A me è stato raccontato che nel dopoguerra nelle valli insubri era abbastanza comune “lavorare” come contrabbandieri, passando il confine tra Svizzera e Italia con gli zaini pieni di stecche di sigarette che in Ticino costavano molto meno.
Non saprei dire quando e come il traffico si sia esaurito. In compenso, oggi leggo da MdI che sembra che il nucleo di polizia tributaria della GDF di Cuneo abbia inviato un decreto di sequestro preventivo per due siti web dove si possono comprare sigarette a prezzi stracciati (sequestro in spregio alle leggi italiani, a meno che non si pensi che con le sigarette si faccia pedopornografia o si giochi d’azzardo… ma sappiamo che la censura in Italia esiste eccome). La cosa divertente, però, è che uno dei siti (l’altro è www.rebelsmokes.com) è www.k2smokes.ch. Corsi e ricorsi storici: si torna sempre in Svizzera!
classi ponte
Non bastavano gli otto miliardi di euro di tagli alla scuola proposti dalla Maria Stella Gelmini (anche se a dire il vero il corteo per la manifestazione di ieri al Trotter è passato sotto il mio ufficio, e ci saranno sì e no state duecento persone, giusto per dare un ordine di grandezza). La Lega, già che ha visto l’opportunità, ha pensato bene di far votare una mozione per creare “classi ponte” dove mettere i bambini che non parlano italiano (leggasi gli stranieri). Persino da destra si sono levate voci contrarie: magari perché si corre il rischio di non riuscire ad approvare il decreto Gelmini prima che scada. Anche i blogh e i bloggher ne parlano, immagino con maggior cognizione di causa del sottoscritto che non ha figli e non sa come sia la classe di scuola di suo nipote a Torino. Però non evito comunque di sparare le mie idee.
Innanzitutto, già vent’anni fa per bocciare un bambino nella scuola elementare dove insegnava la mia mamma occorreva che fossero d’accordo il maestro, il direttore della scuola, lo psicologo e i genitori del bambino: giusto per capire che il problema non è dei bambini extracomunitari, che al tempo non c’erano almeno nella scuola vicino a casa mia. Possiamo discutere se sia meglio avere una classe con bambini dello stesso sviluppo fisico o una classe con bambini dello stesso sviluppo cognitivo, ma è appunto una discussione diversa.
La risposta più logica (beh, a dire il vero è anche quella dei legaioli) è “è meglio avere una classe con bambini dello stesso sviluppo fisico e dello stesso sviluppo cognitivo”. D’accordo, in linea di principio. Però in questo caso sarebbe più logico avere un percorso aggiuntivo, dove chi non sa l’italiano a sufficienza e quindi ha difficoltà a seguire le lezioni abbia corsi suppletivi di italiano al pomeriggio che lo aiutino a raggiungere il livello sufficiente. Altrimenti è ovvio che separando le classi otterrai bambini di serie A e bambini di serie B-C1-C2…
Oops. Dite che è appunto così?
L’inflazione colpisce anche Lidl
Visto che – da quando ne scrissi un anno e mezzo fa – ogni tanto qualcuno arriva da queste parti a chiedere informazioni, vi comunico che da giovedì 23 a mercoledì 29 ottobre Lidl avrà in offerta lo sfornapane automatico, noto anche come “macchina per fare il pane”. L’unico problema è che è un nuovo modello, e ha un nuovo prezzo: 44 euro invece che 39, con un aumento superiore al 10%. Sempre molto meno dei modelli equivalenti che si trovano in giro, d’accordo: però è un altro segnale della crisi.
Repubblica si espande
Dopo le ultime minacce di morte, Roberto Saviano medita di lasciare l’Italia. Non è certo una bella notizia (in generale, intendo). Rep.it ha deciso però di renderla nota urbi et orbi, mettendo sul proprio sito la traduzione in inglese e in francese: dai nomi dell’URL si direbbero le versioni lanciate dalle agenzie di stampa, e in effetti il testo non è per nulla maccheronico.
Mi domando solo l’utilità della cosa: non credo proprio che aumenti il numero di contatti, né immagino che uno straniero che per puro caso capiti su quelle pagine possa essere interessato a leggere il resto del quotidiano in italiano. Voi che ne pensate?
Ti sgonfio le gomme
A quanto leggo dall’edizione milanese di Repubblica, anche a Milano sono arrivati i degonflé: ignoti che quando trovano un SUV per strada gli sgonfiano i pneumatici (“gli pneumatici” se siete puristi) lasciando sul parabrezza un volantino dove si spiega che uno di quei bestioni inquina il doppio di un’auto normale, riduce a un terzo le possibilità di sopravvivenza di pedoni e ciclisti investiti, e termina dicendo che procedono “alla copertura parziale del Suo debito di ossigeno liberando quello che si trova nei suoi pneumatici”.
È una cosa a cui avevo pensato spesso, anche se non sono così razzista: mi limiterei, si fa per dire, a chi parcheggia in modo estremamente creativo (nel senso che la gente crea una sequela di nuove bestemmie mentre cerca il modo per riuscire a passare), SUV o non SUV che sia. Non posso poi che apprezzare la scelta di non tagliare le gomme: quello sì che mi pare un’esagerazione.
E ora via agli insulti (contro di me, claro!)
Sudoku + Kakuro = Suduro
Il sudoku probabilmente sapete tutti che cos’è. Il kakuro forse no, anche se ne parlai a suo tempo: è uno schema tipo cruciverba, dove per ogni “definizione” viene data la somma delle cifre – tutte diverse – che la compongono.
Adesso è nato un nuovo gioco che li combina: il Suduro. Occhei, il nome non è il massimo in italiano, non ho problemi ad ammetterlo. Il gioco consiste in uno schema di sudoku senza nessun numero iniziale, ma con un certo numero di caselle grigie. Per ciascuna riga, colonna e sottomatrice 3×3 viene però data la somma delle cifre – tutte diverse – delle caselle grigie ivi presenti: quindi in pratica occorre iniziare a trovare questi valori, e poi dedicarsi alla griglia di sudoku ottenuta; o magari andare avanti e indietro tra i due giochi, escludendo man mano alcune possibilità.
Dico subito che non mi ci sono nemmeno messo a provare uno schema: mi sembra un’inutile complicazione. Però, considerando i miei lettori, magari a qualcuno può piacere!
(via Puzzlinks, che afferma di avere inventato il gioco l’anno scorso)
protezionismo all’italiana
Quei cattivoni di noiseFromAmeriKa fanno notare una cosa che almeno a me era sfuggita, anche perché confesso di non leggereIl Sole – 24 Ore. In pratica, Lorenzo Cardia, presidente della Consob, ha chiesto al Parlamento di rendere più difficile l’acquisizione del controllo di una società comprando in Borsa le sue azioni. Più precisamente, l’obbligo di indicare una partecipazione significativa scatterebbe quando si ha l’1% delle azioni (e non il 2% come ora), e i dirigenti di un’azienda avrebbero le mani più libere per cercare di bloccare le acquisizioni.
Tra le righe, nemmeno troppo nascosto, si può leggere la parola PROTEZIONISMO. Vorrete mica che qualcuno si compri per un (metaforico) tozzo di pane le nostre grandi e sane aziende, vero? E magari faccia fuori gli attuali manager? Non fia mai! Da noi le aziende si passano di mano con accordi extramercato. L’unico momento di vivacità si è visto dieci anni fa, quando il ragionier Colaninno ha comprato Telecom con i soldi di Telecom. Vabbè, adesso non dite che non lo sapete.
Aggiornamento: (h 21) Toh. Lo dice anche Silvio. Secondo me, qualcuno dei suoi sottoposti legge VoiceOfAmeriKa.
Altro che le tonnare
Per la serie “le notizie che non arrivano da noi”, leggo dalla BBC che si va verso una moratoria della pesca al tonno dalla pinna blu nel Mediterraneo. Il livello sostenibile per la pesca sarebbe 15000 tonnellate l’anno, mentre le quote ufficiali sono il doppio e altre 20000 tonnellate vengono pescate di nascosto: il risultato è che la popolazione è scesa a un terzo di quella degli anni ’70. Sembra che finalmente Spagna (maggior pescatore) e Giappone (maggior consumatore) abbiano accettato un periodo di riposo.
Detto tutto questo, sbaglio oppure la pubblicità del tonno in Italia mette l’accenno al fatto che le scatolette hanno tonno dalla pinna gialla che è tanto più buono? Non è che qualcuno glielo va a dire ai giapponesi?