Archivi autore: .mau.

Informazioni su .mau.

matematto non praticante

Se non traggono un film dal tuo libro, non sei nessuno

[Ballard cyberpunk?] Ieri è morto lo scrittore J.G. Ballard. A parte quelli che impaginano repubblica.it e corriere.it, non so quanti l’avrebbero definito “cyberpunk”; avrei già dei dubbi a definirlo scrittore di fantascienza, per quello che possono valere le etichette letterarie.
Però mi ha colpito un’altra cosa. Nel ricordo di radio Popolare, Ballard è stato l’autore di L’impero del Sole e di Crash. Lo stesso per il Corsera. Il primo dei libri è indicato anche da Repubblica, anche se oggettivamente insieme a The Atrocity Exhibition e alla sua autobiografia. Quello che mi ha stupito non è tanto che io di Ballard abbia letto altri libri, quanto che i due in questione hanno una cosa in comune: da essi sono stati tratti dei film. È come se uno scrittore possa raggiungere la fama solo quando un cineasta si interessa a lui e tragga una sceneggiatura da uno dei suoi libri.
Beh, è anche vero che i film si duplicano più economicamente dei libri: inizio a capire perché gli ebook non sfondino.

Terremoto abruzzese: complotto geovoplutomassonico!

Grazie a Paniscus, ho finalmente potuto sapere la Vera Verità sul terremoto che due settimane fa ha devastato l’Aquila. Per fortuna in Italia abbiamo ancora L’Altro Lui, beppegrillo™, che venerdì scorso ci ha reso noto che «In Abruzzo i Testimoni di Geova si sono salvati, i cattolici hanno raggiunto il Paradiso. I geoviani, prima del terremoto, hanno avvertito i membri della loro comunità del pericolo. Raccomandato di dormire in macchina e di tenere con sé delle valigie con il necessario. Sono tutti sopravvissuti.»
Questa frase, a prima vista così innocente, nasconde un’agghiacciante verità. Il terremoto non è stato altro che un complotto di Geova, che ha voluto dare la colpa ai poveri costruttori della zona ma ha pensato bene di avvisare il Suo gregge in modo che non un’anima andasse perduta. D’altra parte, non sarebbe la prima volta: tremila anni fa le cronache registrarono un simile avvenimento, quella volta ai danni dei poveri egiziani. Si attende un’inchiesta in merito.
A proposito di inchieste: non capisco tutto il livore verso il nostro PresConsMin che al riguardo ha affermato “Sì a inchieste ma non perdiamo tempo prima la ricostruzione”. Perché mai vogliamo sprecare soldi a fare due volte le inchieste, per i palazzi costruiti prima del terremoto e per queli che costruiranno adesso?

C’è Pasqua e Pasqua

Sabato sera siamo stati a cena fuori in via Cicco Simonetta, e siamo rientrati a casa alle 23. Eravamo in macchina, visto che non ce l’avrei altrimenti fatta a fare tutti i miei giri: inutile dire che nella zona di corso Genova non c’era neppure un posto libero in divieto di sosta, e quindi alla fine avevo lasciato l’auto in Papiniano oltre sant’Agostino, sfruttando i posti del mercato. Sono andato da solo a recuperare la macchina, e mi sono trovato bloccato in cosro Genova. Vabbè, faccio un giro un po’ strano e riesco a riprendere gli altri. Solo che dovevo andare verso Porta Romana, e come è noto ai milanesi è assolutamente impossibile girare a sinistra per la circonvallazione senza prendersi una multa; così mi sono infilato in via Conca del Naviglio. Peccato che sia rimasto bloccato per più di mezz’ora per fare quelle poche centinaia di metri tra lì e via de Amicis e arivare in Molino delle Armi. Qualcuno di noi ha detto “eh sì, sabato c’è la movida”, al che ho commentato che più che altro c’era la fermida, vista la situazione. Intanto vedevamo gente con un lumino in mano e a un certo punto mi sono domandato se i leghisti avessero deciso di fare una fiaccolata contro il degrado del Parco delle Basiliche. Alla fine abbiamo chiesto a due tipi che passavano con il loro relativo lumino cosa ci fosse, e loro, con aria scocciata, hanno risposto che c’era la Pasqua Ortodossa. Subito prima delle Colonne di san Lorenzo c’erano in effetti varie centinaia di persone che occupavano quasi tutta la carreggiata, restringendola ancora di più dell’usuale teoria di auto parrcheggiate in prima e seconda fila nonostante il divieto di sosta.
Posso anche accettare la gente in mezzo alla strada, capiterà in fin dei conti due volte l’anno. Ma qualcuno mi sa spiegare perché non c’era nessun vigile, né lì a regolare la folla né all’incrocio di coso Genova per invitare la gente a fare un’altra strada né perlomeno a multare tutti quelli in divieto di sosta, tanto per farsi almeno un po’ di soldi e rendere felice il nostro sindaco che piange sempre miseria.

Il grande inganno del Web 2.0 (libro)

[copertina]Il Grande Inganno di cui parla questo libro (Fabio Metitieri, Il grande inganno del Web 2.0, Laterza – Saggi Tascabili 322 – 2009, pag. xiii+169, € 12, ISBN 978-88-420-8917-9) è quello secondo cui oggi la Rete permette finalmente di abolire le barriere e fa in modo che ognuno possa pubblicare autonomamente: tanto poi ci penserà l’intelligenza collettiva a far risaltare le cose più importanti e interessanti. Metitieri è stato sempre una voce fuori dal coro e anche in questo saggio non si è smentito: mena infatti fendenti a destra e a manca, non solo agli “attori 2.0” ma anche ai media tradizionali che sono passati dal negare l’importanza di internet allo sminuirla, cercando solo veri o presunti scandali al suo interno.
Però a mio parere la vis polemica ha portato l’autore a perdere un po’ di vista la sua tesi principale, e cioè che da un lato oggi risulta sempre più difficile validare e valutare la correttezza di un fatto, perché non ci sono più fonti autorevoli, e dall’altro si nota come la gente stia perdendo il proprio senso critico e si limiti a ricerchine banali senza un’analisi critica dei primi risultati che escono. Aver passato buona parte del libro a denigrare i blog, generalmente prendendo come esempio per antonomasia i saggi di Giuseppe Granieri, dà loro troppa importanza, e nasconde appunto il vero e condivisibile problema dell’affidabilità delle fonti. Nonostante ciò, il libro è davvero consigliabile, sia per i sedicenti esperti del ramo che potranno trovare una serie di fonti delle quali non si parla mai che per coloro che non hanno molta esperienza, e finalmente si troveranno spiegate in italiano corrente le varie buzzword (cioè le parole che sono sulla bocca di tutti e che sono a torto o ragione ritenute importanti) sui temi di rete.

gioco della domenica: Roly Poly Cannon

Lo so, non è bello ammazzare dei poveri esserini indifesi: con un cannone, poi! A parziale discolpa, almeno questi qua sono solo degli insiemi di pixel, e non The Real Thing.
La ragione per cui segnalo Roly Poly Cannon è però più fisica. Con il mouse non solo è possibile orientare il cannone, ma anche indicare quanto forte deve essere il lancio della palla; inoltre il mondo intorno è sufficientemente reale, con l’attrito che rallenta man mano le parti in movimento. Insomma, un modo per incanalare le vostre pulsioni omicide studiando al contempo un po’ di fisica.

referendum e rinvii

Naturalmente non ci sono impedimenti costituzionali a fare una leggina che rinvii di un anno i referendum elettorali. L’articolo 75 della Costituzione dice semplicemente “La legge determina le modalità di attuazione del referendum”; quello che viene fatto per legge ordinaria può venire modificato per legge ordinaria.
Ma ammesso che una simile legge si faccia, sarebbe un’ulteriore pietra contro i referendum: pensati per un mondo completamente diverso da quello attuale, tirati per la giacchetta in tutti i modi con i tagliuzzamenti creativi delle leggi esistenti, infilati nelle date più sfigate pur di garantire che la gente non vada a votare in modo da non raggiungere il quorum, e ora messi sotto il cassetto “per il bene dei cittadini”.
(Che poi io voterò no ai primi due quesiti, ammesso e non concesso che mi facciano votare, è ininfluente: qui si parla di princìpi, come spesso mi accade)

incendio

[incendio] Sono abituato a sentire sirene spiegate, e non ci faccio nemmeno più caso. Però oggi dopo pranzo ho visto che qualche collega si avvicinava alla portafinestra vicino alla mia postazione, e la cosa mi pareva un po’ strana.
Sono così andato a vedere anch’io; c’erano due autopompe dei pompieri (una contromano) e un pulmino sempre dei pompieri, tutte davanti alla palazzina davanti a noi; un pompiere con una scaletta stava entrando da una finestra al piano rialzato con una manichetta, mentre del fumo dal colore niente affatto piacevole.
Fortunatamente non sembra esserci stato nessuna vittima, non si è nemmeno vista un’ambulanza; certo però che ultimamente questa zona non è esattamente tranquillissima…

Fabio Metitieri

Quando ho letto in rete la notizia stamattina l’ho creduta uno scherzo. E invece è proprio vero. Fabio Metitieri, il famoso “Ciao, Fabio” terrore di tutta l’internet italica, è improvvisamente morto.
Credo siano passati almeno quindici anni da quando avevo iniziato a litigare con CiaoFabio: dovrei recuperare i primi messaggi della lista LISA. D’altra parte ha sempre avuto un caratteraccio, e il suo modo di esporre gli argomenti non era certo conciliante; e secondo me era felice che tanta gente, oltre che insultarlo, non lo leggesse per principio. Così poteva sentirsi superiore a loro. Detto questo, un (sedicente) esperto che non leggesse i suoi commenti sparsi in giro per la rete non era per nulla un esperto; nella maggior parte dei casi le sue stilettate colpivano bersagli reali, e anche in caso contrario avevano il vantaggio di obbligarti a vedere le cose in maniera diversa. Ah, sì: uno dei suoi vezzi era non voler avere un blog (aveva solo un sito), ma fare il parassita su quelli altrui.
Ma queste cose ve le stanno dicendo già gli altri, ed è inutile che ve le racconti anch’io. Preferisco ricordarlo raccontando qualcosa che sicuramente non sapete. Due anni fa mi aveva spedito una copia del libro scritto da suo padre e che raccontava della seconda guerra mondiale vista appunto con gli occhi di un giovane ufficiale mandato sul fronte balcanico. Posso garantire che quando parlava di suo padre era completamente diverso dal “Ciao, Fabio” pubblico. Qualche mese fa, poi, Anna doveva preparare un corso di “scrittura aziendale” e mi ha chiesto di preparare qualche domanda ad alcuni dei miei amichetti. Mi sono rivolto anche a lui; dopo che gli ho assicurato che non era affatto uno scherzo, mi ha subito ampiamente risposto, e credo sia stato quello che mi ha dato la risposta più completa. Non siamo mai stati amici, insomma; però mi mancherà.
(ah: era appena uscito il suo ultimo libro, Il grande inganno del Web 2.0. Aveva promesso che me ne avrebbe inviato una copia; purtroppo me lo dovrò comprare, e garantisco che il “purtroppo” non è certo per la spesa)