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che bricoleur!

A Chiavari la casa dove stiamo è del 1969 e l’impianto elettrico pure, tanto che stiamo pensando di rifarlo. Ieri mattina Anna mi dice “è saltata la corrente”. Accendo la luce e dico “no, c’è”. Dopo un po’ di controlli abbiamo scoperto che mancava in bagno – se n’era accorta perché la lavatrice si era bloccata – e in camera. Che fare? Io, da buon teorico, dico “probabilmente si è staccato un filo da qualche parte, proviamo ad aprire le scatole e vedere cosa è successo”. Naturalmente poi dopo la teorica ci vuole la pratica: cerco i pochi attrezzi che abbiamo (nessun cercafase per esempio, ma tanto io prima stacco l’automatico e poi lavoro), svito una scatola, soffio via la polvere, guardo: mi pare tutto a posto. Rimetto a posto la scatola, riattacco la corrente per vedere di non aver peggiorato la situazione, ristacco la corrente, provo la seconda scatola. Qui polvere non ce n’era, ma i cavi erano di nuovo tutti a posto. Rimetto a posto la scatola, riattacco la corrente, dico ad Anna “io più di così non so che fare” e lei “ma la lavatrice è ripartita!”
Ovviamente non ho nessuna idea di cosa ho fatto, e non so quanto la mia “riparazione” durerà. Diciamo che rifare l’impianto diventa un’urgenza…

Sono vecchio :-(

Avendo compiuto 60 anni, il mercoledì ho diritto al 10% di sconto (salvo sui prodotti in offerta) ai Carrefour. Stamattina ho pensato di sfruttare la cosa: niente di eccezionale, ma ho preso le due cose che ci servivano. Arrivo alla cassa, dico che ho lo sconto over 60, faccio per consegnare la mia carta d’identità e il cassiere mi dice “no, va bene così”. Mi sono sentito davvero vecchio.

Ultimo aggiornamento: 2023-08-16 12:34

I gatti hanno davvero sette vite

Ieri siamo tornati a casa. I mici hanno cominciato a venirci dietro mentre mettevamo a posto le cose, finendo in armadi e cassetti vari. A un certo punto, finito tutto, troviamo solo due gatti. Dov’è Annika? Cominciamo a cercarla in giro. Suona il citofono: è la vicina del secondo piano con Annika in braccio, che ci dice che ha sentito miagolare e l’ha trovata nel giardino.
Considerando che sono certo di non aver mai aperto la porta di casa dopo che l’avevo vista l’ultima volta, e che comunque non può aprire il portone a pian terreno, l’unica possibilità è che sia caduta dal balcone (al sesto piano: quello del quinto piano ha una rete, questo in genere sta chiuso), che abbia trovato qualche pianta che abbia attutito la caduta e sia arrivata a terra senza farsi nulla. Nessuna zampa rotta, salta tranquillamente per giocare. Non ci credo ancora.

Una cosa buffa di me che non capisco

Io di solito dico scherzando “ho imparato a parlare perché dovevo dire quello che stavo leggendo”. La cosa non è così lontana dalla verità: ho cominciato a parlare a quasi due anni e a leggere prima dei tre. Tutto questo ha però portato un problema: per me le lingue – tutte le lingue – sono qualcosa di scritto e non di orale. Faccio una fatica enorme a capire l’inglese parlato, e il mio accento è orrendo (un britannico direbbe “peculiar”, il che è la stessa cosa), ma anche solo in italiano non riesco a sentire la differenza tra è ed é, e da buon piemontese di nascita pronuncio la vocale sempre nel primo modo. Mia mamma mi prendeva in giro dicendo “non è battèsimo, ma battésimo”, e l’unico modo in cui riuscivo ad approssimare il suono era far finta di parlare con la cadenza veneta dei miei nonni. Il guaio credo sia il fatto che si scrivono entrambe allo stesso modo, e quindi il mio cervello le incasella in un unico posto.

Ma c’è un ma. Se io devo scrivere una parola francese, tipicamente uso gli accenti corretti. Che ci vuole, mi direte: avrai studiato le parole leggendole, e quindi ti sei imparato a memoria la posizione dell’accento. E invece no. Io non ho mai studiato francese e non parlo francese (posso leggerlo un po’, ma semplicemente perché è una lingua neolatina e sono abituato a estrapolare informazioni da dati incompleti.) Come faccio allora a imbroccare l’accento giusto? Semplice, pronuncio a bassa voce la parola e “sento” se le e sono aperte o chiuse.

Ecco. Perché mi accorgo della differenza dei due suoni in una lingua che non parlo, e non nella mia lingua madre?

Macché angolo morto

Ogni mese o giù di lì a Milano un ciclista viene ammazzato da un camion. L’ultimo incidente (la vittima era una mia coetanea…) è stato la scorsa settimana dietro il mio ufficio. I commenti tipicamente vanno da “È colpa dell’angolo morto che non permette di vedere arrivare la bici” a “È colpa dei ciclisti che si infilano dove non dovrebbero”.

Lo so, un caso non fa scuola. Però stamattina Anna e io eravamo andati (a piedi, non in bicicletta) a fare spese e stavamo attraversando via Galvani al semaforo di via Melchiorre Gioia. Siamo partiti col verde, e a metà carreggiata mi sono trovato un furgone – non una betoniera, nessun angolo morto – che ha inchiodato a dieci centimetri dal sottoscritto, che con una borsa in mano e uno zaino in spalla non stava certo buttandosi in mezzo alla strada. Mancava ancora un po’ che l’autista si incazzasse con me, e pare che alla fine abbia anche fatto benignamente il gesto di lasciarmi passare (dopo che ero passato, ovviamente). Insomma, più che le telecamere per evitare gli angoli morti mi sa che bisogna cominciare a togliere patenti.

Ultimo aggiornamento: 2023-06-26 12:11

nuovi inquilini


Dopo un anno e mezzo senza felini a casa nostra, sabato siamo andati nel vercellese a prendere due gattini – di nemmeno due mesi, sono nati il 15 aprile. Ma potevamo lasciare da solo il terzo? Evidentemente no.
Dunque ora la popolazione di casa nostra è quasi raddoppiata. Dopo una prima giornata in cui erano molto timorosi, ieri hanno cominciato ad apprezzare la nuova sistemazione, ed è stato difficile fare una foto in cui tutti erano fermi e più o meno nello stesso posto. Ad ogni modo, vi presento da sinistra a destra Annika, Tommy e Pippi.

Cambiare medico online

La scorsa settimana trovo nella posta una lettera “per i genitori di Cecilia Codogno”. La lettera mi ricordava che tra qualche mese Cecilia avrebbe compiuto quattordici anni, e quindi non sarà più gestita dal pediatra e devo farmi assegnare un medico di base. Nota: non mi è arrivata nessuna lettera per Jacopo :-)

Se ricordate, il mese scorso dopo lunga lotta ero riuscito a scoprire come accedere al fascicolo sanitario elettronico dei ragazzi; ma a quanto pare fino ai 14 anni mi davano solo scelte di pediatri, o almeno mi pare così a prima vista. La lettera in questione mi segnalava però che esiste anche un servizio online di scelta e revoca per i milanesi: il servizio non è in tempo reale, ma questo non mi importava molto.

Entro, compilo accuratamente tutti i campi, spedisco. Il giorno dopo mi arrivano due messaggi, uno per gemello: «Buongiorno, deve allegare la carta d’identità di sua figlia. Cordiali saluti ». (Sì, è stato un copincolla, anche Jacopo è diventata una figlia). Peccato che se guardate il modulo da compilare viene chiesto il codice fiscale del minore e la carta di identità di uno dei genitori. Naturalmente la mail da cui ho ricevuto il messaggio non accetta risposte. Che fare dunque?

Alla fine ho deciso che la cosa più semplice sarebbe stata costruire un PDF con carta di identità mia e dei giovani, e che se la smazzassero loro. Stavolta ci sono voluti due giorni (immagino che uno sia servito a capire come ritagliare le pagine…), ma è andata liscia: i ragazzi hanno il medico “da grandi”. Continuo però a pensare che tutto questo sia assurdo…

Prescrizioni fantasma

Stamattina sono andato a mettermi l’Holter dinamico (quello per il cuore, non quello per la pressione). Mi era stato prescritto dopo la seconda operazione di ablazione, e mi avevano scritto a mano data e ora sulla prescrizione elettronica: 6 giugno ore 9. Io non ho mai capito come far funzionare Zerocoda al Policlinico, quindi sono arrivato con congruo anticipo e ho preso il bigliettino alle 8:31. Alle 8:52 è il mio turno, consegno il foglio, e l’impiegata mi fa “sicuro che sia per oggi?” Io: “me l’hanno scritto sul foglio!” “Sì, ma a me risulta solo una prenotazione per il 26” (la visita di controllo, che naturalmente richiede l’Holter fatto da un paio di settimane). Mi dice poi “boh, vada al padiglione Sacco a vedere.”

Vado al Sacco, dove in effetti il mio nome c’era: solo che le infermiere mi chiedono perché non ho fatto l’accettazione. Io racconto tutto, al che mi dicono “facciamo così, intanto le posizioniamo l’Holter, poi vada a rifare l’accettazione dicendo che gliel’abbiamo detto noi. Magari provi al padiglione Monteggia, dove c’è una piccola sezione di accettazione”. In effetti sono andato lì, ho spiegato la cosa, e sono stato accettato ex post. Notate che io per gli esami relativi a questa patologia ho l’esenzione, quindi non era nemmeno un problema di soldi, solo di burocrazia.

Quello che mi chiedo è come sia possibile che all’interno dello stesso ospedale non siano arrivate le notifiche di una prescrizione…

Ultimo aggiornamento: 2023-06-06 13:01