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Leggere attentamente le avvertenze

Il Sole-24 Ore è stato tra gli ultimi giornali (ma c’erano stati anche parecchie persone su Facebook che ne avevano parlato) a raccontare dei 52 posti da visitare secondo il New York Times, e a lamentarsi perché per l’Italia c’è solo Torino, per di più solo in trentunesima posizione.

Se prima di lamentarsi avessero scorso tutta la lista, avrebberto trovato in fondo all’articolo del NYT un collegamento a un altro articolo, How We Picked the 52 Places to Go in 2016, dove si spiegano i criteri scelti:

We aim for a selection of places that we expect to be particularly compelling in the coming year; reasons might include a museum opening, a new transportation option or a historical anniversary

(“Abbiamo cercato di scegliere luoghi che pensiamo saranno particolarmente interessanti in questo nuovo anno: i motivi possono essere l’apertura di un museo, un nuovo tipo di trasporto o un anniversario storico”). Torino è entrata nella lista perché è stato rinnovato il Museo Egizio: d’altra parte l’anno scorso il primo luogo della lista è stato Milano, a causa dell’Expo. Evidentemente in Italia nel 2016 non si è trovato null’altro di nuovo: da un importante quotidiano mi sarei aspettato che si partisse da questo punto e si elencassero le novità italiane del 2016, non una semplice traduzione+piagnisteo. Ma tant’è.

Ultimo aggiornamento: 2016-01-08 15:44

Paywall per il Corsera: funzionerà?

Ieri l’amministratore delegato di RCS, Laura Cioli, ha affermato che entro fine gennaio verrà introdotto un paywall parziale per l’accesso alla versione elettronica del giornale: in pratica dopo un certo numero di articoli gratuiti al mese bisognerà pagare per vederne altri. Secondo Cioli, “I contenuti ad alta qualità devono essere pagati”.

Il concetto di per sé ha pienamente senso. Quello che a me manca è il concetto di “contenuto ad alta qualità”. Non ho dati precisi al riguardo, ma ho il sospetto che già adesso non è che io apra chissà quanti articoli del Corsera: più facile che legga quelli del Giornale. (Libero no, la mia religione vieta i clickbait. Scorro più spesso Repubblica, ma anche lì ormai gli articoli su cui clicco sono ben pochi). Ci sarà un’inversione di tendenza sui contenuti disponibili, ancorché a pagamento?

Il famoso costruttore Average

average Come potete vedere da questo post, Repubblica (cartacea) ha “spiegato” ieri come ci sono marche i cui consumi sono molto maggiori di quelli dichiarati, mentre altre marche sono nella media: tra queste ci sono Bmw, Renault, Ford, Volkswagen, e… Average.
Ma anche Libero aveva più o meno lo stesso testo (ora l’hanno corretto e non avevo pensato a salvarlo su archive.is, per quello non ne avevo parlato prima). Evidementemente ieri è arrivata un’agenzia e almeno due quotidiani hanno preso il testo e l’hanno dato a qualche stagista dicendogli di cambiare giusto una parola qua e là. Non è stato evidentemente chiesto loro di leggere né tanto meno di comprendere il testo: altrimenti si sarebbero accorti dell’altra castroneria, dove sembra che Fiat e Toyota consumino su strada meno che nei test; in realtà anche loro consumano di più, ma la differenza rispetto al dichiarato è minore di quella di altre marche e ovviamente della media (cioè dell'”average”).
I giornalisti avrebbero una funzione importantissima in un mondo con sempre più dati e informazione ma meno conoscenza. Peccato non la vogliano assumere.

Ultimo aggiornamento: 2015-09-30 16:46

Bambini soldato

Anna mi segnala che secondo Repubblica (archivio) Dean Jones, nato nel 1931, avrebbe combattuto nella seconda guerra mondiale.
(Ho controllato su Wikipedia: dalla versione di fine agosto a quella di stamattina c’è sempre stato scritto “Guerra di Corea”. La notizia arriva da un’altra fonte, insomma)

Ultimo aggiornamento: 2015-09-03 11:29

Chiude il Corriere Mercantile

Ho sentito oggi su Radio Popolare che quello odierno è l’ultimo numero del Corriere Mercantile, quotidiano genovese. Non che mi aspettassi qualcosa di diverso, da quando La Stampa aveva annunciato la fusione con Il Secolo XIX, il principale quotidiano della città della Lanterna. Storicamente, infatti, il Corriere Mercantile era venduto nel Levante ligure in abbinamento alla Stampa, che aveva un’edizione propria solo per il Ponente. Dopo la fusione, a Ponente c’era un’eccedenza di giornalisti ma a Levante quello in eccedenza era direttamente il giornale.

Poi è chiaro che uno prendeva il Corriere Mercantile solo per leggere le notizie del paesino (anche se il tentativo di uscire a un euro con solo la cronaca locale non ha avuto successo). Però questo significa che evidementente andremo a perdere le notizie di questo tipo che avevano comunque un senso – e che sono più difficili da recuperare che i grandi pipponi di commento, che possiamo preparare stando tranquillamente seduti sulla scrivania con un bel condizionatore acceso. Sicuramente il citizen journalism non è mai decollato: possiamo chiederci se c’è davvero così tanta gente interessata alle minuzie locali, ma quella è un’altra storia.

occhei, mi sono perso

Ho cercato di capire cosa intende dire questo articolo, ma non ci sono mica riuscito. La prima frase, attribuita a tal Roberto Brambilla “ideatore del Centro studi” (quale?) ha un senso, in effetti:

«nel 2013 l’Italia ha sostenuto una spesa pensionistica complessiva di ben 214 miliardi, ma l’anno scorso le entrate contributive effettive ammontavano a 189 miliardi. Logico, quindi, il disavanzo (che lo Stato copre a consuntivo) di circa 25 miliardi l’anno».

Poi però leggo

Bene, su quei 214 miliardi di spesa pensionistica effettiva, i soldi concretamente utilizzati per pagare 18 milioni di pensionati ammontano a 171 miliardi. La differenza, pari a ben 43 miliardi di euro, vanno a finire nelle casse dello Stato, rappresentando una partita di giro e un incasso.

e l’articolo finisce lì. Qualcuno che ha studiato riesce a capire cosa vuol dire quella frase?

Certo, uno magari guarda l’inizio dell’articolo, due righe che si perdono tra titolone e immagine: «Quarantatre miliardi di euro. A tanto ammonta la “tassa” che lo Stato intasca sulle pensioni.», e poi legge «Il dato emerge dal secondo rapporto sul “Bilancio del sistema previdenziale italiano”, redatto dal Comitato tecnico scientifico di Itinerari previdenziali.». Se è un rompipalle come me va a vedere che cos’è “Itinerari previdenziali ®” («una realtà indipendente che opera nel campo della comunicazione, formazione e informazione nell’importante settore economico e sociale del welfare e dei sistemi di protezione sociale pubblici e privati.») e poi scopre qui che i 43 miliardi corrispondono alle tasse pagate dai pensionati. Immaginiamo pure che la parte di tasse che i pensionati pagano su redditi extrapensionistici sia irrilevante: quindi lo Stato ha pagato 171 miliardi e ne ha presi 189, quindi il presunto guadagno è solo di diciotto miliardi. Guadagno presunto, perché se quei soldi non fossero stati versati come contributi sarebbero comunque stati tassati, ma non complichiamo vieppiù le cose.

Insomma, è peggio che al Giornale non sappiano fare i conti oppure che non sappiano scrivere un articolo che sia comprensibile senza dover andare in giro a cercare informazioni?

Ultimo aggiornamento: 2015-04-16 10:59

I giornali e il prestito elettronico

Ieri – e immagino non fosse un pesce d’aprile – mi è arrivata una comunicazione dal portale milanese di MLOL (Media Library On Line, il circuito bibliotecario elettronico) che segnalava come Il Sole – 24 Ore ha sospeso la distribuzione elettronica del giornale alle biblioteche. Le voci dicono che «La ragione di tale sospensione sembra essere la contrarietà dell’editore all’accesso remoto degli utenti della biblioteca alla risorsa». Contemporaneamente il gruppo RCS ha deciso di modificare i propri abbonamenti elettronici «inserendo vincoli non compatibili con le esigenze e gli standard che dovrebbero caratterizzare i servizi di una biblioteca pubblica.». In pratica, oltre a non ammettere più di una lettura contemporanea per licenza (il che non è nulla di strano), RCS ha messo un vincolo al numero massimo di utenti diversi che in tempi diversi fruiscono della risorsa. Pensate a un libro cartaceo sul quale venisse scritto “dopo il trentesimo prestito bisogna aspettare un anno per poter di nuovo usufruire del libro”…

Confesso che io manco sapevo che MLOL avesse anche i giornali nella sua offerta (lo uso solo per gli ebook), ma vedo che la cosa sembrava avere un certo qual successo, tanto che alcuni editori non apprezzano la perdita di lettori dovuta alle biblioteche. Bell’idea, vero?

Ultimo aggiornamento: 2015-04-02 09:37

Mattarella e Wikipedia

Generalmente uso la categoria “italica stampa” per parlare male dei nostri giornali, ma stavolta faccio tanto di cappello alla Stampa che ha fatto questa galleria immagini su come è cambiata negli anni la pagina sul neopresidente della Repubblica. Dalle istantanee è possibile avere un’idea di come funziona (nel migliore dei mondi possibili, so bene anch’io che spesso non va così) l’enciclopedia. Kudos all’autore, Stefano Rizzato!

Ultimo aggiornamento: 2015-02-03 18:11