ho sbaglmpf

E così Berlusconi ha amabilmente lasciato il titolo “Berlusconi presidente” sul suo simbolo elettorale, costringendo Calderoli ad andare in fretta e furia in Viminale a cambiare quello della lega con su scritto “Maroni presidente”, visto che non ci possono essere due galli nel poll… ehm, due capi della coalizione. Insomma, almeno una parte di quanto scrissi qui è sbagliata: rimane la Lombardia con Maroni candidato governatore, ma a questo punto chissà se la base leghista apprezzerà il tutto.
Restate sintonizzati per le nuove emozionanti avventure del teatrino del Porcello1

Quizzino della domenica: Uroboro

Avete a disposizione un foglio quadrettato infinito… vabbè, diciamo grande a piacere, se proprio siete dei maniaci del finitismo. Il vostro scopo è di colorare completamente il foglio con un gruppo di “serpenti”. Un serpente è una fila di quadretti, ciascuno – tranne il primo, per ovvie ragioni! – che tocca con un lato altri due quadretti. Naturalmente però non è possibile per il serpente toccare sé stesso in altri punti: altrimenti non ci vorrebbe molto a impacchettare ben bene il serpente… Però bastano comunque solo due colori. Riuscite a incastrare bene i due serpenti?
(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p074.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì.)

_Matematica sulla spiaggia_ (libro)

[copertina] Lo scopo della collana “Dialoghi Scienza”, almeno a leggere quanto scritto sulla quarta di copertina di questo libro (Stephen Smale, Matematica sulla spiaggia, Di Renzo 2011, pag. 61, € 10, ISBN 9788883232572, trad. Maria Pia Felici), sarebbe “sviluppare chiaramente la materia oggetto della ricerca (dell’autore). Beh, fidatevi: in questo caso non ci è affatto riuscito. Intendiamoci: non credo affatto che sia semplice raccontare in maniera semplice le ricerche matematiche di Smale. Ma arrivare ad avere un glossario dove i termini vengono spiegati con definizioni da testo postuniversitario – provate a leggere quella di H-cobordismo… mi sembra una presa in giro. Posso anche comprendere che ci sia una forte disomogeneità nel testo, con varie ripetizioni: una chiacchierata con l’autore, anche se si è scelto di mostrare solo le risposte e non le domande che presumibilmente han portato ad esse. Ma la traduzione di Maria Pia Felici spesso contribuisce a complicare ancora di più le cose, aggiungendo oscurità ad oscurità. Il tutto al costo di 10 euro per ben 61 pagine, scritte anche con un font piuttosto grande, e nelle quali sono eppure riuscito a trovare almeno tre refusi.
Tra le poche note positive del testo, il racconto di alcuni insospettabili precursori della teoria del caos, precursori famosi (Poincaré, Littlewood e Cartwright) che però non vennero seguiti in quelle loro intuizioni. È proprio vero che anche i matematici, come Smale stesso spiega, non si accorgano spesso di qual è la strada giusta.

Senatori a vita

Questa volta sono d’accordo con Giorgio Napolitano, che in un’intervista al direttore della Stampa ha affermato di non voler nominare altri senatori a vita in questo ultimo scorcio del suo mandato.
Devo dire che ho scoperto solo da pochissimi anni la ratio dell’articolo 59 della Costituzione, quello appunto che permette al PresRep di nominare senatori a vita fino a cinque «cittadini che abbiano illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario». In pratica, è un residuo del Regio Senato, i cui membri non venivano eletti ma nominati (a vita…) dal re. Come tanti articoli della Costituzione, anche il 59 è stato tirato per la giacchetta, a partire già da Einaudi che nominò don Luigi Sturzo o perlomeno Gronchi che nominò Giuseppe Paratore: dal mio punto di vista nominare senatore a vita un politico è un controsenso. Peggio ancora Sandro Pertini, che decise che le cinque nomine erano “per presidente” e non in assoluto, rischiando così di inquinare la proporzionalità del Senato: è vero che viste certe nomine la cosa potrebbe essere anche positiva, ma non sono convinto si debba giocare con le regole in questo modo. A partire da Scalfaro si è tornati alla vecchia interpretazione: la morte di Pininfarina e Levi Montalcini hanno così (cinicamente) lasciato due posti liberi. Ma proprio perché le nomine sono dell’istituto della presidenza e non del presidente, non ha un grande senso farle alla fine del mandato… ergo è corretto lasciare il pacchetto al successore :-)

servizio pubblico

Se ho ben capito, Berlusconi ha asfaltato la coppia Santoro-Travaglio. La cosa non mi stupisce per nulla: il penultimo PresConsMin sa benissimo cosa deve fare. Né d’altra parte mi è venuto in mente di guardare la trasmissione, che pure sembra avere fatto il 33% di share che per La7 è un risultato incredibile.
Quello che però mi ha stupito è che tanta gente fosse convinta non tanto del contrario, quanto che la coppia di cui sopra dovesse per forza allestire un match. Anche lasciando perdere l’ipotesi non certo campata in aria che fosse tutto un teatrino per prendere qualche soldino in più dagli sponsor (vedi sopra), quello che io mi aspetto da un conduttore e da un giornalista non è una trasmissione contro, ma una trasmissione in cui si fanno domande serie. Da questo punto di vista, allora tanto vale il teatrino di Fabio Fazio che per definizione fa solo e unicamente domande buoniste all’intervistato di turno.
L’altra cosa che non capisco, o magari capisco fin troppo bene, è perché in trasmissioni come questa non ci sia qualcuno dietro le quinte che faccia fact checking al volo. Diciamocelo: che le domande fossero concordate lo immaginavamo tutti anche senza che Santoro a un certo punto esclamasse che i patti non erano quelli – e anche questa è stata una pessima caduta di stile: un presentatore un minimo scafato non si sarebbe fidato delle assicurazioni di Silvio, avrebbe preparato a priori una controffensiva e se la sarebbe tenuta da parte per sicurezza. Ma questo non toglie che tutte le affermazioni che un qualunque politico porta a suo favore, affermazioni che presumibilmente si è ben preparato in anticipo, dovrebbero essere controllate e nel caso rinfacciate; è vero che il presentatore non può farlo al volo, ma se qualcuno lo aiutasse… Ma mi sa che la cosa non piacerebbe a nessuno :-(

Spammarketing

I miei ventun lettori sanno bene che in questi decenni io di cose ne ho prodotte parecchie: più o meno pregevoli, ma comunque di qualità direi almeno accettabile, rispetto a quelle che si vedono in giro. I ventun lettori di cui sopra sanno anche che non è che mi sia messo a spammarli chissà quanto. Tanto per dire, quando ho pubblicato il libro ho preparato un blog apposta per non appestare questo; se creo una pagina facebook non mando a cani e porci l’avviso; le volte che mi capita di segnalare un mio post da qualche parte, aggiungo al link un paio di righe come executive summary in modo che nessuno rischi di cliccarci su; persino su Google+ o posto cose pubbliche – per cui non arriva quindi una notifica – oppure nel caso di cose prettamente matematiche le invio solo all’acconcia cerchia, risparmiando gli altri. Il tutto perché io non sopporto lo spam, e quindi non voglio generarne.
Poi però vedo gente che retwitta compulsivamente qualunque cosa abbia il loro nome sopra, siti che rimandano più volte i loro post sperando di beccare qualcuno che non si è accorto di essere già passato di là, richieste di farmi piacere le più bieche “creazioni dell’ingegno”; e mi domando perché io non solo non riesco a vendermi ma trovi la cosa anche un po’ ripugnante. (Ma più che altro mi chiedo che cosa io debba fare con questo tipo di spammatori :-) )

la coperta corta

Non è facile riuscire a ricavare un trend da una serie di numeri parziali: quindi il fatto che a novembre il tasso di disoccupazione sia rimasto costante non significa molto, perché è risultato di un aumento dei disoccupati maschi e una diminuzione di disoccupati femmine che probabilmente sono scoraggiate e non cercano lavoro. Questo lo spiega bene anche l’articolo, intendiamoci.
È però sintomatico l’aumento della disoccupazione giovanile. La mia sensazione è semplice: se la gente non può andare in pensione ovviamente l’età media dei lavoratori aumenta. E se non si creano nuovi posti di lavoro chi ne fa le spese sono i giovani. Non che io abbia una soluzione, intendiamoci: volevo solo segnalare la cosa.