taxi

Quando la mattina porto i giovyni al nido e passo davanti alla piazzola dei taxi di via Farini, ce ne sono sempre almeno cinque o sei fermi (e i duemezzenni si divertono a dire “taxi! taxi! taxi!”). Stamattina non ce n’era nessuno. Differenza rispetto agli altri giorni? beh, oggi piove.
Insomma, potremmo dire che i milanesi prendono il taxi solo quando piove. O no?

Auguri non verificati

[ah, i post preparati in anticipo!]
Lo screenshot l’ho salvato stamattina, ma la pagina facebook è ancora così in questo momento: sono solo aumentati i like a 53 e le condivisioni a 3.
(e no, è difficile dire “è un omaggio”, con i puntini al posto della data di morte)

Problema della domenica: Triangoli

Ho appena ricevuto un’email da un non meglio identificato indirizzo nigeriano che mi comunica che ho vinto in un concorso a premi un terreno triangolare di lati lunghi rispettivamente 24, 10 e 27 metri. Secondo voi, il triangolo è acutangolo, rettangolo, ottusangolo oppure gli spammatori non sanno neppure l’aritmetica?
(un aiutino lo trovate sulla pagina http://xmau.com/mate/problemi/p014.html; la risposta verrà postata mercoledì, a partire da quel link)

_The Big, Big, Big Book of Brainteasers_ (libro)

[copertina] Vi piacciono i problemini, ma vi viene l’orticaria su quelli aritmetici e vi aggrovigliate su quelli logici? Allora questo libro (The Grabarchuk Family, The Big, Big, Big Book of Brainteasers, Puzzle Wright Press 2011, pag. 239, $14.95 , ISBN 978-1-4027-7728-8) fa per voi. 567 coloratissimi giochi, “240 pages of Big-Time Fun” come recita la quarta di copertina, la maggior parte dei quali assolutamente inedita almeno per il sottoscritto. Dal mio punto di vista i giochi sono troppo geometrici: molti di essi consistono nel suddivere una figura in parti uguali (o in parti di area tutta diversa) oppure nel calcolare il calcolo del rapporto tra due aree, per non dire di quelli tridimensionali che per me sono semplicemente arabo. Gli amanti delle piegature troveranno pane per i loro denti con le strisce da origami per produrre le lettere dell’alfabeto con il minor numero di pieghe. Molti di questi giochi sono adatti per i ragazzi, anche se fare le fotocopie a colori delle ultime pagine, con le forme da ritagliare per provare a risolvere i giochi, è sicuramente molto più costoso che procurarsi una copia del libro…

Ha senso creare una comunità a pagamento?

Qualche giorno fa il mio amico Ugo mi ha inviato un link a Sangakoo, un sito presubilmente catalano (le lingue indicate sono per l’appunto catalano, inglese, spagnolo ed ebraico) il cui scopo è “imparare la matematica creando nuovi problemi matematici”. La comunità lavora sui problemi, li verifica, li corregge e alla fine li mette sul sito, a libera disposizione di tutti. Bello, vero?
Beh, c’è solo un piccolo ma. Come si trova scritto nelle pagine del sito, «All the theoretic contents are free. If you want to learn mathematics with Sangakoo’s method, create your account and join the Sangakoo community.», dove il “create your account” significa che paghi (5 euro il mese, se si fa un abbonamento annuale paghi solo 45 euro). Così ad occhio c’è qualcosa che non va: ricordo che è la comunità (cioè quelli che hanno pagato per avere il privilegio…) che verifica corregge emenda i problemi vari. Insomma, a me il tutto sembra una bella fregatura.
Ma in genere che ne pensate voi? Il punto di vista milanese “io pago e pretendo, ueh” può portare a un maggior coinvolgimento in un progetto se uno ci deve cacciare su un po’ di soldi? E se ci fossero dei premi per chi contribuisce di più? Continuo ad essere molto dubbioso, però mi piacerebbe sentire il vostro parere.
Aggiornamento: c’è comunque la possibilità di avere 30 giorni di prova, prima di iniziare a pagare. Insomma, prima si vede cammello.

Davy Jones

[occhei. Mentre sto scrivendo questo leggo che è morto Lucio Dalla. Però di Dalla ne parleranno tutti, di Davy Jones no, quindi resto sulla mia notiziola]
È morto uno dei Monkees. Probabilmente a molti di voi il nome di questa band non dirà nulla; se sentiste le note di I’m a Believer, al più vi verranno in mente i titoli di coda di Shrek. Però la loro storia è molto interessante…
Dopo la Beatlemania, negli USA decisero di fare uno spettacolo TV con protagonista una pop band. Insomma, Amici con quarant’anni di anticipo. Però non potevano prendere una pop band già pronta, perché altrimenti non avrebbero potuto lucrare sui contratti artistici; così hanno fatto un po’ di audizioni per prendere gente che venisse bene in tv, e se possibile avesse anche qualche idea su come suonare uno strumento. E in effetti Jones era più che altro un attore… Assemblamenti di questo tipo possono dare dei problemi: per esempio, che nessuno dei quattro prescelti sapesse suonare la batteria. Se la sono giocata ai dadi, ha perso Micky Dolenz (anche perché Davy Jones era piccolo di statura e quindi non lo si riusciva a inquadrare) che all’inizio faceva finta e man mano poi ha imparato.
Detto tutto questo, definire i Monkees “i Pre-Fab Four” è riduttivo. È vero che sono stati creati a tavolino, ma come gruppo pop hanno fatto il loro onesto mestiere. Un ricordo affettuoso è solo doveroso.
P.S.: il punto più buffo di tutta la storia (quello che mi aveva dato lo spunto per scriverla, solo che poi me ne sono dimenticato…) è che Davies non era americano ma britannico, di Manchester.

Big Bertha

La Banca Centrale Europea ha prestato altri cinquecento miliardi di euro alle banche, a tassi ridicolmente bassi. Siamo così arrivati a mille miliardi in pochi mesi. La speranza è che con questa cannonata di soldi le banche inizino di nuovo a prestare soldi alle aziende per far ripartire l’economia, cosa a cui credo poco.
Io di economia non ci capisco una cippa, ma c’è una cosa che mi chiedo: questi soldi esistono davvero? Non tanto come banconote, ma proprio come massa monetaria nascosta da qualche parte nei bilanci statali? E se la risposta è no, non significa praticamente che si è creato nuovo denaro – cosa assolutamente standard da quando la parità aurea è andata a farsi benedire, e comunque ottenuta in altro modo da millenni? E tutto questo in maniera ufficiosa, visto che appunto la massa monetaria ufficiale non è cambiata?
Se qualcuno sapesse rispondermi, gliene sarei grato.

Il badge del giorno bisestile

[badge di 4square] Oggi è il 29 febbraio. L’anno scorso non era il 29 febbraio, e l’anno prossimo non sarà il 29 febbraio. Questo lo sapete tutti. Quello che forse non sapete è che se usate Foursquare e oggi fate un check in scrivendo nel testo “leap day” allora vi verrà assegnato il badge “Leap Day”.
E che me ne faccio io del badge “Leap Day”, mi direte? Posso essere perfettamente d’accordo con voi: però una cosa come questa è esattamente alla base del successo di Foursquare. Insomma, come ha scritto Roberto Bernabò su Voices, alla gente piace riuscire a ottenere una gratificazione seppur minima come quella di aggiungere una medaglietta alla propria collezione, e per far ciò è persino disposta a vendere parte dei propri preziosi dati personali: in questo caso la localizzazione, cioè dire dove ci si sta trovando. (Nel mio caso a dire il vero il check in è stato in ufficio, quindi non mi preoccupo più di tanto)
Morale? chi è interessato alla cosa ha ancora qualche ora per aggiungere un badge alla sua collezione, sapendo che dovrebbe aspettare quattro anni per riuscire a riprenderselo… e chissà se tra quattro anni ci sarà ancora foursquare!