Archivi autore: .mau.

Informazioni su .mau.

matematto non praticante

Dove la Lega ha davvero vinto

Dando un’occhiata in giro, ho scoperto che il secondo partito britannico è l’UK Indipendence Party. Per la cronaca, l'”indipendenza” in questo caso è nei confronti dell’Unione Europea: in pratica la politica britannica, che pure non si può definire filoeuropeista, viene da loro considerata lesiva degli interessi del popolo padan… scusate, albionico. L’Umberto ne ha ancora da fare, di strada.

eurovoto: due analisi al prezzo di una

Ora che tutte le sezioni – almeno quelle sull’italico suolo – hanno terminato lo spoglio delle schede per le europee, posso dedicarmi a un rapido commento sui voti. Ma di commenti in realtà ne farò due, uno sulle percentuali e uno sui voti assoluti.
Innanzitutto, io faccio i confronti con le politiche dello scorso anno. Non mi pare che nessuno dei partiti in lizza abbia fatto una campagna “europea”, anzi: quindi i dati sono confrontabili, a differenza di quanto capiterà con le amministrative. Per la precisione, uso i risultati della Camera 2008 e quelli odierni. Quello che hanno fatto notare tutti è che il PdL ha perso, sia rispetto all’anno scorso (da 37.4% più lo 0.3% di Ferrara a 35.3%) che rispetto ai sondaggi. Anche quelli clandestini di Notapolitica, che pure l’anno scorso erano sostanzialmente corretti, quest’anno hanno sbagliato di ben cinque punti percentuali, che non sono mica pochi. Quello che fanno anche notare tutti è che il PD ha perso un casino di voti: il 26.1% contro il 30.8% delle politiche una volta scorporati i radicali (cosa che nessun commentatore fa mai). Ma proviamo invece a fare i conti sulle coalizioni o presunte tali; per fare questo conto divido a metà il risultato dell’MpA, distribuendolo tra destra e destra estrema. [*]
– destra (PdL + Lega + Ferrara 2008 + MpA/2): passa dal 47.1% al 46.6% (-0.5%)
– sinistra (PD + Di Pietro + Radicali): passa dal 37.6% al 36.5% (-1.1%)
– centro (UDC): passa dal 5.6% al 6.5% (+0.9%)
– sinistra estrema (millanta sigle): passa dal 5.4% al 7.0% (+1.6%)
– destra estrema (FN + Fiamma + La Destra 2008 + MpA/2): passa dal 2.7% al 2.4% (-0.3%)
– altri passano da 1.6% a 1.0% (-0.6%)
Si vede insomma un leggerissimo spostamento a sinistra dell’elettorato rispetto all’anno scorso (spostamento assolutamente ininfluente, visto che è spalmato su partiti che non raggiungono il quorum e quindi non esistono), con consensi travasati verso le millanta sinistre dal centrosinistra e verso l’UDC dal centrodestra, oltre che una serie di spostamenti interni PdL-Lega e PD-Di Pietro. Nulla di eclatante, però, rispetto al ribaltone dell’anno scorso.
Se però prendiamo i numeri dei voti ai singoli schieramenti, le cose cambiano.
Immaginando che tutti i radicali avessero votato PD l’anno scorso (ipotesi meno peregrina di quanto sembri), abbiamo che
– il PdL ha perso 2.800.000 voti (più i 135.000 di Giulianone Ferrara)
– il PD, anche sommando i radicali, ha perso 3.300.000 voti
– l’UDC è stabile
– la Lega ha guadagnato 100.000 voti
– IdV ha guadagnato 800.000 voti
– le sinistre hanno guadagnato 100.000 voti
– per gli altri, non ho voglia di fare i conti
Vista in questo modo la cosa appare piuttosto diversa, vero? L’astensionismo che l’anno scorso aveva colpito pesantemente la sinistra adesso si è spostato anche a destra. I sinistri duri e puri paradossalmente tengono, ma naturalmente essendosi divisi non contano nulla. L’exploit della Lega esce molto ridimensionato, e l’unico vero successo è di Tonino Di Pietro. Peccato che sui quotidiani non vedrete questo tipo di analisi, e vi dovete accontentare di qualche sparuto blog (non sarò il solo: scommetto su almeno due tra i miei amichetti)
Noticina finale: a questo giro non mi sono assolutamente curato di exit poll, proiezioni et similia. Me ne sono andato a dormire quando forse qualcosa era già apparso da qualche parte, ma non l’ho visto: e mi sono svegliato tranquillo e beato. Dovrei farlo più spesso.
[*] le etichette sono molto teoriche. Non riuscirei mai a definire Di Pietro di sinistra.

Elettori fantasma

Stamattina Anna e io siamo andati a votare.
Ho scoperto anch’io che i rappresentanti di lista possono stare nei seggi con la spilletta della loro lista (per la cronaca, nei vari seggi nella scuola dove ho votato l’unico rappresentante di lista era da noi). E soprattutto ho scoperto che per le elezioni europee gli aventi diritto al voto erano due in più che per le provinciali. Io ho fatto il gradasso come al mio solito e ho detto “chiaro: sono due stranieri comunitari che sono residenti qua e hanno scelto di votare in Italia”. Anna mi ha subito zittito, facendomi notare che gli stranieri comunitari votano anche alle amministrative, quindi non ha senso: al limite sarebbe dovuto essere il contrario, se loro avessero scelto di votare per le Europee nella loro nazione.
Potrebbe esserci qualche caso strano di militari comandati ai seggi e non residenti in provincia di Milano, ma mi suona strano. Qualcuno ha qualche idea?

E si occupano di comunicazione

Dalla nostra intranet, in data di mercoledì, da parte della funzione Comunicazione Interna:
«Date le numerose richieste e la gran voglia di partecipare, il termine di adesione per [gruppo di lavoro interno] è prorogato al giorno venerdì 5 giugno».
Considerato che per partecipare occorreva compilare un questionario (durata venti minuti circa), è improbabile che la scorsa settimana così tanta gente non avesse trovato il tempo per compilarlo: molto più probabile che la partecipazione non fosse poi stata così entusiasmante e quindi abbiano cercato di fare quello che io definirei un “richiamo”. Il punto è che naturalmente un richiamo fatto in questo modo è assolutamente controproducente, perché o chi lo legge si accorge di cosa c’è dietro (e immagino siano la maggioranza) oppure non è che siano persone di chissà quale utilità. Capisco al limite evitare di affermare la triste verità, ma magari tirare fuori qualcosa tipo “ci sono stati segnalati problemi all’interfaccia informatica, pertanto prolunghiamo il periodo di adesione” avrebbe forse portato qualche risultato in più.
Se la comunicazione (ancorché interna) è questa, mi sa siamo messi male.

gioco della domenica: Redstar Fall Pro

Il giochino di questa settimana, sempre scovato dal solito pusher, metterà alla prova le vostre capacità di studenti di fisica. In Redstar Fall Pro bisogna far cadere la stella rossa in un punto predefinito, buttando giù vari pilastri e cercando reazioni a catena in stile Acme/Wile E. Coyote. Confermando la mia abilità fisica (teorica e pratica), non sono riuscito a risolvere il primo livello.

Il nostro fattore B non è uguale a quello europeo

Rileggendo (la traduzione del)l’editoriale odierno di El País, mi è venuta in mente una cosa.
In Europa hanno perfettamente ragione a preoccuparsi della deriva peronista italiana. Ma non è quello che dovrebbe preoccupare noi in Italia: c’è qualcosa di ancora peggiore. Il Berlusconi “privato” monopolizza tutti i discorsi e impedisce di vedere quello che manca: un governo e un’opposizione, il tutto in un periodo di crisi economica mondiale. Che manchi il governo, è cosa più che nota; ma anche l’opposizione si è ormai acquietata sullo sparlare di Sìlviolo – cosa molto facile, in effetti – e al limite fare “proposte” evidentemente impossibili da mettere in pratica e quindi farlocche esattamente come le reboanti affermazioni secondo cui tutto sta andando nel migliore dei modi possibili. Ecco, io comincerei a lavorare su questo.

(ex?) monopolista

Giovedì ero a Torino a un incontro per dirigenti e quadri Telecom. Ci è stato chiesto di compilare un questionario – via telefonino, peccato che nell’auditorium i telefonini non pigliassero – dove occorreva mettere in ordine di importanza quindici concetti chiave. Purtroppo non esiste un dio dell’usabilità, altrimenti quelli di Comunicazione Interna sarebbero già stati fulminati da mo’.
Inutile dire che a vincere il sondaggio è stato il magico sintagma “Customer Satisfaction” che fa tanto fine al giorno d’oggi, un po’ come dire “duepuntozero” se si parla di internet. Meno inutile, almeno per quanto mi riguarda, notare che “Etica” è finito al dodicesimo posto; sempre comunque meglio di “Autonomia decisionale e operativa” che è tredicesima e di “Chiarezza degli obiettivi” quattordicesima. Mi sembrava di essere tornato in SIP.

Arrestate quel giornale!

Leggo che Niccolò “Ruthless” Ghedini ha annunciato urbi et orbi – o almeno ad Affaritaliani – che sta “provvedendo a depositare in Spagna una denuncia nei confronti de El País” per le foto di Villa Certosa pubblicate dal quotidiano spagnolo, che nell’occasione mette anche la traduzione italiana dell’articolo: sono cose.
Non sono un leguleio e quindi potrei sbagliarmi, ma c’è una cosa che non mi torna nel ragionamento del successore di Previti. Il fatto che quelle foto siano state sequestrate in Italia non implica certo automaticamente che acquistarle all’estero sia un reato. Il cittadino italiano Zappaddu potrebbe in effetti essere incriminato per aver scattato foto e averle poi vendute, ancorché all’estero; ma se la legge spagnola non vieta quelle cose, El País non ha problemi. Lo so che non è nemmeno detto che Ghedini la faccia davvero, la denuncia, e che tanto la sciura Maria non si accorge della differenza: ma qualcuno mi sa illuminare?
(poi è chiaro che nel ventunesimo secolo o si fa come la Cina o bisogna rivedere completamente il concetto di censura, visto che per l’informazione i confini nazionali non esistono più: ma quello è un altro post)