inquinamento acustico

Già non è che pranzare all’interno di un centro commerciale sia così piacevole, soprattutto per lo stomaco. Già trovarsi nei tavolini della “piazzetta” del centro commerciale circondati da quattro monitoroni che trasmettono tale “Italica TV” non è il massimo della vita, ma generalmente basta che uno tenga gli occhi bassi e non ha almeno questo problema.
Oggi no. Il volume dei monitor era sicuramente sopra gli 80 decibel: non da fare male alle orecchie stile discoteca ma sicuramente sufficiente per farmi digerire ancora meno quel povero trancio di pizza. Capisco che metà della gente lì dentro se ne sta col suo iPod e quindi non vengono raggiunti se non in questo modo, ma non credo sia proprio il caso… andrà a finire che pranzerò ancora più tristemente con un panino dinnanzi al monitor nel mio bellissimo open space :-(

ci servirà il mobivelox!

Cito da una citazione di Bubbo Bubboni:
«Nel test, diverse centinaia di utenti saranno in grado di ricevere una serie di canali, trasmessi ad una velocità di oltre 200 km orari
Il Bubbo colpevolmente non mette l’origine della notizia, ma il Vostro Affezionato non poteva lasciarvi a bocca asciutta. Finalmente ho capito perché si parla così tanto di autostrade informatiche.

ah, la tecnica!

Con un ritardo di una decina di giorni – non per nulla il trafiletto è siglato come il giornale, e non da un’agenzia – City ci fa sapere che “SurfControl ha individuato un sito web fasullo che sembra il sito italiano di Google”. Nulla di nuovo sotto il sole: però scoprire che il sito “utilizza una tecnica che fa assomigliare i due siti web e i loro indirizzi, differenziandoli con una lettera” apre inquietanti prospettive sulle incredibili possibilità fornite dall’alfabeto latino.

il tram ha bucato!

Stasera, mentre andavo dal Neri a cazzeggiare un po’ su Macchiaradio, ho visto un 5/ fermo all’incrocio tra Zara e Marche, con tre tipi in tuta arancione che stavano lavorandoci su all’altezza del carrello posteriore, immagino con un po’ di bestemmioni visto che stava piovendo.
Beh, devo dire che la famosa scusa per il ritardo “il tram ha bucato” sarebbe proprio andata a pennello!

Dinamica dei tassi di interesse

La rubrica settimanale “Metrosoldi” immagino sia poco più di una raccolta di marchette. Nulla di male, intendiamoci: “Affari e Finanza” di Repubblica è la stessa cosa più in grande. Non mi aspetto quindi chissà quali notizione. Però mi pare piuttosto strano che all’interno di un peana su conti on line ad alto rendimento mi si venga a dire che rispetto a questa estate “i tassi ufficiali europei sono scesi, e quindi sono scesi anche i rendimenti di questi prodotti”. È vero che in logica per dimostrare una qualunque cosa basta partire da una premessa falsa, però a me pareva che fosse capitato esattamente l’opposto: i tassi europei dovrebbero essere cresciuti… Qualcuno può farmi un rapido corso di economia post-postmoderna?

Kudos a <em>Leggo</em>

I miei affezionati lettori lo sanno: nel panorama della free press italiana trovo che Leggo sia quello di qualità “meno migliore”, per usare un eufemismo. Poco più di una raccolta di gossip, a dirla tutta.
Sono quindi stato molto favorevolmente stupito dall’articolo odierno di Fabio Maccheroni, che stroncando la prossima ennesima raccolta beatlesiana (Love) inizia il suo pezzo scrivendo «Nella celebre parodia dei Beatles, i Rutles parafrasarono All you need is love in “All you need is cash”: avete solo bisogno di soldi.» Non avrei mai creduto che in Italia ci fossero altri estimatori dei Rutles oltre a me (lei è emigrata :-(…) Mi sembra il minimo darne atto pubblicamente, e invitare tutti a cercare Love Life, la presa per i fondelli di All you need is love assolutamente perfetta sin nei minimi particolari!
Ah, il mio giudizio su Love è assolutamente concorde, tanto che non lo comprerò esattamente come non ho mai preso One. Salverei l’Anthology, però.

Io, il blog e IE7

Dopo avere letto un commento sulla visibilità del mio blog sotto Internet Explorer 7, chiedo ai fortunati (?) che lo hanno (trovato) installato come viene visto il blog. Stasera ho dato una scorsa al CSS e corretto una serie di errori: adesso viene validato, quindi il problema non dovrebbe essere più mio. Ma non si sa mai con Micro$oft…
Aggiornamento: xlthlx ha trovato al primo colpo il problema. Occorreva aggiungere overflow: hidden nella classe side. Si vede che scrivo troppo e usciva tutto fuori :-)

Basta con la storia dell’eredità!

Ieri due delle tre principali agenzie internazionali hanno abbassato il giudizio di rating per l’Italia. In parole povere, hanno affermato che si fidano un po’ di meno della nostra capacità di rimborsare il debito pubblico; questo a sua volta si ripercuoterà sui tassi di interesse dei titoli di stato, che dovranno quindi salire per convincere gli investitori a comprarseli comunque. A catena, questo significherà un aumento del debito dello Stato. Fine della spiegazione economica.
Ovviamente Prodi e soprattutto Padoa-Schioppa hanno subito alzato i soliti lai: quest’ultimo però se ne esce fuori dicendo «Da questa decisione si capisce che le agenzie di rating riconoscono che abbiamo ricevuto una pesante eredità». Bene, la vogliamo smettere con questa storia?
Intendiamoci: è vero che negli scorsi anni non si è approfittato dei tassi di interesse bassi per fare calare il debito pregresso, e questo ha contribuito al crescere del valore assoluto della manovra economica di questa Finanziaria. Ma è anche vero – e anche chi non è economista dovrebbe ormai saperlo – è che le agenzie misurano il rating sulle speranze future. Visto che hanno dato il loro giudizio dopo avere studiato la manovra proposta dal governo, e leggendo attentamente il loro giudizio, è chiaro che si lamentano non tanto dell’entità ma di come la manovra è stata fatta, con tante entrate e pochi tagli di spesa; e questo è assolutamente indipendente da quanto abbia fatto o non abbia fatto Silvio B. nei cinque anni passati.
Non sto dicendo che il centrodestra avrebbe fatto di meglio. È probabile che oggi come oggi, con la debolezza intrinseca di questo governo, non sia possibile fare i tagli ai vari fondi di spesa; è anche possibile che in questo momento non sia nemmeno saggio da un punto di vista economico farlo. Non sono un economista. Però sono uno che non ha voglia di essere preso per i fondelli: dimmi “quest’anno più di questo non potevamo fare” e io lo accetto, dimmi “è colpa di quelli prima” e io mi incazzo.