Come avrete forse intuito dal nome, Magnx ha a che fare con il magnetismo. In pratica bisogna magnetizzare man mano i pezzi che si trovano, e fare così in modo da spostare la faccina sorridente verso l’obiettivo. Più facile a dirsi che a farsi, spesso…
(via Passion for Puzzles)
Il candore di Frattini
Io ho sempre parlato male di Franco Frattini, il ministro segnaposto; d’altro canto è chiaro a chiunque lo senta parlare che lui è il primo a chiedersi perché ogni tanto debba parlare ai giornalisti, quando ci sono altri esponenti del governo molto più adatti di lui tipo Simplificius Calderoli, e comunque c’è il Capo che le sa già tutte.
Però devo dargli atto che è uno dei pochi politici che le cose le dice chiaramente. A nessuno, in nessuna parte del mondo, sarebbe mai passato per l’anticamera del cervello di ringraziare un ente monetario che compra i titoli del debito pubblico italiano per evitare il tracollo. Ce lo vedete Obama a far notare come una fetta consistente del debito USA sia in mano alla Cina? Ma nemmeno Papandreu in Grecia lo fa! Si accenna al più di come la nazione stia ben operando, sperando che i mercati – entità fumosa anzichenò – apprezzino gli sforzi prodotti e sconfiggano gli speculatori brutti cattivi e vergognosi.
Frattini no. Frattini comunica, non dai campi di sci bensì in un meeting come quello di Cernobbio dove tutti quelli che contano stanno lì ad ascoltare, che «insisteremo sulla Bce perché continui con la sua saggia politica di acquisti». Non aggiunge che lo faremo proni a terra da zerbini, né che il nostro potere decisionale è virtualmente nullo, ma non importa. Noi lo sappiamo lo stesso, e apprezziamo che anche lui lo affermi esplicitamente: forse la sua prima vera opinione. Come non volergli un po’ di bene?
_Breve corso di ginnastica per il cervello_ (libro)
Alberto Coto è uno dei pazzi che fanno – e soprattutto vincono – le gare di calcoli numerici da fare a mente. Strano a dirsi, è anche appassionato di matematica, e quindi non è un caso che in questo suo libro (Alberto Coto, Breve corso di ginnastica per il cervello [Fortalece tu mente], Vallardi 2011 [2007], pag. 193, € 10, ISBN 978-88-7887-544-9, trad. Alessandra Repossi) non si limiti a proporre giochi per migliorare le tecniche di calcolo mentale ma aggiunga anche problemini matematici più mainstream.
Il libro è diviso in sette sezioni, ciascuna terminante con una breve biografia di un matematico – ma non necessariamente, si pensi a Benjamin Franklin – famoso. Come dicevo sopra, le prime due sezioni contengono rispettivamente problemi matematici – chi ha letto il mio libro sicuramente ne riconoscerà qualcuno – e problemi da risolvere con il pensiero laterale; si passa poi agli esercizi criptoaritmetici e ci si rilassa, si fa per dire, con i paradossi in matematica. Segue una sezione sui quadrati magici (con qualche refuso di troppo…) e due serie rispettivamente di problemi di sudoku e di kakuro. Direi che la caratteristica peggiore di questo libro è proprio questo cercare di voler mettere dentro di tutto, scontentando probabilmente molti lettori che avrebbero preferito quella o quell’altra sezione. A parte questi problemi di sovrabbondanza, però, il libro è ben tradotto, scorrevole e piacevole, oltre che effettivamente utile per mantenere in forma il cervello. Buffo che nel capitolo dedicato al kakuro non vengano indicate perlomeno le strategie di base per iniziare a risolvere uno schema: chi non le conosce si potrebbe trovare a malpartito.
Pirateria digitale
A metà agosto ho comprato (su bookdepository, quindi indipendentemente dalla legge Levi sugli sconti massimi) un libro di didattica matematica applicata ai problemi. Se vi chiedete perché l’ho fatto *dopo* averne scritto uno io, qualche ragione ce l’avete anche :)
Il libro mi è costato quasi 50 euro, il che prova che anche il mercato librario anglosassone è completamente distorto, almeno per un certo tipo di saggistica: ma ognuno ha le sue manie, e ho pensato che per una volta potevo fare una mezza follia.
Ma il punto più interessante è che io ho comprato il libro dopo essermi (coff coff) procurato il pdf, averlo scorso, e aver deciso che meritava l’acquisto. Sono un po’ cretino, lo so. Ma ho il sospetto di non essere l’unico cretino, come ho il sospetto che quelli che scaricano pacchi e pacchi di libri dal "mercato parallelo" poi non li leggano per mancanza di tempo, visto che un libro non è come un album musicale che può essere ascoltato in sottofondo.
Perché queste cose non le si dice più spesso?
il governo del fare (ridere)
_La traversata di Milano_ (libro)
Mi dispiace, ma non riesco ad accettare l’ipotesi di partenza di Maurizio Cucchi: che Milano sia bella. Intendiamoci, ci sono posti ben nascosti, chissà perché generalmente privati, davvero carini; ed è chiaro che le chiese della città contengono tesori artistici spesso misconosciuti, alcuni dei quali raccontati nell’ultima parte di questo libro (Maurizio Cucchi, La traversata di Milano, Mondadori – Oscar Contemporanea 2011 [2007], pag. 188, € 9, ISBN 978-88-04-60783-0). Ma affermare che le passeggiate nelle vie del centro o della periferia milanese siano piacevoli è davvero troppo.
D’altra parte anche Cucchi è costretto ad accontentarsi di uno scorcio qua e là, mentre si lamenta di tutte le altre cosacce che si vedono nella sua passeggiata senza meta precisa da vero flaneur; non si può certo esagerare. Il libro ha però la sua ragione d’essere negli intermezzi in cui si parla dei personaggi del passato, soprattutto poeti e scrittori, con affetto e direi quasi nostalgia, come quando racconta della sua infanzia e gioventù in una Milano che probabilmente era davvero più bella di adesso.
le meraviglie della virgola
Ieri mattina, mentre ero al negozio di articoli per bambini a comprare le tendine parasole per l’auto (e due macchinine per i duenni…) c’era una signora che stava questionando con una commessa a causa di una bilancia pesaneonati che a suo parere non funzionava: in effetti ce n’erano due uguali sul bancone. A un certo punto le sento dire “e poi scusi, perché le istruzioni non spiegano cosa vuol dire se la bilancia indica 6,16? Sono sei chili e sedici grammi o sei chili e centosessanta grammi?”
Anche se ero intento a trattenere i giovini prima che facessero ulteriori danni, non sono riuscito a fermarmi e ho risposto automaticamente “sei chili e centosessanta grammi, ovviamente”. Non ho sentito commenti ulteriori, devo aver tirato fuori una delle peggiori voci da maestrino tra quelle che mi ritrovo. Però, scusate, mi sembra impossibile che una persona che si suppone abbia fatto almeno otto anni di scuola, e fors’anche tredici, non abbia acquisito il concetto di “numero con la virgola”, che ha circa cinquecento anni di storia, e soprattutto non abbia pensato che se il display ha un certo numero fisso di posti dopo il 6,99 non può esserci altro che il 7,00. O forse il problema è proprio lo zero posizionale? O peggio ancora l’influenza dell’euro, che avendo i centesimi e non i millesimi fa sembrare “naturale” un numero con due cifre decimali lasciando lo stato della terza in un limbo non meglio specificato?
Quando le rette diventano curve (libro)
Questo quarto volume della collana Mondo Matematico (Joan Gómez Urgellés, Quando le rette diventano curve – le geometrie non euclidee, RBA Italia – Mondo Matematico 2011 [2010], pag. 151, € 9,99, trad. Sonia Scarfi), dedicato nominalmente alle geometrie non euclidee, ha in realtà un ambito più ampio: non per nulla il testo parte con la geometria del taxi, nota anche come geometria di Minkowski (che curiosamente riappare anche nell’appendice finale, dedicata alla geometria della relatività). Tale prolusione non è affatto fuori tema: permette anzi di dare al lettore un’idea direttamente visibile di come le regole euclidee non siano valide in tutte le occasioni, e quindi permette di capire meglio come si possa arrivare al rifiuto del quinto postulato di Euclide. Nel seguito, dopo aver raccontato come si è arrivati alla geometria iperbolica ed ellittica, Urgellés passa a elencare alcune formule di base delle due geometrie, in maniera però piuttosto confusa – non so se per colpa dell’autore o della traduttrice. La parte finale, infine, credo dovrebbe mostrare come la geometria pervada il XXI secolo, anche se non si tratta della geometria euclidea che si insegna a scuola. Diciamo che almeno per quest’ultima parte l’intenzione era buona, il risultato un (bel) po’ meno. Però in definitiva l’opera mi pare più riuscita delle precedenti.