Immagino abbiate letto tutti la notizia secondo cui Sony ha rimandato l’uscita sul mercato di un videogioco (LittleBigPlanet) perché al suo interno si sentivano frasi del Corano. Leggendo l’articolo sulla BBC, il giornalista afferma che un utente di un forum di giochi online ha aggiunto che “mischiare musica e parole del più sacro testo dell’Islam può essere considerato profondamente offensivo dai musulmani”.
Non avendo io una conoscenza così approfondita dell’Islam mi chiedo come mai dovrebbe essere offensivo? Notate che stiamo parlando in generale della musica, non di un certo tipo di musica. È possibile che l’utente citato non abbia capito un tubo, ma magari c’è qualcosa di più serio dietro. Qualcuno dei miei ventun lettori ne sa qualcosa in più?
Ballarono una sola estate (libro)
Anche prima dell’arrivo della moderna industria discografica mondiale che costruisce i “successi” a tavolino, poteva capitare che qualcuno riuscisse ad azzeccare la canzone giusta al momento giusto, avere un successo strepitoso, e poi svanire più o meno nel nulla. Alberto Tonti ha pensato che non è giusto che tutte le enciclopedie musicali riempiano pagine e pagine con i soliti noti, e ha così scritto questo libretto (Alberto Tonti, Ballarono una sola estate, Rizzoli – Varia 2007, pag. 136, € 19.50, ISBN 978-88-17-01731-2) che, come da sottotitolo, racconta di “70 meteore della canzone italiana negli anni Sessanta”. Dire “enciclopedico” non è però corretto: Tonti infatti ha le sue preferenze, e non si preoccupa di nasconderle, con commenti spesso taglienti ma a volte inaspettatamente favorevoli su questi nomi che molte volte non ci dicono più nulla (anche se quelli della mia età e oltre probabilmente si ricorderanno di Carmen Villani…) La lettura è indubbiamente godibile, anche per le note di colore a proposito delle manifestazioni canore di quegli anni; al libro è anche allegato un CD con quattordici di queste canzoni, alcune sicuramente note anche ai più giovani (“Stessa spiaggia stesso mare” o “Il ballo di Simone”), altre mai sentite (“I tuoi occhi verdi” di Franco Tozzi – il fratello maggiore di Umberto, per la cronaca). Buon divertimento, e se siete più giovani potete cercare il libro successivo sugli anni ’70.
ristabiliamo la verità storica
Secondo La Stampa (che cita una fantomatica inchiesta sul sito web del Times: inchiesta che non ho trovato nemmeno scrivendo correttamente il cognome di Serge Dassault) S.E. il Cavalier Silvio Berlusconi non vincerebbe nemmeno una medaglia alle Olimpiadi dei Politici Ricchi. Con un patrimonio – immagino pre-crollo delle borse – di 9,4 miliardi di dollari è infatti battuto dal senatore russo Suleiman Kerimov, che dispone di ben 17,5 miliardi di dollari; dal sindaco di New York Michael Bloomberg (11,5 miliardi) e appunto da Dessault che oltre ad essere capo dell’omonima azienda è senatore francese del partito di Sarkozy, e ha 9,9 miliardi. Sìlviolo deve anche stare attento al ministro indonesiano del Welfare – ottima posizione, vero? – Aburizal Bakri, con i suoi 9,2 miliardi di dollari.
Insomma, smettiamola di insultare gratuitamente il nostro PresConsMin, e facciamo in modo che abbia il posto che merita!
Il Parlamento va d’amore e d’accordo
Qualcuno stava ancora temendo per i tagli delle sovvenzioni all’editoria? Nema problema!
Leggo da Mantellini che, zitti zitti, nella Commissione Cultura della Camera è passato un simpatico emendamento (è il primo sotto il titoletto “ALLEGATO 5” qua che rimpolpa il fondo per l’editoria, portandolo a 142 milioni di euro per il 2009 e 2010 e a 100 milioni per il 2011. Perché un emendamento sia approvato in commissione significa che sono tutti d’accordo: in effetti c’era anche un controemendamento della minoranza, il 1713/VII/Tab. C. 7: i fondi in questo caso erano però di 150 milioni per i primi due anni, e quindi dobbiamo ringraziare la maggioranza per aver contenuto le spese.
Sempre istruttivo leggere il resoconto della seduta: non tanto per la votazione (è a pagina 125: dopo avere fatto una pausa per un rapido spuntino hanno votato molto rapidamente) quanto per quello che si legge prima quando prende la parola il ministro Sandro Bondi. Credo che qualche sua frase meriti di essere ripresa anche da queste notiziole:
«Il ministro Sandro BONDI segnala che si è in presenza di una crisi economica internazionale grave, della quale non si conoscono ancora gli esiti esatti. Ritiene che se l’Italia ha potuto affrontare bene la crisi, ciò è dovuto al fatto che il Governo ha previsto la crisi in anticipo e l’ha gestita; […] Per quel che riguarda i temi della Commissione, esprime la convinzione che la cultura sia legata sia allo sviluppo economico che alla democrazia. Aggiunge, a tal proposito, che il mercato librario italiano e quello dei giornali è uno dei primi al mondo, anche se esso è sostenuto da una piccola parte dei cittadini.»
Eppure, sembra incredibile ma è così, subito dopo queste illuminanti frasi Bondi ne ha pronunciata una che faccio mia di tutto cuore: Evidenzia quindi che solo una piccola parte della popolazione si occupa di cultura e ciò si riverbera sulla democrazia. Vedete che si può essere d’accordo anche da posizioni politiche diverse?
piccola storia di piccola burocrazia
L’altro giorno Ricambi Originali non ha più trovato la propria bici, rimossa da Largo Arenula assieme a non so quant’altre perché danneggiava il “decoro urbano”. Dopo averla recuperata (senza pagare nessuna multa, tra l’altro) ha deciso di vederci chiaro.
qui c’è la prima puntata della sua “caccia all’ordinante”.
Classi ponte – 2
Giusto perché si sappia esattamente di cosa stavamo parlando, consiglierei di andare a leggere il testo ufficiale delle mozioni. La prima (quella Cota), a parte tutte le premesse, dice
(a) se non passi i test non entri nelle classi “normali” (giustissimo, ma deve valere anche per i bimbi italiani, allora)
(b) che le classi ponte consentono «di frequentare corsi di apprendimento della lingua italiana» e sono «propedeutiche all’ingresso degli studenti stranieri nelle classi permanenti» (il che mi sembra pococcoerente, visto che allora non sarebbero classi ponte ma appunto corsi propedeutici)
(c) «a non consentire in ogni caso ingressi nelle classi ordinarie oltre il 31 dicembre di ciascun anno» (indipendentemente da quanto bene sappiano l’italiano)
(d) bisogna però «scongiurare il rischio della formazione di classi di soli alunni stranieri;» (non si sa bene come;
(e) infine occorre che queste classi ponte favoriscano il «rispetto di tradizioni territoriali e regionali del Paese accogliente, senza etnocentrismi» (cosa voglia dire “senze etnocentrismi” qualcuno me lo spieghi per favore) e il «rispetto per la diversità morale e cultura religiosa del Paese accogliente». Naturalmente il rispetto – che ci deve essere, sono d’accordo – è a senso unico.
Giusto per la cronaca, la mozione UDC (è la seconda), quindi non stiamo parlando di perikolosi komunisti, è generalmente fumosa ma prevede «il raggruppamento di alunni bisognevoli di specifici interventi di insegnamento-apprendimento;» e di «arricchire i curricula di contenuti che abbiano riferimento alle varietà culturali»
Per la cronaca, c’è anche una mozione PD che dice “facciamo funzionare il piano di insegnamento L2 dell’italiano come seconda lingua”, cosa che a me appare comunque limitante ma forse è perché non so come funzionerebbe questo piano di insegnamento, e una mozione IdV che è ancora più fumosa di quella UDC.
Per cosa è successo dopo, vi lascio al resoconto stenografico, compreso di scambio di battute finale tra Di Pietro e il presidente di turno.
L’evoluzione degli spalloni
A me è stato raccontato che nel dopoguerra nelle valli insubri era abbastanza comune “lavorare” come contrabbandieri, passando il confine tra Svizzera e Italia con gli zaini pieni di stecche di sigarette che in Ticino costavano molto meno.
Non saprei dire quando e come il traffico si sia esaurito. In compenso, oggi leggo da MdI che sembra che il nucleo di polizia tributaria della GDF di Cuneo abbia inviato un decreto di sequestro preventivo per due siti web dove si possono comprare sigarette a prezzi stracciati (sequestro in spregio alle leggi italiani, a meno che non si pensi che con le sigarette si faccia pedopornografia o si giochi d’azzardo… ma sappiamo che la censura in Italia esiste eccome). La cosa divertente, però, è che uno dei siti (l’altro è www.rebelsmokes.com) è www.k2smokes.ch. Corsi e ricorsi storici: si torna sempre in Svizzera!
classi ponte
Non bastavano gli otto miliardi di euro di tagli alla scuola proposti dalla Maria Stella Gelmini (anche se a dire il vero il corteo per la manifestazione di ieri al Trotter è passato sotto il mio ufficio, e ci saranno sì e no state duecento persone, giusto per dare un ordine di grandezza). La Lega, già che ha visto l’opportunità, ha pensato bene di far votare una mozione per creare “classi ponte” dove mettere i bambini che non parlano italiano (leggasi gli stranieri). Persino da destra si sono levate voci contrarie: magari perché si corre il rischio di non riuscire ad approvare il decreto Gelmini prima che scada. Anche i blogh e i bloggher ne parlano, immagino con maggior cognizione di causa del sottoscritto che non ha figli e non sa come sia la classe di scuola di suo nipote a Torino. Però non evito comunque di sparare le mie idee.
Innanzitutto, già vent’anni fa per bocciare un bambino nella scuola elementare dove insegnava la mia mamma occorreva che fossero d’accordo il maestro, il direttore della scuola, lo psicologo e i genitori del bambino: giusto per capire che il problema non è dei bambini extracomunitari, che al tempo non c’erano almeno nella scuola vicino a casa mia. Possiamo discutere se sia meglio avere una classe con bambini dello stesso sviluppo fisico o una classe con bambini dello stesso sviluppo cognitivo, ma è appunto una discussione diversa.
La risposta più logica (beh, a dire il vero è anche quella dei legaioli) è “è meglio avere una classe con bambini dello stesso sviluppo fisico e dello stesso sviluppo cognitivo”. D’accordo, in linea di principio. Però in questo caso sarebbe più logico avere un percorso aggiuntivo, dove chi non sa l’italiano a sufficienza e quindi ha difficoltà a seguire le lezioni abbia corsi suppletivi di italiano al pomeriggio che lo aiutino a raggiungere il livello sufficiente. Altrimenti è ovvio che separando le classi otterrai bambini di serie A e bambini di serie B-C1-C2…
Oops. Dite che è appunto così?