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I flame sugli zainetti Einaudi

Non lo credevo possibile, ma ieri ho visto su Twitter che c’era gente che si lamentava della campagna Einaudi “compra due libri, ti regaliamo lo zainetto in cotone”. Beh, no: essendo la mia bolla quello che è, in realtà ho visto gente che si stupiva che ci fosse gente che si lamentava per la campagna: la mia bolla è fatta di gente che dice “tanto i libri li compro lo stesso, se mi danno un omaggio tanto meglio”.

Io posseggo ancora uno zainetto a tracolla Einaudi della fine degli anni ’90 – ben prima che l’editrice venisse comprata da Mondadori, insomma – sempre ottenuto in offerta con l’acquisto di libri. È quello che usavo quando fino al 2019 andavo a cantare con il Forum Corale Europeo, il che significa che è bello tosto. Uso anche una tazza di ibs.it per il tè della mattina, tazza presa acquistando dei libri da loro. (Ah, da ibs.it gli zainetti sono esauriti :-) ). Potrei fare a meno di questi gadget? Certo. Ma appunto non mi sono costati nulla, visto che i libri me li ero presi per leggermeli, e non è che li avrei pagati di meno da qualche parte. Se poi qualcuno è così amante dei gadget da comprare libri che non leggerà mai, non è un problema mio. Però non posso fare a meno di chiedermi quanti libri l’anno leggono coloro che si stracciano le vesti per queste offerte promozionali…

Ultimo aggiornamento: 2021-07-20 09:25

Adesso però basta

Io non ho guardato la finale degli Europei di calcio. Non che io abbia guardato una qualsivoglia partita degli Europei, o che in genere io guardi partite o anche solo gli highlight. È una mia scelta, e non mi sognerei di sbeffeggiare o anche solo giudicare chi non può farne a meno: anche quelle sono scelte legittime.

Per la stessa ragione, mi sono rallegrato per la vittoria degli azzurri, mi sono divertito per i vari memi che ho visto in giro oltre che per i meta-memi, come quello del pallone imbustato con l’indirizzo cambiato: checché scriva il Corriere dello Sport, il tweet di Poste Italiane è stato pubblicato mezz’ora dopo quello di Royal Mail, come stereotipicamente corretto. E mi è sembrato logico che ieri i quotidiani avessero pagine e pagine dedicate alla vittoria.

Ma oggi è martedì, e trovarmi ancora i giornali occupati mi fa venire in mente solo il concetto di armi di distrazione di massa… per non parlare di articoli come questo di Claudio Tito, che ho ascoltato in rassegna stampa e poi scoperto che era addirittura liberamente disponibile. La retorica gronda manco fossimo in un cinegiornale Luce; l’analisi politica (Tito è corrispondente da Bruxelles) parte da “tutti gli europei ce l’avevano con i brexiters” e arriva ad affermare che – cito testualmente – «il campionato europeo abbia di fatto intercettato e suggellato una sorta di “rinascita nazionale”.» Poi uno si chiede perché ha praticamente smesso di leggere l’italica stampa.

Ultimo aggiornamento: 2021-07-13 11:23

sospeso il cashback

Secondo me non è poi chissà quale problema la sospensione del cashback di Stato, sospensione che immagino sia il preludio alla cancellazione. Se lo scopo era quello di abituare la gente ai pagamenti – micro o macro che fossero – senza contanti, sette mesi sono stati più che sufficienti. Se era sgamare i negozianti che non accettano contanti, non penso sia cambiato molto, anche se in effetti non ho dati su quanti abbiano per esempio cominciato ad accettare Satispay che sotto i 10 euro non chiede commissioni e quindi non dà nemmeno la scusa del piagnisteo sulle banche cattive.

(Comunque è bellissimo leggere chi spiega che il cashback porterebbe 2,5 miliardi di ricavi aggiuntivi a fine 2022 e quindi è un vantaggio per lo Stato spenderne 4,75)

Rileggere le traduzioni prima di pubblicarle?

Jacopo durante le vacanze estive deve tra l’altro leggere Viaggio al centro della terra, e gli abbiamo preso la versione Feltrinelli del 2019, tradotta da Stefano Valenti. Ieri ha letto le quattro pagine del primo capitolo, e ho scoperto che – a parte un “sanguedi” tutto attaccato – il «flacon d’acide nitrique» è diventato un flacone d’acido citrico. L’ho fermato mentre stava leggendo ad alta voce, dicendogli di stare attento alle parole, e lui tutto arrabbiato mi ha fatto vedere la riga incriminata. Che un ragazzo di dodici anni scarsi non abbia idea di cosa siano l’acido citrico e quello nitrico è un conto; che in Feltrinelli non ce l’abbiano è un altro conto.

Non oso pensare a cosa troverò nel resto del libro.

disastrofilia

Allora. Da quanto ho capito, ieri è stato mostrato un video che mostra lo schianto della funivia sul Mottarone. L’ho capito perché ho visto il titolo della notizia sul Post, ho visto il titolo del post sul Post sulle discussioni se mostrare o no il video, e ho visto le discussioni su Twitter sull’opportunità di mostrarlo.

In effetti queste ultime discussioni, o almeno i tweet iniziali, li ho dovuti almeno scorrere. Il resto – video e dubbi se postare o no il video – no. Però non capisco perché tutti si straccino le vesti. Evidentemente a questo mondo c’è troppa gente che ama vedere i disastri, basta pensare alle code in autostrada in direzione opposta a quella in cui c’è stato un incidente particolarmente cruento. Prendetene atto, riconoscete che magari voi non lo guarderete ma resterete in minoranza, e amen.

(PS: questo non vale ovviamente per le televisioni che hanno mandato in onda il video. Meglio che io non esprima il mio pensiero su coloro che hanno deciso di farlo)

Io ci rinuncio

[bandiere per il Pride Month] Mi spiace per la mia amica Isa che cerca di spiegare a sua figlia tutte le nuance delle varie bandiere “pride” – e mi stupisce che non abbia sottolineato con la penna rossa il “bysexual” – ma io mi rifiuto di prenderle in considerazione.
Sarò arretrato, ma per quanto mi riguarda il Pride Month dovrebbe celebrare l’inclusione, o detto terra terra “qualunque cosa tu preferisca, fintantoché non è ai danni di qualcun altro, è okkeione”. E allora a che serve avere una parcellizzazione peggio dei partiti di sinistra in Italia? Si rischia che i bigender bullizzino i trigender, qualunque cosa questi ultimi siano?

Ultimo aggiornamento: 2021-06-07 15:18

Giovanni Brusca, o dei delitti e delle pene

Io non andrei mai a prendere un caffè con Giovanni Brusca. A dire il vero non saprei nemmeno di che potremmo parlare. Detto questo, ha scontato la sua pena e quindi è corretto che esca di prigione. Pensate che per uno che ha fatto quello che ha fatto si dovrebbe buttare via la chiave della prigione? È un punto di vista che può anche essere valido. Ma allora si cambi la legge. Legge che nacque apposta per “premiare” – è una brutta parola in quel contesto, lo so – chi decideva di collaborare. In altre parole, si è scelto a priori di permettere un mercanteggiamento per quello che si ritiene essere un miglior risultato complessivo: se il pensiero della maggioranza non lo ritiene più tale allora si possono cambiare le norme.

Per quanto riguarda l’ergastolo ostativo, invece, il mio punto di vista è che partendo dall’assunto costituzionale che il carcere non è punitivo ma rieducativo non vedo come un irriducibile che non si è mai pentito possa considerarsi “rieducato”; quindi ha senso che rimanga tale.

Ultimo aggiornamento: 2021-06-03 10:12

Sì, però

Non so se avete seguito la vicenda dell’Università di Bari che riduce le tasse universitarie – e in certi casi le azzera – per le donne che si iscrivono a corsi che tipicamente vedono una stragrande maggioranza di maschi tra le matricole.

È ovvio che colui che ha scritto «I maschi è naturale che siano appassionati a discipline tecniche, mentre le femmine hanno maggiore propensione alle materie legate all’accudimento» l’ha scritto perché sa che in questo modo può sfruttare l’indignazione di chi non è d’accordo con lui, e quindi paradossalmente raccogliere altre persone che la pensano come lui e fanno gruppo. (Ed è per questo che non lo linko: tanto l’unica cosa che gli si dovrebbe rispondere è “giustissimo, quindi il taglio delle tasse universitarie non le convincerà certo a iscriversi. Quindi dov’è il problema?”)

Ma mi permettete di dire che parallelamente anche l’idea dell’Università di Bari serve solo più che altro a farsi pubblicità?