Ancora sulle tasse

Non credo che occorra chissà quali conoscenze matematiche per intuire che se la Finanziaria ha (parecchie) maggiori entrate (e poche spese in meno) questo significa che il contribuente in media pagherà di più. È vero che le nuove imposte non sono necessariamente quella sui redditi, ma è il ministero stesso ad affermare che la “rimodulazione” delle aliquote IRE – notato tra l’altro che il verbo “rimodulare” è diventato sinonimo di aumentare? – porterà quasi mezzo miliardo in più all’erario.
Ci vuole un po’ di matematica in più per capire che di per sé è possibile che – nonostante un aumento medio pro capite – il numero di persone che pagheranno meno tasse potrebbe anche essere del 90% (o del 70%, si mettano d’accordo prima); però la cosa è improbabile, e comunque significherebbe che il 30% che paga di più ci perde molto di più di quanto ci guadagni il resto del 70%. Esempio banale: ci sono dieci persone che pagano mille euro ciascuno, per un totale di 10.000 euro. L’anno dopo il totale da pagare è di 10.200 euro, ma sette persone pagano dieci euro in meno, quindi 990 a testa. Le tre persone rimanenti dovranno pagare i 200 euro di aumento e i 70 euro risparmiati dagli altri, e quindi pagheranno novanta euro in più ciascuno.
Intendiamoci: questo è un esempio forzato, ma spero che renda l’idea dei problemi nel tirare fuori numeri a capocchia. Lo faceva Silvio, lo fa Romano: su questo c’è continuità.

Quando manca il senso dell’umorismo

La famosa frase ripetuta nove volte dal nostro PresDelCons è stata messa sotto forma di rap: all’autore è andata anche bene, perché c’era una – spero involontaria – rima in mezzo alla frase, e quindi l’effetto è probabilmente stato simpatico (“probabilmente” perché a me il rap non piace, quindi non so giudicare).
Questo rap è stato presentato nel TG2 delle 13 di venerdì scorso: nulla di così strano, visto il taglio “ggggiovane” di quel telegiornale (leggi, più Novella 2000 che Micromega). Però la cosa non è piaciuta a qualcuno: così quattro parlamentari della maggioranza hanno presentato una richiesta al CdA Rai per valutare se il Tg sia stato colpevole di «vilipendio alle istituzioni», dimostrando così che la mancanza di umorismo non è appannaggio del centrodestra ma è distribuita in maniera assolutamente bipartisan.
Mi sembra doveroso fare nomi cognomi e appartenenza politica dei valenti controllori del servizio pubblico televisivo, come indicati dal Corsera (chissà perché, Repubblica.it non fa i nomi…): Loredana de Petris (Verdi), Giorgio Merlo (Margherita), Gennaro Migliore (Rifondazione comunista), Esterino Montino (Ds). Lo so che se – come temo – non cambierà la legge elettorale non sarà possibile utilizzare il nostro voto, ma non si sa mai.
(vedi anche Mantellini)

più tasse per tanti

Io sono una persona con un reddito medioalto, il che naturalmente non significa al livello dei Ceppalonidi, ma semplicemente qualcosina oltre i 50.000 euro l’anno. Non mi sono messo a fare i conti di quello che succederà con le nuove aliquote IRPEF, anzi IRE, ma sono ragionevolmente certo che pagherò parecchio di più di tasse, non avendo moglie né figli a carico e vedendomi così tagliare tutte le possibili deduzioni. Se devo fare una stima, la differenza sarà tra i cinquanta e i cento euro il mese: il tutto senza contare le tasse locali che sicuramente cresceranno.
Nonostante tutto, non mi lamento più di tanto della cosa: erano i soldi che Berlusconi mi aveva regalato togliendoli a chi guadagna di meno, e adesso torneranno via. Non mi lamento nemmeno per i soliti che continueranno a non pagare tasse: tanto non lo facevano nemmeno prima. Potrei giusto commentare sommessamente che mi sa tanto che i macchinoni dei nulladichiaranti non sono intestati a loro, e che forse i controlli incrociati dovrebbero essere fatti in maniera un po’ più intelligente.
Mi lamento un po’ del fatto che non sia stata introdotta una sesta aliquota: sarebbe bastato un 44% oltre i 200.000 euro. Non chiedevo la luna, ma semplicemente che la differenza assoluta di tasse per una persona che dichiara 100.000 euro e una che ne dichiara un milione non fosse esattamente la stessa cifra. Ma quello che mi fa davvero incazzare è che cerchino di convincermi che io pagherò meno tasse. È una questione di onestà nei miei confronti.
Aggiornamento: secondo il Corsera, avrò un aggravio di meno di 30 euro il mese…

Mi si nota più se arrivo primo o ultimo?

Scopro dal ciclista calmo che è morto Luigi Malabrocca. Ho come il sospetto che tra i miei lettori (a parte il Farfi, ovvio), nessuno sappia chi sia: al momento non c’è neppure una voce su Wikipedia (provvederò al riguardo). Vi consiglio quindi di leggere il coccodrillo della Rosea, per avere un’idea del personaggio.
Perché non è affatto facile arrivare ultimi, che cosa credete? È un po’ come fare zero al Totocalcio, occorre comunque una certa costanza, e non puoi nemmeno ritirarti. Memorabili le sue gare contro Sante Carollo, che nel 1949 riuscì a fregargli l’agognata maglia nera dell’ultimo in classifica al Giro d’Italia; e dire che nella sua carriera ha anche avuto quindici vittorie da professionista, e due titoli italiani di ciclocross, quindi non era esattamente una schiappa.
Dalle poche notizie che ho trovato in rete, credo abbia avuto una vita abbastanza felice; secondo me se la meritava, perché in fin dei conti è stato una delle persone che ha contribuito a formare la leggenda del ciclismo, quando ancora ci si poteva divertire.
Aggiornamento: in effetti, mentre scrivevo questa notiziola qualcuno ha provveduto a rimpolpare wikipedia. Si vede la differenza rispetto a chi come me preferisce il proprio orticello.

ePolis (quotidiano)

Nichi Grauso – qualcuno si ricorda ancora di Video On Line? e qualcuno si ricorda dell’accaparramento dei nomi a dominio a fine 1999? – è tornato da qualche tempo a uno dei suoi primi amori: la carta stampata. Dopo un inizio nella sua Sardegna, e un primo sbarco nel nordest a febbraio, dal 28 settembre ha fatto uscire le edizioni milanese e romana di ePolis. Sì, il sito non è italiano ma sanmarinese, qualunque cosa ciò significhi in pratica.
Ho volontariamente saltato il primo numero che non fa mai testo, preso il secondo di venerdì scorso, e dato un’occhiata oggi al pdf che è in linea: i giornalisti hanno fatto infatti uno sciopero parziale, pubblicando solamente le due nuove edizioni. Innanzitutto non ho ancora capito se è free press oppure no: mi sono trovato la copia sulla scala della metropolitana, ma l’edicola dove ho comprato gli altri quotidiani ne aveva alcuni esposti, al prezzo di 50 centesimi. Non riesco esattamente a capire perché uno dovrebbe acquistarlo… Il formato è quello tipico della free press, però la cura e la foliazione sono maggiori. Ci sono quarantotto pagine, la pubblicità sembra meno invasiva dei quotidiani gratuiti e nel numero di venerdì mi pareva che il target fosse anche un po’ più elevato. Sulla copia online, a dire il vero, la qualità pubblicitaria era calata parecchio.
Gli articoli sono più ampi che nella free press, e sembrano articoli veri e propri, non agenzie rimesse in sesto alla bell’e meglio. Ho persino visto qualcosa che assomigliava a un approfondimento, che naturalmente è assolutamente vietato nel modello standard dei quotidiani gratuiti. Ci sono però pagine, tipo le lettere dei lettori, che sono assolutamente identiche a quelle che potremmo leggere su Metro e simili. La parte milanese è molto ben curata, e credo voglia essere uno dei punti di forza del quotidiano.
Come tendenza politica, anche se le feste di inaugurazione hanno avuto come madrine Serena Dandini a Roma e Lella Costa a Milano, il quotidiano mi è sembrato tendere più verso destra, ma quella destra liberale alla Montanelli che oggi non è più rappresentata in Italia; potrebbe essere un modo per recuperare una nicchia di lettori che non si sente rappresentata da Libero e Il Giornale.
Commento finale: boh. Come ogni via di mezzo, è da vedere se riuscirà a erodere lettori, oppure farà il proverbiale vaso di coccio.

inutilità

Non avendo molto da dire, vi segnalo un paio di siti assolutamente deliranti, in un modo o nell’altro.
gabbly.com/ ti permette di vedere un sito e contemporaneamente avere una finestra di chat con tutti quelli che lo stanno guardando attraverso gabbly. Basta scrivere il nome del sito che ti interessa: ad esempio, http://gabbly.com/xmau.com/notiziole ti farà vedere questa paginetta (si fa per dire, immagino che la maggior parte di voi mi legga via RSS) e assieme una finestrina di chat. Tutto molto web2.0, immagino; funziona con Firefox e IE, ma non con opera.
stendibiancheria.net è un sito dedicato… al bucato. Per la precisione, ti dà (il default è per Milano, ma puoi anche saperlo per Torino Roma Napoli Capri (?) Nagoya (??) e altri) un “indice di bucato” che ti dice quanto è probabile che i tuoi panni si asciughino, sempre che non si sia moderni. Ci sono dei problemi con l’interfaccia, 21.11 celsius non suonano bene, ma l’idea è simpatica… e sufficientemente fuori di testa. (E bisogna dire che chi gestisce il sito risponde molto in fretta!)

giornataccia?

Occhei, sono uscito cinque minuti più tardi del solito. Occhei, mi sono fermato in edicola a comprare Repubblica e La Stampa visto che ci saranno due giorni di sciopero (la sapete la barzelletta dei due carabinieri in montagna, vero?) e mi sono trovato un po’ di coda.
Ma è andata a finire che mi sono visto partire la gialla sotto gli occhi, e ancora grazie che avevano rimesso a posto il problema alla stazione Sondrio; mi sono visto partire la verde sotto gli occhi; il 15 almeno aveva già fatto una fermata, ma comunque l’ho aspettato quasi dieci minuti; e per sovrammercato la porticina del retro del nostro simpatico complesso postindustriale non funzionava, e ho dovuto fare tutto il giro per entrare. Non è così che si inizia bene una giornata, anche se è venerdì e quindi ci sono ampi margini di miglioramento nel corso della giornata.
L’unica cosa favorevole è che hanno riaperto la scala mobile della metro in Piazzale Abbiategrasso. Quella scala mobile è nata sfigata: l’avveniristica (?) copertura con lastre di cristallo è stata spaccata dopo nemmeno una settimana, e ci sono voluti tre mesi di chiusura prima che… venissero tolte le lastre rotte. Adesso mi sa tanto che ci siano problemi agli ingranaggi quando piove, e quindi è più il tempo in cui sta chiusa di quello di funzionamento: ad esempio, a settembre non l’avevo mai vista accessibile fino appunto ad oggi (o forse ieri, ma ero in bicicletta). Ma la cosa più divertente è che ormai la gente ha cancellato dal proprio campo visivo quel passaggio: stamattina tutti facevano le scale!