L’inflazione colpisce anche Lidl

Visto che – da quando ne scrissi un anno e mezzo fa – ogni tanto qualcuno arriva da queste parti a chiedere informazioni, vi comunico che da giovedì 23 a mercoledì 29 ottobre Lidl avrà in offerta lo sfornapane automatico, noto anche come “macchina per fare il pane”. L’unico problema è che è un nuovo modello, e ha un nuovo prezzo: 44 euro invece che 39, con un aumento superiore al 10%. Sempre molto meno dei modelli equivalenti che si trovano in giro, d’accordo: però è un altro segnale della crisi.

Repubblica si espande

Dopo le ultime minacce di morte, Roberto Saviano medita di lasciare l’Italia. Non è certo una bella notizia (in generale, intendo). Rep.it ha deciso però di renderla nota urbi et orbi, mettendo sul proprio sito la traduzione in inglese e in francese: dai nomi dell’URL si direbbero le versioni lanciate dalle agenzie di stampa, e in effetti il testo non è per nulla maccheronico.
Mi domando solo l’utilità della cosa: non credo proprio che aumenti il numero di contatti, né immagino che uno straniero che per puro caso capiti su quelle pagine possa essere interessato a leggere il resto del quotidiano in italiano. Voi che ne pensate?

Ti sgonfio le gomme

A quanto leggo dall’edizione milanese di Repubblica, anche a Milano sono arrivati i degonflé: ignoti che quando trovano un SUV per strada gli sgonfiano i pneumatici (“gli pneumatici” se siete puristi) lasciando sul parabrezza un volantino dove si spiega che uno di quei bestioni inquina il doppio di un’auto normale, riduce a un terzo le possibilità di sopravvivenza di pedoni e ciclisti investiti, e termina dicendo che procedono “alla copertura parziale del Suo debito di ossigeno liberando quello che si trova nei suoi pneumatici”.
È una cosa a cui avevo pensato spesso, anche se non sono così razzista: mi limiterei, si fa per dire, a chi parcheggia in modo estremamente creativo (nel senso che la gente crea una sequela di nuove bestemmie mentre cerca il modo per riuscire a passare), SUV o non SUV che sia. Non posso poi che apprezzare la scelta di non tagliare le gomme: quello sì che mi pare un’esagerazione.
E ora via agli insulti (contro di me, claro!)

Sudoku + Kakuro = Suduro

Il sudoku probabilmente sapete tutti che cos’è. Il kakuro forse no, anche se ne parlai a suo tempo: è uno schema tipo cruciverba, dove per ogni “definizione” viene data la somma delle cifre – tutte diverse – che la compongono.
Adesso è nato un nuovo gioco che li combina: il Suduro. Occhei, il nome non è il massimo in italiano, non ho problemi ad ammetterlo. Il gioco consiste in uno schema di sudoku senza nessun numero iniziale, ma con un certo numero di caselle grigie. Per ciascuna riga, colonna e sottomatrice 3×3 viene però data la somma delle cifre – tutte diverse – delle caselle grigie ivi presenti: quindi in pratica occorre iniziare a trovare questi valori, e poi dedicarsi alla griglia di sudoku ottenuta; o magari andare avanti e indietro tra i due giochi, escludendo man mano alcune possibilità.
Dico subito che non mi ci sono nemmeno messo a provare uno schema: mi sembra un’inutile complicazione. Però, considerando i miei lettori, magari a qualcuno può piacere!
(via Puzzlinks, che afferma di avere inventato il gioco l’anno scorso)

protezionismo all’italiana

Quei cattivoni di noiseFromAmeriKa fanno notare una cosa che almeno a me era sfuggita, anche perché confesso di non leggereIl Sole – 24 Ore. In pratica, Lorenzo Cardia, presidente della Consob, ha chiesto al Parlamento di rendere più difficile l’acquisizione del controllo di una società comprando in Borsa le sue azioni. Più precisamente, l’obbligo di indicare una partecipazione significativa scatterebbe quando si ha l’1% delle azioni (e non il 2% come ora), e i dirigenti di un’azienda avrebbero le mani più libere per cercare di bloccare le acquisizioni.
Tra le righe, nemmeno troppo nascosto, si può leggere la parola PROTEZIONISMO. Vorrete mica che qualcuno si compri per un (metaforico) tozzo di pane le nostre grandi e sane aziende, vero? E magari faccia fuori gli attuali manager? Non fia mai! Da noi le aziende si passano di mano con accordi extramercato. L’unico momento di vivacità si è visto dieci anni fa, quando il ragionier Colaninno ha comprato Telecom con i soldi di Telecom. Vabbè, adesso non dite che non lo sapete.
Aggiornamento: (h 21) Toh. Lo dice anche Silvio. Secondo me, qualcuno dei suoi sottoposti legge VoiceOfAmeriKa.

Altro che le tonnare

Per la serie “le notizie che non arrivano da noi”, leggo dalla BBC che si va verso una moratoria della pesca al tonno dalla pinna blu nel Mediterraneo. Il livello sostenibile per la pesca sarebbe 15000 tonnellate l’anno, mentre le quote ufficiali sono il doppio e altre 20000 tonnellate vengono pescate di nascosto: il risultato è che la popolazione è scesa a un terzo di quella degli anni ’70. Sembra che finalmente Spagna (maggior pescatore) e Giappone (maggior consumatore) abbiano accettato un periodo di riposo.
Detto tutto questo, sbaglio oppure la pubblicità del tonno in Italia mette l’accenno al fatto che le scatolette hanno tonno dalla pinna gialla che è tanto più buono? Non è che qualcuno glielo va a dire ai giapponesi?

Frattini e le tappe intermedie

A quanto pare, la Commissione Europea vuole che tutti gli stati membri dell’Unione riducano del 20% le emissioni di inquinanti. A quanto pare, il nostro governo non è affatto d’accordo, il che mi pare strano visto che l’obiettivo è così lontano che sembrerebbe poter essere nascosto sotto il tappeto nella miglior tradizione italica.
Ma forse il problema è che non si vuole solo fissare un risultato finale, ma anche tutta una serie di tappe intermedie: così almeno si evincerebbe da quanto detto dal nostro ministro degli Esteri, che chiede di “rinegoziare” il tutto «tenendo conto dell’impatto effettivo sull’economia reale» (e beccandosi le pernacchie di Barroso che probabilmente lo conosce bene da quando è stato Commissario UE).
Il nostro ministro avrebbe infatti detto che chiedere maggiore flessibilità «significa chiedere un diverso timing». E poi spiega per i minus habens: «Chi, come l’Italia, parte da un’efficienza energetica maggiore, ha più difficoltà nel raggiungere gli obiettivi intermedi. Allora bisogna introdurre flessibilità sui tempi, salvaguardando gli obiettivi finali». Supponiamo pure che l’Italia parta da un’efficienza energetica maggiore, anche se mi piacerebbe vedere dei dati a riguardo: a questo punto sarebbe in effetti vero che è più difficile scendere da 50 a 40, piuttosto che da 100 a 80. Se non ci credete, provate a fare un chilometro di corsa, vedere quanta fatica fate per riuscire a ridurre il tempo di un 20% e quanta ne fate per un altro 16%. Però la difficoltà relativa di raggiungere un obiettivo intermedio dovrebbe essere pari a quella di raggiungere quello finale, non trovate? Se siete d’accordo con me non siete dei minus habens.
Naturalmente quello che Frattini avrebbe voluto dire era “Il principio della riduzione del 20% ci trova d’accordo, ma non vogliamo arrivarci in soli 12 anni. Diciamo che noi tendiamo a quel risultato: che si abbia nel 2020 o nel 2050 non vi cambia nulla, vero?”. Solo che così sembrava troppo plateale, e ha cercato di indorare la pillola. In Commissione non hanno certo mangiato la foglia: il telespettatore medio probabilmente sì.

Carnevale della Matematica #6 – GOTO Matematicamente

Come potete andare a vedere direttamente alla fonte, la sesta edizione del Carnevale della Matematica ha avuto un successone superiore a ogni aspettativa (almeno mia), con una quantità di contributi davvero eccezionale.
Ma naturalmente qui non si è mai fermi, e sono certo che tutti voi state pensando a cosa potete scrivere per il Carnevale #7 che si terrà da Marcello Seri. Ricordo anche che il Carnevale deve essere ospitato da qualcuno: al momento abbiamo terminato l’anno, ma da gennaio sono liberi tutti i mesi che volete (e sì, potete anche ospitare una seconda edizione, mica è vietato!)