La cosa più semplice sarebbe stata copincollare quanto scritto da PTWG, però forse non è lo spirito giusto :-) Riprovo per conto mio, allora.
Ho già delle idiosincrasie verso gli auguri di Natale, ma riesco a tenerle a bada su quelli personali (in senso lato: se li si spedisce a una mezza dozzina di amici con cui ad esempio si va sempre a fare le ronde pestanegri, hanno un senso di “appartenenza”). Ma gli auguri copincollati, per email o sms, sono una iattura che dovrebbe essere punita con il taglio della connessione. Ora mi direte “perché? vent’anni fa forse non si scrivevano tutti i bigliettini di auguri copiando la stessa frase e giusto cambiando l’ordinale dell’anno?” A parte che quando facevo qualcosa del genere ogni frase era scritta pensando al ricevente, faccio notare che ci voleva comunque della fatica separata per ogni persona, visto che ti toccava scrivere tutto da capo… non ho mai visto nessuno che si preparasse un bel timbro per scrivere “tanti auguri ecc. ecc.” Adesso nell’ipotesi più fortunata l’unica fatica è comporre una volta per tutte il testo, se non lo si prende dal messaggio ricevuto da qualcuno che si è mosso prima, e mettere i vari nomi in Bcc: o Ccn:. Sai che fatica. Interesse verso i riceventi: zero. Poi è chiaro che assumo la perfetta buona fede di chi fa queste cose: non chiedetemi solo di unirmi a loro. Detto in altro modo: se mi hai inviato auguri “in batteria” e non hai ricevuto indietro nulla, sappi che è normale, ma non chiederò a Gesù Bambino che ti mandi a fare qualche millennio di purgatorio (a Natale siamo tutti più buoni…)
Esaurita questa lunga premessa, passo a rivolgermi al mio lettore ignoto, che passa di qui per caso perché catapultato da Google, o che magari mi legge tutti i giorni mai non ha mai scritto nemmeno un commento. Caro lettore, che tu ritenga o no che duemila e rotti anni fa sia nato il profeta e sobillatore descritto nei vangeli, e che tu ritenga o no che quel fanciullo fosse il Figlio di Dio, non importa. Finita la follia di questi giorni, adesso c’è un momento – breve, brevissimo – in cui c’è la possibilità di fermarsi e provare a ripartire. Purtroppo non lo è per tutti, inutile fare finta di nulla: ma credo che lo possa essere per molte più persone di quanto si creda. Che la pax in terra cantata dagli angeli lo sia anche per te e che ti dia una spinta: poi potrai scegliere se è stato un miracolo o sei stato proprio tu, tanto secondo me è la stessa cosa!
Telecom mi prende in giro
Stamattina mi è arrivata comunicazione dell’emissione della bolletta del telefono della casa di Torino; nella mail mi pressano perché me la faccia spedire solo online, facendomi notare che Conto Online è gratis (vorrei ancora vedere…). Adesso per la cronaca ce l’ho cartacea ed elettronica. Bene, mi connetto al sito 187.it, resetto la password che mi ero dimenticato, vado nella sezione apposta, clicco per fare la modifica, si apre una finestra: testo, “Siamo spiacenti. Il servizio non è al momento disponibile.” (in grassetto, che non sia mai che uno non riesca a leggere l’avviso).
Se invece provo a selezionare “traffico in chiaro”, la risposta è “ACCESSO NEGATO”, sempre in grassetto.
Per sicurezza ho riprovato a fare tutto con Internet Explorer 6: stessi risultati. Si vede che hanno mandato a casa non solo i miei colleghi, ma anche i server.
Pesi e misure
Ho appena letto le motivazioni della sentenza di primo grado che ha condannato a 29 anni (e non all’ergastolo) Romulus Mailat per lo stupro e assassinio di Giovanna Reggiani. Ricordate? lo scorso autunno, fuori dalla stazione di Tor di Quinto, con Uòlter Weltroni che intimò a Prodi di emanare subito il decreto sicurezza.
Bene. Leggo che la riduzione di pena è stata fatta perché la corte d’assise «non può non rilevare che omicidio e violenza sessuale sono scaturiti del tutto occasionalmente dalla combinazione di due fattori: la completa ubriachezza e l’ira dell’aggressore, e la fiera resistenza della vittima».
Rileggete questa frase. Tradotta dal giuridichese, ci dice che (a) una donna deve accettare con cristiana rassegnazione lo stupro, per evitare che l’aggressore possa farle chissà cos’altro; e (b) che se sei ubriaco e alla guida gli altri hanno il diritto di linciarti, ma se sei ubriaco e a piedi tu puoi essere giustificato, perché presumibilmente stai risparmiando carburante e non rovini la tua macchina facendola sbattere contro una persona.
Non ce la faccio ad aggiungere altro. Buon Natale.
Beni rifugio
Il prezzo del cacao ha raggiunto i massimi degli ultimi 23 anni. Non ci potremo più permettere neanche il cioccolato.
Le ore del mattino hanno il supermercato in bocca
Stamattina alle 8:25 (scarse) ero all’Esselunga per recuperare le ultime cose che ci eravamo scordati per Natale, ed evitare resse e risse. Il supermercato era già discretamente pieno, con l’usuale dose di imbecilli tra cui la signora – più giovane di me – che tirava lemme lemme il proprio carrello rendendo assolutamente impossibile superarla e la signora – un po’ più vecchia di me – che aveva sul nastro alla cassa aveva fatto varie pile di dieci confezioni di affettati vari che naturalmente sono cadute non appena la cassa si è mossa, e si è scusata dicendo “non c’era spazio” (notare che io sono arrivato che il cassiere stava iniziando a prendere la sua merce, e dietro di lei non c’era nessuno e metà del nastro era libero).
Mi sa che non è andata troppo bene neppure a Ilaria K.: mi chiedo solamente se è l’ultimo botto prima di ammazzarsi tutti per la crisi, o cos’altro.
Making Money (libro)
Trentaduesimo (o trentaseiesimo, se consideriamo anche quelli “per giovani lettori”) libro del Discworld, questo Making Money (Terry Pratchett, Making Money, Corgi 2008 [2007], pag. 480, Lst 7.99, ISBN 978-0-55215-490-1) riprende il personaggio di Moist von Lipwig da Going Postal, e stavolta lo manda a dirigere la banca principale di Ankh-Morpork. Il tutto insieme a golem vecchi e nuovi, maghi vivi e morti, naturalmente Lord Vetinari, e a una visione dell’economia che è simile in modo preoccupante a quella che si vede in questi mesi… se non fosse che il libro è uscito in edizione rilegata un anno e mezzo fa. Ecco, mancano i mutui subprime, ma tutto il resto lo si trova.
Il libro non è certo brutto, ma devo dire che mi è piaciuto meno degli altri. La parte meno riuscita è quella centrale, dove mi sembra che Pratchett tenda a riempire pagine su pagine senza portare avanti la storia: cosa che non mi era mai capitato di vedere nei suoi libri. D’altra parte, ricordandosi dei suoi problemi, non mi sembra che sia quello il peggior problema.
Bernabè e beppegrillo™
Leggo da De Biase di questo simpatico scambio tra beppegrillo™ e Bernabè. A quanto pare, il comico blogghettaro ha iniziato a prepararsi per la prossima assemblea con questo post, e il presidente (almeno per il momento) di Telecom Italia gli ha risposto con un commento sul blog: commento che è stato immediatamente bloccato mentre i responsabili del blog contattavano Telecom e scoprivano che il commento era proprio suo: così oggi la risposta è riportata nel blog, dopo il controcommento di beppegrillo™ (si sa, è casa sua, quindi ha il diritto della prima parola)
Dopo avere letto il resto del post di De Biase, non sono riuscito a capire se la sua ultima frase (“E’ un successo di Grillo, dei blog e di Bernabè.”) sia davvero pensata oppure semplicemente ironica. Personalmente so bene che il mio presidente è bravo a rigirare la frittata, e ho già parlato male dell’ultimo piano industriale un paio di settimane fa. E sapete anche che io non sopporto Grillo adesso, proprio come non lo sopportavo dieci anni fa quando negli spettacoli spaccava i PC da vero luddista: quindi potrei essere prevenuto nei suoi confronti, e ve lo dico subito perché possiate farci eventualmente la tara. Però mi pare che la risposta del nostro mostri una debolezza di fondo. Già scrivere la risposta prima del testo, oltre che fare tanto Outlook (ma lì, ad essere tanto buoni, si può immaginare che il testo originale sia lasciato per riferimento) dà tanto l’aria di voler spiegare ai lettori quale dev’essere la corretta interpretazione dell’altrui testo. Ma più in generale c’è un punto di fondo. Il modo di comunicare di beppegrillo™ è urlato, pardon urlato, il che funziona benissimo per aizzare le folle quando dall’altra parte c’è il silenzio, oppure un urlo uguale e contrario. Ma quando ti trovi davanti uno che non urla, sei costretto a continuare a urlare ancora di più per farti sentire, e non è detto che l’escalation ti riesca. Guardate solo il testo di Grillo. Inizia dicendo “sono capaci tutti a risanare l’azienda licenziando e aumentando il canone” (vero, ma irrilevante se non hai un contropiano. Potete far notare che non è Grillo a doverlo avere, certo; però resta il fatto che questo è solo sfascismo). Continua dicendo “non fai i nomi, ma li dico io: è tutta colpa di D’Alema” (presumibilmente vero, anche se si dimentica che prima Prodi aveva praticamente regalato Telecom alla Fiat: ma non si vede perché Bernabè debba farli lui, i nomi) e “è inutile parlare della magistratura, i danni di Tronchetti e Buora che erano i capi di Tavaroli sono ora di sua competenza” (non c’entra nulla); si mette a parlare dei PC andando completamente fuori tema; afferma che Open Access non dà parità di accesso senza dare prove. L’unico punto su cui Grillo si sarebbe mosso bene è quello sulla mancanza di banda larga; peccato che caschi sul “ci sono posti dove non ci si connette nemmeno con il cellulare” (sta andando anche a chiederlo a Vodafone, Wind e Tre?), oltre che far perdere la cosa in mezzo a tutto il resto senza ad esempio chiedere “avete fatto delle stime di costi per portare in giro la banda larga? Perché non le pubblicate?” Insomma, più che altro il solito monologo, più o meno indipendente da quanto ha detto la controparte
Non che mi aspettassi nulla di diverso, intendiamoci. E voi? che ne pensate?
È proprio tempo di controllori
Oggi pomeriggio verso le 17, mentre cercavo di andare in centro a impazzire per gli ultimi acquisti, scendo dall’11 in piazza Baiamonti e mi trovo davanti un tutor che mi chiede il biglietto. Così ad occhio, vedendo gli altri della squadra, direi che sono gli stessi di domenica sera.
Non ho esattamente capito come scelgano le possibili prede – il vecchietto sceso davanti a me non è stato degnato di uno sguardo, ad esempio; stavolta ho visto un tipo non italiano che discuteva animatamente con tre controllori, e una signora italiana con bambina a cui veniva fatto un verbale. Non è che mi sia fermato a fare statistiche, ve lo dico subito.
Il tutto mi ha fatto venire in mente che anche a Torino, quand’ero un giovane studente, mi capitava di passare mesi senza controllori per poi avere le “doppiette” come si diceva a scuola. Non sarà che c’è il periodo di garanzia per le multe, un po’ come per calcolare la pubblicità calcolando l’audience delle trasmissioni?