Martedì scorso, più o meno a quest’ora, ho ricevuto sul cellulare una telefonata a cui non ho potuto rispondere. Faccio il numero, e mi sento un messaggio registrato che afferma che il numero non esiste. Stasera mi hanno richiamato; il telefonino era in giro, quindi l’ho preso troppo tardi e non ho potuto parlare.
Ho dato un’occhiata al numero +3903215215 e mi è venuto in mente che potrebbe essere il centralino di una qualche azienda: ho così provato a mettere un paio di 1, il sistema classico per beccare il centralino. Rifaccio il numero modificato, e mi arriva una voce registrata “Pronto BPN: abbiamo cambiato i nostri numeri. Il servizio di banca telefonica è al numero 0321.521616”.
Ma perché mai la Popolare di Novara dovrebbe telefonarmi?
calcio cravatte treni e taxi
Le notizie estive danno sempre soddisfazioni, e ci si può permettere di cogliere fior da fiore. Tralascio così il tapiro di sale venduto da Vanna Marchi e figlia sul loro “blog”, limitandomi a notare come la parola “sito” ormai sia così datata che nessuno la usa più. Non parlo nemmeno di Paris Hilton che ha annunciato un anno di astinenza sesuale “per ritrovare sé stessa”. Tanto il materiale non manca.
Ad esempio, sia Leggo che City ci fanno sapere che poche ore prima della finale dei mondiali c’è stata una partita di calcio tra ricercatori italiani e francesi della stazione antartica Dome C. La vittoria è arrisa agli italiani, che hanno terminato sull’1-0 i sedici minuti di gioco a 65 gradi sotto zero. A parte la voglia che si può avere a muoversi con quella temperatura, c’è un punto che non mi torna: il 9 luglio in Antartide dobrebbe essere buio tutto il giorno. Quelli là hanno anche messo i riflettori per illuminare il campo da gioco?
Metro non perde l’occasione di renderci edotti che il presidente Napolitano andrà a Firenze per incontrare il presidente austriaco Fischer e prenderà un Eurostar invece che l’aereo presidenziale. Secondo me è già dovuto atterrare a Peretola e ha deciso che il gioco non vale la candela, visto anche che in meno di due ore si arriva comunque.
Nel campo “automobolismo”, a Milano alcuni tassisti hanno fondato un “movimento per la tutela della professionalità del taxista”, le cui uniche informazioni – non chiedetemi come mai – si trovano sul sito dell’Associazione Poliziotti Italiani. Forse il tutto è legato all’altra notizia: i rally clandestini da Calais a Rimini a velocità leggermente superiori ai limiti consentiti. Sembra infatti che uno sfortunato concorrente sia stato fermato quasi all’inizio della corsa, mentre andava a 244 all’ora.
Termino rapidamente con City, che cerca di spiegarci come il nostro “tasso di felicità” sia il migliore tra quello dei paesi del G8 – ma comunque 66° in classifica generale. Ma se non siamo troppo felici, almeno dovremmo essere più seri che in Australia, dove hanno ritirato dalla circolazione un francobollo dedicato al ragno dal dorso rosso, perché l’immagine raffigurata era troppo realistica e avrebbe causato traumi a chi recuperava la posta dalla cassetta delle lettere. Forse il francobollo è tridimensionale?
E dulcis in fundo, in Croazia hanno preso molto sul serio l’etimologia della parola “cravatta” (da hrvat, croato, perché i cavalieri croati del ‘600 la indossavano) e vogliono preparare un nastro che circonderà tutta la nazione, e verrà ufficialmente annodato a Dubrovnik. Buona cravatta a tutti.
_Tangerine_ (libro)
Bradbury è generalmente noto come autore di fantascienza, si pensi alle Cronache marziane oppure a Fahrenheit 451. Ma la definizione è riduttiva: non tanto perché la SF sia un genere di serie B, ma perché la sua vena lirica spazia anche su tanti altri argomenti. In questa sua raccolta di racconti (Ray Bradbury, Tangerine [One More for the Road], Mondadori – Piccola Biblioteca Oscar 453 – 2006 [2002], pag. 262, € 8.40, ISBN 88-04-55157-7, trad. Silvia Rota Sperti) ci sono alcuni temi che ricorrono spesso: l’io narrante scrittore, il ritorno al passato, un certo malinconico crepuscolo. Non aspettatevi storie con un climax: Bradbury tende a fare più che altro degli spaccati di vita, con quella sua prosa che confesso a tratti non riuscire a capire – mi sono fidato della traduttrice. Segnalo in particolare “Trapianti di cuore”, una di quelle storie che sai esattamente come va a finire ma non puoi fare a meno di sentirtela dentro, e “One-Woman Show”, un altro modo di vedere come la vita sul palcoscenico si mangi quella reale.
priorità postale
Dopo sei mesi in cui non siamo mai riusciti a trovarci nello stesso momento nello stesso posto, una certa burocratA di Wikipedia ha pensato bene di spedirmi le due magliette che avevo preso mentre mi associavo per il 2006. Così martedì 4 è andata alla posta del Paesello (in provincia di Milano, non in Botswana) e ha spedito le due magliette via Posta Prioritaria. D’accordo, sappiamo che oggidì la parola “priorità” è utilizzata in senso strettamente matematico (“l’elemento maggiore di un insieme con un solo elemento”). Sabato mi chiede se le magliette sono arrivate, e rispondo di no. Ieri me lo richiede, e rispondo “non ancora”. Poi torno a casa e scopro la presenza del famigerato foglietto paglierino che mi comunica che un “plico voluminoso” proveniente dal Paesello mi sta aspettando all’ufficio postale. Considerando che il foglietto viene spedito il giorno dopo, posso affermare con sicurezza che il “plico voluminoso” ci ha messo sette giorni a fare il percorso dal Paesello a Milano. Ad averlo saputo, sarei andato a prendere le magliette in bicicletta.
Produzione auto e statistica
Oggi sono apparsi sui giornali i dati della produzione Istat relativi al maggio 2006. Come si può vedere dal Corsera, vengono intonati dei peana per un aumento del 94.1%, e subito a destra si coglie l’occasione per una filippica antigovernativa.
Io invece la filippica la faccio sì, ma contro chi non è capace – o non vuole – leggere i numeri. Prendiamo infatti il lancio Ansa, che è fatto davvero bene. Si vede come tra maggio 2005 e maggio 2006 la produzione è cresciuta sì del 94.1%, ma si ricorda anche come l’anno precedente a maggio ci fu un calo del 44.3% – a causa dello sciopero delle bisarche, rammento a chi avesse la memoria corta. Facciamo un po’ di conti: supponendo che a maggio 2004 fossero state vendute 100.000 auto, a maggio 2005 le vendite erano scese a 55.700 (meno 44.3%, appunto); nel maggio 2006 si aumenta del 94.1% e si arriva a 108.100 autovetture. Un aumento dell’8% in due anni che è simpatico ma non così eclatante… e non ho nemmeno considerato il fatto che un singolo mese comunque è un periodo troppo breve per fare statistiche affidabili, in genere.
Purtroppo come al solito l’incapacità di fare un controllo di realtà è un male bipartisan.
Aggiornamento: (14 luglio) I dati di giugno danno un -12% in Italia, e subito il giornalista di Repubblica piange. Naturalmente non gli è venuto in mente che – visto che a maggio 2005 non venivano consegnate le auto – a giugno 2005 c’era stato un incremento anomalo delle vendite, e quindi non è per nulla strano che a giugno 2006 ci sia un calo relativo…
bigino religioso
Da Storie di me recupero questa tabellona – in inglese, si sa che a questo mondo se non sai il cinese mandarino o l’inglese sei out – dove in poche righe si sommarizzano le credenze delle principali religioni attualmente esistenti. È sempre comodo avere tutto salvato in un solo posto, no?
zzz (again)
Stamattina verso le 6 Anna mi chiede di tirare giù le tapparelle, perché le dà fastidio dormire con la luce. Eseguo, e trenta secondi dopo sono di nuovo addormentato.
Subito dopo Anna mi dice “ehm… sono le otto e un quarto”. A quanto pare la sveglia è suonata, ma visto che l’aveva lasciata nella borsa non l’abbiamo sentita.
Ho come il sospetto di avere bisogno di un po’ di sonno.
Non troppo ciclabile
Ho già parlato (qua e qua) del tratto di pista ciclopedonale sul Naviglio Pavese. Il problema con i lavori che hanno fatto è che hanno tolto le sbarre che chiudevano la strada. Sì, ci sarebbero dei cartelli di divieto di accesso, ma si sa come funzionano quelle cose. È normale trovarsi così motorini e moto di grossa cilindrata che percorrono quel tratto come niente fosse; ma ormai non è nemmeno così raro trovarsi gente in automobile, che trova assolutamente naturale passare per una strada larga due metri e mezzo sì e no.
Se non avessi già visto che gli assessori provinciali competenti non si sognano certo di dare risposta, andrei a chiedere di far rimettere una sbarra. In mezzo, così hanno anche da farsi un bel po’ di retromarcia per tornare.