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Area B o non area B, questo è il dilemma

Se non ho capito male, stamattina a Milano è entrata in funzione Area B, col divieto di circolazione per i veicoli parecchio vecchi. (In realtà, guardando qui, i divieti c’erano già: sono solo stati aggiunti gli euro 2 benzina e gli euro 4 diesel senza FAP). Su Twitter ci sono stati i soliti piagnistei con esempi francamente improbabili, come il nonnino che non può più andare a prendere i nipotini a scuola. A parte che almeno si ridurranno le auto in doppia e tripla fila negli orari di ingresso e uscita, mi domando perché il nonnino avesse un diesel comprato prima del 2011 che già era bloccato mezzo inverno per lo smog; ma tant’è.

Però volevo parlare di un’altra cosa. Stamattina ho dovuto portare a Monza mio suocero e rientrare a Milano. L’andata è stata quanto quanto scorrevole, al ritorno ci ho messo un’ora, restando in coda per tutto il tunnel di San Fruttuoso (poi stranamente il tratto con gli svincoli di autostrada e peduncolo erano praticamente vuoti, e la coda si è riformata al solito semaforo di Cinisello). Io mi domando solo come faccia la gente a farsi quel viaggio cinque giorni la settimana, soprattutto quando ogni dieci minuti c’è un treno da Monza a Milano…

Ultimo aggiornamento: 2022-10-03 10:06

Osteria Ricci: evitatela

Ieri sera Anna e io siamo andati a cena con due nostri amici all’Osteria Ricci, nella zona di corso Indipendenza. Siamo arrivati alle 20:15 quando il locale – non enorme – era ancora mezzo vuoto, siamo finiti sotto una cassa che mandava musica a volume piuttosto alto e che non siamo riusciti a fare abbassare, e abbiamo cominciato a ordinare antipasti per tre (io non lo volevo). Poi io e Loris abbiamo chiesto un piatto di orecchiette (50 grammi, non di più); le signore hanno preso un’insalata e io ho anche contestualmente ordinato un piatto di carne. Erano le 21:25. (Sì, il servizio non brillava per rapidità).

Alle 21:50 arriva un cameriere, mi dice “lei sta aspettando il secondo, giusto?” e mi rimette una forchetta nuova. Alle 22:10 Anna si alza per fumare, chiede a un cameriere cos’era successo al mio secondo, e gli viene risposto “controllo”. Alle 22:20 mi sono alzato, sono andato in cassa e ho chiesto il conto, meno la carne che non mi era arrivata. Il proprietario ha detto che c’era stato un problema con il forno. Ho pagato (135 euro per antipasti per tre, due piatti di orecchiette, due insalate, due bottiglie d’acqua da 65 cc e una bottiglia di vino), ho salutato (“buonasera”, non certo “arrivederci”) e sono uscito.

Il proprietario poteva evitarsela, una scusa così idiota. Persino da Gionni lo zozzo se hai dei problemi in cucina – e possono capitare, intendiamoci – ti arriva qualcuno ad avvisarti del problema e chiederti se vuoi cambiare ordinazione oppure aspettare. Puoi fare dei piatti favolosi, ma se sei convinto che i tuoi clienti possano essere trattati in questo modo i clienti non te li meriti.

le cancelliamo, queste strisce ciclabili?

Ieri c’erano le assemblee cittadine della mia azienda alla Camera del Lavoro, e avendo il cappellino RSU ho presenziato sia a quella del mattino che a quella pomeridiana. Questo è significato fare quattro pedalate sul percorso viale Monza – corso Buenos Aires – corso Venezia – via Senato e ritorno, a varie ore tra metà mattina e metà pomeriggio. Risultato? Una serie di slalom per evitare tutte le auto, i furgoni, i pullman parcheggiati sulla corsia ciclabile.

Io non sono un talebano della mobilità ciclistica. Ho pedalato per decenni in mezzo al traffico e ci sono abituato. Però i casi sono due: o il comune di Milano si decide una volta per tutte a usare qualche pattuglia di vigili per multare questa gente, e lo fa tutti i santi giorni, oppure prende un po’ di vernice nera, elimina queste corsie ciclabili, e amici come prima.

strisce pedonali a caso

Un paio di settimane fa hanno riasfaltato via Veglia. In effetti il tratto più vicino a viale Marche aveva parecchie buche: intelligentemente, poi, hanno aspettato di rifare il pezzo di canale di scolo vicino ai giardini Wanda Osiris per fare un lavoro ben fatto. Solo che dopo avere riasfaltato occorre rifare le strisce pedonali… tenendo anche conto che davanti ai suddetti giardini c’è una scuola, e già con le strisce le auto non si fermano.

Dopo una settimana mi sono accorto che avevano ridisegnato quelle strisce, e la cosa mi aveva tranquillizzato. Poi però mi è capitato di percorrere tutta via Veglia e mi sono accorto che le strisce di piazzale Caserta – altro posto incasinato, con accesso ai giardini, alla scuola delle suore, e alla chiesa) non c’erano. Più strano ancora, andando avanti verso viale Marche le strisce erano state fatte, e addirittura c’era la striscia bianca di divieto di sosta all’altezza dei giardinetti – ok, quella era facile da disegnare. Adesso ci sono anche di nuovo un po’ di strisce blu, ma almeno a ieri sera gli attraversamenti pedonali erano sempre missing in action.

Non riesco a capire perché si sia cominciato un lavoro, si sia saltati da una parte all’altra della via lasciando un pezzo vuoto in mezzo, e comunque non si sia completato il lavoro il giorno dopo. Forse è finita la vernice bianca?

Ultimo aggiornamento: 2022-05-30 09:46

Nuovo livello di code per i tamponi?

D’accordo: via Benefattori dell’Ospedale non è così larga. Ma leggere – nonostante la virgola di troppo – che davanti a Niguarda c’è così tanto traffico da dover deviare i bus mi lascia perplesso. Visto che il tweet non parla di manifestazioni, l’unica idea che mi viene è che la coda per il drive through tamponi al punto del Niguarda sia enorme, anche perché la 51 è deviata solo nella direzione a lato dell’ospedale. Ma a questo punto uno si chiede anche perché fare un punto tamponi dove arrivi in macchina in un posto dove spazio non c’è.

Ultimo aggiornamento: 2022-01-04 10:02

l’odio per le corsie ciclabili

nobici Quel cartello “no bici” (ce n’è un altro appiccicato sull’altro cartello di divieto di sosta più in là) l’ho fotografato ieri, ma è lì da varie settimane. La ragione di tanto odio? La corsia ciclabile che vedete disegnata sull’asfalto.

Detto tra noi, la probabilità che quella corsia (Galvani-Pola) non abbia nessuna auto o moto che la usi è relativamente bassa, ed è alzata solo perché la gente continua a parcheggiare in doppia fila come suo diritto ritenuto acquisito. Tra l’altro, alcuni tratti hanno la vernice quasi totalmente cancellata, ma evidentemente al comune non può importare di meno della cosa. A dire il vero, in quel breve tratto non sarebbe neppure così male disegnare la corsia ciclabile sul marciapiede, che come vedete è molto largo e senza portoni; ma forse è chiedere troppo ai preposti uffici comunali.

Quello che però mi fa specie è un’altra cosa. È possibile che nessuno abbia tolto un cartello così – tra l’altro plastificato, è stato un lavoro ben fatto – da davanti a Palazzo Lombardia? Mi pare abbastanza chiaro che evidentemente fa parte dei sogni bagnati di qualcuno…

BikeMi “virtuali”

La grande differenza di un servizio di biciclette condivise come BikeMi rispetto a quelli “free floating” è che la bicicletta deve essere presa e restituita in una stazione e non lasciata dove capita. Dal mio punto di vista è un vantaggio, perché non ti trovi biciclette lasciate in mezzo a un marciapiede; ma a quanto pare per tanta gente non è così. Ecco così che BikeMi ha inventato le stazioni virtuali. Nel progetto pilota sono stati creati tre spazi virtuali davanti ad altrettanti istituti superiori milanesi; le biciclette abilitate al servizio – solo elettriche, e solo un quarto dell’attuale flotta elettrica – potranno essere sbloccate e bloccate con l’app, senza doverle agganciare.

Io capisco che costruire una stazione fisica richiede tempo e soldi, ma mi pare che una soluzione del genere sia destinata al fallimento. Innanzitutto il numero di bici disponibili è piccolo, e costringe ClearChannel a spostarle dove servono. Poi passi via Apulejo che è fuori dall’area coperta, ma le altre due stazioni virtuali sono circondate da stazioni fisiche. Del resto, ieri mattina alle 9:30 ho dato un’occhiata alla mappa e ho scoperto che in nessuna di esse c’era una bicicletta, nonostante questa dovrebbe essere l’ora in cui i supposti utenti sono a scuola e quindi hanno lasciato la bicicletta…