Stasera a cena Anna mi ha detto che nella canzone Il pescatore di De Andrè il “solco lungo il viso / come una specie di sorriso” significa che l’assassino, già che c’era, ha ammazzato anche il pescatore. Io nei trentacinque anni almeno da quando conosco la canzone non ci avevo MAI pensato (per la cronaca mi ero fermato a non capire “il rimpianto di un aprile / giocato all’ombra di un cortile”). Sono messo così male?
Il mondo all’incontrario
Stamattina papa Francesco ha avuto il suo primo Angelus. Cito da Repubblica: «Papa Francesco è apparso disinvolto anche nel discorso del suo primo Angelus di fronte a una folla di più di migliaia di fedeli: 150.000 secondo la Santa Sede, 300.000 per il comune di Roma.» Ma una volta non era l’opposto?
Quizzino della domenica: Chi è?
Abbiamo chiesto a un famosissimo scienziato quale fosse il suo cognome. La sua risposta, invero sibillina, è stata la seguente: “Prima nego, poi affermo, capovolgo ed a capo ricomincio”. Di chi si tratta? (no, non è Albert Einstein :-) )
(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p088.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Il problema è tratto da Mezzogiorno di gioco, di Aldo Spinelli)
le palle del PD
Alla fine anche Bersani si deve essere stufato. Dopo aver tentato in ogni modo di convincere qualche altra forza a trovare un accordo, stanotte hanno tirato fuori dal cappello due nomi come Boldrini e Grasso che possono piacere o no (a me per esempio Grasso mica piace…) però sono sicuramente seri e non si possono definire “della ka$ta” (povero ex-segretario autoreggente Franceschini, lui ci sperava…).
Le risate non sono mancate nemmeno oggi, a partire dal M5S che ha detto che queste scelte sono merito loro. Certo, tecnicamente hanno costretto il PD a cambiare cavalli, ma mi sembra tanto di vedere il marito che per far dispetto alla moglie si evira. E immagino qualcuno di loro si prenderà anche il merito dei voti che l’ex procuratore capo antimafia ha preso in più rispetto alla somma PD+SEL: tanto non c’è limite alla faccia tosta.
Ma per le risate, già ieri c’è stato il siparietto di Monti che va da Napolitano per dirgli “guarda, lascio l’interim alla Cancellieri così vado a fare il presidente del Senato e il mese prossimo il PresRep”, e Nappy che risponde in punta di fioretto costituzionale “col cazzo!” (scusate il linguaggio, ma il babelfish mi si è rotto). Stessa risposta data da quel giovincello di Emilio Colombo (la bamba fa bene, inutile) a Calderoli che si era improvvisato fine giurista e aveva cercato di convincere che alla quarta (e ultima possibile) votazione per il Senato la maggioranza relativa richiesta non fosse in realtà così relativa.
Boh: comincio a vedere uno spiraglio per questa legislatura, speriamo.
_Il contagio delle idee_ (libro)
Il titolo italiano di questo libro (Dan Sperber, Il contagio delle idee : Teoria naturalistica della cultura [Explaining Culture], Feltrinelli 1999 [1996], pag. 184, ISBN 9788807102585, trad. Gloria Origgi), oramai fuori catalogo, è indubbiamente molto più evocativo dell’originale inglese “Explaining Culture” (che a sua volta mi pare un po’ esagerato); peccato che le belle promesse non vengano poi rispettate dalla pratica.
Il guaio di base del libro non è tanto la sua relativa obsolescenza (mi sa che questi quindici anni abbiano portato molte nuove idee) quanto la sua disomogeneità: è infatti una collezione di brevi saggi che Sperber ha preparato per varie occasioni, quindi con ripetizioni e temi trattati solo in parte. Il concetto principe del libro è quello di rappresentazione, che è grosso modo l’idea che si fanno di un concetto le singole persone. Il concetto di meme si traduce quindi nel “contagio” delle rappresentazioni, contagio che può essere epidemico (un meme vero e proprio, qualcosa cioè che cresce di colpo per sgonfiarsi anche abbastanza in fretta) oppure endemico, e qui si va più verso i riti veri e propri. L’idea è interessante, e aiuterebbe anche a spiegare alcuni fatti come le “mutazioni” delle rappresentazioni e l’esistenza di rappresentazioni simili ma non identiche tra le varie persone: peccato che però sia rimasta appesa un po’ in sospeso, probabilmente perché un mini-saggio non era sufficiente per sviscerare bene la tesi.
In definitiva, qualche utile spunto (ben tradotto da Gloria Origgi) ma nulla più.
papa Francesco (senza il primo)
Padre Federico Lombardi ha spiegato che con GP1 si erano sbagliati: Albino Luciani aveva preso il nome di Giovanni Paolo e basta, perché – nonostante Gesù sia definito nel vangelo di Luca primogenito – finché non c’è un secondo papa che prende un nome quello che c’è non deve avere un ordinale vicino. Dan Brown potrebbe scrivere un bestseller raccontando come, una volta accortisi dell’errore, l’unica soluzione venuta in mente ai curiali sia stata quella di eleggere immediatamente un GP2: io non sono così bravo a inventarmi trame, quindi passo ad altro, non prima di aver notato come la pagina di Wikipedia in questo momento è protetta dallo spostamento, perché evidentemente c’era un po’ di gente che non era d’accordo. E poi dicono che l’infallibilità non serve :-)
Quando ho saputo che Bergoglio era stato scelto come papa, il mio primo commento è stato “ma non dovevano farlo al giro prima?” In effetti non mi è molto chiaro come mai sia stato scelto adesso, anche se la mia impressione è che i cardinali abbiano voluto scegliere un outsider per evitare blocchi contrapposti. Né mi è chiara la scelta del nome Francesco: per me, più che il Poverello d’Assisi, è in ricordo di Francesco Saverio. Non che importi più di tanto. Non sapevo che è il primo papa gesuita, il che mi pare molto più importante che essere il primo papa dell’America Latina, o se preferite il primo papa non europeo dopo lo Scisma d’Occidente (che in un certo senso ha sancito la nascita dell’Europa, almeno da un punto di vista religioso).
Per il resto che dire? Sono già (ri)partite le voci sulla sua connivenza col regime di Videla, anche se sono in pochi a notare come tutte queste voci partano da un’unica fonte: il libro L’isola del silenzio di Horacio Verbitsky. Io non mi fido dell’agiografia, ma nemmeno delle fonti uniche. È invece abbastanza chiaro che dal punto di vista dottrinale papa Francesco è un conservatore, il che nel cattolicesimo non significa assolutamente nulla. Ho ben presente un altro papa eletto da vecchio e scelto apposta come figura di transizione, del quale l’ortodossia conservatrice era ben notoria: Angelo Roncalli, papa Giovanni XXIII. Non credo che Jorge Mario Bergoglio indirà un nuovo Concilio, ma ho l’idea che – se ne avrà il tempo – cambierà la struttura della chiesa cattolica, cosa probabilmente ancora più importante che la dottrina. Ma per tutte queste cose occorre aspettare e vedere.
Aggiornamento: (13:15) Leggo da qui che Timothy Dolan ha esplicitato che Bergoglio si è invece davvero ispirato a san Francesco d’Assisi per il suo nome da papa. Un’ulteriore prova della mia incapacità congenita nel fare ipotesi “politiche”.
Carnevale della Matematica #59: GOTO Dropsea
Oggi è il giorno del pi greco, e questo magari lo ricordavate anche – tra l’altro, in tarda mattinata pubblicherò sul Post un contributo in tema. Però se siete tra i miei ventun lettori sapete che oggi è anche il giorno del Carnevale della Matematica, che questo mese è ospitato da Gianluigi Filippelli. L’idea delle “notizie pigreche” nei riquadri è fantastica.
Già che ci siamo, in che rapporti siete con Euclide? Il 14 aprile a ospitare il Carnevale sarà il gloglottatore, e il tema è per l’appunto il padre della geometria!
Teresa Mattei
Non ci sono stati solo i Padri Costituenti: nell’Assemblea erano state elette anche ventun donne. Ieri ci ha lasciato l’ultima ancora in vita, Teresa Mattei: una comunista pura e dura, tanto che nel 1955 fu espulsa dal partito “perché contraria allo stalinismo e alla linea togliattiana” (occhei, la mia definizione di “comunista” è diversa da quella dei “fedeli alla linea”, oltre che naturalmente da quella di B.)
Non sapevo fosse stata lei a proporre la mimosa per la festa della donna, anche se sapevo che era stato scelto perché “fiore povero ed endemico” (diteglielo a quelli che te lo vendono a caro prezzo), al posto della violetta. Vabbè, non glielo conto contro di lei. Non sapevo nemmeno che avesse collaborato con Bruno Munari – trovate tutto sull’articolo di Repubblica. Stamattina ho sentito un’intervista che aveva dato nel 2006, ai tempi della famosa tentata riforma costituzionale di Lorenzago: non le mandava certo a dire a quei quattro tipi che in un weekend im montagna osavano riscrivere la costituzione…
Per la cronaca, restano solo due Padri Costituenti in vita: il divo Giulio (che però mi sa se la passi parecchio male, non ci credo che nessuno se lo fili più) ed Emilio Colombo che è la dimostrazione vivente delle proprietà terapeutiche della coca :-)