Annicinquanta: nascita della creatività italiana (mostra)

Questa mostra, aperta fino al 3 luglio, stranamente non è ospitata alla Triennale ma a Palazzo Reale. Dico “stranamente”, perché generalmente è il tipo di roba fatta dagli “altri”… Vabbè, non importa. Siamo andati a vedere la mostra la vigilia di Pasqua, con Milano riempita da scozzesi in kilt e il tempo urfido della Milano primaverile. Sul fianco del Duomo si comincia a vedere un vagone di Settebello e alcune auto degli anni ’50, giusto come assaggio. L’interno della mostra è davvero bello, e merita i nove euro di biglietto di ingresso; perlomeno per chi come Anna e io abbiamo ancora fatto in tempo a vedere molti di quegli oggetti – si sa, duravano più a lungo… – e quindi abbiamo fatto una specie di amarcord. Nelle varie sale è mostrato di tutto, dall’architettura all’industrial design, al cinema, alla televisione – che permette anche di fare vedere cosa è successo in Italia e nel mondo in quegli anni, per mezzo di un filmato di RaiTeche – a moda e arte. Forse queste ultime sono state le sezioni più debolucce, con molte opere ma senza una vera spiegazione: i manifesti delle varie correnti pittoriche non dicono molto, ve l’assicuro.
Pur saltando le sale della Reggia che con i nuovi restauri se ne stanno in mezzo all’allestimento della mostra, ci abbiamo messo due ore a visitarla, e non mi sono nemmeno lamentato che ora di pranzo era passata da un pezzo: sicuro segno di interesse.
Piccola curiosità: non è stata rispettata la par condicio. C’erano infatti alcune realizzazioni di Sarfatti (padre), il fondatore di Arteluce. Mi stupisco non sia arrivato nessuno a polemizzare.

Continua la barzelletta delle liste

Martedì scorso il Consiglio di Stato ha sospeso l’esclusione della lista Alternativa Sociale dalle elezioni regionali del Lazio. La ragione? Non è che le firme raccolte fossero vere, ma la falsità delle medesime «non è stata accertata nei modi previsti dalla legge». Soluzione tipicamente italiana (summus ius, summa iniura), dove il giudizio deve essere per prima cosa formalmente corretto, e poi si può entrare nel merito.
Ma attenzione: l’esclusione è per l’appunto sospesa. Quindi, dopo le elezioni, si dovrà decidere se la Mussolini aveva o no diritto di partecipare, ed eventualmente invalidare le elezioni stesse. Anche qui non è detto che la cosa accadrà: essendoci un procedimento penale in corso, potrebbe capitare che il consiglio regionale venga insediato sub iudice, e che la sentenza definitiva arrivi… nel 2011, quindi dopo le elezioni successive. Mah.
Un paio di note a latere (sì, oggi mi sento latinista…). Non credo a chi parla di sentenze politicizzate: non ci credevo con quella del TAR, con Calabrò che subito è stato designato come presidente dell’Authority delle telecomunicazioni; né credo al titolone di due righe del Giornale della Famiglia B., che sorvola su quisquilie tipo l’approvazione in seconda lettura della riforma costituzionale per riferire subito che due membri del Consiglio di Stato sono stati capo di gabinetto per i ministri del centrosinistra. L’altra cosa è il lavorio di incollaggio dei manifesti elettorali. Ieri e oggi sono a Roma, e mentre andavo a cena ho visto i manifesti con l’elenco di liste e candidati, con un foglio bianco sopra la lista numero 3 (Alternativa Sociale) e senza l’indicazione del candidato presidente Mussolini. Adesso che faranno? appicchicheranno altri foglietti?

lavori di Pasqua

Stamattina ho dovuto di nuovo fare una levataccia per tornare giù a Santa Palomba, nonostante – o magari proprio per – l’avvicinarsi delle feste pasquali. In effetti ad esempio non c’era coda ai taxi della cooperativa, si vede che chi va in giro per lavoro si sta riposando.
In compenso a Linate l’impiegata del check-in ha fatto una smorfia quando alle 7:15 le ho presentato un biglietto per le 8. “Ma come?”, le ho fatto, “non mi dirà che c’è tutta quella coda al metal detector?” E lei: “adesso forse ce n’è un po’ di meno, ma stamattina dalle 5 c’è una folla incredibile”. Insomma, i vacanzieri pasquali.
Mi sono accinto di buon grado a fare il serpentone di coda avviluppato su sé stesso, e mi sono accorto che stranamente era relativamente veloce, e riusciva anche a ridursi di lunghezza nel tempo. Quando stavo per arrivare all’area dove in teoria dovrebbe iniziare la coda, ho capito la ragione. Un uomo in arancione ha detto al tipo davanti a me “se volete, una decina di persone può passare di là al controllo del varco di servizio”. Mentre lui faceva “gu?” io, che stranamente ero in un momento sveglio, mi ero già fiondato. Quando ti permettono di tagliare una coda, ti viene sempre una sensazione di gioia…
Stavolta è doveroso tributare il giusto riconoscimento agli uomini della SEA, che sono riusciti a trovare una soluzione valida e sicura.

sposarsi ingrassa, ma quanto?

Fortuna che anche se non prendo i giornali gratuiti c’è l’Ansa che mi rifornisce di schiocchezze. Stavolta ci viene a dire che dopo il matrimonio le coppie ingrassano. E fin qua avremmo semplicemente una non-notizia, tanto più quando si legge che questo è il risultato di un sondaggio promosso… dalla rivista Dimagrire.
Se però guardiamo i numeri pubblicati scopriamo che nel primo anno dopo il matrimonio ingrassa l’86% delle coppie ingrassa, mentre l’8% ha mantenuto immutato o ha visto diminuire il proprio peso. Il restante 6%? Si saranno già separati? Appartengono a una religione che vieta loro di avvicinarsi a una bilancia?
Peggio ancora, viene detto che vengono acquistati “in media tra i cinque (27%) e i 10 chili (11%)”. Ora, 27 e 11 fanno 38 che è meno della metà di 86. Il concetto di maggioranza ha raggiunto una nuova definizione, aspettatevi di trovarla in Parlamento.

Gasparri e le TLC: due estranei

[pubblicità per il digitale terrestre] Giovedì scorso, pedalando verso Rozzano, ho visto un cartellone di quelli 100×150 che pubblicizzava il digitale terrestre, quella roba che il ministro Gasparri ha fortemente voluto per ovviare all’ingiunzione della Corte Costituzionale di mandare su satellite Retequattro e togliere la pubblicità a Raitre.
Il cartellone, come potete vedere dalla foto, è minimalista: si notano però due cose. La prima è che è stato pagato dal Ministero delle Comunicazioni, quindi con i nostri soldi. Ma è molto più interessante la seconda: il Ministero ci invita infatti a telefonare per informazioni al “numero verde” 840-xxxxxx. Peccato che quei numeri non siano gratuiti, ma ad accesso ripartito: per la precisione, paghi lo scatto alla risposta. Questo per decreto del Ministero stesso, ovviamente. In questi casi, il Garante per la Concorrenza condanna l’azienda che ha fatto pubblicità ingannevole: chissà se lo farà anche stavolta…

ascensori

Tra le mille cose approvate martedì all’assemblea condominiale (bisogna dire che quando si è in quattro persone interessate compreso l’amministratore, più le deleghe agli altri colleghi dell’amministratore, le cose possono essere rapide) c’è stato il cambio della società che fa manutenzione dell’ascensore e che – a detta dell’amministratore – ci farà risparmiare quasi cinquecento euro l’anno.
Non lo so. Però posso dire che mercoledì c’era già il nuovo adesivo sull’ascensore, e soprattutto che finalmente hanno resettato le lucette lampeggianti dell’allarme ed eliminato quel rumore di ferraglia che l’ascensore faceva perché probabilmente raschiava da qualche parte. Mi sembra già un ottimo risultato.

MM2 Abbiategrasso

Subito la notiziona: ieri (penso nel pomeriggio, visto che ho verificato la mattina e non c’era ancora nulla) il sito di ATM Milano si trova scritto tra le novità “La stazione ‘Abbiategrasso’ della linea metropolitana 2 è regolarmente aperta al traffico passeggeri”. Punto. Nulla di più, anche perché qualcuno avrebbe potuto chiedersi “solo ora?”.
Stamattina ho comunque deciso di provare l’ebbrezza della nuova fermata. Esco di casa qualche minuto in anticipo rispetto al solito, tanto che ero a Famagosta alle 8:40 invece che alle 8:45 come al solito. Sarei potuto scendere a prendere il bus AMP delle 8:50, ma volete mettere l’ebbrezza? E poi il treno e il tabellone luminoso segnano “Abbiategrasso”, non posso deluderli così. Mi è però venuto qualche dubbio, lo ammetto: nel mio vagone sono scesi tutti tranne me. Mi sono fatto tutto da solo i 1400 metri del percorso, dando un’occhiata davanti attraverso il vetro azzurrato, e sono sceso in questa stazione ancora pulita, dove almeno qualcuno stava aspettando il treno. Salgo, mi accorgo che stavano ancora lavorando sulla scala mobile, e mi accingo ad aspettare il 15. Ma quello giusto, visto che metà dei tram si ferma a Gratosoglio. Sei minuti di attesa, salgo, mi siedo, arrivo finalmente a Rozzano… e vedo che l’AMP era già arrivato e stava ripartendo. Oggi doveva essere stata una giornata fluida su quel lato della tangenziale, ma la cosa non è stata così piacevole.
Sempre a proposito di tangenziale, l’ineffabile assessore Goggi mi ha implicitamente cazziato, dicendo al Corsera che riguardo al prolungamento della Rossa fino alla nuova fiera «Non ci sono finte partenze o inaugurazioni farsa. A partire dal 30 marzo il servizio sarà assicurato tutte le volte che ci sono fiere. In assenza di manifestazioni il servizio sarà sospeso perché manca l’utenza.» Peccato che aggiunga anche «Da settembre con la fiera in funzione il servizio sarà regolare». Adesso qualcuno mi dovrebbe spiegare: o la fiera non è ancora pronta e la prossima settimana fanno un’apertura finta (con contestuale apertura finta della metropolitana) oppure non si capisce come mai abbiano speso tutti quei soldi per una cosa che funzionerà a spizzichi e bocconi.

Gratta e sosta per residenti

La notizia è di un paio di giorni fa, ma me l’ero persa. L’ineffabile assessore Goggi ha presentato in pompa magna la nuova proposta per il gratta e sosta per i residenti nella zona regolamentata che hanno un garage.
Premessa: a Milano stanno man mano rendendo la sosta a pagamento in tutta la città. Però il Comune ha tenuto conto dei residenti: quindi un terzo circa dei posti è a pagamento (strisce blu) mentre gli altri due terzi (strisce gialle) sono riservati gratuitamente ai residenti, a patto che non abbiano un box dove lasciare l’auto. Io trovo questo principio assolutamente iniquo: se partiamo dal presupposto che il residente abbia diritto di parcheggiare gratuitamente vicino a casa, non vedo perché chi decide di pagare per acquistare un garage debba essere penalizzato. Se poi il garage lo vuole affittare, meglio per lui…
Ad ogni modo ci sono state numerose proteste perché i residenti muniti di parcheggio facevano notare che un conto è lasciare la macchina fuori per la notte, un conto è parcheggiare un attimo per fare delle commissioni. Che ha pensato Goggi? “Semplice”: un blocco da millequattrocentosessanta tagliandi (quattro al giorno per 365 giorni), ciascuno valido per mezz’ora di parcheggio. Il tutto al costo di venti euro, che probabilmente è davvero il rimborso spese di stampa. Una soluzione barocca come non mai: ma è quello che ci meritiamo.