È persino stato intervistato dal Tg1. Parlo di Francesco Tulone, il matematico siciliano che assieme a due colleghi russi ha trovato un controesempio a una congettura proposta una ventina d’anni fa. Il risultato, pubblicato sui Proceedings dell’AMS – rivista indubbiamente importante ma non al top – era stato subito salutato dal Corsera.
Un mese dopo Repubblica promuove i Proceedings a rivista “più prestigiosa al mondo per i matematici”, raccontando nel contempo come a Tulone sia stata tolta la cattedra, cosa che del resto era nota da settimane. Solo che la storia è un po’ più complicata di come descritta, e non parlo delle conoscenze matematiche necessarie. Tulone non è un professore ma un ricercatore, e quindi non ha obblighi didattici, anche se molto spesso le università fanno comunque insegnare (su base volontaria) anche i ricercatori. Tulone ha sempre dato la sua disponibilità a tenere il corso, ma quest’anno in università è arrivata una professoressa in quella classe di materie e il consiglio di dipartimento ha deciso di affidare il corso a lei. Tutto questo naturalmente non si evince dagli articoli di giornale, scritti evidentemente senza cercare altre fonti. Insomma, chi scrive questi articoli non ha esattamente idea di quali siano i risultati scientifici di cui si parla – e questo è assolutamente comprensibile – ma non gliene importa nulla e pubblica più o meno a caso quello che sente dire da una singola parte in gioco.
Ma come sempre in questi casi la mia domanda è un’altra. Ferme restando le qualità scientifiche di Tulone, che comunque non saprei quantificare: quali sono le sue qualità sociali per riuscire a tirare fuori tutto questo cancan mediatico?