Sto guardando il mio cedolino con lo stipendio di dicembre. Tecnicamente nello stipendio viene anche indicata la tredicesima, e quindi tra le trattenute c’è una voce “anticipo” che appunto consiste nel netto che mi è arrivato il 20 dicembre.
Bene (si fa per dire). Le trattenute Irpef di questo mese (tredicesima e stipendio) sono maggiori del netto della tredicesima… il tutto senza contare i quasi cinquecento euro di conguaglio Irpef di fine anno, e ovviamente già al netto dei contributi previdenziali. Basta saperlo.
Bee Movie (film)
A Natale si va al cinema, mi dicono. Quindi dopo il pranzo di Natale e (intuibilmente) senza cena di Natale ieri sera Anna, i suoi genitori e io siamo andati a Monza al Metropol a guardare questo film. Confesso che sono rimasto stupito a vedere che in quel cinema non solo c’è l’intervallo a metà film, ma passa ancora il tipo a vendere aranciate cocacole caramelle popcorn… ma non divaghiamo.
Il film (vedi scheda su FilmUP oppure su IMDB) è di animazione, e come ormai capita sempre più spesso non è esattamente da animazione per bambini… non che a quell’ora ce ne fossero comunque molti; all’ultimo spettacolo, poi, sarebbero arrivati i venti-trentenni. La storia di per sé non è un gran che, e il tema ecologista – o meglio direi di sviluppo sostenibile e di crescita armoniosa – non è che sia così sviscerato. Alcune battute sono APErtamente sforzate, e forse sarebbe stato meglio vederlo in inglese (con sottotitoli, mi sa). Però devo dire che in vari punti ho sghignazzato di gusto, un po’ per le citazioni (Bee Larry King non è affatto male, per non parlare del cameo di Sting) e un po’ per certe battutacce scontate ma carine nel contesto.
Il film è stato scritto e “interpretato” da Jerry Seinfeld, che probabilmente non è un nome noto agli italiani quanto lo è per gli americani; una chicca, nel mezzo degli interminabili titoli di coda dove sono stati indicati tutti gli impiegati della Dreamworks e dove si vede che il cinema di animazione è ormai completamente globalizzato, è stato scoprire che tra il cast c’è anche il “Wife Support System” di Jessica Seinfeld (sua moglie); non ricordo con che ruolo sono stati indicati i figli :-)
Programmi beneducati
Mentre oggi pomeriggio andavo faticosamente avanti con la mia traduzione (la deadline si avvicina, e quindi bisogna lavorare quando si ha un minimo di tempo a disposizione) mi sono accorto che EditPad Lite, l’editor di testo che uso abbastanza spesso, sta scrivendo nella riga con le informazioni di stato “Merry Christmas!”.
Auguri elfici
Ci è arrivata persino rep.it. Rita Celi ha scritto il classico post di un blog, solo che è finito nella sezione Scienza e Tecnologia del secondo (o primo?) quotidiano italiano. Sono gli auguri di Natale animati in flash con gli elfi che hanno la vostra faccia.
Devo però fare coming out. Quando quest’anno Anna mi ha chiesto di preparare il solito mail di auguri natalizi con gif animate e quant’altro, le ho fatto vedere lo “Scrooge yourself” che mi aveva spedito il mio vecchio amico Bix Byte e lei lo ha così apprezzato che ha preparato il mail con Elf Yourself e i nostri due volti. Se vi chiedete perché non li avete ricevuti, la risposta è banale: io mi rifiuto di fare auguri di Natale via mail, soprattutto se generici e indubitabilmente se hanno roba che non è solo testo.
nomen omen
sono in calo
Quest’anno non c’è stato il solito campionato Wutki Live ai Giochi Sforzeschi, anche perché non ci sono praticamente stati i Giochi Sforzeschi. Così Ennio Peres ha pensato di fare un IX Campionato Wutki Live (lampo), cui ho partecipato così per sport. Rispetto al quarto posto del 2004 e 2005 – l’anno scorso non c’ero – sono solo arrivato sesto, senza nemmeno barare: nel senso che ci avrei anche tentato, ma non sapevo come fare a trovare le parole giuste per il primo quiz, mentre per gli altri mi sono bastate le mie cellule cerebrali. A questo punto, come ha scritto Peres, non posso nemmeno usare il sistema di premi elboniano, comprarmi il trofeo che preferisco, e applicare una targhetta con la dicitura del titolo conquistato: sono solo un Wutki Semplice Live 2007 e credo che l’ultimo che abbia diritto di comprarsi una targa sia il quinto, l’Aggiunto Sostituto Aiutante Vice Grande Wutki Live 2007.
Alitalia
Pensate ai miracoli che fa il clima natalizio: Formigoni, Letizia Moratti, i leghisti e CGIL-CISL-UIL sono tutti d’accordo… perché il governo non avalli questa decisione “folle” e “inaccettabile” (lo dice Formigoni), di “un piano nel quale non si conosce il contenuto” (lo dice Epifani), perdendo uno scalo che fa il 70% dei voli internazionali (lo dice la Moratti).
Perché il pomo della discordia è Malpensa, quel bellissimo aeroporto da qualche parte ai margini della val Padana che, dopo non essere riuscito in tutti questi anni a diventare il secondo hub italiano, verrà (finalmente) ridimensionato. Che poi non si capisce nemmeno cosa cambi, visto che nell’intervista su Repubblica cartacea di ieri Mestizia Moratti, alla domanda “e se Alitalia finisse davvero in mani francesi?” risponde candida “tanto Alitalia è solo il quarto vettore per importanza a Malpensa”. L’unica cosa seria, anche se involontaria, è stata detta da StefanoGuglielmo Epifani: “C’è da chiedersi perché, se questa doveva essere scelta, si sono persi due anni buttando via soldi pubblici e impoverendo le prospettive della compagnia”. La domanda è verissima: in questi anni, l’unico anno in cui Alitalia non è stata in perdita è stato quando ha avuto non ricordo quanti miliardi di lire da KLM perché gli olandesi volevano togliersi via dall’alleanza: un po’ come la GM con Fiat, con la differenza che Marchionne poi quei soldi è riuscito a farli fruttare.
D’altra parte, Alitalia è una compagnia Rome-based: basta sentire la voce di un suo qualunque impiegato. Nulla di male, se non fosse che nessuno ha mai voluto spostarsi di sede su Malpensa – e anche qua li capisco perfettamente – e così quando dovevano andare là erano sempre in trasferta – e qui casca l’asino. Ad ogni buon conto, non credete a tutti quelli che stanno piangendo perché la clientela business del nord verrà penalizzata dall’acquisto di Alitalia da parte di Air France: non succederà assolutamente nulla, e si continuerà come adesso a prendere l’aereo per finire in un altro hub europeo e da lì partire. Quando volavo, ho sempre fatto così e sono sempre stato felice… tranne, lo ammetto, quando dovevo fare scalo al Charles De Gaulle. Ma tanto si può usare Amsterdam :-)
stavolta ci sono cascato io
Ho appena letto da Isabel un “paradosso” – che poi paradosso non è per nulla – sul consumo di benzina. In pratica, si risparmia più benzina cambiando una macchina che fa i 9 chilometri con un litro a una che ne fa 10, rispetto a cambiare un’ipotetica auto che fa 50 chilometri con un litro con un’ancora più ipotetica auto che ne fa 100. Non ci credete? Nemmeno io, prima di fare i conti. Però, pensiamo di dovere fare un viaggio di 1000 km e vediamo quanto consumiamo. La macchina da 9 Km/l ha bisogno di 111 litri e rotti di benzina, mentre quella da 10 Km/l si accontenta – si fa per dire – di 100 litri. Quindi abbiamo risparmiato poco più di 11 litri di benzina. All’auto da 50 Km/l serviranno 20 litri, e a quella da 100 Km/l ne basteranno 10; la differenza è di 10 litri. Quindi chi ha risparmiato (leggasi, speso di meno rispetto a prima, non speso di meno in assoluto) di più è stato il primo dei due.
Simpatico, vero? È più o meno lo stesso principio della velocità di cui non si può calcolare la media facendo la media aritmetica, ma in questo caso è forse ancora più spiazzante. Chi ha un macchinone ne tenga conto: non ha più scuse per prenderne una che consumi anche un poco di meno :-)