il 29 giugno – lo sanno bene i romani e lo sapevano in tanti fino a che il giorno festivo non è stato soppresso – si festeggiano i santi Pietro e Paolo. Non che siano morti in questo giorno, e quasi sicuramente non sono morti nello stesso giorno: d’altra parte, non è che andassero così d’accordo, come da loro patronato.
La tradizione, però, dice che san Paolo è nato nell’8 d.C., e oggi è una data meglio di tante altre per fargli gli auguri di buon anniversario.
Anche il papa vuole bene a san Paolo, tanto che ha indetto l’anno paolino che è iniziato ieri sera, secondo le buone abitudini cattoliche. A parte il sito ufficiale, vi segnalo lettere paoline, sito che secondo i promotori «intende dunque porsi come luogo di divulgazione critica, di dibattito e di approfondimento: nel rispetto di un giusto bilanciamento tra esigenze divulgative e possibilità di riflessione specialistica.» Mah, mi sembra un’occasione persa per l’ecumenismo, considerando che i titolari della conoscenza paolina sono i protestanti in genere e i luterani in particolare…
indovina il google!
Sempre dal mio nuovo pusher, eccovi un nuovo giochino.
Guess the Google ti mostra una serie di immagini che sono il risultato di una ricerca con Google immagini rispetto a una certa parola/frase chiave (in inglese, mi spiace). Bisogna indovinare il più velocemente possibile qual è la parola chiave; si possono anche fare più ipotesi, ma in dieci secondi per collage non è che ne puoi scrivere molto.
Utile esercizio di inglese e di collegamento dei due emisferi del cervello! (detto in altro modo: io sono una schiappa, se volete provarci voi…)
senilità o malafede?
Nell’omelia scalfariana odierna – per chi l’ha letta sull’edizione cartacea del giornale il brano incriminato si trova in prima pagina, quindi è difficile esserselo perso – il Fondatore de la Repubblica fa tutto un lungo preambolo per potere prendersela con Berlusconi. Fin qua nulla di strano, né nulla di male: anch’io parlo spesso male di Sìlviolo e faccio più o meno lunghi preamboli :-).
Il punto è che nella foga gli esce questa frase: «La vita privata e le intemperanze sessuali di Clinton furono raccontate nei minimi dettagli. Alla scadenza del mandato il giovane Bush, repubblicano, vinse le elezioni a mani basse.» Non che Clinton si potesse ripresentare dopo due mandati, a dirla tutta: ma affermare che Giorgino Bush vinse “a mani basse” contro Al Gore, quando dovrebbero ricordarsi tutti di quello che successe in Florida e della vittoria per decreto, mi pare piuttosto esagerato. A questo punto non vale nemmeno la pena di far notare che lo scandalo Clinton è stato ribattezzato “Sexygate” giusto in Italia (i pochi che negli USA gli hanno dato un nome simile hanno comunque usato “Sexgate”).
Ma secondo voi, Scalfari non fa rileggere a nessuno i suoi fondi perché è geloso, oppure è solo circondato da yesmen?
Le uova dell’est
Oggi il Corsera si è accorto che molti software hanno una sorpresina divertente nascosta al loro interno: un “uovo di Pasqua”, un “Easter egg” come dicono in inglese con una figura retorica (una sineddoche, mi azzarderei a dire).
Solo che è un sabato estivo, e insomma le figure retoriche sono un po’ pesanti da digerire. Così, a parte un paio di refusi nell’articolo che in fin dei conti possono capitare a tutti – io ne sono esempio preclaro – è riuscito a scrivere in corpo 24 nel titolo che queste sorpresine sono “eastern eggs”. (Il plurale è corretto: essendo scritto tra virgolette, si usano le regole dell’inglese e non lo si lascia invariabile). Bisogna però dire che una ricerca su Elmar Burchia, l’estensore dell’articolo, porta a risultati come questo dove si nota che il nostro non è pagato per trarre un senso da quello che sta scrivendo.
Noticina finale: nell’occhiello si parla di un “viluppatore”. Sarà l’opposto degli sviluppatori, e quindi sono coloro che tolgono pezzi al software? O magari è un tipo che scrive solo “spaghetti code”, che come si sa alla fine tende ad avvilupparsi?
Aggiornamento: (29 giugno) Nei commenti, Giuseppe mi fa notare che Elmar è riuscito a scrivere “innoqua” (verifica tu stesso, nell’improbabile caso l’articolo venga corretto). Confesso che non me n’ero accorto, anche perché non è che mi sia messo a leggere tutto l’articolo che avevo già scorso nella versione originale inglese. Certo che in via Solferino sono messi male, se non possono nemmeno fornire un correttore ortografico automatico!
Aggiornamento: (3 luglio) Mi fa implicitamente notare Licia che “easter egg” non deriverebbe dalla sorpresa ma dalla caccia alle uova di Pasqua (nel senso di uova colorate portate dall’Easter bunny, il coniglietto con il cestello, se non ricordo male le tradizioni austriache). Con l’articolo del nostro Elmar non c’entra nulla, ma so che i miei ventun lettori apprezzano sempre queste finezze.
_Il club dei mestieri stravaganti_ (libro)
Chesterton, almeno in Italia, è noto perché Renato Rascel interpretò i racconti di padre Brown, pretino cattolico (Chesterton si convertì dall’anglicanesimo e scrisse anche libri apologetici) che fa l’investigatore piuttosto a modo suo. Ma padre Brown non è l’unico investigatore creato dalla penna di Chesterton. In questo breve libro (Gilbert K. Chesterton, Il club dei mestieri stravaganti [The Club of Queer Trades], Guanda 1987, pag. 128, € 11.88, ISBN 978-88-7746-266-4, trad. Paola Mazzarelli) sono raccolti sei racconti investigativi. con protagonista Basil Grant, un ex giudice cacciato per pazzia conclamata. Basil è un omone, generalmente vestito di bianco; l’investigatore dilettante sarebbe suo fratello Rupert, ma in realtà è Basil che risolve i “casi”. Il punto è che tutti questi racconti sono delle prese in giro di Conan Doyle e del suo Sherlock Holmes. Cito da pagina 17: «Forse sono stupido… anzi, si sa che sono pazzo… ma io non ho mai potuto credere a quell’uomo… come si chiama? di quelle storie straordinarie… Sherlock Holmes. Ogni particolare indica qualche cosa, certo, ma in genere indica la cosa sbagliata.» Chesterton costruisce dei casi assolutamente assurdi, che fanno pensare a incredibili delitti e omicidi, per poi smontarli e farci vedere che non è successo nulla di illegale, ma abbiamo semplicemente incontrato qualche socio del club dei mestieri stravaganti, come l’attaccabottoni che una persona affitta per mandare incontro a uno scocciatore che non si vuole ricevere, l’agente immobiliare di case sugli alberi, o la persona che si presta a fare lo stupido avendo dato al suo cliente le battute da pronunciare perché sembri una persona brillante.
La prosa è piacevolissima e ben tradotta con quello stile ottocentesto (anche se “tennis sul prato” per “lawn tennis” me lo sarei risparmiato), e come bonus ci sono delle immagini della Londra postvittoriana che non si leggono certo nei suoi contemporanei. Una (purtroppo troppo breve) lettura consigliatissima!
pastiglie musicali
Movable Type, che mi ostino a usare (ho appena messo su la versione 4.12, speriamo funzioni un po’ meglio ché la 4.1 andava a spinta) non ti permette di accettare trackback solo interni, il che è una fregatura. Per chi fosse digiuno di informatica, i trackback sarebbero i collegamenti ai blog che ti citano. È ormai anni che all’atto pratico i trackback servono solo a inviare spam, e quindi sono in genere disabilitati: però ogni tanto lo riattacco, se devo mettere link a miei vecchi post. Il tutto sperando che i filtri antispam funzionino.
A quanto pare, il passaggio alla nuova versione di MT ha dato qualche problemuccio, e mi sono trovato quattro trackback di un sito che vende pastigline per maschietti. Il programma di spam deve essere fatto benino, perché gli indirizzi (fasulli) da cui risulta inviato sono tutti diversi, ma questo non è interessante. La cosa che mi ha colpito di più è stato il messaggio associato al primo di questi, per la pastiglina di nome “Sonata” (un sonnifero, che non avevo mai sentito nominare prima: vedete quante cose si imparano con un blog?) Il testo del messaggio infatti fa
Excerpt: Williams sonata 88 digital piano manual. Sonata flatware stainless.
Title: Williams sonata 88 piano owner manual.
Blog: Beethoven moonlight sonata.
Si vede la cultura degli spammer!
dove finisce la rumenta lombarda?
Oggi sulla Stampa cartacea, come corredo di un articolo sulla redistribuzione dei rifiuti campani, c’è una cartina che mostra regione per regione quante sono le discariche e quante tonnellate di immondizia ricevono. Si scopre così che in Lombardia ci sono 6 discariche, che ricevono 732000 tonnellate. Il numero delle discariche (in Italia ne abbiamo 340) non è molto importante, la quantità di rifiuti sì. In tutta Italia vengono prodotte 17 milioni e 225 mila tonnellate di spazzatura: la Lombardia, che ha il 15% della popolazione italiana, butta via il 5% dei rifiuti. Per fare un confronto, la Liguria ne produce di più, 759000 tonnellate (saranno i milanesi che nei weekend portano i sacchetti di rumenta al mare?) La tanto vituperata Campania supera le 800000 tonnellate, per non parlare di Puglia (1 milione 843 mila tonnellate), Sicilia (2 milioni 373 mila, escluse le persone sepolte nei piloni di cementi) e Lazio (2 milioni 694 mila tonnellate, probabilmente il Palazzo dà il suo bel colpo).
A parte le battute, sarebbe interessante sapere qualcosa di più a proposito di questa discrepanza. Non è detto che la risposta che viene subito in mente (“i lombardi mandano già da una vita la spazzatura in altre regioni) sia quella giusta: ad esempio, in Lombardia la raccolta differenziata dovrebbe essere maggiore che in altre regioni, riducendo la quantità di rifiuti non trattati, e gli inceneritori (pardon, “termovalorizzatori” abbassano ancora il totale. Mi resta comunque il dubbio, e mi piacerebbe trovare delle cifre un po’ più dettagliate… chissà se qualcuno le ha già scovate.
Bollettino medico (sanguigno)
Ho il colesterolo alto (227), per la prima volta da non so quanti anni la mia ferritina è riuscita almeno a salire al minimo previsto (30… se si pensa che il range è 30-400 e io in genere sono a 20), ma in compenso ho i globuli rossi piccini (volume medio 78,9 mentre il range previsto è 80-96) e l’ematocrito a picco (40,6: quando sento i dati dei ciclisti mi viene sempre da ridere). Se mi vedete un po’ più passé del solito, sappiate il perché.
(Diciamo che dato tutto questo il risultato è che mi bloccano le donazioni di sangue per sei mesi)