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matematto non praticante

Niente paperele? e le steline?

Confesso che l’articolo della Stampa sulla nuova normativa europea per i giocattoli mi ha lasciato perplesso. Certi punti, come definire giocattoli i pupazzetti di peluche attaccati ai portachiavi oppure veicoli le biciclette da bambino con la sella alta almeno 43.5 centimetri, mi sembrano condivisibili. Però non sono riuscito a capire perché «la paperella, o qualsiasi altro divertente animale salvagente con la mutandina per infilare il piccino sgambettante, diventa a tutti gli effetti un ausilio da usare con la sorveglianza di un adulto e quindi non avrà un aspetto ludico, oltre a rispettare una normativa diversa». Non è un problema di ipernormativismo; è che a me sta bene dire che il salvagente debba avere le norme più stringenti dell’ausilio di sicurezza, ma non riesco a capire cosa ci perda ad avere l’aspetto di un giocattolo. Magari è solo l’articolista che non ha capito, o magari c’è qualcos’altro sotto. Voi che ne pensate?

novevirgolatrepercento

Il deficit pubblico nel primo trimestre 2009 è stato il 9.3% rispetto al PIL. L’anno scorso (in campagna elettorale, quando il centrosinistra presumibilmente cercava di foraggiare il foraggiabile) era del 5.4%.
Sì, lo so che l’economia sta facendo schifo. So anche che il primo trimestre è quello peggiore dell’anno per i conti pubblici. So anche che i conti con le regole Maastricht saranno leggermente migliori. Però so anche che questo deficit sarebbe potuto essere ancora più alto, se solo Tremonti avesse tirato fuori soldi veri per dare una mano alla nostra economia. Ecco, avrei preferito vedere un deficit parziale del 12% ma quattro miliardi di euro per fare in modo che tra un anno non ci dobbiamo ritrovare ancora con lo stesso deficit.

Elezioni iraniane e legge di Benford

GaS mi ha segnalato un interessante articolo, che trovate su arXiv, di un tipo (Boudewijn F. Roukema) che si è messo a spulciare i risultati ufficiali delle elezioni iraniane del mese scorso per fare delle analisi statistiche sui risultati dei singoli seggi elettorali e scovare eventuali brogl… pardon, situazioni molto improbabili.
L’analisi più semplice da fare è la verifica della legge di Benford. Ve la ricordate? Ne avevo parlato un bel po’ di tempo fa. In pratica, se viene dato un insieme di valori molto sparpagliati (su vari ordini di grandezza) e si guarda la prima cifra di tali valori, è molto più probabile che tale cifra sia un 1. Per dare un’idea, in una distribuzione ideale il 30% dei valori dovrebbe iniziare per 1 e solo il 5% per 9. Nel mondo reale le cose sono un po’ più complicate, e l’autore propone una versione modificata della legge adattata ai risultati totali delle elezioni, in modo da eliminare alcune distorsioni. Per gli amanti dei complotti ci sono però delle brutte notizie: i risultati sono abbastanza vicini ai valori teorici, tanto che l’analisi continua osservando la strana frequenza delle cifre iniziali 7 di un candidato outsider che ha preso in tutto poche centinaia di migliaia di voti, e cercando di estrapolare da quei pochi collegi elettorali una tendenza totale – che toglierebbe circa un milione di voti ad Ahmadinejad ma non cambierebbe di molto i risultati. Almeno questo è ciò che ho capito: non sono un grande esperto di statistica, e sono riuscito a seguire i ragionamenti di Roukema solo a grandi linee. Però l’idea che mi sono fatto è che i risultati presentati sono un po’ tirati per i capelli.
Che dire? Trovo molto interessante l’idea di applicare analisi statistiche ai voti di un’elezione per vedere eventuali brogli. Ma in casi come questo, dove i risultati dei vari candidati sono così diversi tra di loro, non credo la cosa abbia un grande valore pratico. Se io dovessi fare dei brogli di questo tipo, sposterei direttamente in ciascuna circoscrizione elettorale metà dei voti del candidato M al candidato A; un’operazione di questo tipo non dovrebbe lasciare strascichi statistici verificabili, che io sappia.

Scaricavagone

Qualche pensierino dopo la strage ferroviaria a Viareggio (anche se probabilmente inutile, visto che Lui è già andato a prendere in mano la situazione con i suoi superpoteri)
– Perché il GPL deve essere portato via treno? Non è un problema di pericolosità, ma di quantità: mi sembrerebbe molto più logico costruire un gasdotto. Se usi il treno (Trecate-Gricignano significa in pratica Milano-Napoli) vuol dire che sei su una direttrice principale, è una cosa ben diversa dall’autocisterna che deve fare un servizio capillare dove le condutture potrebbero essere antieconomiche.
– Perché i vertici delle Ferrovie puntano subito il dito sui carrelli che si spaccano dicendo che non sono vagoni loro ma di aziende estere (anche la scorsa settimana a Prato?) e glissano sul fatto che se questi vagoni circolano su percorsi completamente in territorio italiano forse sarebbe meglio prima dare un’occhiata un po’ più attenta?
– Perché i sindacati, già che c’erano, sono insorti contro la normativa del macchinista unico, che non c’entra assolutamente un tubo con quello che è successo?

Dopo le 20

Come i miei fan più assidui magari ricordano, io sono un appassionato del Bi4; il biglietto “quattro viaggi quattro euro” che se timbrato dopo le 20 è valido fino alla fine del servizio. Comodissimo insomma per andare in centro la sera e tornarsene a casa senza dover usare due biglietti.
C’era però una cosa che mi ha sempre lasciato un po’ perplesso: cosa significa esattamente “essere convalidato dopo le 20”? Ci sono infatti due scuole di pensiero: la prima afferma che occorre che la timbratrice segni le 20:01, la seconda fa presente che se segna le 20:00 vuol dire che sono le 20, zero minuti e un numero imprecisato di secondi e quindi si è indubbiamente “dopo le 20”. Inutile dire che io, da buon matematico, propendevo per la seconda ipotesi; e ancora più inutile ricordare che non siamo interessati a effetti relativistici, e prendiamo come tempo di riferimento quello delle timbratrici.
Essendo io un tipo fin troppo curioso, e dovendo prendere la metro gialla delle ore 20:01, ho deciso di compiere un esperimento conclusivo. Sono arrivato in stazione alle 19:58, ho aspettato che scattassero le 20, ho timbrato l’ultima corsa del mio Bi4 e mi sono precipitato giù per prendere il treno al volo. Al ritorno mi sono avvicinato ai tornelli – evitando di fischiettare per non farmi notare troppo – e ho introdotto il biglietto. Risultato? Anche ATM è d’accordo con me, e il biglietto mi è stato amabilmente accettato. Una gioia.

Peppone e Don Camillo in salsa blogger?

Leggo sulla Stampa che il vescovo di Assisi Domenico Sorrentino non ha permesso a Dario Fo di portare il suo ultimo spettacolo sul piazzale antistante la basilica di san Francesco. Fin qua non ci sarebbe nulla di nuovo; a quanto pare però la ragione non è tanto blasfemia o presa in giro della Chiesa e della religione, ma un altro delitto di lesa maestà. In Giotto o non Giotto? infatti il Nobel afferma che gli affreschi nella basilica stessa non possono essere di Giotto.
Bah. Se la storia è davvero questa, cosa di cui dubiterei, siamo davvero arrivati a esportare il modello bloggher ovunque. Fo si sarà anche documentato per quattro anni, ma non credo che abbia una conoscenza della storia dell’arte così ampia; quanto al vescovo (che comunque non penso sia nemmeno lui un esperto di arte medievale), di che cosa avrebbe paura? che la gente pregherà di meno perché gli affreschi sono di un pittore meno famoso?

Censura wikipediana a fin di bene?

Forse la scorsa settimana avrete letto che il reporter americano David Rohde, da sette mesi prigioniero dei talebani in Pakistan, è riuscito a liberarsi insieme al suo collega pakistano fatto prigioniero con lui.
Domenica scorsa il New York Times, testata per cui lavora Rohde, ha pubblicato un articolo dove spiegano che per tutto quel tempo hanno chiesto alle principali testate giornalistiche di mantenere un basso profilo e non parlare della vicenda, nella speranza che i talebani non ritenessero il reporter così importante come in realtà è. A me la cosa pare tanto wishful thinking, ma non è così importante, soprattutto adesso. Più interessante è scoprire che quelli del NYT sono riusciti anche a zittire Wikipedia; le modifiche postate (da un anonimo che scriveva da un indirizzo IP della Virginia, per la cronaca, vedi cronologia) venivano regolarmente cancellate come “senza fonti affidabili”, con la benedizione di Jimmy Wales e immagino di una cricca di amministratori di Wikipedia in lingua inglese), sempre su richiesta informale del NYT. Tra l’altro, spulciando bene la cronologia della voce si trovano queste modifiche immediatamente successive al rapimento ma prima che la notizia cercasse di filtrare. Visto che l’utente Michaeljohnss è il giornalista del New York Times citato nell’articolo, posso immaginare che quelle aggiunte erano state fatte per mostrare ai rapitori che Rohde non era un servo del potere: strano che nessuno abbia fatto notare questa cosa.
Ci si può invece chiedere se la censura che è stata fatta, pur essendo a fin di bene, sia o no una cosa corretta da fare. La mia risposta è “non lo so”. Probabilmente sì, visto che le informazioni tenute nascoste non avrebbero comunque dato vantaggio a nessuno, a differenza ad esempio del coprire uno scandalo; credo comunque di essere in minoranza, come si può leggere sulla stessa wikipedia (in lingua italiana; non sono andato a verificare su quella in lingua inglese). Alla seconda domanda, se in Italia potrebbe succedere qualcosa del genere, la mia risposta è un molto più convinto “no”. Non tanto per il maggior rigore morale dei sysop di wikipedia, quanto perché – ammesso e non concesso che un grande quotidiano si vedesse rapito un reporter e decidesse di non rendere pubblica la notizia – al giornale in questione non verrebbe affatto in mente di contattare Wikipedia, che serve fondamentalmente a scopiazzare i coccodrilli senza ovviamente citare la fonte perché “non sta bene”.

governo tecnico all’italiana

Tremonti ha ragione. Fare un governo tecnico non ha nessun senso: chi lo voterebbe? PD, UDC e Lega? O forse il PdL butterebbe a mare Berlusconi, facendo avverare la profezia di Ferrara su un nuovo 25 luglio? Siamo seri, sarebbe molto più probabile tornare alle urne, e comunque non credo nemmeno a questo. Resta il fatto che se i giornali parlano di governo tecnico allora c’è qualcuno a cui piacerebbe tanto mandare a casa l’attuale PresConsMin. Ecco, a me piacerebbe sapere esattamente chi sono costoro :-)
Altra noticina: com’è che i governi tecnici in Italia sono sempre e solo di (ex) governatori e vice della Banca d’Italia? Carli e Baffi sono stati tenuti da parte (anche se il primo ha fatto il ministro del Tesoro) perché ai tempi nessun politico avrebbe ceduto il massimo cadreghino, ma poi ci sono stati Ciampi e Dini (che era il vice di Tonino Fazio… beh, lui per fortuna non è stato cooptato), e adesso si parla di Draghi. Mi chiedo se tutto questo significhi che il liberismo è tale che si possa solo parlare di economia se non si vuole fare politica, o cos’altro.