Madachy, Mathematics on Vacation, Dover Publications 1975 [1966], pag. 251, ISBN 978-0-486-23762-6), stampato originariamente nel 1966 e ristampato dalla Dover nove anni dopo, sono ormai introvabili se non frugando virtualmente tra i distributori di libri usati. La cosa è piuttosto spiacevole; è vero che intere sezioni, come quelle sulle disposizioni scacchistiche, sui quadrati magici e sui primi di Mersenne, sono talmente datate da essere inutili; ma è anche vero che all’interno del testo si trovano simpatiche perle, come le operazioni geometriche in stile origami e le costruzioni di figure come inviluppi di corde di un cerchio. Anche gli amanti dei problemi troveranno pane per i loro denti; in definitiva, sfrondato della parte obsoleta, il libro può dare notevoli spunti agli amanti dei giochi matematici, proprio perché i temi che vi si trovano sono diversi dai soliti.
ASL Milano = [censura]
Quando portai Jacopo al pronto soccorso, scoprii che i gemelli (chissà, forse anch’io e Anna) hanno avuto aggiornata la residenza sulla tessera sanitaria ma non il domicilio, che resta ancora quello vecchio in via Abbadesse. In questi giorni ho pensato di provare ad andare all’ASL a cambiarglielo: mal me ne incolse.
Innanzitutto non solo non è possibile fare una pratica di questo tipo online, ma non c’è nemmeno un foglio da compilare, firmare e consegnare, il che mi pare un’idiozia visto che non è un’operazione per cui occorra un’interazione. Ma tant’e. Ieri dopo pranzo ho provato a passare all’ufficio di via Don Orione: uno sportello aperto, quindici persone in coda, sono scappato via. Oggi ho provato gli uffici di via Andrea Doria. Sempre quindici persone, però quattro sportelli aperti… e in più lo sportello numero uno, dove c’è un cartello che dice “accesso preferenziale per invalidi e minori di quattro anni (solo per pratiche relative al minore). Che bello, penso io, è proprio per me. Mi metto lì davanti e aspetto che l’impiegata termini la telefonata (di lavoro). Cerco di spiegarle il problema, e la tipa mi risponde “ma che ci fa a questo sportello?” al che replico “c’è scritto lì che è per i minori…” e lei “e dove sono, che non li vedo?” Io ribatto che non riesco a capire a che serva portare due bimbi in un ufficio, e che lì davanti a lei ci sono le due tessere sanitarie con indicata la data di nascita. La tipa risponde qualcosa del tipo “vado di là”, si alza e si sposta. Una sua collega mi dice “vada allo sportello 6”, il quale sportello è dietro una porta chiusa. Vabbè, aspetto un minuto, e l’impiegata di prima apre la porta e mi ripete che devo aspettare il mio turno: al che decido di andarmene e che i bimbi rimarranno con l’indirizzo sbagliato, che tanto non mi sembra una patologia mortale.
Mi restano però alcune domande:
– perché diavolo un ufficio deve avere un cartello indicante che c’è uno sportello preferenziale, quando la cosa è ovviamente falsa?
– perché trovare informazioni nel sito dell’ASL di Milano su come fare un reclamo richiede conoscenze ben superiori alla media?
– perché nella pagina ben nascosta delle modalità di accesso all’URP non è indicato un indirizzo di email? (sì, poi l’ho trovato)
Aggiornamento: (11 luglio) come si può leggere qui, se si riesce a contattare l’URP poi le cose funzionano molto bene (per fortuna!)
Je tocca lavorà
Berlusconi e il governo: «Se potessi, lascerei anche ora…» Un vero attaccamento all’azienda.
Editori specializzati
Domenico Scilipoti ha un testimonial d’eccezione per il libro che lo osanna – immagino che la presentazione facesse parte del pacchetto contrattato a dicembre.
Mi sono però chiesto nella mia beata ignoranza che editore fosse Falzea e ho scoperto che prima di Scilipoti aveva appena pubblicato un libro su Gianfranco Micciché. Mi sembra di poter dire che l’editore sta pensando a un suo riposizionamento.
p.s.: Ma quand’è che Silvio ha trovato il tempo per scrivere la prefazione al libro? non è che si sia confuso e abbia aggiunto anche qualche codicillo legale?
MIGLIAIA DI MILIARDI DI EURO!
A margine della delibera AGCom che, forte dell’appoggio governativo, ha deciso di arrogarsi le competenze del potere giudiziario occorre segnalare la pagina del Corsera acquistata dalla SIAE per appoggiare tale delibera. Se non avete acquistato il Corriere, nema problema: il testo è doverosamente riportato nel sito SIAE.
Lasciamo perdere la sfilza di firme in calce all’appello; tanto non sono uno di quelli che dice “saranno i primi a finire al muro quando ci sarà la rivoluzione” perché la rivoluzione non ci sarà mai. Concentriamoci invece sul testo. La cosa che colpisce di più è l’uso delle maiuscole, pardon delle MAIUSCOLE. Uomini Liberi, Diritti, Libertà, Cultura, Appello, Dovere, Industria Culturale. Mi sa che hanno visto che noi si parla di Rete e abbiano deciso che la maiuscola è cool.
Ma ci sono frasi tutte in maiuscolo: cito, sperando che non mi venga bloccato il sito per questo evidente sfruttamento illegale.
Sappiamo:
quanto le società di telecomunicazioni, i provider, i produttori di tecnologie digitali e le cosidette Over the Top fatturano anche grazie allutilizzo di contenuti artistici? MIGLIAIA DI MILIARDI DI EURO!
e soprattutto quanto fatturano pseudo imprenditori senza scrupoli che operano nel mondo digitale, evadendo ogni diritto, alle spalle di chi crea e investe nella produzione di contenuti? CENTINAIA DI MILIARDI DI EURO!
Un numero urlato è sicuramente importante, e UN NUMERO IN MAIUSCOLO quindi lo è. Però, considerando che il PIL mondiale è di circa 40000 miliardi di euro, mi chiedo se alla SIAE siano capaci a fare i conti. Direi di no, a meno che quella parolina “anche” funzioni come nella barzelletta dove un elefante e una mosca attraversano una boscaglia, e alla fine la mosca si gira e commenta “che bel sentiero che abbiamo tracciato”…
Ma d’altra parte non mi aspetto molto da gente che – in un italiano elementare per venire incontro a quello che pensano essere i loro interlocutori – mi scrive
Ci chiediamo:
cosa sarebbero la Rete e gli strumenti tecnologici per accedervi se nessuno creasse contenuti? UN DESERTO!
Sono solo un po’ più di vent’anni che io creo contenuti (no, non parlo delle pinzillacchere di questo blog) e li lascio amabilmente liberi.. ma non Liberi come vorrebbero loro, dove la Libertà che abbiamo è quella di scegliere come dare loro i soldi anche per le cose di cui non ce ne può fregare di meno. Visto che punire i veri danneggiatori non è così facile, ecco che si fa in modo di bloccare chi è più debole, sperando così di ottenere chissà cosa: il tutto cantandosele e suonandosele, che effettivamente dovrebbe essere il core business della SIAE…