Archivi categoria: y2006_pipponi

italiano oggi

Ultimamente si sono accorti che nella nostra Costituzione non è scritto da nessuna parte che la lingua ufficiale dell’Italia è l’italiano. C’è così una proposta di legge costituzionale, che modificherebbe l’articolo 12, quello sulla bandiera, aggiungendo la frase «L’italiano è la lingua ufficiale della Repubblica nel rispetto delle garanzie previste dalla Costituzione e dalle leggi costituzionali». Per me è già triste scoprire che questa volta sono d’accordo con Forza Italia che troverebbe più logico che si modificasse l’articolo 6, quello che tutela le minoranze linguistiche, ma fa lo stesso. È più divertente scoprire come la norma sia avversata in toto dalla Lega (e qua ci arrivano tutti) e da Rifondazione Comunista (che teme che questa diventerebbe una norma antiimmigrati: onestamente a me sembra giusto che una persona che chieda la cittadinanza di una nazione ne sappia parlare la lingua, e questo è uno dei tanti motivi per cui non voto Rifondazione)
Ma d’altra parte credo che molti compatrioti potrebbero perderla, la cittadinanza. Fate un bel respirone, cercate di sopravvivere alle k che sono ritenute così intelligenti, e cercate di spiegarmi il contenuto semantico di questo messaggio personale pubblicato su Leggo di oggi.
«Da Lilli a Lele:scimmietta, amore. Mi manki da morire, sappi ke il 19.11 nn abbiamo solo tentato a fare quel passo. Ci siamo riusciti, dormo sempre con la scimmetta ke m hai regalato. Ti amo da morire. Tua x sempre...»

Ultimo aggiornamento: 2006-12-13 15:40

l'ipocrisia di chi sta sempre

Abbiamo una persona che sta chiedendo di poter morire. Dal mio punto di vista, la sua situazione ricade nell’accanimento terapeutico, quindi ritengo che abbia il diritto di chiedere che gli venga staccato il respiratore. (Notate che non ho scritto “ha ragione”: sono due cose diverse, e non saprei dire se ha ragione o no. Ma tanto non è quello il problema). Potrei discutere con chi afferma “dare ossigeno non è una terapia, quindi non si può staccare il respiratore”: come ho detto, non condivido il paragone, ma lo comprendo.
Quando però leggo che i giudici romani hanno affermato che “il malato ha il diritto di interrompere il trattamento terapeutico, ma il medico ha il diritto di ripristinarlo” l’unico mio commento è che sarebbero stati molto più seri a dire “non siamo in grado di rispondere”. Come se Welby prendesse e scappasse per non farsi raggiungere dai medici.

Ultimo aggiornamento: 2006-12-12 14:47

Scè Guevara

Augusto Pinochet è morto. Il giudizio su di lui l’ha già dato la Storia, oltre a tanta gente: non ho nulla da aggiungere.
Però una cosa continuo a non capirla: dopo trentatré anni, possibile che tutti i nostri speaker continuino a chiamarlo “pinoscè” alla francese, e non “pinocèt”?

Ultimo aggiornamento: 2006-12-11 12:17

qualcuno me la spiega?

La Cassazione ha depositato la sentenza di cancellazione del processo SME, emessa la scorsa settimana. Il motivo, almeno secondo Rep., è che i soldi sono sì passati da corruttore a corrotto, ma brevi manu a Roma, e quindi la sede di Milano non era competente per discutere la questione.
Avrei capito un annullamento perché i giudici di Milano sono brutti e cattivi, ma questa non la comprendo proprio.

Ultimo aggiornamento: 2006-12-06 16:53

Zupermen

Mario Scaramella afferma di avere in corpo una dose di plutonio cinque volte superiore a quella mortale, eppure non ha sintomi. Direi che siamo a un punto di svolta nella medicina nucleare: potremo finalmente tirare fuori dagli anticorpi di Scaramella una cura per guarire chi è stato esposto a radiazioni. Credo che Paolo Guzzanti stia già per brevettare qualcosa di simile, visto che ha detto che se il suo collaboratore passerà i prossimi tre mesi, avrà comunque bisogno del tipo di cure “necessarie a un malato di cancro che dovrà sottoporsi a chemioterapie per tutta la vita”. Qualche medico mi spiegherebbe la logica di tutto ciò? Ero convinto che il polonio avvelenasse le cellule, e non vedo l’utilità di una chemio dopo tutto quello che avrebbe già in corpo.

Ultimo aggiornamento: 2006-12-04 11:13

Il Codacons, una garanzia

Stamattina ho letto su Metro un articolo sull’ordinanza del tribunale di Roma che ha sentenziato il blocco dell’offerta “Vodafone casa numero fisso” (come del resto c’era da aspettarsi, vista la normativa attuale: è probabile che a questo punto le regole cambieranno, ma è chiaro che il giudice si pronuncia sulla situazione attuale). L’articolo terminava con la segnalazione che il Codacons invita chi aveva già aderito all’offerta a rivolgersi all’associazione, che intenterà una causa di risarcimento danni presso un giudice di pace, “che dovrà poi stabilire chi se ne dovrà fare carico, se Vodafone o Telecom”.
Non volevo credere ai miei occhi, così sono andato a verificare sul sito Codacons (se vedete parecchi diamanti neri con punto interrogativo, è perché non volete usare Internet Explorer con Microsoft Windows: colpa vostra, insomma). In effetti il testo è proprio quello: Metro ha semplicemente inserito il comunicato fornitogli dal Codacons. Quindi la logica di Codacons è chiara: se Vodafone ha fatto un servizio che un giudice ha definito non legale, chi deve pagare è Telecom, perché sono stati dei cattivoni che sono andati subito a fare la spia. Quando si dice pensiero a senso unico…

Ultimo aggiornamento: 2006-11-30 13:52

Non sequitur

Come scrissi, la teoria del gomblotto che è la tesi del DVD di Deaglio e Cremagnani Uccidete la democrazia non mi sembra essere supportata da chissà quali prove. Però vedere Deaglio indagato per “diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose” mi sembra davvero esagerato, e capisco come molti facciano notare che certi articoli del codice penale siano stati lasciati apposta “perché non si sa mai”.
Ma la cosa più divertente è vedere la Casa del Riconteggio gettarsi all’attacco lancia in resta, con il perfetto sillogismo “visto che quella di Deaglio è una bufala, allora ricontiamo le schede”. Logico, no?

Ultimo aggiornamento: 2006-11-29 10:56

spread

Bisogna capirle, le banche. Non sono riuscite a lasciare in mano ai risparmiatori tutte le obbligazioni delle aziende fallite, e in qualche modo devono tornare indietro coi soldi. Poi questo è un periodo di tassi in crescita, e quindi piazzare i mutui sulle case – che sono sempre un’ottima fonte di guadagno – non è così banale. In pratica, i manifesti mostrano sempre numeri piuttosto strani. Fino a qualche tempo fa, la mania era quella di avere un tasso piuttosto basso per il primo anno o due, scritto bello in grande, salvo poi farlo salire negli anni successivi. Da un mesetto a questa parte, la nuova parola chiave è “spread”. Spread in italiano significherebbe “spargere, diffondere”; ma in economia sta a indicare quanti soldi in più rispetto a un tasso ufficiale ci vengono chiesti.
Di per sé, quando si ha un tasso d’interesse variabile, avere uno spread prefissato è una Buona Cosa: significa che si può immediatamente sapere quant’è in un qualsiasi momento, e soprattutto si ha la certezza che la banca non stia facendo la furba. Restano solo due punti da considerare. Innanzitutto il fatto che nel testo scritto in grande non c’è scritto rispetto a quale tasso si mette lo spread: c’è il tasso ufficiale di sconto e una sfilza di Euribor a 1, 3, 6, 12 mesi. Tutti questi tassi sono ottimi candidati, almeno in teoria: è chiaro che il TUS non viene usato perché è il più basso di tutti e quindi dà uno spread più alto. Ma soprattutto la gente viene fregata dal vedere un tasso inferiore all’1%, senza pensare che c’è un altro 3-4% nascosto nel tasso di riferimento. Considerando l’abilità matematica media della gente, ho qualche idea di cosa succede…

Ultimo aggiornamento: 2006-11-29 10:14