Finalmente sono un Very Importante Bloggher! Una delle cose che mi rendevano triste è che vedevo tutti lamentarsi di trovarsi copiati i propri post da poveretti che evidentemente non riescono a spiccicare due parole da soli, e io niente. E invece no!
Stamattina ho scoperto che la notiziola su cosa può succedere in Umbria è stata copiata paro paro dallo scopiazzatore EbonIvory. Beh, no. Il titolo l’ha cambiato. Ma per quanto riguarda il resto, non si è nemmeno degnato dello sforzo di eliminare il riferimento a CiaoFabio, che così ora sarà conosciuto anche a Catania… Ho controllato, e non c’è l’ombra di un riferimento al mio sito, o al fatto che il testo non sia farina del suo sacco. Beh, ho il sospetto che le ricerche sul suo nick via Google gli daranno una sorpresina.
Leonardo è sempre più avanti di tutti noi!
I neoluddisti di rep.it lanciano l’allarme: i computer mandano nell’aria tanta anidride carbonica quanto l’aviazione civile. Per chi non avesse voglia di leggere l’articolo, il fatto è che un PC va avanti ad elettricità, l’elettricità si fa bruciando combustibili fossili, la combustione dei fossili emette CO2. Come si può capire, il punto su cui si può discutere è il secondo: gli aerei sicuramente bruciano kerosene, ma l’energia elettrica non è necessariamente fatta con combustibili fossili.
Bene. Non ci crederete, ma tutto questo era già stato previsto nel 2005 da Leonardo, il blogger più avanti di tutti noi (forse perché è uno dei pochi che ha iniziato prima di me, con ben nove mesi di anticipo). Occhei, 2025 come esperimento letterario non era il massimo, ma come i grandi della SF ha portato idee che solo i posteri potevano apprezzare. Clarke parlò di satelliti geostazionari e ascensori spaziali, Leo di biciclette che forniscono l’elettricità per i calcolatori: un po’ come i computer a manovella, ma con l’ulteriore vantaggio che in questo modo l’internauta medio, se costretto a pedalare per fare funzionare il suo pc, si mantiene in forma fisica, il che sicuramente non gli fa male.
Restano comunque ancora molti spazi per migliorare il sistema: ad esempio, applicare la metodologia fufme. Ma il Nostro era sicuramente sulla buona strada.
Un solo punto di attenzione: occorre stare attenti alla dieta, perché se le energie per le pedalate arrivano da bistecche va a finire che l’anidride carbonica emessa (dalle mucche) è ancora maggiore! :-)
Tagli in Telecom
Tornato in ufficio dopo l’allarme per la fuga di gas, mi sono trovato al freddo e al gelo peggio che in Tu scendi dalle stelle. I convettori funzionavano a tutta birra: peccato buttassero fuori aria fredda. Chiamiamo la squadra locale di operai, che vengono dopo pranzo, fanno un po’ di lavori, e dicono più o meno “guardate, adesso l’abbiamo messo in modalità manuale e sembra funzionare, ma non garantiamo nulla se poi ripartirà in automatico. Il guaio è che la manutenzione degli impianti è stata data in appalto alla Siemens, ma Telecom non ha pagato il canone e quindi loro non escono”.
Avevo appena letto stamattina su DNews che “Bernabè annuncia il super taglio delle spese”, però forse bisognerebbe dirgli che certe spese gestionali, più che appesantire l’organizzazione, impediscono un suo ricovero per polmonite…
Porcellum: può convenire non votare per il partito preferito
Uno dei tanti effetti malefici del Porcellum è che ci sono regioni in cui a un elettore può convenire votare un partito diverso da quello che vorrebbe, per migliorare il risultato complessivo per la sua parte. La cosa è piuttosto complicata, e anche se sul sito del Senato c’è il testo unico della legge elettorale (inutile guardare la legge stessa, che è composta da una serie di modifichine qua e là alla legge precedente) ci si può perdere. Come servizio pubblico, alla facciaccia di ciaoFabio, ho pensato di fare un esempio numerico per spiegare cosa succede.
Prendiamo ad esempio l’ultimo sondaggio sulla regione Umbria – la scelta è stata fatta solo perché era il più recente sondaggio regionale che ho trovato – e guardiamo le intenzioni di voto al Senato. In questo momento le intenzioni di voto danno PD: 43.5%, PdL: 36%, S.Arc.: 7.5%, Rosa Bianca: 6%, altri: quisquilie (oltre a un 26% di indecisi… ma questa è un’altra storia).
Se il risultato finale fosse effettivamente questo, le uniche due coalizioni che oltrepasserebbero la soglia di sbarramento all’8% sarebbero PD e Pdl. Quindi l’ufficio elettorale rinormalizzerebbe le loro percentuali relative normalizzate[1] a 54.7% e 45.3%. Ci sono sette seggi in palio: il riparto proporzionale dà 3.8 e 3.2 relativo, ma c’è il premio di maggioranza che porta immediatamente a 4 i seggi per il PD, lasciandone 3 al PdL. Già qua si capisce com’è che nonostante ci sia una legge maggioritaria il risultato finale al Senato sarà meno netto che alla Camera: non c’è un “il primo prende tutto” ma un “il primo prende un po’ di più”.
Ma adesso arriva il divertente. Supponiamo che l’1.5% di persone NON voti PD ma Sinistra Arcobaleno. (Basta anche lo 0.5%, in realtà, ma avevo voglia di avere un po’ di cifre tonde). Adesso avremo tre liste che raggiungono il quorum, e per la precisione PD: 42%, PdL 36%, S.Arc. 9%. Rifacciamo i conti: le percentuali normalizzate sono 48.3%, 41.4%, 10.3%. Ma c’è il premio di maggioranza, quindi il PD continua a prendere quattro dei sette seggi. Gli altri tre seggi devono essere divisi tra gli altri due partiti. La divisione dà 2.4 e 0.6 seggi rispettivamente; l’articolo 17 comma 5 della legge dice che si assegnano prima i valori interi (2 e 0 rispettivamente), e quello che resta va dato ai resti più alti. Lo 0.6 di S.Arc. è maggiore dello 0.4 del PdL, quindi l’ultimo seggio va alla Sinistra Arcobaleno.
Risultato finale: spostando dei voti dal PD alla Sinistra Arcobaleno, il PD rimane uguale mentre il PdL perde un senatore. Detto ancora in altro modo: l’elettore umbro del PD che vuole fare una differenza (non tanto come persone, visto che il Porcellum lo vieta, ma come schieramenti) dovrebbe controllare i sondaggi al Senato e spostare il proprio voto sulla Sinistra Arcobaleno. Semplice, no? No, non è affatto semplice, lo so: altrimenti non mi sarei messo a scrivere il pippone.
Per la cronaca, non vale la stessa cosa a destra: o meglio, se gli elettori PD votano la Rosa Bianca e le fanno raggiungere il quorum tolgono un senatore al PdL ma a vantaggio dei centristi, e se i votanti del PdL si spostassero al centro farebbero perdere il loro partito. In pratica, il gioco lo si può fare se (a) il proprio partito è quello di maggioranza relativa e (b) la differenza con il secondo partito è sufficientemente grande per non rischiare che il premio di maggioranza passi all’altro partito.
Spero di essere stato abbastanza comprensibile… sennò provate a chiedere nei commenti :-)
[1]tutti i voti per i partiti che non hanno raggiunto il quorum vengono tolti dal totale, proprio come si tolgono le schede bianche e nulle: insomma è come se nessuno avesse votato per loro… salvo il fatto che se hanno raggiunto l’1% i partiti ricevono le prebende i rimborsi elettorali. Uno statistico parla appunto di percentuali rinormalizzate.
Aggiornamento: (2 aprile) In Lombardia la situazione è ancora più divertente – o tragica, a seconda del punto di vista.
Open Doors
Il giochino della settimana è Open Doors. L’idea è piuttosto semplice: ci si trova in una specie di labirinto su un campo quadrettato e bisogna raggiungere la casella obiettivo spostandosi (coi tasti cursore). Però ci sono delle porte, che possono essere aperte (o chiuse) solo in un senso, e quindi bisogna muoversi con cautela.
Ho provato i primi tre o quattro livelli e non sono molto difficili: più in là non saprei cosa dirvi.
(via puzzlinks)
avventure di inizio settimana
Stamattina arrivo in ufficio alle 8:30, lego la bici, e vedo un collega sulle scale di ingresso. Gli chiedo “ma che fai lì, Ale?” e lui mi risponde che gli hanno impedito l’ingresso perché c’è una fuga di gas da qualche parte nel palazzone Telecom. In effetti dopo un paio di minuti escono anche i colleghi già dentro, insieme con la guardia e le persone che fanno le pulizie. Si raduna così un gruppetto di persone; vista la situazione me ne vado con Fred al bar lì vicino a prendere un cappuccino e al ritorno il capannello è ancora aumentato.
Essendo un tipo pragmatico, frego il telefonino a un collega, chiamo la segretaria che fortunatamente è in un’altra sede e riesco a ottenere il numero da chiamare per cambiare la mia SIM defunta; inforco la bici per andare nell’ennesima sede Telecom e dopo mezz’ora sono di nuovo in ufficio. Nel frattempo, via Marco Aurelio (dove dovrebbe esserci la fuga di gas) è transennata, con un’auto dei vigili che blocca tutto; ma a quanto pare hanno deciso che per noi non ci sono problemi di sorta e ci hanno fatto rientrare. L’unico guaio è che l’aria buttata fuori dal climatizzatore è fredda ancora adesso :-(
Niente sigarette, siamo inglesi
Secondo il Corsera, nel Regno Unito si sta studiando una legge che non solo vieterebbe i distributori automatici di sigarette, ma non permetterebbe nemmeno ai tabaccai di esporle all’interno dei negozi. La ragione? Il ministro della Salute inglese dice «È fondamentale far arrivare ai bambini il messaggio che fumare fa male».
Io non ho mai fumato una sigaretta in vita mia, anche se mi sono sposato con una forte fumatrice: ma io non sono il tipo che segue le mode o roba del genere. Quello che però mi pare è che una scelta di questo tipo sia assolutamente controproducente: volete mettere il piacere di fare qualcosa di nascosto? Probabilmente sarebbe più utile iniziare a produrre fiction tv dove a fumare sono solo gli sfigati :-)
È morto Neil Aspinall
Di nuovo, come all’inizio del mese per Norman Smith, il nome non dirà nulla alla maggior parte di voi: ma per noi beatlesiani quello di Neil Aspinall è un nome ben noto, visto che è stato il loro primo road manager, quello insomma che guidava il pulmino con cui andavano a suonare nei microlocali ben prima che incidessero il loro primo disco.
Aspinall è stato uno dei pochi veri amici del quartetto, ed è rimasto alla Apple fino all’anno scorso, oltre ad essere ad esempio stato il produttore esecutivo del progetto The Beatles’ Anthology. Insomma, una di quelle persone che stanno dietro le quinte ma sono assolutamente necessarie.
Aggiornamento: (25 marzo) Sul NYT c’è il necrologio scritto da Allan Kozinn, che vi assicuro è uno che su queste cose ne sa.