Ieri mi era arrivata questa tabella che mostrava una correlazione praticamente perfetta tra il quoziente intellettivo medio nei diversi stati USA e il voto a favore di Obama e McCain: gli intelligentoni avrebbero votato democratico e gli stupidotti repubblicano.
Stanotte Fabio Forno ha recuperato un articolo di Snopes (che per chi non lo sapesse, è l’equivalente americano del Servizio Antibufala di Attivissimo) che spiega come quella tabella sia una bufala, e che i dati sul QI della popolazione americana sono stati inventati di sana pianta.
La cosa più divertente è che l’inchiesta di Snopes è stata fatta dopo le elezioni del 2004, il che significa innanzitutto che la bufala è così buona che la si è potuta riciclare a distanza di quattro anni. Ma c’è una cosa ancora più strana: usando gli stessi valori di QI, quest’anno la dicotomia è persino maggiore di quattro anni fa! Il motivo più probabile per un risultato così perfetto immagino sia che i valori del quoziente intellettivo erano stati scelti in modo da lasciare verso la metà della graduatoria gli stati in bilico: però bisogna dire che l’effetto è davvero incredibile.
Bulgaria, DC
Occhei, ho ciccato completamente le previsioni elettorali. Amen. Ma avrei potuto facilmente vincere una scommessa su chi avrebbe conquistato i tre Grandi Elettori del District of Columbia. Già quattro anni fa, infatti, nella città di Washington Kerry prese il 90% dei voti, contro il 9% di Bush e qualche voto disperso.
Ma quest’anno le percentuali finali sono state OBAMA: 93% – MCCAIN: 7%. Nemmeno in Kazakistan si arriva a questi livelli!
Un posto al sole
Una piccola curiosità: la pagina sul sito BBC dove si raccolgono le reazioni dei leader europei alla vittoria di Obama. Nell’ordine si riportano le affermazioni del presidente francese Nicolas Sarkozy; del primo ministro britannico Gordon Brown; del cancelliere tedesco Angela Merkel; del presidente UE Jose Manuel Barroso (!)l del viceministro degli Esteri (!!) russo, Grigory Karasin. Fine.
Dal punto di vista dell’Italia, la cosa non è così negativa per almeno due ragioni: che non sono state raccolte le dichiarazioni di Gasparri, e che non hanno nemmeno intervistato Zapatero :-)
E un bel tacere, proprio no?
Maurizio “chi? io?” Gasparri lo conosciamo tutti. Secondo me, Silvio B. lo apprezza perché lo fa sentire un uomo di cultura. Insomma, non c’è per nulla da stupirsi se stamattina è riuscito a dire che «Su Obama gravano molti interrogativi; con Obama alla Casa Bianca forse Al Qaeda è più contenta», dimostrando tra l’altro di non avere nemmeno chiaro come funzionino i meccanismi di un terrorismo guerrigliero.
Cosa fare in casi come questo, se appartieni allo schieramento politico opposto? Evidenzi quella frase, ed eviti di commentare: tanto quelli che non riescono a capire le conseguenze di una frase simile non li schiodi certo con un discorso articolato. Anna Finocchiaro no. Se ne va ad affermare che «si tratta di parole che rischiano di minare i rapporti dell’Italia con il nostro maggiore alleato e che il governo con questa affermazione si trova in una gravissima situazione.» (ah: in questa legislatura Gasparri è il capo dei senatori PdL, quindi non fa parte del governo: ma si sa che queste minuzie costituzionali sono solo fastidiose.) Immagino che (lo staff di) Gasparri non abbia creduto alle proprie orecchie e abbia esultato per la possibilità di rigirare la frittata.
Poi ci stupiamo di chi abbiamo al governo: non è che da noi il cambiamento porterebbe chissà cosa!
Siamo testimoni di una svolta epocale.
Microsoft non rilascia più licenze per Windows 3.x.
san Lorenzo e sant’Eustorgio
Domenica scorsa il tempo a Milano era stranamente primaverile, a differenza dei giorni precedenti e seguenti. Così Anna e io abbiamo pensato bene di andare a farci un giro turistico-culturale nella grande metropoli padana dove ormai da parecchi anni vivo. L’idea iniziale era andare a vedere il museo diocesano; strada facendo abbiamo pensato che forse era meglio dedicare alla visita una giornata più uggiosa, e ci siamo così mossi a piedi nella zona del Ticinese.
La basilica di san Lorenzo è più che altro nota per il colonnato al suo esterno, con le polemiche da un lato per i rifiuti buttati per terra tutte le notti e dall’altro perché non si vuole che il tram passi lì a fianco. Detto tra di noi, c’è un’alta correlazione tra queste cose, e non perché la gente getti bottiglie dal tram :-) Domenica però non ci siamo interessati al sagrato e siamo entrati a vedere l’interno, un curioso misto di pezzi in epoche che spaziano per più di un millennio e una tendenza all’accrezione simile a quella che avevo notato a Torino, alla Consolata. Per la cronaca, l’organo (in fase di restauro) è un Bernasconi-Bossi, quindi direi della scuola lombarda a cavallo tra il XIX e il XX secolo.
San Lorenzo ha anche l’equivalente ecclesiastico di una bonus track: la cappella di sant’Aquilino (ingresso 2 euro) che risale anch’essa al V-VI secolo e conserva alcuni resti di affreschi e soprattutto mosaici. Purtroppo i resti sono pochi, ma meritano davvero, soprattutto il Cristo con gli apostoli (e san Paolo al posto di Giuda..) che è in stile bizantino, mostrando come ci fossero comunque degli scambi culturali tra l’impero di Oriente e quello che era rimasto in occidente dopo la caduta di Roma.
Proseguendo su corso di Porta Ticinese, o se si preferisce passando dal parco delle Basiliche, si arriva all'”insigne basilica di sant’Eustorgio“, altro bell’esempio di chiesa antica: in questo caso romanica, come si vede anche dai resti di mattone a spina di pesce sul lato della basilica. L’interno è stato rimaneggiato relativamente poco nei secoli, il che è molto bello; tra le cappelle laterali quella viscontea conserva ancora buona parte degli affreschi, con un san Tommaso in trono – se non ho capito male – un po’ strano. Sganciando ben sei euro a cranio si può andare a vedere la cappella Portinari, che non c’entra nulla con Dante ma prende il nome dal committente, un banchiere del XV secolo. La cappella è dedicata a san Pietro abate, quello che vi trovate spesso raffigurato con un’ascia in testa e che ho scoperto essere un domenicano (Anna l’aveva intuito da saio e scapolare, mentre io mi ostinavo a crederlo del X-XI secolo. Ben mi sta). Oltre ad alcune raffigurazioni, si può anche vedere l’arca dove era contenuto il corpo del santo, e scoprire che oltre alle sette virtù cardinali e teologali stavolta è stata aggiunta l’obbedienza per pareggiare il numero di colonne.
Per i curiosi, ho scattato qualche foto – rigorosamente senza flash per ovvie ragioni – che si può vedere qua.
Aggiornamento: (19:30) Galliolus nei commenti mi fa notare che a sant’Eustorgio c’è la tomba dei Magi. È vero (è in fondo a destra, per la cronaca), ma almeno dal mio punto di vista era così poco interessante che me n’ero proprio dimenticato, anche perché non è che ci sia chissà quale valore architettonico… diciamo che è l’equivalente altomedievale di un rifugio atomico.
Piove. In ufficio.
Anche oggi, come ieri, sono andato in ufficio in bicicletta. Anche oggi, come ieri, a un certo punto è attaccato il diluvio universale.
Oggi un po’ più di ieri, in effetti: ho fatto il percorso verso la mensa col bellissimo cappello giallo che Anna mi ha regalato, e l’ho trovato vieppiù utile.
Non so poi se perché oggi piove più di ieri oppure c’è semplicemente un effetto di accumulo, ma dopo quattordici mesi nel nostro open space è ripresa a scendere acqua dal soffitto. In due punti distinti (nessuno dei quali vicino alla mia postazione, mi affretto ad aggiungere).
Posso dire “Piove, elezioni USA ladre”?
La Stampa l’ha già fatto
Stamattina La Stampa ha pubblicato questo articolo, immagino “di costume” – sempre meglio che le donnine seminude, lo ammetto – a proposito della decisione di alcuni consigli comunali britannici di eliminare alcune espressioni latine, immagino dai loro documenti ufficiali, e indicando un loro equivalente inglese. Per la cronaca, immagino che l’articolo abbia preso spunto da questo testo del Daily Mail, sicuramente più divertente da leggere; anche USA Today ne parla, con la favolosa citazione «Many readers do not have English as their first language so using Latin can be particularly difficult.». Bisogna anche dire che ancora cinquant’anni fa nel Regno Unito era considerato assolutamente normale imparare e usare una quantità abnorme di locuzioni latine.
Ma la cosa più divertente a mio giudizio è l’occhiello dell’articolo della Stampa: per riuscire a tenerlo in due righe nonostante la foto a fianco, la frase Così «ad hoc» diventa «improvvisato», «bona fide» «genuino» è stata compattata in ad hoc diventa genuino. In effetti, questa è la prova che da noi il latino non è proprio più (grosso modo :-) ) riconoscibile, e forse fare le pulci agli albionici non è il massimo!