Non ho avuto tempo (e voglia, lo ammetto) di entrare nel merito di quanto capitato ieri alla Camera, e quindi spero che ci sia qualche anima gentile che mi possa dare una risposta a queste domande (non ad altre: qualcosa ho capito)
– la parte dedicata alla rivalutazione delle quote della Banca d’Italia aveva davvero i requisiti di urgenza richiesti da un decreto legge? Era necessario che per fine 2013 i soldi fossero contabilizzati in una certa maniera?
– c’è stato o non c’è stato, quando il decreto è passato al Senato (e ci deve essere passato per forza) un tentativo di stralciare quella parte e lasciare solo quella relativa alla seconda rata dell’IMU? Perché è chiaro che ieri non c’era più tempo, e si doveva scegliere “o tutto o niente” (e quella rata IMU la si doveva pagare: al più il governo poteva fare un decreto per evitare il pagamento degli interessi di mora), ma nel passaggio precedente il tempo c’era.
Notate che non sto facendo domande retoriche come “perché due cose che non c’entrano nulla sono state messe nello stesso decreto”, né sto entrando nel merito se la rivalutazione sia o no un regalo alle banche (quello sarà per la prossima volta). Al momento mi limito alle proceduralità…
gentilezze
I tassisti stanno vivendo un brutto periodo, con la concorrenza di servizi tipo Uber e del car sharing: si sta arrivando così a un circolo vizioso nel quale le tariffe crescono e i passeggeri pertanto diminuiscono. Ci sono indubbiamente problemi di vari tipi, per esempio il fatto che in un mercato strettamente regolamentato il costo pratico di una licenza è cresciuto a tal punto che chi è subentrato da qualche anno ha pagato decine di migliaia di euro e adesso si vede quell’asset pesantemente deprezzato. Non trovo certo nulla di strano se i tassisti decidono di scioperare e non farsi trovare in aeroporto e in stazione: il diritto di sciopero è sacrosanto.
Ma se è vero che c’è un gruppo di tassisti che sta accettando le chiamate e poi non si presenta, beh, io quelli li denuncerei direttamente e senza passare dal via. (E se fossi uno della maggioranza dei tassisti che non fa così, mi chiederei cosa potrei fare loro per “ringraziarli” di avere ancora peggiorato l’immagine della categoria)
Electrolux
Ho letto un po’ di cose sulla minaccia di Electrolux di andarsene dall’Italia dove il costo del lavoro sarebbe troppo alto, per spostarsi verso l’Europa dell’est. Alternativa? un taglio delle ore lavorate del 25%, unito ad altri tagli di stipendio che porterebbero alla fine i lavoratori (quelli rimasti) a guadagnare sì e no la metà. Una proposta che parrebbe fatta apposta per risultare irricevibile.
Poi ho letto questo articolo di Giulio Zanella e mi sono chiesto ancora altre cose. Secondo Zanella, per salvare capra e cavoli basterebbe abbassare il cuneo fiscale dal 55% al 25%, più o meno quanto si ha nel Regno Unito dove (a sua detta, non ho dati per smentirlo o accettarlo) i possessori di tali redditi “non scontano la minore pressione fiscale con assenza di servizi sociali”.
A parte banalità tipo dimenticarsi di considerare la differenza di spesa per interessi di Italia e Gran Bretagna, l’analisi non spiega come mantenere i servizi sociali togliendo questi ricavi allo stato, non spiega come mantenere il sistema pensionistico attuale (che oggi ci sia tutta gente in pensione con il metodo retributivo, vent’anni dopo la riforma Dini, è una sconcezza: ma il sistema è quello) tagliando i contributi pensionistici: insomma non spiega nulla. Noisefromamerika dovrebbe poi essere liberista, quindi non credo nemmeno che pensino a patrimoniali o espropri proletari.
E allora qualcuno mi spiegherebbe seriamente come funzionerebbe il tutto?
_Milano tra le due guerre_ (mostra)
Abbiamo sfruttato l’assenza dei bimbi nei primi giorni dell’anno per andare a visitare la mostra fotografica Milano tra le due guerre, allestita fino al 13 febbraio a Palazzo Morando. A parte la fregatura di arrivare sul posto alle 12:20 e scoprire che la mostra è chiusa dalle 12:30 alle 13:30 (ma a quanto pare adesso almeno nei weekend ha orario continuato) devo dire che ho apprezzato molto le immagini che Arnaldo Chierichetti aveva fatto alla Milano che stava cambiando faccia, con i navigli interni chiusi, lo sventramento di un quartiere centralissimo, e soprattutto le scene di vita normale nella zona di corso di Porta Romana (anzi “Corso Roma”, come si chiamava nel ventennio) dove Chierichetti aveva il suo studio di ottica e fotografia. Le macchine fotografiche d’epoca, comprese quelle stereoscopiche, a me dicono poco ma magari interesseranno a qualcuno: i pannelli con le spiegazioni del contesto dei vari gruppi di fotografie sono invece fatti molto bene. L’unico punto su cui avrei da ridire è la mancanza di indicazioni precise su dove sono state scattate molte delle foto, il che mi ha costretto a una serie di wild guess che avrebbero fatto ridere anche i polli. Abbiate pietà di un immigrato!
_Il falò delle novità_ (libro)
Che cos’è la creatività? Bella domanda. Nel 2012 Stefano Bartezzaghi ha tenuto una conferenza sul tema al Festival della Creatività di Sarzana, e qualche tempo prima ha chiesto su Twitter di inviare la definizione preferita. Ne sono arrivate un paio di centinaia, che sono alla base di questo libro (Stefano Bartezzaghi, Il falò delle novità : La creatività al tempo dei cellulari intelligenti , Utet 2013, pag. 238, € 12, ISBN 978-88-418-95894). Tutte le definizioni sono brevi per la natura stessa di Twitter, che si limita a 140 caratteri; la concisione in questo caso non è pertanto solamente una dote apprezzata, ma anche necessaria!
Naturalmente detto così sarebbe troppo semplice. Bartezzaghi ha riunito le varie definizioni in gruppi più o meno omogenei e soprattutto le ha commentate una per una, andando per svariate tangenti in modo da cercare per quanto possibile di circoscrivere cosa la creatività non è. D’altro canto, lui lo dice subito, che secondo lui la parola “creatività” è abusata e che il concetto è in realtà ineffabile… non per nulla ne parla come di un mito, come spiega con maggior dovizia di particolari nella seconda parte del libro. Una lettura insomma godibile, che forse vi toglierà alcune certezze, ma lo farà per il vostro bene.
Ah: mi dimenticavo di segnalare un’ottima iniziativa di Utet, che permette a chi ha comprato il libro cartaceo di avere gratuitamente l’ebook. Ufficialmente l’iniziativa scadeva il 31 dicembre 2013, ma io il libro l’ho comprato il 12 gennaio 2014 e l’ebook era ancora scaricabile…
(post scriptum: la mia definizione di creatività è “prendere i pezzi di un puzzle ed essere in grado di costruirne uno completamente diverso”. Immagino che abbiate capito qual è la mia fonte!
_La matematica dei Pink Floyd_ (libro)
Io sono un beatlesiano convinto, ma sono costretto a riconoscere che Beatles e matematica non vanno molto d’accordo: John Lennon era fissato con il numero 9, esiste un inedito “One and One Is Two”, ma tutto finisce qui. In compenso ci sono altri musicisti che si possono sfruttare per parlare di matematica: per esempio i Pink Floyd, come Paolo Alessandrini ci racconta in questo suo nuovo ebook della collana Altramatematica di 40k Unofficial (Paolo Alessandrini, La matematica dei Pink Floyd, 40k Unofficial “Altramatematica” 2014, 0,99€, ISBN 9788898001491) che trovate anche in formato epub.
Alessandrini prende spunto da testi e copertine dei primi album dei Pink Floyd per raccontarci di come per esempio l’I-Ching – il tema di “Chapter 24” nell’album The piper at the gates of dawn sia un esempio pratico di applicazione dell’aritmetica binaria e della combinatorica; oppure che la copertina di Ummagumma ci fa arrivare alla ricorsività e ai quadrati greco-latini (i nonni del sudoku); il prisma di Dark Side of the Moon dà l’occasione per parlare di tassellazione dello spazio. Certo, si può godere della musica dei Pink Floyd anche senza sapere che c’è qualcosa dietro; ma scoprire che certe scelte non sono casuali bensì con una storia ci permette di apprezzarle ancora di più (soprattutto se non saremo interrogati sulla materia…). Leggendo il libro (o la chiosa dell’autore) si capisce poi quanto Paolo ami la matematica e i Pink Floyd, condizione necessaria per creare una bella opera; certo, la condizione non è sufficiente, ma garantisco che il libro è anche scritto molto bene.
L’unico dubbio è che, come Alessandrini fa notare, gli spunti matematici si trovano nei primi album. Spero che non ci sia una correlazione con la presenza, fisica o virtuale, di Syd Barrett e la sua crisi mentale…
#telospiegamau
Lo so, a dicembre vi ho già spammato sin troppo con la collana di ebook Altramatematica, quella con il mio Matematica e infinito. Però, se ricordate bene, ho anche accennato al fatto che io sono informalmente il curatore della collana, il che significa che sono sempre alla caccia di qualche internauta che sappia scrivere, sappia scrivere di matematica, e soprattutto sappia scrivere di matematica in maniera pop. Posso così anticiparvi che domani verrà pubblicato un nuovo ebook… rosa. Ma non c’entrano gli Harmony né la Gazzetta dello sport: provate a indovinare di chi si parla!
Tornando alla collana #40kmate, è stata finalmente ufficialmente attivata la pagina #telospiegamau. (c’era già da prima, ma non lo sapeva quasi nessuno). A che serve? Semplice. Qualcuno ha comprato questi librini e non ha capito qualcosa? Bene (o male): significa che non siamo stati capaci di spiegare abbastanza bene le cose. Avete capito così bene che vi sono venute in mente altre idee correlate? Benissimo. In entrambi i casi potete provare a chiedere lumi attraverso questa pagina: se ne sono in grado, vi risponderò direttamente lì. Insomma, che l’ebook può anche ampliarsi “esternamente”. È vero che quella di #40kmate è “matematica pop”, e l’idea è che si possano leggere i libri senza pensare che si stia facendo matematica: ma se uno vuole comunque farla non lo sgridiamo mica!
Un’unica avvertenza: non chiedetemi di verificare nuove dimostrazioni di vecchi e nuovi teoremi. Con ogni probabilità non ne sarei capace, e quindi non inizio neppure a verificarle.
Ha capito tutto (come sempre)
Ieri a Sesto San Giovanni è successa una tragedia. Una madre di tre gemelli è stata ammazzata da un furgone che nel fare retromarcia all’interno di un condominio ha schiantato una ringhiera ed è caduto sulla rampa dei box dove la poveretta stava salendo con la bicicletta. L’operaio che stava spostando il furgone non aveva neppure la patente, per la cronaca.
Ovviamente c’è chi non perde l’occasione di farsi notare: citando da Repubblica, «Sulla vicenda interviene Viviana Beccalossi, assessore al Territorio della Regione Lombardia, per dire che “l’introduzione del reato di omicidio stradale non può più neppure di un giorno.”» (manca un “essere rimandata”, immagino, ma quello non è colpa dell’assessore Beccalossi bensì di chi ha composto l’articolo). Qualcuno avrebbe il coraggio di spiegare all’assessore Beccalossi che quello non è un caso di omicidio stradale per l’ottima ragione che il furgone era su territorio privato e non su una strada, tanto che l’autista è indagato per omicidio colposo ma non per guida senza patente? (Sì, già l’idea di proporre il reato di “omicidio stradale” è una perfetta idiozia, ma tant’è)