In questi giorni continuavo a sentire gente che parlava del Grande Ponte di Fine Aprile, che sarebbe dovuto iniziare ieri e terminare con il primomaggio™. Sarà. Però ieri in autostrada non è che abbia visto traffico né in una direzione né nell’altra… e stamattina mi sembrava che la (breve) strada casa-ufficio fosse più trafficata del solito. Non è neanche questione di “mancheranno i soldi per andare in giro”, perché alle otto e mezzo del mattino comunque te ne staresti a casa. Inutile, siamo tutti workaholic, o se lo preferite in italiano “lavorcolizzati”.
Blu PD
Se non ho capito male, per molti la notizia più interessante sull’ultimo (in tutti i sensi…) congresso dei DS della scorsa settimana è stata la playlist che Luca Sofri (quello giovane, insomma) aveva preparato. Sempre se non ho capito male, uno dei brani più cantati è stata la splendida Il cielo è sempre più blu del buonanima di Rino Gaetano – tra l’altro, mi stupisco che l’ottimo Chartitalia non ne abbia accennato. Il brano avrebbe dovuto indicare anche metaforicamente il passaggio di colore dal rosso – molto stinto – dei DS al blu del PD, sulla falsariga dell’omonimo partito statunitense.
Tralascio il pensiero che il blu è un colore molto vicino all’italoforzuto azzurro, e le logiche conseguenze sulla cromatica contiguità dei due “partiti”, e mi dedico a una banale analisi canzonettistica. Ma i cantatori congressisti hanno provato ad ascoltare le parole che modulavano più o meno armoniosamente? Il testo di quella canzone è assolutamente sfascista, nel senso che Rino faceva vedere il bello e soprattutto il brutto della nostra Italietta e terminava con il ritornello che a me è sempre sembrato dire “ecchissenefrega”. Occhei, probabilmente dal suo punto di vista la cosa era ironica, ma prenderlo come inno ufficioso dei Democratici mi sembra davvero troppo!
RT (televisione)
Domenica sera, dopo cinque anni, Enzo Biagi è tornato in televisione, con un programma il cui nome almeno a me rievoca fin troppo il TV7 anni ’60, anche se lo stacchetto musicale della sigla sembra più che altro quello di un telefilm poliziesco o investigativo. Credo che capiti anche di questo, nel panorama televisivo italico: ma visto che a casa non guardo nulla, non vedo un grande problema.
Più problemi, invece, li vedo su Biagi. Capisco che abbia ormai la sua bella età, e capisco anche che questa è per lui più che altro una rivincita contro Berlusconi, anche se oggettivamente le condizioni con cui è tornato – un programma settimanale in terza serata del lunedì di Raitre – non solo non sono il massimo ma gli erano già state offerte nel 2003. Però è davvero devastante vedere come ormai non riesca nemmeno a fare le domande senza doversele leggere sui fogli che ha davanti, dove i testi erano scritti in stampatello maiuscolo corpo ventiquattro da quel poco che si intravvedeva quando veniva cambiata inquadratura. Come dicevo sopra, probabilmente sarebbe stato molto meglio lasciargli godere la sua meritata pensione e limitarsi ad averlo qua e là come gradito ospite esternante. Chissà se Silvio si accorgerà che non ha più molto da temere da lui, o se ormai l’ha incasellato tra i Giornalisti Comunisti…
ps: nei giornali di martedì, sia Dipollina su Repubblica che Grasso sul Corsera lodavano sperticatamente la trasmissione. Mi sa tanto che ci sia una mafia interna tra i giornalisti.
I divieti nell'era globale
Domenica scorsa c’è stato il primo turno delle presidenziali francesi. Al tg3 delle 19, un’ora prima che i seggi chiudessero, viene annunciato che gli exit poll indicavano che Sarkozy e Ségolène (non so perché, ma nessuno dice “la Royal”) sarebbero passati al secondo turno. Non che la cosa fosse legale, visto che la legge francese vieta di diffondere quei risultati a urne aperte: ma in effetti le comunicazioni sono state date da siti valloni e della Svizzera francese, e quindi “fuori giurisdizione” ma perfettamente comprensibili dai francofoni.
È vero che in Italia, vista la nostra enorme conoscenza delle lingue, l’unica possibilità sarebbe andare sui quotidiani online ticinesi, che però non mi pare abbiano chissà quale appeal. Però il punto di base è assolutamente lo stesso, e mi chiedo quanto ci vorra prima che i politici si accorgano che il loro problema con Internet non è soltanto che le major discografiche piangono per il furto della musica in direzione opposta a quella solita.
The Good Shepherd (film)
Chi mi conosce lo sa: generalmente non sopporto di stare a guardare un video. Assommiamoci poi la pessima abitudine di essere bombardati da mille informazioni, il che porta inevitabilmente, almeno per me, a una perdita della mia capacità di concentrazione. Ciò detto, credo che si possa comprendere come l’avere accompagnato Anna a vedere questo film di Robert De Niro che dura la bellezza di due ore e e quarantasette minuti è davvero stata una prova d’amore. Almeno il film fosse stato interessante! Già non ho capito la ragione di avere lasciato il titolo in inglese, visto che non si parla mai esplicitamente del Buon Pastore. Tanto valeva limitarsi al sottotitolo italiano, “L’ombra del potere”, che racchiude meglio la storia di questo pezzo grosso della CIA, che ha contribuito a fondare dopo il suo lavoro per l’OSS durante la seconda guerra mondiale. La storia si riaggomitola – non possiamo parlare di “dipanarsi”, visti i continui flashback che fanno perdere ogni tanto il senso del tempo – attorno al fallito sbarco alla Baia dei Porci e alla ricerca di chi avesse fatto la soffiata. Edward Wilson, il protagonista, alla fine esce quasi come un Eichmann. Il simbolo della “banalità del male” è per me l’ultima scena del film dove lui, ingobbito, entra negli enormi corridoi della nuova sede sella CIA dopo che praticamente si è perso famiglia e amici… il tutto per nulla. Questa scena, e qualche battuta qua e là, non basta certo a risollevare un film che sembra essersi perso un’ottima occasione per un’opera incalzante… e più breve.
Offerte liguri
È probabile che la cosa sia comune a buona parte dell’Italia, ma non ricordo di averla vista né a Milano né a Torino… e in fin dei conti qui siamo in Liguria. Venerdì sera sono entrato in un supermercatino, e all’ingresso, bene in vista, c’erano delle “uova di Pasqua rotte” in offerta a 2 euro. Non so voi, ma a me viene in mente la barzelletta dell’avaraccio che, per fare bella figura spendendo poco, si fa impacchettare i cocci di un vaso rotto, in modo da far finta di averlo rotto lui mentre arrivava dagli amici. Ma forse è semplicemente una sana arte del riciclo.
Riscaldamento globale 2
Vodafone (e Wind)
Prima di partire per qualche giorno di vacanza a Chiavari in modalità read-only (nel senso che via telefonino potevo leggere la posta che mi arrivava, ma non avevo certo voglia di comporre messaggi col tastierino…) sono andato a cambiare la mia SIM Vodafone “morta” e, come immaginavo, ho dovuto pagare il pizzo degli otto euro “perché non era più in garanzia”. Adesso mi tocca solo andare a chiedere come mai dei tre euro di ricarica – fatti dopo il decreto Bersani – me ne sono stati messi solo due.
Ad ogni modo, posso assicurare che Vodafone non è il solo “gentil provider”. In questi giorni mi è arrivata una email di “SVS adirato” (mi ha chiesto di non indicare nome ed email) che ha avuto una storia simile con Wind, e mi ha allegato un esempio di raccomandata da inviare, che trovate sul mio sito. Ecco cosa mi ha scritto SVS:
Dalla Wind ho subito l’identica coercizione (disattivazione SIM), ed ovviamente senza aver ricevuto alcun tipo di preavviso.
Dopo un giorno di sgomento, non riuscendo ad interpretare il messaggio “SIM non registrata” ed accertato che non si trattasse di un problema dipendente da un malfunzionamento della componentistica, ho chiamato il centro assistenza Wind (155) il cui operatore di turno mi ha “tranquillamnte” dichiarato la disattivazione per scadenza dell mia SIM card … Procedura unilaterale ed arbitraria !!!
Se non rispondono nel giro di una settimana suggerisco, prima di agire in giudizio per la violazione di un proprio diritto (o alternativamente ad esso), di promuovere preventivamente un tentativo di conciliazione dinanzi al Co.Re.Com (Comitati Regionali per le Comunicazioni) della propria regione che abbia già firmato la convenzione bilaterale con l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) per l’esercizio delle funzioni delegate.
Trovate tutto sul sito dell’AGCOM [sotto la voce “Contenzioso tra utenti e operatori”], oppure rivolgetevi ad una Associazione di Consumatori ed Utenti.
A proposito, LEGGETEVI ATTENTAMENTE:
1) questa sentenza
2) questa missiva all’AGCOM di Altroconsumo.
Visto che qualche anno fa Wind mi ha annullato una sim perché negli ultimi tre mesi non avevo fatto chiamate, non mi stupisco di molto: però devo aggiungere che resto scettico sulla possibilità di ottenere qualcosa in questo modo, comprese le copie alle trasmissioni televisive. Ad ogni modo, se qualcun altro vuole provarci qua trova perlomeno tutti i dati…