Sono appena tornato da una pedalata nella parte nordovest di Milano. Bisogna dire che l’associazione tra il cielo terso e il traffico relativamente scarso mi ha permesso di vedere che ci sono punti della città anche carini… come ad esempio Villa Simonetta, che poverina è mezzo tagliata dallo scalo Farini e quindi era stata pesantemente bombardata durante la guerra ma che è stata ben restaurata. Poi ci sono le chicche come l’insegna in bassorilievo “E. Porselli – Scarpine da ballo” che si può vedere in via Stelvio.
Peccato che le condizioni di cui in cima al post non ci siano quasi mai.
Non avrai altro Cuore all’infuori di me (libro)
Questa antologia del settimanale verde degli anni ’90, quando si poteva dire “verde” senza rievocare le ronde padane (AA.VV., Non avrai altro Cuore all’infuori di me, BUR 24/7 giugno 2008, pag. 320, € 27.50, ISBN 978-88-17-02360-3) è fondamentalmente un amarcord, perché chi allora era gggiovane possa sfogliare le pagine e dire “c’ero anch’io”. Si possono così vedere splendori e miserie dell’Italia di Tangentopoli, e confrontarle con quanto avviene adesso. Il risultato però è un po’ deludente, forse perché gli occhiali del passato tendono ad abbellire le cose, fino a che non si va a sbattere contro la dura realtà dei documenti. È anche vero che la satira è un prodotto che va consumato fresco: una battuta sul momento può essere perfetta, ma solo pochissime battute possono resistere agli anni tanto da diventare dei classici. Poi è forse anche vero quanto raccontato da molti: quando Cuore uscì, non c’era nulla del genere in circolazione in Italia, ma poi tutti gli altri quotidiani copiarono lo stile, e adesso queste cose per noi sono scontate.
Il libro termina con una serie di brevi interviste a chi ha fatto parte della redazione; sembra di leggere i vangeli, nel senso che le storie raccontate collimano a grandi linee ma ognuno poi ricorda i particolari a modo suo. Forse il successo dipende anche da quello.
Strimko
Quasi tutti oramai sanno che il sudoku è basato sugli euleriani quadrati latini: quelli dove ogni riga e ogni colonna contengono tutti i numeri da 1 a n. Il vincolo ulteriore sul sudoku, oltre a definire n pari a 9, è che i nove sottoquadrati 3×3 abbiano anch’essi le cifre da 1 a 9.
Cosa succede se invece che i sottoquadrati prendiamo delle stringhe di lunghezza n? Otteniamo Strimko. Abbiamo sempre un quadrato latino, di dimensione variabile da 4 a 6, ma questa volta i vincoli ulteriori sono per l’appunto sulle stringhe. La metalogica è più o meno la stessa del Sudoku: cercare man mano di trovare gli unici valori possibili per le caselle. La logica vera e propria è però piuttosto diversa, come potete accorgervene da soli provando qualche schema.
Buon divertimento!
più crisi di quanto pensassi
Stamattina sono andato a farmi tagliare i capelli (no, non è quella la crisi). Il barbiere aveva la radio accesa su RTL 102.5, che per quello che sapevo io è un’emittente assolutamente commerciale e apolitica. Sul primo punto nulla di strano: c’è stato un break pubblicitario che non finiva più, con almeno tre pubblicità di automobili che tanto ormai non le compra nessuno. Per il resto, ho sentito due telefonate e tre sms degli ascoltatori. A parte la prima telefonata con uno che diceva che era impossibile andare in auto verso la Francia e ci voleva un passante di Milano come quello di Mestre appena terminato (ma ogni torinese sa che per attraversare da ovest a est la pianura padana è molto meglio fare la Torino-Piacenza-Brescia che è il vero passante di Milano, alla giusta distanza dalla città) tutti gli altri ce l’avevano contro l’attuale governo, anche di brutto.
Può essere stato solo una casualità statistica, e in fin dei conti è più facile sentire qualcuno che si lamenta piuttosto che qualcuno che sia a favore; però non mi aspettavo una cosa del genere. Chissà che ne pensa il PresConsMin.
La fama
non esiste l’apologia di reato!
Leggendo i commenti a questo post di vb, ho scoperto che una delle mie certezze di una vita crolla. Il nostro codice penale non prevede infatti il reato di apologia di reato.
Un passo indietro. Il termine apologia in origine significava “discorso di autodifesa”, come un matematico probabilmente sa se conosce l’Apologia di un matematico di Hardy. In pratica, però, il termine è passato a significare un “discorso o scritto che difende o esalta qualcuno o qualcosa”, e nel diritto ha assunto il significato tecnico di “difendere o esaltare azioni o comportamenti contrari alla legge”, appunto nella locuzione “apologia di reato”.
Solo che se uno va a spulciare il codice penale, si accorge che l’articolo 414 parla di istigazione a compiere un reato (comma 1) e di apologia di delitto (comma 4). Ah, non è che il delitto significhi necessariamente ammazzare uno; si veda l’articolo 39 del codice penale. Se il codice parla di reclusione e multa, si ha un delitto; se invece parla di arresto e ammenda, allora si ha una contravvenzione. Per esempio, la radunata sediziosa è una contravvenzione; quindi se scrivo “secondo me bisognerebbe andare tutti a fare casino su Facebook” allora, almeno fino a che il senatore D’Alia non si risveglia, non posso essere accusato per apologia di delitto.
(Per completezza: c’è poi anche l’apologia del fascismo, introdotta dalla legge Scelba come attuazione della XII disposizione transitoria della Costituzione)
Aggiungo solo una cosa: il prossimo che mi viene a dire che la matematica è troppo complicata, lo prendo, gli faccio leggere questo e gli dico di andare a fare giurisprudenza.
non leggere ad alta voce!
Scopro dal Wall Street Journal via Quintarelli che c’è qualche piccolo problema che riguarda la nuova versione di Kindle, il lettore di e-book di Amazon.
Il problema non sono i 359$ di costo del coso (beh, per me quello è un problema, anche se capisco che la cosa è legata al fatto che sono un feticista e mi piace occupare troppo spazio in casa coi libri), quanto la sua nuova caratteristica: un convertitore text-to-speech. Che c’è di male, direte voi? C’è tanto male, dice il direttore esecutivo della Authors Guild americana Paul Aiken. Perché leggere un libro è un’opera derivata, e quindi non basta pagare per avere il libro ma occorre anche pagare per avere i diritti aggiuntivi per ascoltarlo.
Non ridete. I “diritti derivati” sono un caposaldo della legge sul diritto d’autore. Credo che in questi utlimi anni tanti musicisti si sono fatti una discreta sommetta dopo che le loro canzoni sono state trasformate in suonerie telefoniche vendute a carissimo prezzo. E so che gli audiolibri, non tanto qui in Italia ma nei paesi anglosassoni, sono un mercato molto fiorente. Però a me sembrerebbe chiaro che c’è una bella differenza tra uno speaker professionista che legge un libro e un sistema automatico, per quanto buono esso sia (uno dei miei lettori può tessere le lodi di uno di tali sistemi…): alla legge, evidentemente, no. D’altra parte, stanno facendo una class action contro Google perché con la possibilità di cercare all’interno dei libri gli autori perdono soldi… e spero che vi ricordiate che Non pago di leggere sta ancora lottando per il principio di prendere a prestito un libro gratuitamente.
Per il momento, l’unico consiglio che posso dare è quello di stare molto attenti quando leggete la favola della buona notte ai vostri bambini: non sia mai che sotto il letto ci sia un solerte funzionario SIAE!
sciopero?
Il Corsera mi comunica (implicitamente, nel senso che ho letto l’articolo) che il 13 marzo è stato indetto uno sciopero in Telecom.
Io ricevo regolarmente i comunicati sindacali lato SLC-CGIL e FISTel-CISL, ed ero fermo a quello di martedì, dove era stato detto “si farà una giornata di sciopero per i primi giorni di marzo”. E poi dicono che i giornali non sanno trovare le notizie :-P